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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «Pekisch»

nautoretestoannoconcordanza
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stibio...” ¶ Non è che Pekisch avesse mai capito bene
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testo andava a capo. Pekisch prese fiato e mise
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e sazio di giorni.” ¶ Pekisch rimase immobile. Non gli
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una tazza da caffellatte. Pekisch ci aveva schiacciato dentro
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istante e poi, finalmente, Pekisch si mosse. Aveva stampata
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ingoia in un minuto. Pekisch incominciò a corricchiare. Correva
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incominciò a impazzire. Calma. Pekisch fermo. In piedi. Guarda
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alla fine del tubo. Pekisch cammina e guarda un
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anche macinare chilometri, volendo. Pekisch, più modestamente, rosicchia metri
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uno, fine. Si ferma, Pekisch. Gli bolle il cuore
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il cielo e vede Pekisch. Non è che sappia
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finita. ¶ Pehnt si alza, Pekisch si lascia cadere per
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negli occhi grigi di Pekisch. ¶ – Ciao, Pekisch. ¶ – Ciao cosa
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grigi di Pekisch. ¶ – Ciao, Pekisch. ¶ – Ciao cosa? ¶ – Ciao. ¶ Non
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po’, a questo punto, Pekisch. Invece, semplicemente, mormora. ¶ – Per
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insetto vigliacco: salta su Pekisch e si sbraccia come
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lo immagini?... “l’autoauscultatore Pekisch, lo strumento indispensabile per
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andata via da lì. ¶ Pekisch si ferma. Guarda il
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sprofondate nelle tasche, guarda Pekisch e sorride. ¶ – Be’, sai
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così se ne vanno, Pekisch e Pehnt, Pehnt e
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e Pehnt, Pehnt e Pekisch, se ne tornano lungo
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niente la felicità. ¶ –Ehi, Pekisch... ¶ –Non distrarti, figliolo, se
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buco... ¶ – Solo una cosa, Pekisch... ¶ – Cosa? ¶ – Che storia era
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una storia bellissima, vero, Pekisch? ¶ – Sì, è una storia
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unico nome rimasto: Sig. Pekisch – Quinnipak. Recupera la lettera
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la lettera del sig. Pekisch, singolarmente scritta sul retro
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E scrive. ¶ Gentile Sig. Pekisch, ¶ abbiamo ricevuto la Sua
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Io credo, stimatissimo Sig. Pekisch, che Lei debba continuare
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Per questo, stimatissimo Sig. Pekisch, io mi permetto di
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l’indirizzo del sig. Pekisch. Asciugò l’inchiostro con
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quella per il sig. Pekisch e si alzò. Uscì
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si presentò nessuno. ¶ A Pekisch, curiosamente, arrivarono prima i
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acuto saggio. ¶ – Che succede, Pekisch? ¶ Pehnt stava in piedi
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piedi su una seggiola. Pekisch era di fronte a
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La cosa si complicava. Pekisch se ne accorse. Si
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dopo due sette nove? ¶ Pekisch stava curvo sul giornale
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un’idea male – osservò Pekisch. – Certo non potrai scrivere
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del suo ottavo compleanno Pekisch gli regalò un quaderno
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che è stramba – diceva Pekisch. ¶ Pekisch non era, propriamente
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è stramba – diceva Pekisch. ¶ Pekisch non era, propriamente, il
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a quello che colpì Pekisch al momento di leggere
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seminato”. Domande? ¶ – No. ¶ – Bene. ¶ Pekisch non condivideva sempre lo
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e vitaminiche del ragazzo. Pekisch, da parte sua, fornì
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i suoi vantaggi – diceva Pekisch. ¶ E così cresceva Pehnt
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la mia nota, signor Pekisch? ¶ – Non è possibile che
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una cosa incredibile, eppure... ¶ Pekisch frugò nella borsa finché
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ma adesso silenzio... ¶ – Scusa, Pekisch... ¶ – Cosa c’è, Brath
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Ornevall avesse le doglie... ¶ Pekisch scrollò il capo. ¶ – Che
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farò io il mi... ¶ – Pekisch, se vuoi io faccio
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occhi si fissarono su Pekisch. ¶ – Questa sera eseguiremo Foresta
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Pronti? ¶ Ogni venerdì sera Pekisch suonava l’umanofono. Era
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sola: la sua personale. Pekisch manovrava il tutto da
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la sua nota. Se Pekisch teneva schiacciato il tasto
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la sua nota. Quando Pekisch faceva risalire il tasto
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al resto ci pensava Pekisch. ¶ Ovviamente lo strumento non
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in considerazione di ciò, Pekisch aveva messo a punto
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qui e dirmi, caro Pekisch mi spiace ma non
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la metteva giù elegante, Pekisch. E la gente lo
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addosso) proprio come pensava Pekisch, come un profumo, come
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il discorso commemorativo e Pekisch compose per l’occasione
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viva commozione. ¶ Così. ¶ – Scusa, Pekisch... ¶ – Cosa c’è, Brath
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Ornevall avesse le doglie... ¶ Pekisch scrollò il capo. ¶ – Che
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farò io il mi... ¶ – Pekisch, se vuoi io faccio
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occhi si fissarono su Pekisch. ¶ – Questa sera eseguiremo Foresta
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ne tornavano a casa, Pekisch e Pehnt, Pehnt e
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e Pehnt, Pehnt e Pekisch, scivolando nel buio verso
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di simil-figlio provvisorio. Pekisch fischiettava la melodia di
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forse di più. ¶ – Di’, Pekisch... ¶ – Mmmh... ¶ – Ce l’avrò
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sbagliare, quasi sempre. ¶ – Di’, Pekisch... ¶ – Mmmh... ¶ – Tu ce l
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Silenzio. ¶ – Che nota è, Pekisch? ¶ Silenzio. ¶ – Pekisch... ¶ Silenzio. ¶ Perché
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nota è, Pekisch? ¶ Silenzio. ¶ – Pekisch... ¶ Silenzio. ¶ Perché, a dire
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aveva una sua nota, Pekisch. Incominciava a diventare vecchio
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vita. La vita di Pekisch. Una cosa che non
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se l’avesse visto, Pekisch, in quella notte. Allora
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tradimento l’anima di Pekisch, e a bruciarla. ¶ Pekisch
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Pekisch, e a bruciarla. ¶ Pekisch stava lì a vedere
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il suo primo rintocco. ¶ Pekisch lo sentì partire, dribblare
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notturni scivolò fino a Pekisch una rotonda bolla di
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il vero il signor Pekisch ha sempre sostenuto che
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che dice il signor Pekisch... Mi ha anche spiegato
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perché lui, il signor Pekisch, lui le sente, e
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sopra e il signor Pekisch al pianterreno, in fondo
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la pioggia gridando ‘Signor Pekisch, signor Pekisch’, e lui
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gridando ‘Signor Pekisch, signor Pekisch’, e lui niente, sempre
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Buongiorno a lei, signor Pekisch, dormito bene?’, ‘Benissimo’ ... come
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non si preoccupi, signor Pekisch, ci vorrà un attimo
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di sposare il signor Pekisch, a dir la verità
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mai sposato... il signor Pekisch............. Sa, ci sono delle
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alcune volte... il signor Pekisch entra piano piano nella
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in quella del signor Pekisch... e anche lui, alle
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volta che il signor Pekisch mi abbia detto no
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banda ha suonato meravigliosamente, Pekisch, davvero... è stato bellissimo
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cittadinanza. Per l’occasione Pekisch aveva composto una marcia
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ormai dodici anni prima, Pekisch aveva preso in mano
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le esibizioni allestite da Pekisch rappresentassero per la città
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banda ha suonato meravigliosamente, Pekisch, davvero... è stato bellissimo
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Mi bemolle, pensò automaticamente Pekisch. ¶ L’altro signore venuto
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bara con il destino. ¶ Pekisch e la vedova Abegg
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il mondo e su Pekisch. Un suono bellissimo. ¶ – Al
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il destino. ¶ Pehnt e Pekisch, in piedi, sulla collina
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che sono finito qui. ¶ Pekisch ha preso il vecchio
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corde sono sottili, quando Pekisch le fa vibrare emettono
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andò. ¶ La banda di Pekisch provava ogni martedì sera
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Sal? ¶ – Era un do, Pekisch. ¶ – Ah, era un do
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la fauna africane? ¶ – Aspetta, Pekisch, mi si incastra sempre
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S’era innamorato, Pehnt. ¶ Pekisch gli regalò un pettine
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sinistra, al primo piano, Pekisch metteva la signora Paer
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che dava sulla strada. Pekisch, in mezzo al corridoio
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come un insetto insidiato. Pekisch aveva intitolato tutto questo
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la prima volta che Pekisch diventò il vecchio Pekisch
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Pekisch diventò il vecchio Pekisch, venti metri di binari
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ridicola morte di Ticktel, Pekisch e Pehnt, Pehnt e
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e Pehnt, Pehnt e Pekisch, la nostalgia di come
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Abegg, gli occhi di Pekisch, gli occhi del vecchio
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giusto così... e anche Pekisch mi disse un giorno
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malignare su ’sta storia... Pekisch e Pehnt, Pehnt e
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e Pehnt, Pehnt e Pekisch... tutte carognate, davvero, ci
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un padre, Pehnt... e Pekisch, poi... non aveva nessuno
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un ex galeotto, figurati... Pekisch galeotto... ce ne voleva
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di partire e allora Pekisch gli disse ‘parti il
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della musica tutta sua... Pekisch conosceva tutte le musiche
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questa musica è mia’ / Pekisch seduto davanti al pianoforte
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miracoli col vetro e Pekisch li faceva con la
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ricordo. ¶ Un istante. ¶ Poi Pekisch fa un gesto. ¶ Ed
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della strada dove stava Pekisch, in mezzo all’altra
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giusto di fronte a Pekisch, che però guarda per
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proprio dove c’è Pekisch, col capo chino, immobile
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finalmente lo sguardo di Pekisch, e tra tutti gli
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Rail / riabbassa lo sguardo, Pekisch, sembra che preghi / ma
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visti. ¶ 3 ¶ Diavolo di un Pekisch, ¶ come devo dirtelo che
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Io mi sono sposato, Pekisch, lo vuoi capire? Ho
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il tuo vecchio amico ¶ Pekisch ¶ P.S. Mi ha
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dove bisogna partire? Di’, Pekisch, cosa bisogna raccontargli, la
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creatura il nome di Pekisch, e cioè il mio
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nato che mi chiamavo Pekisch. È successo dopo. Se
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pantaloni. Le ho detto: Pekisch. L’avevo sentito da
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è venuto da dirle: Pekisch. E lei: Che strano
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con un nome come Pekisch? Lascia perdere. La signora
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assicuratore. Pensaci. E poi Pekisch sono io. Che c
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Che c’entra lui? ¶ Pekisch sr. ¶ P.S. Il
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pregiato signor e professor Pekisch, vi saremo grati se
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credermi l’infinitamente vostro ¶ Pekisch ¶ P.S. Ho smarrito
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mica qualcosa? ¶ Vecchio, benedetto, Pekisch, ¶ questo non me lo
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Colpa tua, vecchio, maledetto Pekisch. ¶ Ti abbraccio. Dio sa
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il suo bagno mensile, Pekisch, quando sentì distintamente risuonare
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solo nella testa di Pekisch. Piovuta chissà da dove
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Piovuta chissà da dove. ¶ Pekisch finì il bagno, ma
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Era un mercoledì e Pekisch doveva accordare l’organo
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vero? ¶ – Dipende. ¶ Quella notte Pekisch dormì poco e male
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contrabbasso. Senza nemmeno vestirsi Pekisch si sedette al pianoforte
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volta, dopo tanti anni, Pekisch tornò a sentirsi pungere
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All’alba del quinto, Pekisch sentì nitidamente entrargli in
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nessuno, all’infuori di Pekisch, sentiva il gran concerto
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orecchio sulla testa di Pekisch: confermò che non si
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al mattino: uno come Pekisch, quanto meno. Il fatto
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Hop, hop salta cavallino, Pekisch si arrese e si
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musica in testa, a Pekisch. Non c’era più
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Che altro puoi fare? Pekisch stava lì, e cercava
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così? ¶ Ai funerali di Pekisch, con una certa logica