Alberto Moravia, L'uomo che guarda, 1985

domando: “Come ti chiami?” ¶ “Pascasie.” ¶ “Ebbene, Pascasie, proprio nel

ti chiami?” ¶ “Pascasie.” ¶ “Ebbene, Pascasie, proprio nel momento in

giardino, entro nell’androne; Pascasie è già lì, ritta

già intraveduto dalla strada: Pascasie pare fatta di due

affitto, in stile svedese: Pascasie mi invita a sedere

di fotografie, tutte di Pascasie, in diversi vestiti e

una fotografia a colori, Pascasie non è sola: sta

casco dei ricci biondi. Pascasie riprende la conversazione al

rispondo, rapido: “Si chiama Pascasie.” ¶ “Come me?” ¶ “Sì, come

io, anche se spiassi Pascasie, ma Pascasie stessa che

se spiassi Pascasie, ma Pascasie stessa che mi spia

circa l’idea che Pascasie si fa di me

corridoio per girarci intorno. Pascasie si avvicina al capezzale

di esaminare la Polaroid. ¶ Pascasie si tira giù i

intellettuale, questo sì. Fotografare Pascasie nell’atteggiamento della negra

meglio non farne nulla.” ¶ Pascasie mi guarda come cercando

lo poso sul comodino. Pascasie, pur sempre ridendo, prende

che mi ha detto Pascasie, l’africana, affacciata alla

ricordando a un tratto Pascasie e la sua allegra

per l’identità di Pascasie; esclama: “Lo vedi, non

del lungotevere dove abita Pascasie. Non so troppo bene

darmi delle sorprese. ¶ Rivedrò Pascasie? Forse sì, ma non

visita, secondo la quale Pascasie, come la negra di

nella sua poesia. Naturalmente, Pascasie non aveva alcuna intenzione

maliziosa scopofila. ¶ Ma perché Pascasie voleva indurmi in tentazione

mi spiava non era Pascasie, ma il demonio che

se oggi andrò da Pascasie, sarà per esorcizzare il

incursione nel territorio di Pascasie la solita, ossessiva fantasticheria

chiaro che vado da Pascasie e soltanto da lei

davanti a me, vedo Pascasie che mi guarda e

forse tredici anni. Così Pascasie come la ragazzina portano

mazzi verdi di vegetali. Pascasie indossa un cappotto rosso

so quale calcolo malevolo. ¶ Pascasie dice: “Siamo andate a

a un piccolo inchino. ¶ Pascasie dice: “Lei vorrebbe studiare

le insegno il francese.” ¶ Pascasie mi fornisce quest’informazione

a mio svantaggio. Infatti, Pascasie spia lo sguardo che

confermare questa mia riflessione, Pascasie soggiunge dopo un momento

ingenua che fa ridere Pascasie: “Tutte le donne si

incamminiamo verso la transenna, Pascasie, Gesuina e io. Al

quasi assoluta sicurezza che Pascasie vorrebbe che staccassi gli

qualche passo. Alla fine Pascasie domanda: “Perché non parli

suo più famoso romanzo.” ¶ Pascasie mi guarda di traverso

del romanziere, e viceversa.” ¶ Pascasie esclama, offesa: “Che cosa

poesia non le bambine.” ¶ Pascasie mi lancia un lungo

ciò che aveva fatto.” ¶ Pascasie non cede così presto

di esclamare: “Lo sai, Pascasie che sei intelligente!” ¶ Risponde

grida: “Mamma, vado da Pascasie;” e quasi nello stesso

uscio della portineria; ma Pascasie sta presso la porta

appartamento è al buio; Pascasie ci precede nel salotto

secchiate per lavarli. Vedo Pascasie mettere una mano possessiva

le due voci, di Pascasie e di Gesuina, che

e autoritaria quella di Pascasie, timida e ostinata quella

Gesuina. Si direbbe che Pascasie comandi e Gesuina resiste

due amiche nella cucina: Pascasie, a quanto pare, cerca

sulla soglia del salotto: Pascasie è riuscita ad ottenere

Gesuina e dico a Pascasie: “Perché non mi prepari

questa mia richiesta perché Pascasie, con la gioia crudele

vuole forte o debole?” ¶ Pascasie, scontenta, interviene: “Ma tu

io resto solo con Pascasie. La quale adesso non

Ci guardiamo e, probabilmente, Pascasie vede in me qualche

sia di ostilità di Pascasie verso di me; sia

me; sia di complicità. Pascasie si inquieta a un

messo dentro mezza zuccheriera.” ¶ Pascasie prende un bicchiere, me

denso come un liquore. Pascasie domanda a Gesuina: “E

va. ¶ Appena è uscita, Pascasie dice: “Non voleva assolutamente

Mi alzo e dico: “Pascasie, debbo proprio andarmene.” ¶ Pascasie

Pascasie, debbo proprio andarmene.” ¶ Pascasie non mi trattiene. Si

mano passa alla nuca. Pascasie mi attira verso di

dal padiglione auricolare. Poi Pascasie si stacca da me

passare. Esco dicendo: “Ciao, Pascasie,” e lei mi risponde

bagnato della saliva di Pascasie. Sull’asfalto, non restano

Mi volto e vedo Pascasie, tutta chiusa fino ai

Gesuina, mettiti accanto a Pascasie, così, proprio vicina. Tu

così, proprio vicina. Tu, Pascasie, mettile il braccio intorno

gelato, smettila di leccarlo.” ¶ Pascasie esclama ridendo: “Madre e

quindi, bruscamente, dico a Pascasie: “Stavo venendo a casa

mi accorgo di desiderare Pascasie. Non tanto per rivalsa

attira di più in Pascasie non è tanto l

nel suo, nelle tenebre. Pascasie mostra subito di capire

pensi male di me, Pascasie.” ¶ Negli occhi di Pascasie

Pascasie.” ¶ Negli occhi di Pascasie, curiosamente, alla freddezza subentra

non c’è dubbio, Pascasie, così opulenta, così matronale

prendila come ricordo di Pascasie.” ¶ La ragazzina prende la

poi la dà a Pascasie e chiede in maniera

la tengo per me.” ¶ Pascasie interviene ridendo: “Non crederle

imbarazzata dalla rivelazione di Pascasie, mi sia grata per

la lingua di fuori.” ¶ Pascasie dice: “Gesuina, vai a

un piccolo inchino, saluta Pascasie e si allontana, sventolando

correndo. Mi volto verso Pascasie e le domando: “Allora

e scompare definitivamente. Allora Pascasie si ferma, mi mette

fondo all’androne oscuro. Pascasie mi fa entrare, chiude

di colpo sul davanzale. Pascasie tira il cordone della

parte del letto e Pascasie dall’altra. Ma no

sentito, mi avverte che Pascasie ha avuto l’orgasmo

io rimango sprofondato dentro Pascasie, con un sentimento di

mio il corpo di Pascasie, ma non sono più

forte: “Ho dormito molto?” ¶ Pascasie risponde: “Più di tre

bene.” ¶ Parliamo al buio. Pascasie domanda: “Allora ti è

bomba atomica. Penso che Pascasie ha ragione: bisognerebbe che

è una brutta favola.” ¶ Pascasie dice: “Non ci sono

un lungo silenzio. Poi Pascasie chiede: ¶ “Quest’uomo, saresti

capezzale si accende. Vedo Pascasie che mi guarda di

aveva rubato la moglie.” ¶ Pascasie mi guarda pur sempre

Rispondo con un sospiro: “Pascasie, noi europei abbiamo scoperto

la moglie, perché ucciderlo?” ¶ “Pascasie, non importa, sono cose

potuto anche strangolarlo. Ma, Pascasie, la carne di un

male.” ¶ “Non mi comprendi, Pascasie. Non è l’amore

modo come un altro.” ¶ Pascasie sta zitta ancora per

anche pensare di ammazzarlo.” ¶ Pascasie protesta con sorprendente vivacità

ha i capelli bianchi?” ¶ Pascasie scuote il capo con

a Roma, in Italia.” ¶ Pascasie guarda trasognata davanti a

atomica. Vorrei spiegare a Pascasie che il contrasto con

più di mio padre.” ¶ Pascasie domanda incredula: “Della vita

è la bomba atomica, Pascasie?” ¶ Risponde seriamente, guardandomi di

di San Pietro; anche Pascasie ne ha preso coscienza

abbia desiderato di ammazzarlo.” ¶ Pascasie tace per un poco

ma non le fa.” ¶ Pascasie si mette a ridere