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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Goldoni, Gl'innamorati, 1759

concordanze di «Ridolfo»

nautoretestoannoconcordanza
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SCENA VIII. ¶ Lisetta e Ridolfo. ¶ Lisetta. Che mi comanda
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mi comanda il signor Ridolfo? ¶ Ridolfo. Ho necessità di
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comanda il signor Ridolfo? ¶ Ridolfo. Ho necessità di parlare
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da far l’ambasciata. ¶ Ridolfo. Veramente l’affare appartiene
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lui e la padroncina? ¶ Ridolfo. Per l’appunto, vi
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per concludere queste nozze? ¶ Ridolfo. Tutto al contrario. Vi
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questa risoluzione così repentina? ¶ Ridolfo. Questo poi non l
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perchè. Avranno gridato insieme. ¶ Ridolfo. Può essere. ¶ Lisetta. E
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gridato, faranno la pace. ¶ Ridolfo. Mi par difficile. ¶ Lisetta
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fatta tante altre volte ¶ Ridolfo. Questa volta l’amico
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che non ci credo. ¶ Ridolfo. Orsù, in ogni modo
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tutto ad un tratto. ¶ Ridolfo. Credetemi, io lo faccio
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fa veder certi quadri. ¶ Ridolfo. E la signora Eugenia
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sia sdegnato per questo? ¶ Ridolfo. Oibò; mi ha detto
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Oh, chi è qui? ¶ Ridolfo. Per bacco! È qui
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ve l’ho detto? ¶ Ridolfo. Verrà a cercare di
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Fulgenzio. (Una parola). (a Ridolfo, chiamandolo a parte, con
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a parte, con ansietà) ¶ Ridolfo. (Non l’ho ancora
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Non le avete parlato?) ¶ Ridolfo. (No, vi dico). ¶ Fulgenzio
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che vi avevo raccomandato?) ¶ Ridolfo. (Ma se non ho
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è informata di nulla?) ¶ Ridolfo. (Sì, qualche cosa le
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amor mio. E voi, Ridolfo amatissimo, perdonate le mie
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avesse ad esser così). ¶ Ridolfo. Amico, vi compatisco, ma
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SCENA X. ¶ Fulgenzio e Ridolfo. ¶ Ridolfo. Amico, a rivederci
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X. ¶ Fulgenzio e Ridolfo. ¶ Ridolfo. Amico, a rivederci. ¶ Fulgenzio
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rivederci. ¶ Fulgenzio. Andate via? ¶ Ridolfo. Volete ch’io resti
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vi preme, andate pure. ¶ Ridolfo. Sì, vado. Conosco benissimo
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SCENA PRIMA. ¶ Flamminia e Ridolfo. ¶ Flamminia. Scusate, signor Ridolfo
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Ridolfo. ¶ Flamminia. Scusate, signor Ridolfo, la libertà che mi
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se vi ho incomodato. ¶ Ridolfo. Anzi è onor mio
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veduto il signor Fulgenzio? ¶ Ridolfo. L’ho veduto qui
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Flamminia. Oh caro signor Ridolfo, sono cose da non
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pareva un’anima disperata. ¶ Ridolfo. Possibile che abbiano sempre
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commedia di questo mondo. ¶ Ridolfo. E che cosa posso
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Supplico pertanto il signor Ridolfo, volersi prender l’incomodo
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il piacer di dirgli... ¶ Ridolfo. Adagio, signora mia, che
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Flamminia. Torniamo da capo. ¶ Ridolfo. Non basterebbe ch’io
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Fabrizio. Riverisco il signor Ridolfo. ¶ Ridolfo. Ho fatto già
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Riverisco il signor Ridolfo. ¶ Ridolfo. Ho fatto già il
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l’ha nessuno. Signor Ridolfo, questa vitella è un
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un pezzetto con noi. ¶ Ridolfo. Vi ringrazio, signore... ¶ Fabrizio
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mangiar una anche voi. ¶ Ridolfo. Vi supplico dispensarmi... ¶ Fabrizio
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mani. E il signor Ridolfo resterà a favorire con
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a favorire con noi. ¶ Ridolfo. Siete tanto obbligante, che
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degno galantuomo del signor Ridolfo. Vedrete un gran cavaliere
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un gran cavaliere, signor Ridolfo: un pezzo grosso; uno
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virtù. Resterete maravigliato. (a Ridolfo) ¶ SCENA III. ¶ Roberto e
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essere che il signor Ridolfo le abbia a dir
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di Fulgenzio. ¶ ROBERTO, gentiluomo. ¶ RIDOLFO, amico di Fabrizio. ¶ LISETTA
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parte) ¶ Flamminia. (Andate, signor Ridolfo, a ritrovare il signor
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ho detto). (piano a Ridolfo) ¶ Ridolfo. (Sì, se me
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detto). (piano a Ridolfo) ¶ Ridolfo. (Sì, se me ne
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di restar con noi? ¶ Ridolfo. Tornerò verso l’ora
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Me ne rallegro infinitamente. ¶ Ridolfo. L’amicizia che ha
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Milano il signor Conte? ¶ Ridolfo. Ne avevo una, per
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lasci servire dal signor Ridolfo, dal principe dei curiali
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di lui mani. Signor Ridolfo, vada a casa del
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faccia consegnar le scritture. ¶ Ridolfo. Ma se sta per
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si fa tardi). (a Ridolfo) ¶ Ridolfo. Con vostra permissione
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fa tardi). (a Ridolfo) ¶ Ridolfo. Con vostra permissione. Vado
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c’è il signor Ridolfo? (Se lo sapeva, non
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Lisetta. (Parlava col signor Ridolfo). ¶ Eugenia. (Parveti che fosse
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Sia ringraziato il cielo. Ridolfo lo avrà placato. Ha
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ha veduto il signor Ridolfo. (ad Eugenia) ¶ Eugenia. Sì
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preso per il signor Ridolfo. Bravo; è venuto a
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uomo celebre del signor Ridolfo. ¶ Fulgenzio. (E queste signore
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veduto che il signor Ridolfo gli parta, ma egli
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da disperato. ¶ SCENA VII. ¶ Ridolfo e detti. ¶ Ridolfo. Amico
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VII. ¶ Ridolfo e detti. ¶ Ridolfo. Amico, una parola. ¶ Fulgenzio
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una parola. ¶ Fulgenzio. Ah Ridolfo, soccorretemi per carità. ¶ Eugenia
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di una ingrata. (a Ridolfo) ¶ Ridolfo. Perdonatemi, signora, s
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una ingrata. (a Ridolfo) ¶ Ridolfo. Perdonatemi, signora, s’io
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egli persiste ad importunarmi. ¶ Ridolfo. Via dunque, rammentatevi del
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Fulgenzio) ¶ Fulgenzio. Andiamo. (a Ridolfo, sdegnoso contro Eugenia) ¶ Ridolfo
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Ridolfo, sdegnoso contro Eugenia) ¶ Ridolfo. Ogni onestà lo richiede
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andiamo. (smanioso e incerto) ¶ Ridolfo. Ma se ve lo
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dico; andiamo. (come sopra) ¶ Ridolfo. Compatitelo, signora Eugenia. ¶ Fulgenzio
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io, maladetta! (parie correndo) ¶ Ridolfo. Compatitelo. (ad Eugenia) ¶ Eugenia
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andate con lui. (sdegnosa) ¶ Ridolfo. Siete sdegnata meco? ¶ Eugenia
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signor protettore. (come sopra) ¶ Ridolfo. Protettore di chi? ¶ Eugenia
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chi? ¶ Eugenia. Della parentela, ¶ Ridolfo. Vi compatisco, perchè siete
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abbraccia) ¶ SCENA ULTIMA. ¶ Roberto, Ridolfo e detti. ¶ Ridolfo. Ecco
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Roberto, Ridolfo e detti. ¶ Ridolfo. Ecco qui il signor