parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Senza coda, 2005

concordanze di «Poi»

nautoretestoannoconcordanza
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al legno del manico, poi strinse e spinse in
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impastando aria ed erba. Poi imprigionò quei movimenti disperati
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legno fermargli la mano. ¶ Poi, la lucertola fuggì oltre
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stomaco. Si fermavano e poi tornavano, ancora e ancora
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bianche interiora. ¶ Si fermò. Poi, rassegnato, inforcò un pezzetto
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ancora. ¶ Prima un boccone. Poi un altro, rispettando le
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non poteva essere scoperto. Poi portò rapido la forchetta
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che d’ora in poi mangerà granchio ogni volta
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occhi, tristi e impotenti. ¶ Poi sputò tutto, da dentro
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si sedeva mai nessuno. Poi gli aveva offerto il
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Gli fu a fianco, poi quasi di fronte. ¶ Nino
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rami sul lavandino. E poi quel mazzo di fiori
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fino alla fronte e poi scoppiava dentro, a calmare
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più leggera prima o poi.” ¶ Pietro riebbe indietro la
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diversi. ¶ Raddrizzò la schiena, poi si portò le mani
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subito scuro. Prima nero, poi rosso, infine rosa. ¶ Il
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voglio andare ma se poi non ci vado papà
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diciannove. Capito?” ¶ Pietro annuì. Poi arricciò le spesse sopracciglia
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difficili. Lesse. Prima piano, poi alzando il tono. A
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della camicia di Luigi. Poi più su, verso la
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aritmetica e la geometria. Poi, alla fine, Pietro avrebbe
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posavano sulla scrivania e poi di fronte, sul letto
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si infilò la maglietta, poi uscirono in punta di
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chiuse tra i palmi. Poi lo guardò: “È grandissima
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passò la lucertola e poi aprì la lama. Pietro
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sull’asse di legno, poi guardò Luigi che puliva
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avrebbe afferrato il ramo, poi sarebbe toccato a lui
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arrivato. ¶ Pietro deglutì ancora, poi si alzò in piedi
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cuore del grande albero. ¶ Poi le sue mani grattarono
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fissava. Allungò le gambe, poi le ripiegò come facevano
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un po’ in silenzio. Poi, girandosi verso di lui
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inizio del bosco rado. Poi, di scatto, Pietro rallentò
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tagliavano. Diventavano piccoli e poi grandi. Potevano essere come
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bianca. ¶ Pietro guardò Luigi. Poi si voltò indietro e
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sono un bambino coraggioso. Poi quando anche lei si
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Gesù, prima sono nere, poi gialle e poi viola
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nere, poi gialle e poi viola e rimangono per
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un sacco di tempo. ¶ Poi ho ascoltato quando papà
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tavola, davanti a Pietro. Poi con un sorriso disse
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con l’acqua verde. Poi con quella azzurra. ¶ “L
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tutto d’un fiato. Poi con i due bicchieri
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di cerchi piccoli e poi grandi, che co­me
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Lo fissò a lungo, poi indietreggiò, colpendo la sedia
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l’asse di legno, poi il barattolo vuoto. Il
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verde. Prima l’erba, poi i sassi, di nuovo
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vento, si rimpiccioliva e poi diventava grande di nuovo
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Si faceva stretto e poi largo, ripiegandosi su se
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sul viso, sulle braccia, poi diventò aria. Prima di
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infrangeva sull’erba e poi si ritirava e tornava
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solcò prima la fronte, poi la testa, infine la
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fiato e strinse ancora. Poi iniziò a indietreggiare. Passo
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accarezzò il parabrezza e poi scivolò molle di lato
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e sulle frecce gialle. Poi appoggiò anche l’altra
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il vetro del finestrino, poi la leva cromata subito
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vibrare il sedere. E poi il colore, bianco. ¶ Pietro
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sul cruscotto accendersi e poi il rombo assordante del
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che lanciavano quasi fuoco. Poi ricambiarono il saluto. ¶ Pietro
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andando a prenderlo e poi insieme avrebbero fatto un
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la lama del coltello, poi la richiuse. ¶ Nino gli
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urlò: “Attenzione alla curva!”. Poi inclinò il volante a
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al cruscotto di legno. Poi si voltò verso Pietro
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occhi chiari e venati. Poi annuì e parlando piano
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tutta la sua potenza. Poi li portò tra alberi
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strada deserta di montagna. ¶ Poi entrambi capirono che non
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legno e il barattolo. ¶ Poi si girò di nuovo
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e io non voglio. ¶ Poi papà ha anche detto
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vai anche tu, così poi fai le leggi.” ¶ “Roma
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andato al mare e poi sul monte, con Nino
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Nino e Luigi. E poi a Roma, insieme tutti
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sua bocca allegra e poi tesa. Contorta. ¶ Lo osservò
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televisione ricominciava a parlare. Poi alzò il volume e
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il mento. Si pulì, poi fece sparire la mano
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con la grande spada. Poi Pietro registrò una strada
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del pellerossa rimase vivo, poi scomparve pian piano. Quando
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la lampada sul comodino. Poi si sedette sul pavimento
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a illuminare ogni cosa. ¶ Poi si voltò, gli occhi
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Ti prego, Gesù Bambino. ¶ Poi i suoi occhi si
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dita strette al sedile. Poi una curva lo spinse
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sua scuola, il ponte, poi a destra fino in
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Scese assieme all’uomo. Poi chiuse la portiera, gli
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le mani sullo sporco. Poi si tirò su, e
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proseguì per qualche metro. Poi girò a sinistra, verso
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cannoli il sabato pomeriggio. Poi da un giorno all
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il lucchetto della cartella. Poi ci tuffò le braccia
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in gola. ¶ “Tieni, rimettitela.” Poi aggiunse: “Sei pronto?”. ¶ “Sì
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prima sulla bocca e poi contro la nuca. Guardò
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figlio. “Chiaro? Giocate piano. Poi quando arrivate tu, tu
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rialzava, si abbassava e poi si rialzava ancora davanti
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occhi vispi del figlio. ¶ Poi Luigi spalancò la porta
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di lunghezza. ¶ Camminarono. Corsero. Poi all’improvviso Pietro si
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sai che non succede?”. Poi scese, e aspettò. ¶ “Me
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Pietro, allungando il passo. Poi aggiunse: “Se mio padre
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amico. “È tardi…” ripeté. Poi spinse la porta socchiusa
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vide ferme al terzo. Poi, alzò la testa. Luigi
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strisciavano dallo stipite e poi giù fino al pavimento
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a sbattere regolare. E poi uno stridore lunghissimo. Un
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scattare la serratura e poi inserì di nuovo la
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sulla camicia. ¶ “Prima o poi devo trovarmi una moglie
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ne voglio una così…! Poi me ne vado sul
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sul serio!” Carmine rise, poi continuò: “Cos’altro vuoi
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una specie di scherzo. ¶ Poi il suo sguardo andò
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Lavora sempre.” Rise ancora, poi uscì dalla cucina e
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ancora per due volte. ¶ Poi vide la busta che
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l’appoggiò sul tavolo. Poi sollevò il panno bianco
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Luigi non rispose. ¶ “E poi tu la stringevi poco
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Mancano poche code e poi ne facciamo un altro
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unghie nere di terra. Poi gli si avvicinò e
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tra le mani. “E poi mi ha detto che
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ci vado io.” ¶ “E poi che ti ha detto
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il telo di plastica. Poi si sedettero su due
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croste spesse e nere. Poi andava più su, ronzava
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farlo fischiare due volte. Poi si piazzò di fronte
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le due macchine uguali. Poi gli uomini del cancello
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pendolo erano diventati nitidi. Poi avevano rallentato e avevano
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tratti erano vicine e poi si allontanavano. Comparivano e
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schiena. Il legno scricchiolò. Poi sentì da fuori il
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respiri, prima affannosi e poi calmi, che morivano ogni
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Da quel momento in poi sarebbe stato per sempre
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Fu come un lamento, poi neanche un fruscio, una
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sulla crepa nel pannello. Poi si sentì addosso il
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velluto bianco si piegarono. ¶ Poi più niente. Con la
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e gliela strinse forte, poi con la mano salì
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Lo imparerai prima o poi…” gridava suo padre mentre
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e si tirò su. Poi li spalancò e, subito
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una mano sulla bocca. Poi, senza respirare, uscì. ¶ 10. ¶ La
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che avesse mai sentito. Poi lo aveva visto rialzarsi
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ridendo sempre più forte. Poi appoggiò la lucertola sull
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disse Nino tra sé. Poi si rialzò in piedi
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il barattolo dalle mani. Poi sollevò Pietro da terra
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mattonelle mezze bucate e poi di nuovo l’erba
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Nino a bassa voce. Poi si voltò verso di
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lo guardo!” ¶ Nino bestemmiò. Poi le tenaglie ricominciarono a
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nel legno per poco, poi si bloccarono. Pietro provò
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raccoglieva i rami tagliati. Poi, quando la smorfia della
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insieme.” Disse tutto lentamente. Poi si voltò, incamminandosi verso
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secco e senza foglie. ¶ Poi fissò Nino, stanco e
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terra, tra le gambe. Poi alzò gli occhi alla
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dito sotto il naso, poi agitò le braccia in
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un angolo del tavolo. Poi avvicinò la sedia a
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Ne fece scorrere uno. Poi si sedette di nuovo
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amavano davvero, prima o poi si incontravano di nuovo
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di giornale ingialliti. E poi damigiane, ruote di bicicletta
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La passò al figlio, poi la chiave ruotò nella
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Salì il primo gradino, poi si sentì strattonare. ¶ “Facciamolo
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sempre.” ¶ Pietro si fermò. Poi avanzò di poco, e
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crollato a terra. E poi, spostata a destra della
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cartella e l’aprì. Poi estrasse il sussidiario rosso
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busta con un dito, poi l’accarezzò. ¶ “Togli la
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di poco sulle gambe. Poi spinse la mano di
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foglio bianco, più piccolo. Poi quattro banconote piegate a
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Centomila lire!” fece eccitato. Poi la aprì per intero
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Pietro ci pensò su, poi fece cenno di no
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E ancora e ancora. Poi premette sopra il risvolto
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tanto che diventò paonazzo. ¶ Poi tutto ritornò come prima
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Girarsi e aprirla. E poi urlare solo un po
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tutti quei soldi. ¶ E poi c’era quel pomeriggio
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fino al vecchio garage. Poi si era accovacciato, col
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le asciughi,” aveva detto poi. ¶ Pietro era rimasto con
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le maniche della camicia. Poi lo aveva visto avvicinare
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ultima ruota rimasta. “E poi?” ¶ “La voglio che ride
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Non fare tardi, che poi ci guardiamo la signorina
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te…” gli aveva detto poi. ¶ “Ora fa’ silenzio!” ¶ Suo
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fondo per pochi secondi poi si mosse un po
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le voci erano dappertutto. ¶ Poi, ogni cosa diventò scura
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da quel momento in poi, parlò un po’ più
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portacenere sopra il bracciolo, poi farsi il segno della
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edera intorno al pozzo. Poi si era bloccato all
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gli raschiava la gola. Poi alzò la testa e
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qualche osso, prima o poi, avrebbe bucato quella pelle
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maglia, con il braccio. ¶ Poi Luigi si voltò: “Il
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guardò per pochi secondi, poi camminò lento e trascinato
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Prima al mare e poi sul vulcano.” ¶ “Anche io
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sguardo al palazzo verde. Poi rimase come paralizzato, continuando
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che quasi lo toccava. Poi quelle mani ruvide lo
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indice sotto il naso, poi tirò Luigi per un
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è troppo alta ma poi sono stato zitto perché
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per chiedergli il favore. ¶ Poi, una sera, suo padre
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era un grande aiutante. Poi aveva aperto il libro
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solo quando si fermò. Poi si voltò verso Pietro
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Gli ripeté tutto questo, poi finalmente strisciò da dove
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il viso al ripiano. Poi spinse deciso la lama
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prima e la seconda. Poi, a voce bassa, lui
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gli era appena dietro. Poi, lesse: “Nino Marrazzo”. E
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sulla busta sporcandola appena. ¶ Poi il silenzio delle cantine
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ciò che stava accadendo. Poi, appena si voltò, guardò
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lui. ¶ Toni prese fiato, poi si avvicinò ancora al
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stupiti. Toni tossì ancora, poi si avvicinò deciso. Pietro
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forza che aveva dentro. Poi, quelle parole: “A te
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il segno della croce. Poi corse ad abbracciare il
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Toni piegò il foglio. Poi tirò fuori le quattro
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lo baciò sulla fronte, poi rimase a guardarla mentre
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bocca contro il cuscino. Poi le sue mani si
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ben saldi i lacci. Poi lo baciò. ¶ “L’erba
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Riscaldato e pieno. Liberato. ¶ Poi vide sua madre piangere
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seconda volta restò muta. Poi richiuse la porta, cancellandosi
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e la casa, per poi ritornare con lo sguardo
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mani e sui polpacci. Poi, come una lucertola, iniziò
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dopo morivano soffocati. E poi, se lui voleva, poteva
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letto tutto si illuminò. Poi chiuse gli occhi, perché
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gli occhi dal piatto. ¶ Poi ritornò a mangiare. ¶ Aderita
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una macchia nerissima e poi un puntino grigio. Il
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Tirò su la testa. Poi si vide alzarsi di
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fece rabbioso. ¶ “Dai, che poi io e te ci
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appena erano entrati. Aveva poi spalancato la finestra e
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sul suo collo sottile. Poi con le mani stringeva
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di lacrime. Glieli baciò. Poi iniziò a cullarsi e
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viso tra le braccia, poi lo cullò ancora. ¶ “E
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Pietro trattenne il respiro, poi fece leva sulle braccia
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fino all’ultimo spigolo, poi aprì di poco la
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e l’abbassò lentamente. Poi, scostò la porta. Strofinò
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una frusta. ¶ Si chinò. ¶ Poi, all’improvviso, arrivarono le
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se correte. Prendo te, poi te. Sono veloce, più
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barattolo diventa tutto pieno. ¶ Poi prendo te in aria
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prendo te in aria. ¶ Poi prendo te sulla porta
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Anche quelli senza coda. ¶ Poi prendo te nel corridoio
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prendo te nel corridoio. Poi te sul soffitto. ¶ Ora
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e iniziavano a correre, poi restavano ferme a guardarlo
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una parte all’altra, poi si dividevano e gli
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nella penombra del corridoio. Poi le sue mani si
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si sedette a terra. Poi si mise a quattro
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la tagliò a metà. Poi fu il turno della
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occhi brillavano severi. Sorrise, poi si bloccò. La coda
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caldo, si era addormentata. Poi non aveva voluto più
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buio debole della stanza. Poi, entrò. Il russare lo
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scosso, le lenzuola vive. Poi lei sentì il suo
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Le arrivò flebile e poi acuta, sporcata di un
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se lo stava mangiando. ¶ Poi i sobbalzi finirono. ¶ L
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chiamano pesci ragno. E poi ha detto: “Bisogna fare
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scarpe dentro l’acqua! Poi ho fatto vedere a
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un anno a finirlo, poi rilegai il manoscritto e