Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

nella foschia anche quando si dissolse, la nostra invisibilità

dormire, vero Grand? – e si trattenne divertita. ¶ Rimasi immobile

come lei e papà si fossero incontrati per caso

e i suoi colleghi si trovavano d’incanto sul

Il nostro Marcello non si fece vedere, in compenso

non voleva dire che si fosse arresa alla mia

cui mi rivelò che si chiamava così in onore

assorbito la patina che si portava dietro. ¶ – Mio padre

donna martoriato e consapevole, si portava addosso la forza

infastidito, lei rimase sospesa, si ritrasse di colpo e

partenza di Marie. Lorenzo si accese una sigaretta e

invitò ogni volta che si vedevano al Tombon. Andavamo

volte in cinque quando si aggregavano Silvia e Nina

preso? ¶ Mi chiamò che si era fermato a metà

già stato preparato e si avverò con assoluta precisione

gli aprii e lui si ritrovò al buio. ¶ – Libero

scartò un pezzetto e si bloccò. Non versò lacrime

che i liberi vivono. Si chiama esistere, e a

tranquillizzata sulle mie condizioni. Si erano viste per un

al ristorantino sui Navigli? Si lasciò sfuggire: È una

apparteneva. Fingeva spontaneità e si imbalsamava in fisicità scomposte

non l’aveva sciolta. Si intimidì davanti a Giorgio

di sapere le parole. Si spaventò davanti all’umanità

un senso di dedizione. Si adattò come poteva alle

Ci penso io, tranchilo. ¶ Si guardò intorno, il monolocale

Andò in bagno e si lavò. Quando uscì l

e mi fece sedere, si mise a cavalcioni e

mi accarezzò, piano, poi si sfilò da me. E

mi dedicavo a Frida. Si stupì di come fossi

inviti nell’alloggio segreto si diradavano. Vedevo la porta

in piedi. ¶ Il tumulto si spostò nelle notti dell

le feste, l’osceno si sta trasformando in linfa

storia d’amore ci si appropria dell’altro e

altro e l’altro si appropria di noi. Le

più l’identità singola si dissolve. Diventa due. L

regali al Polo Nord. Si era travestito in tuta

profumo di arrosto che si insinuava dalla cucina. Giorgio

giorno. I parenti che si presentavano, un brindisi in

nonna la ricordo bene. Si chiamava Olivia ed era

in un salotto dove si accalcavano alcuni cugini, uno

e un altro gruppetto. Si fece largo e mi

pendere in avanti quando si presentò. ¶ – Anna. ¶ Il viso

Full Metal Jacket. – Anna si mise sull’attenti come

meglio essere vivi – e si spostò i capelli dal

una memoria fotografica spiazzante: si ricordava del gessato che

sempre. Mi disse che si sarebbe laureata quell’estate

tappo all’evidenziatore e si legò i capelli. ¶ – Lo

chewing-gum nel fazzolettino, si alzò e si voltò

dissi che il biancospino si sposava con la placidità

tisane al biancospino, tentennò, si mise in punta di

raccontò del fratello tossicodipendente, si bucava e i suoi

mentre parlavamo di come si prepara la tartare. Poi

sentenza ed era sovrappensiero, si era raccolta i capelli

borghesia smorfiosa che le si addiceva e che accentrava

e con l’altra si sistema il colletto della

tette. È oscenità o si chiama vita? Qualsiasi cosa

Il tuo Grand ¶ Lorenzo si offrì di accompagnarmi a

accorto perché sull’Assunta si voltava indietro a guardare

i fenicotteri rosa che si abbeveravano nel giardino e

e che certe volte si avventuravano fino al cancello

sorso di birra, – Ci si fa l’abitudine. ¶ Quando

Giorgio raggiungevo duecentocinquantamila. Mario si offrì di mettere il

Il furto dell’Assunta si era riverberato sulle privazioni

che ci strozzò. Frida si alzò e uscì dalla

lo stesso. Lei non si voltò, era come l

e prenderle un fazzoletto. Si asciugò gli occhi, cercava

occhi, cercava di calmarsi. Si aggrappò al mio braccio

alzarmi in piedi, lei si spostò sul ciglio del

poi con furia. Frida si aggrappò al mio collo

soffrisse, mi abbuffai finché si sfilò e si offrì

finché si sfilò e si offrì da dietro. La

permetteva di assistere mentre si radeva: cosparsi la barba

lei, tenendola stretta come si tengono stretti i miraggi

invitarla a entrare. Marie si fermò sulla soglia e

fermò sulla soglia e si mise una mano sulla

alla finestra, la aprì, si scostò di lato e

scostò di lato e si mise a scrutare la

andare al lavoro, lei si sarebbe appostata lì, doveva

la pasta choux che si rompeva e la certezza

Grand. ¶ Non domandai cosa si fossero dette, non domandai

più niente. Aspettai che si cambiasse, lo fece canticchiando

lo stesso, gli italiani si giravano a guardarla come

Leoni, con lei che si staccò da me ed

Passeggiò per il Naviglio, si soffermò davanti al canale

alla Darsena. Poi entrò, si avviò al bancone, mi

mi disse Bonsoir e si sedette sullo sgabello di

lo vidi in imbarazzo. Si tenne in disparte, non

Francesino, stasera prevedo gente. ¶ Si presentò lei. Si alzò

gente. ¶ Si presentò lei. Si alzò dallo sgabello e

canale. Non so cosa si dissero, a un certo

e i desideri presenti, si fossero riversati in quel

collo, e immaginai che sì, alla fine ce l

e che i genitori si godevano la pensione in

C’era una chicca: si era sposata a vent

adesso. Prima di rispondere si tolse la sciarpa azzurra

in Alsazia, nemmeno lui si era costruito una famiglia

il tipino di fronte si aggrappò alla corda della

di maglia blu che si attillò per la posizione

Piacere, sono Libero. ¶ – Frida. ¶ Si chiamava Frida Martini, aveva

modulo. Poi l’ufficio si svuotò per la pausa

lei mi disse che sì, bastavano pochi accorgimenti per

la prima periferia milanese. Si era trasferito lì dopo

zona Sant’Ambrogio dove si nascondevano i grandi cortili

possibile accamparsi, i ragazzi si ritrovavano per fumare, baciarsi

le Bikini Kill. Palmiro si aggirava tra quelle felicità

casa nel Marais non si affittava e io fui

parlarne ai ragazzi. Mario si offrì di farmi un

infilzato da una matita. Si chiamava Giorgio ed era

riscatto. Eravamo colibrì che si rifocillavano e Giorgio l

doppio lavoro e lei si commosse, sei il mio

e lei disse che si sarebbe fidata di me

stato del mio cuore, si limitò a: Mangia tanta

poi una sera qualunque si avvicinò e disse che

lavoro all’osteria e si offrì di darmi una

Continuò per una settimana, si procurò una scorta di

seguirmi in archivio, lei si alzò e quando ci

entrava. Rimase in silenzio, si asciugò le guance e

asciugò le guance e si soffiò il naso. Poi

al muschio bianco che si spruzzava in pausa pranzo

per sedersi: Frida Martini si atteneva alla sua funzione

e ricordo che Palmiro si accontentò dei pistacchi che

di salsa tartara, quando si estinse mi lasciò esausto

veniva una musica ovattata, si voltò di colpo mentre

andando. ¶ – Libero! – urlò e si tolse le cuffie, si

si tolse le cuffie, si mise una mano sullo

ora. Da un anno si rintanava lì appena poteva

confezione aperta di Tegolini. Si era tagliata il pollice

disinfettai con lei che si rimetteva le cuffie per

Il nascondiglio di Frida si portò dietro quell’intimità

del tempo. La voce si sparse nello studio e

e lo Stato. Frida si allungò nel suo tailleur

era un regalo. Frida si alzò dalla poltrona e

goffa, e insospettabilmente desiderabile. Si tenne stretto il romanzo

offrì uno. Poi, mentre si sedeva sul pouf, accennò

pensò su, – Credo di sì. ¶ La sua brace. Covava

soli in ugual modo si incontrano, il risultato sarà

assoluto riserbo e se si stesse preparando per gli

che da Porta Romana si arrampica elegante verso nord

giubbotto gli raccontai che sì, quel suo modo di

ultimi tempi a Parigi si era annoiato e mi

gruppo dei Deux Magots si era sciolto per mancanza

O maltrattarvi. Il rischio si accetta per il sublime

Disse così: il rischio si accetta per il sublime

spento già al tramonto, si era sistemato in un

purezza. ¶ Il lato insospettabile si presentò ancora e sia

i primi tempi: lei si ritraeva per finire di

erotica era in affanno. Si erano estinti i toni

Era una serata meravigliosa. Si tolse la pashmina e

bloccarono all’entrata, quando si accorsero che ero con

Stones e Bowie. Lunette si scatenò. Dal tavolino la

pista minuscola. L’atmosfera si scaldò e finimmo tutti

fissavano dai tavolini, alcuni si alzarono e si unirono

alcuni si alzarono e si unirono alla coppia. Ronzavano

buontempone che la biondina si divertirono per l’accerchiamento

e scuoteva i fianchi, si tolse il gilet di

rimase in camicetta. Quando si spostò da un lato

ragazzi esotici che le si misero intorno. Lei mi

Lunette tra loro, lei si divincolò e mi fissò

tipo slanciato e ossuto, si agitava con la stessa

e più corpulento. Ora si sfioravano, bevvi il gin

occhi chiusi, finché Lunette si divincolò. Fu lei, poco

di fronte a me, si appoggiava all’altro e

lembo della camicetta e si faceva portare in giro

certi di essere soli si intrufolarono in quella degli

Lunette, Lunette. ¶ – Lunette! ¶ Loro si bloccarono. Lei sussurrò qualcosa

e mi tenne stretto, si ricompose. Uscimmo. ¶ Prendemmo un

quattro linee curve che si lambivano e davano forma

Lunette lo stava fissando. Si avvicinò alla parete e

era piaciuto per come si muoveva, mi raccontò che

camicetta. E poi? ¶ Lunette si mise a piangere. Aspettai

a piangere. Aspettai che si calmasse e ricominciai. Il

succhiai, mi scostò e si rifugiò nel bagno comune

lei lo aveva fatto? ¶ Si voltò dall’altra parte

pas? ¶ – Oui. ¶ Fu un sì netto, esasperato. Mi gelò

la scopavo profondo, lei si tenne all’angolo del

Era un brutto segno, sì. Ma non le confidai

il cambio vestiti e si era rifiondata da me

mi diede la notizia: si sarebbe laureato in primavera

codini. Rimasero a parlare, si baciarono. ¶ Tornai a casa

dall’altra. La faccenda si risolveva in modo brutale

e non Lunette. Philippe si commosse, io non versai

mio vicino di posto si aggrappava ai braccioli della

l’organismo prima che si sovraccarichi di dolore e

il fiato e mi si seccarono gli occhi. Uscii

e la straordinarietà non si controlla. Mia madre la

da New York, Lunette si trattenne per un caffè

glielo riferì, lei non si placò. ¶ Affidai il mio

e dopamina con regolarità si sarebbe trovato nei guai

quando lo crediamo irreversibile. Si palesa quatto, infimo, decisivo

viale. Il mio conatus si annidava nel colore che

amore perduto. Lei sorrise, si allontanò. ¶ Prima che partissi

dire il nome e si rimise al lavoro. ¶ I

uno per rimetterlo subito, si spogliò del cappotto. Aveva

scrutò. – Poteva essere altrimenti? ¶ – Si definiva borghese. ¶ – Il comunismo

muta. Alla fine Lunette si mangiò le labbra, fece

era imbarazzante. Gli uomini si voltavano più che con

del 18,8 su 20. Mia madre si commosse, Il mio ometto

parola la feci entrare. Si sedette sulla poltrona di

Bologna che i bambini si affrettavano a leccare mentre

affrettavano a leccare mentre si scioglieva. Lessi la conclusione

per dimensioni, per delicatezza. Si muovevano piano, mi baciarono

Ricordo lo spavento che si faceva bisogno. Avevamo le

traffico in rue Froissart si attenuò, era sera. Quando

e due mani che si inseguivano, l’italofrancese ancora

è ciò che Lunette si prese. ¶ Diventai ebbro e

La madre di Antoine. Si è ritrovata tutti quei

aree del piacere che si riorganizzavano: più tardive nel

era più complicata, lei si ostinò con una smorfia

pozza d’acqua che si ritrovò questo lucertolone alle

dalla porta del bagno, si slacciò il primo bottone

mano nera. Ecco cosa si provava. La perdita di

Ta bitte est grosse, si aprì camicetta e reggiseno

bene, Grand. ¶ Dissi di sì, era andata bene. Anche

se ero ancora vergine. ¶ Si tenne lontana dai dettagli

i cliché lolitiani e si concedevano la verità dell

moi-même” che Marie si era decisa a inseguire

La grammatica della libido si appropriò del mio assetto

che aprissi il portone, si intrufolò sulle scale, poi

Mi lasciò in piedi, si sedette sul bordo del

lingua finché mi indurii. Si sfilò i pantaloni, si

Si sfilò i pantaloni, si tolse la maglia e

e restò in reggiseno, si sbarazzò delle mutandine. Le

paio di volte, lui si afflosciò. Così inseguii il

davanti a loro, Antoine si copriva gli occhi. Con

era la nostra fratellanza, si integrò piano piano al

Lib? Farfugliavo un mezzo sì e prendevo tempo. Poi

ingrassata, mi baciò e si mise davanti alla farfalla

o dal fatto che si trovarono d’accordo sul

dalla cucina al tavolo: si era fermata a soffrire

a metà strada, Lunette si era alzata di scatto

in tavola, e mentre si soffiava sulle dita aveva

febbre per gli indiani. Si imbatté nel quaderno di

di sfiorare le cose, si posava su un fermacarte

le accarezzai la nuca. Si voltò e mi abbracciò

della lapide capii che sì, era anche questo. ¶ Così

un seminario. Le matricole si accalcavano per assistere ai

ignorava a fatica e si giustificava. Litigammo molto, poi

delle donne mi cercavano, si soffermavano. Stavo sviluppando l

demone era arrivato e si tradusse con una domanda

forzai a terra. Lei si voltò di scatto, mi

a tenerle testa lei si sollevò la maglietta fino

parte della vetrata. Antoine si agitava, accanto a lui

gli occhi grandi. Papà si voltò verso di me

aperto, prima di mangiare si alzò in piedi e

suoi due Tropici, lei si alzò di colpo e

mio padre e lei si lasciò sfuggire un Comme

così: è meglio che si metta in fila perché

Sciolse i capelli e si ricompose l’acconciatura, frustò

cominciò a scrutarmi come si fa con le bestie

tiri affatto – aggiunsi. ¶ Lei si mise una mano sulla

allo stesso tempo morbida. Si alzò in piedi, A

Andiamo al cinema. ¶ Lei si fermò, storse un angolo

un anno fulmineo. Lunette si diplomò e si iscrisse

Lunette si diplomò e si iscrisse alla Sorbona, facoltà

inquilina del suo palazzo. Si chiamava Marion, era corsa

questa brunetta con cui si vedeva nel giardino di

del quartiere. Sapevo che si erano baciati, non aveva

che mi abbatté: Lunette si presentò con un morettino

Libé”. Ce lo presentò, si chiamava Luc e aveva

mi portò sul divano. Si accovacciò davanti a me

affaticato ci venne incontro: si chiamava Somerset, come Maugham

calamai. Quando mi raggiunse si era cambiata, aveva una

e spense le luci, si accoccolò nell’angolo del

Grand. C’est passé – si tirò su, aveva il

l’avevo sentita ridere. Si calmò, rise ancora, rimase

muovemmo. Poco dopo lei si alzò in piedi e

cura e lo ripiegò. Si mostrò. ¶ Era un seno

della mia memoria masturbatoria. ¶ Si rimise l’asciugamano e

a farlo dopo che si rivestì e tornò sul

senza profanarlo. ¶ L’impatto si insinuò così a fondo

spirito, invece, piccole sommosse si avveravano ogni giorno. Continuai

audio alla televisione e si girò verso di me

ou Italie? ¶ – Parigi. ¶ Lui si alzò e andò al

i miei diciotto anni. ¶ Si passò una mano fra

di diventare un avvocato si rinforzarono con le ondate

con le scarpe inglesi, si era dileguato in fretta

diversi e la lontananza si faceva ogni giorno più

raccoglievo a uovo finché si esauriva. Per sfogare lo

quattro volte alla settimana. Si era curato tutta la

volti degli altri e si rifece il suo: indipendenza

meglio, lui e Marion si davano da fare come

casa per un boccone. Si era iscritto all’Università

mi salutava appena, ora si fermava a parlare dopo

e i Deux Magots. ¶ Si presentò a casa mia

la invitai a entrare. Si guardò intorno, – Era qui

una bambina, venne avanti, si sedette in bilico sulla

morto dove sei seduta. ¶ Si alzò di scatto e

alzò di scatto e si mise sul divanetto, portava

ero un immigrato che si stava impegnando il doppio

primo quadrimestre. Gli sforzi si videro nei voti di

ad Antoine con Hélène: si sentì dire che i

di lingua. Il cervello si distolse dall’ossessione del

Marie che ogni tanto si affacciava. Non l’avevo

lui disse Avanti e si affacciò sua sorella maggiore

mia prima pulsione sentimentale si consumò subito e mi

Vincent-de-Paul che si chiamava Dominique e ogni

cosa la perde? ¶ Lui si schiarì la voce, – Per

andate per metà come si deve e per metà

che erano andate come si deve: io e Antoine

questo la mia voce si era fatta scura, e

E poi il miracolo si completò: mi irrobustii fisiologicamente

per il prepuzio che si rifiutava di scendere. ¶ L

mi concentrai su papà. Si faceva vento con il

ripeteva Forza Björn!, e si spegneva come un giocattolo

starò fuori di casa. ¶ Si separarono. Papà andò a

perché gli ricordava quando si era laureato. La vittoria

uno dei tavoli e si accorse di me. Restammo

là della cortesia. E sì, un piccolo dettaglio mi

spettro del­l’eccitazione si ampliava: la vagina, l

chiesi Lo straniero. Lei si illuminò, disse che ne

Come stavano, a proposito? ¶ – Si sono separati, – la guardai

bianchi: Les Deux Magots. Si stropicciava le mani con

bere, una Coca-Cola, si mise a confabulare con

qualcuno di loro e si diresse in fondo al

Mamma rimase al centro, si trovò un contraddittorio inaspettato

venne da me e si prese la sua razione

sua razione: come ci si sente a soffiare la

È bello. ¶ Sorrise e si mosse leggera tra gli

un volume altrettanto sottile, si chiamava Il deserto dei

mi invitò in giardino, si accese una sigaretta e

la differenza di altezza si era assottigliata. La baciai

prestito mi accorsi che sì, stava accadendo, la soggezione

confidenza che la sorella si era lasciata sfuggire nei

passanti, dalla stessa Lunette. Si avvicinava al confine ma

dinoccolato. Eppure piaceva, e si dava da fare. Aveva

va, Grand? ¶ Biascicai che sì, c’era qualcosa che

alle donne? ¶ Sorrise come si sorride al proprio figlio

più succulento dell’estetica. Si chiamava alchimia della carne

scintille, Marie? ¶ Fu il sì migliore di sempre. Possedevo

a mitigare la passione. Si concedevano una gita fuori

mano nella mano e si baciavano nei bistrot, facevano

piazzale della Tour Eiffel. Si era messa una gonna

della mia nudità. Camille si mise a raccontare che

timidezza. Mi bloccai, lei si scostò e sorrise. Ricominciammo

Libero Marsell, ancora minorenne, si scrollò di dosso l

incontri di labbra. E sì, lei l’aveva già

toi. ¶ Alla fine uno si sente incompleto ¶ ed è

scatole finché la porta si era aperta. ¶ – Tutto bene

che seguirono. ¶ Emmanuel non si fece vedere a casa

l’arrosto alle prugne, si lasciò sfuggire che era

Quando suonò il campanello si precipitò mio padre, mamma

se ne andò, mamma si tolse il rossetto e

Libero. Primo: Dio non si è mai fatto vedere

il momento di andare. Si era messa il tailleur

capovolta. Dio quel giorno si sarebbe fatto vedere, come

sarebbe fatto vedere, come si erano fatti vedere gli

luna e le lentiggini. Si presentò in un italiano

Libero, – risero, Marie no, si aggiustò un foulard di

sedile posteriore, dallo specchietto si vedeva una spalla di

entrò con Emmanuel, mamma si offrì di restare con

jus d’orange e si ordinò un rosé. Scoprii

Aveva avuto grandi amori? (si domandò): uno magnifico di

che rise, spesso, e si tormentò l’orecchino destro

mi abbracciò di colpo, si protese in avanti e

le camere da letto si spegnevano. Poi andai in

il resto della casa si addormentasse. Trascorsi l’attesa

pensiero, a dodici anni si è molta mano e

buono, solo adesso lei si sente a suo agio

e invece di abbracciarmi si appoggia alla mia spalla

racchettoni con Emmanuel che si mise a giocare con

ancora all’ombrellone e si era seduta sul lettino

spuntò poco dopo e si fermò da me. Mi

me. Mi baciò e si tolse gli occhiali da

Muti e veloci. Lei si affrettò, lui rallentò e

zodiacali. Leggeva le carte. Si era stancata di colpo

significativi. ¶ I miei pianeti si allinearono a cena, quando

a cena, quando papà si mise a leggere “L

mosca. Emmanuel e Marie si presentarono di colpo, vestiti

tutto filò liscio finché si inserì mamma con una

al tuo Emmanuel – Marie si alzò da tavola, domandò

di salutare Emmanuel, lui si rintanò in camera e

che volevo bere. Lei si alzò per prendere una

gioco d’azzardo che si avverò a Deauville quella

aspettò finché una trentenne si accorse di lui per

avvicinai all’amaca, Marie si era stesa, restai impalato

impalato. ¶ Lei sorrise e si mise a sedere, mi

con Lucia e Giulia. ¶ – Si vede che non ti

per la posizione. Lei si inclinò, confluimmo al centro

e urla Lasciami, lasciami. Si tuffa e quando riemerge

quando le chiese perché si fosse innamorata di lui

con il sedere sporgente. Si chiamava Camille. Mi guardò

un ometto, – mia madre si versò da bere – lascialo

vocale. Erano mutazioni che si portavano dietro alcuni effetti

della professoressa di francese. Si chiamava Mademoiselle Rivoli. Bruna

fazzolettino, si alzò e si voltò, le mani aggrappate

fatto in quei mesi. ¶ Si ammutolì, poi disse – Mi

e lo fece ancora, si spostò i capelli da

puoi buttare tutto, Libero. ¶ Si piegò per allacciarsi gli

trasferimento dalla Sorbona. ¶ Anna si bloccò in mezzo al

era di spalle e si era incamminata verso l

oggi è martedì – dissi. ¶ Si voltò. ¶ – Il martedì noi

i popcorn. Prima che si spegnessero le luci disse

comunque Tomáš e Tereza si amavano davvero. ¶ L’ultima

spedirmi una cosa che si era dimenticata a casa

tutto lei, e mentre si muoveva sopra di me

frequentavano i bistrot e si divertivano come ragazzini. C

annunciai. ¶ – Ti sei iscritto? – si mangiò le parole. ¶ – Oui

mangiò le parole. ¶ – Oui. ¶ Si sporse dai sedili per

al posto giusto, appena si alzò per andare in

Berkeley, l’ultima sera si era ritrovato nudo con

Superbe. ¶ Parlammo di dettagli, si erano date da fare

fare tra loro? Assolutamente sì. Le aveva soddisfatte? No

I capelli più lunghi, si arricciavano dietro e ai

su. Quando mi staccai si era commossa. Mi disse

Trois-Frères, alle nove. ¶ Si asciugò gli occhi, – Avec

vero depositario della tragedia. Si romperà una gamba durante

maestose, dietro quel cervello si intravedeva un destino incompiuto

nuovo e ripetei che sì, era il mio compleanno

lasciato questa brutalità. ¶ Sorrise, si mise una mano sulla

alla sua risata. ¶ Marie si avvicinò e mi sussurrò

adolescenza. Dalla porta socchiusa si vedeva il corridoio con

lei. Ed era lì. Si sistemò dietro la scrivania

momento. Tentennò, lo fece, si distolse subito. ¶ – Lunette – allungai

bulimia cinematografica. Anche lei si dava meno ai romanzi

adesso – chiesi senza interrogativo. ¶ Si girò la collana di

Lunette. ¶ Sorrise, – Ho qualcuno, sì. ¶ Annuii e dissi che

bussò e chiese permesso. Si sedette sul bordo del

io le feci spazio, si stese accanto. Fissavamo il

io mi accorsi che si era girata verso la

universitarie. L’avevo fatto, si fidasse una buona volta

fidasse una buona volta. ¶ Si fidava, era solo che

comunque Tomáš e Tereza si amavano davvero. Lunedì sera

indifferenza. Restava la gratitudine, si aggiungeva la collera per

dattela a gambe – e si picchiò un pugno sulla

piedi per il freddo. Si tirò su il colletto

tirò su il colletto. Si vedevano solo gli occhi

su un lato. ¶ – Entra, si gela. ¶ Scosse la testa

durante, quando i Navigli si gonfiavano di avventura e

tramava malizie. Il femminile si presentava dopo avermi visto

armoniose. Le brave ragazze si accalcavano alle vetrate dell

le fissava divertito e si rimetteva a lucidare i

la fauna che capitava. Si compì la magia che

e vedevo nubi. ¶ Giorgio si mise di mezzo, diceva

quando lo aveva finito si sentiva poco convinto. Terminai

al vicolo Santa Caterina. Si intravedeva l’Università Statale

porta era aperta, Anna si rigirava un evidenziatore nelle

la testa e non si mosse. Mise il tappo

tremare e la trentacinquenne si piegò su di me

tutto, Elena?, la segreteria si interruppe e io con

solo quei due giorni, si presentava all’osteria all

chiesi mai di farlo. Si attenne al confine, tranne

canzone e ogni tanto si voltava verso di me

con una smorfia divertita. Si fermò davanti a una

muro imbrattato di graffiti. Si chiamava Mohammed ed era

feci ciao e lui si accucciò. Guardava Anna, e

banchi per controllare. Qualcuno si era appisolato, un paio

era appisolato, un paio si punzecchiavano, in tre si

si punzecchiavano, in tre si tiravano i tappi delle

madre, una maestra che si batteva per le parole

andare a scuola e si nascondeva in cima alla

del Gruppo 63, perché non si rimettevano insieme? Platini era

palazzo di gelato che si scioglieva in una piazza

sarebbe corso a leccarlo? Si sbracciarono, così dissi a

quando erano costretti. Stimolandoli. Si trattava di una classe

sentivo almeno in colpa? Si spostò i capelli sulla

come un pesce che si esprimeva a gesti, fuori

scelta giusta, ma lei si era sentita persa quando

e me lo presentò. Si chiamava Giulio ed era

scrivania era rimasta vuota. Si sarebbe sposata quel dicembre

sciolti. A metà serata si aggiunsero Lorenzo e Vanessa

stavo bene. ¶ Lo guardai. ¶ Si avvicinò, – È venuta senza

di reggiseno. ¶ – Quarta abbondante – si portò il cucchiaino alla

senso di scongelamento. ¶ Lei si bloccò, mi prese sottobraccio

re Salomone. Le madri si scagliarono contro lo scrittore

decente, braccia e spalle si erano rinforzate e la

mise da parte e si legò i capelli. Mi

mi allungò il mio, si sfilò le ballerine. Si

si sfilò le ballerine. Si tolse i pantaloni. Aveva

nuoto l’avevano scolpito. Si levò la camicetta, la

con cura sulle mani, si voltò. Avvampai e mi

mi fissava. ¶ – Soddisfatto? – e si impettì. ¶ Mi stesi, – Soddisfatto

sbirciare una vecchia che si spalmava di abbronzante. Anna

crema. Aveva mani leggere. Si dedicarono alle spalle e

maglietta umida, i pantaloni. Si spogliò da sola, rimase

sola, rimase in costume. Si sfilò una spallina e

mai dagli occhi, poi sì, le presi questo seno

petto, come mi ridisegnasse, si inginocchiò di colpo. Aveva

completamento e qualcosa che si avvicinava al misticismo. Parlavamo

dopo il coito, quando si metteva a pancia sotto

che la brama, che si avventa, che la prende

nuit mon ami. Lorenzo si chinò su di lui

finimmo di tumularlo Lorenzo si accovacciò e io lo

qualcuno. Era lui che si sarebbe dovuto liberare, prima

niente, non disse niente. Si voltò alla finestra, fissava

agenzia di viaggi Anna si intromise e chiese due

supplicò di non guardarla, si alzò e andò in

avevo iniziato il liceo si era appostato sotto la

Philippe la vide arrivare si mise sull’attenti. Le

fronte. Ascoltava e guardava, si teneva le mani come

tempo perduto anche suo. Si alzò in piedi e

glielo indicai e lei si mise a fissarlo, accostò

la sedia. Per ultimo si fece guidare nell’atrio

parigino, per mamma milanese, si misero d’accordo che

ma per i medici si avvicinava alla guarigione completa

la portai alla lapide. Si fece il segno della

il sodalizio. Con lei sì. Glielo dissi. E percepivo

fosse solo un assaggio, si meritavano il vero incontro

gruppo di persone. Anna si aggirò nella stanza degli

volta, sempre bella. Anna si presentò da sola, la

mises dans Libero. Marie si trattenne, poi no: l