Clarice Tartufari, Il miracolo, 1909

ti attendo! Vieni, adorata!» ¶ Oh! con quale ansia nei

con accento di desolazione: «Oh! che buon signore! Che

le mani con fervore. ¶ - Oh! Sa Iddio quanto Ermanno

voce velata, assai dolce: ¶ - Oh! agnellino mio, Serena è

altare di Santa Cristina. ¶ Oh! gloria e magnificenza! Oh

Oh! gloria e magnificenza! Oh! misericordia senza limiti del

mosse e non rispose. ¶ - Oh! dorme il piccolo cherubino

male contro di lei. Oh! la cattiva linguaccia! Porta

buoni colpi di frusta! Oh! quanto a lui, grazie

tedesco; una dotta persona. ¶ Oh! allora, trattandosi di un

riprese, battendo le palpebre: ¶ - Oh! mio Dio! Oh! mio

palpebre: ¶ - Oh! mio Dio! Oh! mio Dio! ¶ Fritz Langen

falde del soprabito, esclamò: ¶ - Oh! dunque «madamigella grano di

le offerse il braccio. ¶ - Oh monna Vanna! - egli le

era invece già morto. ¶ - Oh! mio Dio! Oh! mio

morto. ¶ - Oh! mio Dio! Oh! mio Dio! - ella ripetè

orrore e lo sgomento. Oh! i tempi erano torbidi

e due le mani. Oh! il sapientone aveva finalmente

puro profilo spiccava nitido. ¶ Oh! essere allora un nobile

amore verso la mamma. ¶ - Oh! la mamma - egli diceva

Bisogna che tu parta. Oh! Dio! È finita! ¶ - Che

nome è di scherno. Oh! Dio! Oh! Dio! - e

di scherno. Oh! Dio! Oh! Dio! - e nel suo

incontro al bambino forsennatamente. Oh! Monna Vanna gli era

solitudine e di melanconia. ¶ - Oh! Domitilla Rosa, Domitilla Rosa

telegrafare a Fritz Langen. Oh! rivederlo ancora fra le

il volume dell'acqua. ¶ - Oh! lo stregone, lo stregone

era valso per irretirla? ¶ - Oh! padre, padre - ella ripetè

e tutelare gl'interessi. ¶ - Oh, Ermanno, caro figliuolo mio

allegre feste a Marcantonio. ¶ - Oh! il bravo micio, il

al collo le braccia. ¶ - Oh! Ermanno, figliuolo mio, credevo

un ruscello che cada. ¶ - Oh! il brutto sogno! Ero

si faceva nel pensiero. Oh! certo, certo! La visione

sue altere speranze debellate. Oh! ma allora l'avvenire

io fossi morta? ¶ - Naturalmente. ¶ - Oh! piccolo Ermanno, piccolo cherubino

rideva con indicibile irriverenza. ¶ - Oh! che strana ragazzina - anch

contro il suo testamento. ¶ - Oh! il bravo Titta! - esclamò

ogni luce di pensiero. Oh! essere umile, essere come

pensiero. Vanna era contenta, oh! molto contenta, e se

gli arroventava le carni? Oh! no, da quella cupola

desideri per quelle fuggenti. Oh! vivere, che buona ineffabile

tu a farmi ridere. Oh! lo sciocchino! Guardati la

sofferto nelle carni divine. ¶ - Oh! Gesù - ella diceva di

sui vetri della finestra - Oh! buon Gesù, concedi che

teneva infilata nel braccio. ¶ Oh! certo, era convintissima, e

Stia qui; mi ascolti. Oh! lei trema, dolcezza. Non

del figliuolo. Che supplizio! Oh! potersi alzare, e chiamare

vera estasi di riconoscenza. ¶ Oh! il bravo e caro

avesse osato di macchiarlo. Oh! se allora egli fosse

la benda e mormorò: ¶ - Oh! come punge! Oh! Gesù

mormorò: ¶ - Oh! come punge! Oh! Gesù dolce quali trafitture

viscere mi si torcono. Oh! Gesù buono, tu mi

da quelle parole semplici. Oh! certo egli doveva proteggerla

fu preso da sbigottimento. Oh! la terribile ragazza! Ella

incontro, aprendogli le braccia: ¶ - Oh! Ermanno! ¶ - Perdonami - egli le

prese con lo Shah. Oh! sarebbe stato tipo da

Domitilla Rosa, e pianse. Oh! la fede umile e

Fritz Langen, e pianse. Oh! le forti braccia avvolgenti