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Vittorio Alfieri, Virginia, 1783

concordanze di «Roma»

nautoretestoannoconcordanza
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1783
Scena, il Foro in Roma ¶ ATTO I ¶ SCENA I
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Romano ancor, mentre sta Roma ¶ in reo silenzio attonita
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venduto ¶ ai tiranni di Roma: indi egli piacque ¶ al
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maestà del popolo di Roma. ¶ In questi tempi iniqui
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mai, né libera. Di Roma ¶ son cittadino anch'io
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vil mentitor, sarai di Roma ¶ tu cittadino? Agli atti
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e ch'ei per Roma in campo ¶ or sotto
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attesto ¶ il cielo, e Roma; ell'è mia figlia
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agli occhi vostri? ¶ a Roma in mezzo? ai sacri
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fin ch'havvi in Roma, ¶ a tuo dispetto, sagrosante
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mie voci, ¶ popol di Roma. Io, che finor spergiuro
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ed agli oltraggi, in Roma ¶ riman sua figlia. E
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sentenza tu, popol di Roma. ¶ Marco ¶ Leggi, che a
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voi? No; che di Roma ¶ nol soffriranno i Numi
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non segua abbominando effetto. ¶ Roma, da che dei Dieci
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sia Virginia, abbia pur Roma. — ¶ Romani, intanto a me
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Assai nimici ho in Roma; ¶ tutti i nimici vostri
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vien questi esecutor... Deh! Roma, ¶ a qual partito sei
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abbia e consorte in Roma. ¶ SCENA V ¶ ICILIO, VIRGINIA
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sangue tuo, di sangue ¶ Roma inondar si vedrà tutta
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serbò finor; presente ¶ fia Roma intera al gran giudizio
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così? ¶ Popoplo ¶ Ti chiede ¶ Roma giustizia. ¶ Appio ¶ Ed ai
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l'obbliate voi? ¶ di Roma in me la maestà
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fremer, tremare, inorridir fa Roma: ¶ me di furor riempie
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molta; ¶ ma più virtù. Roma i costumi nostri, ¶ e
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un terribil dubbio: ¶ di Roma intera io tel richieggo
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rispondo, ¶ e teco, a Roma intera. — Ove son leggi
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ben noto, e a Roma, ¶ ed ai nemici più
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tosto ¶ e Icilio, e Roma, giudicar mi udranno. ¶ SCENA
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han la giustizia in Roma. ¶ Icilio ¶ Giudizio è questo
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tosto, or tosto udrammi ¶ Roma svelar gli empi maneggi
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sol difender io: di Roma i dritti, ¶ di me
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prode, ¶ il sol di Roma difensor... ¶ Appio ¶ Si svelga
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e sta in periglio Roma. ¶ Icilio ¶ Per me, per
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in qual periglio ¶ sta Roma, udite; indi su gli
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motto del peggior di Roma, ¶ a turbarla degg'io
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Sangue per anco in Roma ¶ sparso non han; ma
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nemico oggi è di Roma. Alle donzelle ¶ sposo, e
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che tronco, o a Roma torre ¶ debbe, o per
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gridare, armi, vendetta. ¶ Se Roma in sé Romani altri
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il danno ¶ minore a Roma, e a te... ¶ Icilio
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preghi? In faccia a Roma, in faccia ¶ a me
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Virginio? Il Dio di Roma ¶ a noi ti mena
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alla figlia, e a Roma, ¶ e a me tolto
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onor, la libertade a Roma. ¶ Virginio ¶ Icilio, il sai
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puro amor forti faville: Roma ¶ amo, e il mio
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e nol senti? O Roma è Roma, ¶ tu allor
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senti? O Roma è Roma, ¶ tu allor v'hai
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che il brando. ¶ Virginio ¶ Roma per ora serva è
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già superbi cittadin di Roma, ¶ terror finora, oggi d
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resta allor? chi salva Roma? ¶ Icilio ¶ Noi: ¶ vivi, col
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mercheresti: in mezzo a Roma è l'oste; ¶ dunque
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l'oste; ¶ dunque in Roma si pugni: e siane
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la evidente mia ¶ ragion: Roma vedrammi intorno intorno ¶ andar
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il petto: ¶ e attestar Roma, e i Numi nostri
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fatiche i premi in Roma, ¶ ogni guerrier saprà. — Ciò
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Se a misfatto in Roma ¶ ai cittadini l'aver
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emendatore io vo'. Libera Roma ¶ era in quel dì
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alta impresa, esser di Roma ¶ dovresti lo splendor: piango
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che più non è Roma. ¶ Virginio ¶ E tu non
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da lor, veri di Roma ¶ figliuoli, e nostri, non
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io siam soli in Roma forse; ¶ ma noi bastiam
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sangue solo, il ponno. ¶ Roma, a sottrarti dai Tarquini
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svegliar dal suo letargo Roma, ¶ oggi è pur forza
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MARCO ¶ Appio ¶ Virginio in Roma? ¶ Marco ¶ Ei v'è
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campo ¶ osi così? Di Roma oggi i soldati ¶ dunque
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Chiesto commiato ottenni. In Roma torno ¶ per la mia
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più rie sventure ¶ precipitar Roma poss'io, né trarti
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qual crede. Ei contra Roma ¶ congiura; ei cova orribili
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rapine. Ei sa, che Roma hai cara ¶ quanto la
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mostrarsi l'oppressor di Roma. ¶ Virginio ¶ Tolte le figlie
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d'altro oppressor può Roma? ¶ Appio ¶ Icilio, il so
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perché m'ami? ¶ Appio ¶ Roma ¶ può abbisognar del braccio
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e il sa ben Roma, e i suoi nemici
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te si pugna. — A Roma fede ¶ giurai: s'io
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deggio ritornare al campo, ¶ Roma rinasca. — A me tu
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io taccio; ¶ e finché Roma il soffre, il soffro
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potrebbe ¶ Appio stesso, se Roma in sé chiudesse ¶ molti
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che di sdegno freme ¶ Roma per lei, profondamente or
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tutta in me sta Roma. ¶ ATTO V ¶ SCENA I
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qual, quanto rimani in Roma? ¶ Icilio ¶ — Romano, cittadin, libero
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giurasser fede, e a Roma. ¶ Tor me li può
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in cui man, di Roma il nerbo, ¶ stan gli
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o in te rinascer Roma. ¶ Cedi sol oggi a
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Virginio ¶ Oh figlia!... Oh Roma — Omai null'altro io
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fu cotanto nel difender Roma ¶ che il reo punì
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traditor: vuol farsi ¶ in Roma re». Suona quel nome
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e nel silenzio di Roma tremante? ¶ Appio ¶ — Perfidi, e
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per l'util di Roma. Al vostro eccelso ¶ voler
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assicurar la maestà di Roma ¶ riposta in me da
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ma di te solo, Roma. ¶ Tacciasi omai. — Littori, al
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cade: in te di Roma ¶ la maestà, le leggi