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Luigi Pirandello, Diana e la Tuda, 1926

concordanze di «Sara»

nautoretestoannoconcordanza
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Sirio Dossi, giovane scultore. ¶ Sara Mendel. ¶ Caravani, pittore. ¶ Jonella
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ti dà il martirio sarà la prima su cui
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Chi sa quanto ti sarà costato! ¶ Sirio: La professione
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per l'obbrobrio che sarà! Bada che non lo
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alla porta. ¶ Tuda: Ah: sarà lui, Caravani. ¶ Sirio (reciso
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reca ad aprire. Entra Sara Mendel, in abito d
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Sirio: Piano, ti prego. ¶ Sara: Lavori ancora? ¶ Sirio: Sta
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altri. Non è possibile. ¶ Sara: Chi c'è? ¶ Sirio
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c'è? ¶ Sirio: Giuncano. ¶ Sara: Ah, comodo, quello! E
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io... ¶ Sirio: Che cosa? ¶ Sara: Vederti lavorare? ¶ Sirio: T
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ho detto di no. ¶ Sara: Curioso! Da un uomo
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qua fuori nel giardino. ¶ Sara: Lasciamela vedere! ¶ Sirio: Vieni
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Sirio: Vieni, ti dico. ¶ Sara: No no. Rimani. Io
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che sta per andarsene. ¶ Sara: Lo sai che sta
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importi con chi sta? ¶ Sara: E che Caravani da
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sai? ¶ Sirio: Lo vedo. ¶ Sara: Che vedi? ¶ Sirio: Che
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che ti vuol fare. ¶ Sara: Ah! Chi te l
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Non sta con Caravani? ¶ Sara: Ma me l'ha
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Sirio: Zitta! Andiamo fuori. ¶ Sara: Potrei farti sapere, a
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due parlate di me - ¶ Sara: - già; mentre mi fa
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che la smetta, sai! ¶ Sara: Di farmi la corte
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la modella per lavorare! ¶ Sara: Ah, tu vorresti - ¶ Sirio
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voce di Caravani: Permesso? ¶ Sara: Ah, eccolo! - Avanti, avanti
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Oh, buon giorno, signora. ¶ Sara: Venite a proposito! ¶ Caravani
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Dossi): Caro Dossi. ¶ A Sara: ¶ A proposito di che
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A proposito di che? ¶ Sara: Della modella che vi
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Caravani: È qua ancora? ¶ Sara: Eccomi! ¶ Mostra il suo
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di Dossi): Ah... ma - ¶ Sara (subito, per rinfrancarlo): - lo
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Per me... figuratevi, felicissimo! ¶ Sara: A patto però che
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Eccomi. Mi sto rivestendo. ¶ Sara: Ma no! - Venite, Caravani
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per me, come volete! ¶ Sara: Anche per fare un
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Caravani: Ma non vorrei... ¶ Sara: Se vi dico che
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andassi con Caravani. ¶ Giuncano: Sarà gelosa di te. ¶ Tuda
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supponendo che parli di Sara). Che ha detto? non
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accesa... ¶ Tuda: Non so: sarà accesa: andate a vedere
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Eh, dico, ma, se sarà vero, bisognerà intendersi anche
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al piano di sopra: sarà tutto per te. Ti
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lei... ¶ Sirio: Se mai, sarà affar mio. ¶ Tuda: E
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breve ¶ Voglio vedere come sarà. ¶ Altra pausa ¶ L'avevo
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Pausa. ¶ La casa su sarà bella... Il giardino... E
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l'abito e Tuda sarà rimasta in un finissimo
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intenda. ¶ La Sarta: Oh, sarà un malessere momentaneo! ¶ Tuda
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su, vai su, ché sarà meglio anche per te
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che si apre. Entra Sara Mendel che ritira la
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sorpresa e di sdegno. ¶ Sara: Eh? ¶ La Sarta e
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Poi, rivolgendosi appena verso Sara: ¶ Che spettacolo, eh? ¶ Sara
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Sara: ¶ Che spettacolo, eh? ¶ Sara: Davvero uno spettacolo - ¶ Tuda
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dire. Guardi, così... ¶ azione. ¶ Sara (dopo una pausa grave
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interrompe, per rispondere a Sara senza guardarla. ¶ Credo che
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che sia andato su. ¶ Sara: Eppure sa che vengo
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potete anche salir su. ¶ Sara (subito, risentita): Su non
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per sabato sera. ¶ A Sara: ¶ Scusatelo, signora: s'è
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un dispiacere a voi. ¶ Sara: A me? E perché
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Lo sto rovinando! ¶ Ride. ¶ Sara: Sì, sì, fate bene
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se non ne approfittassi. ¶ Sara: Splendida veramente codesta cappa
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pelli. Tutte uguali, guardate - ¶ Sara: - sì, molto belle - ¶ Tuda
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un paese della Germania - ¶ Sara: - da Lipsia: c'è
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già intese. Così. ¶ A Sara: ¶ Ora vi farò vedere
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lo voglio proprio rovinare! ¶ Sara: Potete senza rimorso: è
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un corpo così fatto! ¶ Sara: Perfetto. Non c'è
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pare che s'accordi - ¶ Sara: - ah, sì, benissimo! Mi
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A rivederla, signora. ¶ A Sara: ¶ A rivederla. ¶ La Modista
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Parliamoci tra noi, signora. ¶ Sara: Con calma, voglio sperare
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la chiave di qui - ¶ Sara (pronta, senza lasciarla finire
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mio mestiere di modella. ¶ Sara: Eh, ma con un
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non c'entrano più. ¶ Sara: Ne avete fatto uno
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Per la vostra soperchieria. ¶ Sara: Ah! mia? soperchieria? - ¶ Tuda
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senz'averne il diritto. ¶ Sara: Entrando, non ho mai
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l'ho soltanto io. ¶ Sara: Anche lui, suppongo. ¶ Tuda
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di su. Non questa. ¶ Sara: Ho voluto proprio questa
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all'altra, del resto. ¶ Sara: Neanche all'altra? ¶ Tuda
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mi pare e piace. ¶ Sara: Giusto. Difatti, su, torno
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io sono in posa. ¶ Sara: Provatevi! ¶ Tuda: Ah sì
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sì? Mi sfidate proprio? ¶ Sara: Vi dico di farlo
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finire la sua statua? ¶ Sara: Non è assolutamente imprescindibile
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ha sposata per questo! ¶ Sara: No. Veramente, perché non
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statua. ¶ Tuda: E dunque? ¶ Sara: È diverso. Non poté
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guardarla. ¶ Che intendete dire? ¶ Sara: Nulla. ¶ Pausa. ¶ A quel
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Tuda: Seguitate a sfidarmi? ¶ Sara: Io? No. Perché? ¶ Tuda
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venirmi a prendere qua. ¶ Sara: Sì. Me l'ha
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E a che proposito? ¶ Sara: Oh Dio, ha ricevuto
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venite a prendervi lui. ¶ Sara: Ecco. E difatti io
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ch'io potrei fargli. ¶ Sara: Sicuro: da modella. Non
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a cimentare la modella. ¶ Sara: Non glie lo farete
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Eh già, fossi matta! ¶ Sara: Perderli per il piacere
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dal venirmi a prendere? ¶ Sara: Anzi, tutt'altro! ¶ Tuda
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anche suggerito di persuadermi - ¶ Sara: - a fargli da modella
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là non è finita. ¶ Sara: Ma è a buon
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veduta, com'è ora? ¶ Sara: No. Non la vedo
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Dovreste andare a vederla. ¶ Sara: L'ha molto cambiata
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me, con altra modella? ¶ Sara: Tanto più se l
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per quel signore cileno. ¶ Sara: Non farete codesta pazzia
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quanto più sconciamente mi sarà possibile. Andate a dirglielo
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sente picchiare alla porta. ¶ Sara: Oh! Forse sarà proprio
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porta. ¶ Sara: Oh! Forse sarà proprio lui. ¶ Tuda: Se
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resta: ¶ Ah, lei Maestro? ¶ Sara (a Giuncano). Impedite che
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voi? ¶ Giuncano: Che pazzie? ¶ Sara: Basta, di scene! - Mi
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corpo può seguirle! Non sarà per molto, bada! Mi
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Al levarsi della tela, Sara Mendel, in piedi, manda
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di non prestarle ascolto. ¶ Sara: ... del resto, nascondermi, da
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capo con disprezzo): Voi? ¶ Sara: Ecco: vedete che già
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fa-sti-di-te! ¶ Sara (dopo una pausa): Se
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Vi ordino di tacere! ¶ Sara: Oh! ¶ E sta a
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lo stesso di tacere! ¶ Sara: Ah, caro Maestro, no
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lo odio - potete dirglielo - ¶ Sara: - tanto più! - ¶ Giuncano: - come
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nacque a sua madre! ¶ Sara: Anche codesto sentimento dovreste
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faccia appena lo vedo! ¶ Sara: Sanno tutti che, morta
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stare a sentir voi. ¶ Sara: Lo so. E so
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e me ne vado. ¶ Sara: Eh, ma non lo
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e non ha potuto! - ¶ Sara: - perché s'è fissato
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del resto, capite benissimo - ¶ Sara: - no no: io, per
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fingete di non capire - ¶ Sara: - che non può più
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se non con lei - ¶ Sara: Se è vero ciò
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dono con cui lavorava - ¶ Sara: - l'estro? tutt'altro
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vita, a quella statua! ¶ Sara: Avrebbe dovuto odiarla - ¶ Giuncano
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la inducessi a ritornare? ¶ Sara: Suppongo. ¶ Giuncano: Ma io
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Sapete forse dov'è? ¶ Sara: Come! Voi non lo
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Io non lo so. ¶ Sara: Neanche voi? ¶ Giuncano: Non
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sa dunque dove sia? ¶ Sara: Sirio contava che voi
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l'ho più riveduta. ¶ Sara: Nemmeno Caravani. Non l
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cercata? ¶ Giuncano: Io no. ¶ Sara: Sarà andata al suo
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Giuncano: Io no. ¶ Sara: Sarà andata al suo paese
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pausa). Doveva finire così. ¶ Sara: Io ve n'avvertii
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non sapeva che farsene! ¶ Sara: Sì; ma se ora
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sopportazione. ¶ Giuncano: Per voi? ¶ Sara: Anche per me, sì
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se siete stata voi! ¶ Sara: Ecco, vedete? Io mi
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se non lo sapessi! ¶ Sara: Potrei non saperlo io
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vita, fanno i cinici. ¶ Sara: Non siamo più avvezzi
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La leggerezza della mosca! ¶ Sara: Niente di più leggero
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così non potrebbe essere. ¶ Sara: Menzogna, questo pianto? ¶ Giuncano
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poco la vostra figliuola... ¶ Sara: Che ne sapete voi
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Sì, sì, è possibile. ¶ Sara: Meglio non parlarne. ¶ Pausa
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impallidire. ¶ Giuncano: E lui? ¶ Sara: Lui no. ¶ Giuncano: V
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per procurarvi questo divertimento? ¶ Sara: No. Gli uomini non
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male che avete voluto! ¶ Sara: Perché non si cura
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lasciato lavorare: si vede! ¶ Sara: A voi piacerebbe, adesso
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per impedirgli di finirla? ¶ Sara: No. Perché non ho
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Io? della vostra franchezza? ¶ Sara: Parlate del male che
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fatto - ¶ Giuncano: - con perfidia - ¶ Sara: - ve l'ho detto
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franchezza - ¶ Giuncano: - il cinismo - ¶ Sara: - il cinismo - di scoprirvi
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come quella) - ¶ Giuncano: - avvilimento? - ¶ Sara: - avvilimento! avvilimento! - (e vi
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avete confessato voi stessa! ¶ Sara: Ah, no, piano! Non
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agire naturalmente è colpa. ¶ Sara: Risentimento, avvilimento, irritazione, li
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no: questo è certo. ¶ Sara: Ragionate con me. ¶ A
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che ha agito naturalmente. ¶ Sara: E daccapo! Ma naturalmente
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dello studio di Caravani. ¶ Sara: Ah, con una scusa
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Giuncano: Dite anche "scusa"! ¶ Sara: Sto giocando a carte
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alla porta ¶ - Ah ecco, sarà la modella. ¶ Si reca
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cantilenando. ¶ Jonella: Buon giorno. ¶ Sara: Buon giorno, cara. ¶ Indicandola
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attorno. ¶ Che sciccheria qua! ¶ Sara (dopo averla contemplata un
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ognuno parla per sé? ¶ Sara: Quando uno, ciò che
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rispondete a un'altra? ¶ Sara: No, non è lui
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la ragione di nulla. ¶ Sara (a Jonella): Siedi, siedi
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a Jonella): Siedi, siedi. Sarà qui tra poco. - ¶ A
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posso far tutto ormai! ¶ Sara: Mi piace intanto che
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cerco altro! cerco altro! ¶ Sara: Andate a cercare Tuda
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ho vista io, Tuda: ¶ Sara: Ah, sì? Quando? Dove
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è ridotta così male! ¶ Sara: Ah, male? ¶ Jonella: Non
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qua. ¶ Giuncano: Ah, qua? ¶ Sara: L'hai trovata? ¶ Giuncano
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giardino... ¶ Jonella. Oh guarda... ¶ Sara: È venuta da sé
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non voleva più ritornare... ¶ Sara: Sei dunque andato a
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di scatto a guardare Sara poi dirà a Giuncano
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a Giuncano): Falla entrare! ¶ Sara (subito, fermando Giuncano): Ah
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te. Le parlerai su. ¶ Sara: Ma io vado. Non
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a te. ¶ (Giuncano via.) ¶ Sara: Ah, per me, basta
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potrà servirmi. ¶ Jonella (a Sara): Eh sì, l'ho
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prima che si rimetta. ¶ Sara: Tanto più edificante che
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andato a cercarla ugualmente! ¶ Sara: E la prova è
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Appunto: hai da ridirci? ¶ Sara: Accòmodati, se sei contento
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lavorare con un'altra! ¶ Sara (a Tuda): E vi
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due! ¶ indica Sirio e Sara. ¶ - Ti pare che ci
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me! Io ero venuta - ¶ Sara: - perché l'avevo chiamata
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causa di lei - ¶ indica Sara ¶ Sara: - di me? - ¶ Tuda
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di lei - ¶ indica Sara ¶ Sara: - di me? - ¶ Tuda: - di
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l'avete fatto apposta - ¶ Sara: - ma no, carina - ¶ Giuncano
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se n'è approfittato! ¶ Sara: Ah, questo sì: e
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non v'amava più! ¶ Sara: Ma lo so! E
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me? non per gelosia? ¶ Sara: Ma che gelosia, per
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davanti ai suoi occhi? ¶ Sara: Una così mirabile cosa
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importa! Lo lasci ridere! ¶ Sara: Ah, ma di me
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seguitare a venire qua! ¶ Sara: No, che! Basta! basta
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nell'ombra. ¶ Giuncano (a Sara): Andate via! andate via
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Andate via! ¶ E appena Sara Mendel, senza dir nulla
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dir nulla, se ne sarà andata, voltandosi a Sirio