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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «Si»

nautoretestoannoconcordanza
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1986
loggia di Capodimonte. Vi si trovò a subirne la
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faraone” aspetta.» ¶ Nessuno, però, si moveva. Alla fine don
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tre o quattro volte, si levò pigramente. ¶ «E va
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massone, uomo della regina. Si sentì avvilita. A chi
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visto che il Regno si staccava dalla Spagna. Pensò
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Una settimana a Natale. Si sentiva contenta. In casa
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contenta. In casa non si parlava più del matrimonio
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valli, case. All’orizzonte si stagliava Capri, col suo
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che in quei giorni si sentiva cantare, suonare, fischiettare
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dall’Armida di Gluck. ¶ Si fece largo davanti la
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dov’era calca indescrivibile. ¶ Si fermò a guardare, all
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colorato. In ogni direzione si spingevano strade, viottoli, ricoperti
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bordure in raso ricamato, si vedevano i merletti delle
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a quadrettini ben scollato si chinava a raccogliere panelle
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aglio, friarielli, aranci. Poi si diede una botta sulla
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Da parecchi giorni papài si tratteneva a Napoli, spesso
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anche titìo. Che cosa si poteva cucinare? Pesci no
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sua moglie donna Violante si dava da fare, ansimando
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dormì poco, la mattina si levò prestissimo. Si precipitò
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mattina si levò prestissimo. Si precipitò alla Carità, dove
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vovó che ormai non si moveva più dal letto
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l’odore del caffè si spandeva per casa. ¶ Passavano
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Eleonora Tria. Lenòr Tria» si ripeté, più volte. Non
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pelle stesse avvizzendo. Oh , due tagli piccolissimi ai
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bucce di mandarino, come si faceva dai Serra. ¶ S
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a discutere i capitoli. ¶ Si mise in cucina, su
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mano un fazzoletto, che si portava alla bocca mentre
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I capelli, purtroppo, non si vedevano sotto la parrucca
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mano pelosa, a momenti si buttava tutto addosso. Poi
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copriva l’abito nuziale. Si stringeva, rabbrividendo, fra papài
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solo per il freddo: si parlava d’un ritorno
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figli. Non è vero?» ¶ «» mormorò, inginocchiandosi accanto a
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inginocchiandosi accanto a Pascual. ¶ Si sentiva vuota, amara. La
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d’un organo, che si spiegarono solenni: non conosceva
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tanta diligenza che vi si distingueva ogni parola. ¶ Poi
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sentore muffoso di sempre si mescolava grassume di ragù
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sfida. Lui tirò avanti, si mise a vantare gli
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voi che ne capite?». ¶ «» rispose seccamente. Ma solo
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il vassoio di portata si svuotava in un attimo
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Benedetta, mangiavano, bevevano, ridevano, si sgomitavano. Le osservava, stupita
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senza ritegno la fissavano, si voltavano a chiacchierare fitto
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sposalizio!» ¶ Pascual gesticolò, poi si ricordò della moglie al
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zitta. E che litterata si’?» ¶ Divenne premuroso. ¶ «Non ti
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Il corpaccio del vecchio si gonfiava a cupola sotto
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la cognata Grazia, non si volse neppure. ¶ Pascual andò
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Nicola» disse Pascual, ansando. Si sbottonò il colletto, sospirando
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a sbottonarsi. Sempre ansimando si levò la fascia, sganciò
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nuovo, di smalto bianco, si girò. ¶ Sentì schizzare, lo
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del mare. Una mattina si destò con voglia d
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misterioso silenzio di Trentaremi. ¶ Si vestì, fu contenta perché
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lei che ne sapeva? Si strinse nelle spalle. Corse
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romana che casualmente vi si ritrova?» ¶ Ai primi di
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le parole. ¶ Sorridendo rispose: «. E tu?». ¶ «Ah, ma
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da considerare eterna la si trova sempre. E, se
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Col passare dei giorni si rividero gli amici: Pagano
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braccia al collo. Tutte si fecero attorno gorgheggiando. Lei
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calma tornò pian piano. ¶ Si continuò a parlare degli
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stanze quasi buie. Nessuno si prendeva più cura d
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i suoi sventurati. Papài si tratteneva a Roma per
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Ed ora Sanges voleva si facesse forza, uscisse, tornasse
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cure, assistenza. ¶ Anche “dopo” si prodigarono. Maddalena l’abbracciò
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ceri, che man mano si trasformavano in colaticci fumosi
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nel buio. ¶ Quasi non si vedevano più le facce
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assai difficile esistere. Ora si domandava se avessero più
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benessere, assicura che domani si potrà vivere ancora. Questo
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tuttavia, un altro sentimento si fece strada in lei
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dovute scomparire, il corpo si trasformava in merce per
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rabbia smantellava se stessa, si frugava, nella ricerca della
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forti, n’escono presto, si guadagnano il mondo. I
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spagnolo di vovó. Questa si scosse, sulla sedia appiccicata
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Molto bene.» ¶ «Ti ringrazio.» ¶ Si rinfrancò, le baciò la
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i pettegolezzi delle dame. Si parlava di tutte e
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Solo così il popolo si scuoterebbe.» ¶ La sera avanzava
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passacaglia di Buxtehude. Belforte si precipitò, infervorato; col suo
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è più di moda.» ¶ Si fecero alcune passacaglie, due
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petite-promenade con Primicerio, si sorrisero. Al primo lui
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ballarono in pochi. Ci si avvicinava alle undici: si
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si avvicinava alle undici: si capiva dal crescere del
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Desiderò uscire dalla calca. Si scivolava sul pavimento coperto
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nada de nada”? ¶ “Ah . Il resto di niente
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slargo tranquillo. Dai balconi si vedeva la torricella rossa
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capire in quali direzioni si movevano il Regno, il
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primi saggi di Pagano. Si procurò testi d’economia
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persino di matematica, e si sentì diversa: più matura
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santo ideale possibile, questa religione da celebrare, diffondere
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esser saggi, attenti, altrimenti si sarebbe caduti nei foschi
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società, i suoi re, si sarebbero scavati con le
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successo? Dipendeva da quanto si sarebbe fatto per influenzare
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non l’avrebbe aiutata? Si riparlava dell’Accademia, con
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Cirillo... ¶ Sorrise, ricordando quanto si diceva in giro: Cirillo
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sparito. Verso di lui si sentiva colpevole. Non lo
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Napoli e l’Europa. ¶ Si rassegnò a farne da
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Jeròcades, Primicerio, Pagano. Vi si incontravano parecchi dei Pignatelli
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seppie” più affascinanti, non si fidava che di lui
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perfezione? ¶ Per qualche po’ si distrasse chiacchierando coi nipotini
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dalle altre signore napoletane. Si commosse e, quando il
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ogni cosa. Periodo, brutto, , sotto molti aspetti. ¶ Due
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crespo nero al cappello, si commosse. ¶ Periodo brutto anche
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mutamenti gravi, profondi. Come si può perdere la fede
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o protezione. E le si rivelava, disumano, il dovere
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Una volta, a Pasqua, si trovò alla Cesàrea appartata
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s’avviarono. Ma Gesù si divertiva a far disperare
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nei vicoli. La gente si torceva nell’ansia, non
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vicoli diversi, le statue si toccarono, in lacrimante tripudio
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Madonne e Maddalene che si strappavano capelli, vesti, mostrando
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provocando l’inferno. ¶ Feste si celebravano sotto i tabernacoli
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destino, al quale Giove si doveva inchinare, contro il
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contro il quale non si poteva far nulla, perché
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Così non è morale, si giustifica tutto! Si dà
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morale, si giustifica tutto! Si dà ragione a Leibnitz
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insignificante. ¶ Religione anche questa? Si strinse nelle spalle. Così
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senza una religione non si può proprio andare avanti
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può proprio andare avanti. ¶ Si diresse in cucina, verso
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riti. Riattizzò la brace, si preparò il caffè. L
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tanta civetteria che Pietro si sarebbe contorto. Scrisse che
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questa storia della gonna?, si chiese, rileggendo. ¶ Quando migliorò
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aprendo squarci azzurri che si riflettevano sul mare, nel
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distratto, inquieto: Chiara Pignatelli si faceva aspettare. Jeròcades giocava
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Prima o poi voi che l’avrete, l
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ancora peggio. Un marito si può tradire...» ¶ «Anche il
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Anche il re, se si comporta male» fece, con
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no. Ho detto: se si comporta male. Per ora
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sotto il sedile davanti. Si mise a fumare, senza
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Luigi ebbe uno scatto. Si volse, brusco, le strinse
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sforzo per restare calmo. ¶ Si girò dal finestrino, ma
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più era successo, dopo. , aveva avvertito, contro il
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giro, nella città che si risvegliava alla primavera imminente
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imminente. Parlavano, parlavano, allora che parlavano: di libri
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umido e caldo, lui si levò, ansimante, minaccioso. Fu
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con le mani. Infine si mise a piangere, a
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non esiste senza questo». ¶ , sì. Era vero, lo
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esiste senza questo». ¶ Sì, . Era vero, lo pensava
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Pian piano i singhiozzi si spensero. Diede un bacio
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uno schiaffo. Inutile. ¶ Invano si diceva che così l
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Lo sai che non si può» proseguì, brusco. «Che
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di Maddaloni, dove davvero si faceva musica. ¶ «Altro che
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verdura, paglia. ¶ Man mano si scopriva il paesaggio oltre
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camicione troppo largo. ¶ Bonito si pulì le mani in
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cent’anni.» ¶ «Ma tu . Pure l’abate Ciccio
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mangiare? Hai fame? Io » disse Primicerio. La guidò
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passavano per gli occhi. Si rassettò lo scollo, abbozzò
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avidamente a ogni oscenità. , anche in lei s
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da battere i denti. Si facevano strada dalle viscere
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Pallidissima, mano al petto, si trascinava per bussarle all
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La regina faceva “Sì, ”, oppure “No”, col capo
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che, dopo il Peleo, si teneva fra San Carlo
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e Palazzo. I presenti si consolarono ammirando i fuochi
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luminosi, girandole rosso fragola si frantumavano in stelle azzurre
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da riflessi. ¶ «Maravilhoso» mormorò. Si stupì d’aver pensato
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un sonetto? Dove pensi si possa arrivare con un
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Fra l’altro, se si lasciasse vivere, ne avrebbe
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carezzò sotto il mento. ¶ 2 ¶ Si sentì a lungo scontenta
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Pettegolezzi non mancavano. ¶ «Questo “si tiene” la moglie di
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commare” di quell’altro» si raccontava al centro informazioni
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Vesuvio. Anche di loro si parlava grasso. ¶ Però era
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in terranei senza contrassegni si doveva fornicare parecchio, a
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In circostanze del genere si danno baci alla francese
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complicata e ridicola! ¶ Come si fa a unirsi? Allargò
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polverina sciolse iridescenze violacee, si raddensò. ¶ Mescolò, respirando odore
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stabilì che l’epitalamio si sarebbe dato a stampa
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questa responsabilità che ci si assume stampando un proprio
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Belforte appariva freddino, ma si prodigò. Una copia, legata
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massoni.» ¶ Sapeva di cosa si trattava. Nell’aria tenerissima
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gli aveva chiesto, ingenuamente. ¶ «, certo. Ma questa è
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confidò, con voce bassissima. «Si chiamerà Paolo, o dell
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esitazione. ¶ Taceva, imbarazzata. Istintivamente si scostò, perché Jeròcades, nella
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fissò cupo, annuendo appena. ¶ «, certo. Ma non ora
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che il meraviglioso disegno si realizzi». ¶ «È come nelle
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venuta, né cosa voglia. , parlano di libertà, eguaglianza
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morte ai tiranni, però si contraddicono. Fra loro ci
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è finito: da libero si fa necessariamente schiavo. E
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presto. Ormai l’aria si stava facendo più calda
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fissar l’orizzonte. ¶ Non si poteva togliere dalle già
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Antonio. Lui, poveraccio, diceva , sì, caricandosi anche questa
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Lui, poveraccio, diceva sì, , caricandosi anche questa soma
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anche questa soma. Così si libera dal bisogno una
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bisogno una donna. E si libera pure una famiglia
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Accollandolo a un altro. ¶ Si sentì molto infelice nel
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grano: se andava bene si pagavano le spese dello
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ragione lui pure. Come si fa, allora? ¶ E se
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spirito? Forse i lazzari , a pensarci bene. Oh
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l’ignoranza, l’Inferno. Si può far bene se
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Ma lei, in fondo, si sentiva innocente. Non desiderava
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cambio chiedono te stessa? ¶ Si considerò ipocrita, anche un
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non disse mai né né no, lasciandogli tuttavia
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due terre di cui si riteneva figlia, Esperia e
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Caravelli. In un angolo si nascondeva Jeròcades, che le
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San Leucio. Pareva affaticata, si rinfrescava agitando un ventaglio
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dei poeti. Avvertì che si sarebbe giudicato dall’intensità
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In verità il re si stava annoiando. Già prima
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Scoppiò a ridere, Ascoli si torceva. ¶ «Dici la verità
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Mentre entrava nella sala si fermò, strizzando gli occhi
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Credo sia un patibolo». ¶ «. La forca. Qua si
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Sì. La forca. Qua si fanno le esecuzioni capitali
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donna dal busto scoperto si pettinava a una finestra
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paglia, tra i quali si moveva una vacca sozza
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sozza di letame. ¶ «Ma » confermò Vincenzo. «Sul saccone
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Questi qui sono benestanti.» ¶ Si distrasse per clamore e
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pacchiana. A torso nudo, si reggeva le mammelle grasse
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le mani, il ritornello. ¶ Si la vuo’ sana, si
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Si la vuo’ sana, si la vuo’ rotta ¶ le
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la folla. ¶ «Ricchio’! Femmenie’!» si gridava, al sommo dell
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larga al mento, allora . Perché la pelle splendeva
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impegno. Da Napoli non si sarebbe più mossa. Vi
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Ciò rendeva liberi, indipendenti. Si respirava in aria, da
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di donna? La natura si vendicava così? Forse, più
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ove, le prime volte, si sentì amaramente provinciale. Non
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nei sarcofagi di Ercolano, si vedevano il gioco dei
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era un po’ preoccupata, si guardava in giro in
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i vasi greci, dove si discuteva di politica. Soprattutto
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anche le dame, poi si trascinò un bel gruppetto
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salone interno, quello dove si giocava grosso. ¶ Gli occhi
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Rolli, Casti, Metastasio. Questa che è una grande
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da Belforte.» ¶ Finalmente libera, si precipitò verso Sanges, il
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conoscete soprattutto San Matteo”.» ¶ Si sciolsero tutte nelle risa
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aura enseigné à Sannicandro?» ¶ Si ghignò più forte, poi
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nervosa sincerità. «Lui soltanto si ricorda del fratello maggiore
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raggiunse Sanges. Nel crocchio si tabaccava a tutta forza
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invadere lo Stato pontificio. ¶ «Si fa. Si fa» affermava
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Stato pontificio. ¶ «Si fa. Si fa» affermava don Michele
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illuminata. Le vere rivoluzioni si compiono in silenzio.» ¶ «Che
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A Pietroburgo. Là, forse, si potrà fare veramente musica
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greco!». ¶ Paisiello accennò di , freddamente. Arrivò un suo
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studente del Conservatorio che si chiamava Cimarosa. ¶ «Pure tu
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chiamava Cimarosa. ¶ «Pure tu si’ venuto» osservò, scontento, Cimarosa
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venuto» osservò, scontento, Cimarosa si strinse nelle spalle. Era
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mormorò Paisiello, mentre attorno si discuteva di Scarlatti, di
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non suoni qualche cosa si fa notte e ci
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le gettò un’occhiata. Si diresse verso Maddalena Serra
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né eleganza. Non diversamente si comportavano generali, abati, principi
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trambusto maggiore. Gli orchestrali si precipitarono trafelati alla buca
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tutta ricami d’oro. Si gettò al podio per
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sorriso. Certo, bella non si poteva dire: anche lei
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re mostrava aria sorniona. Si sforzava di stare impettito
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L’orchestra smise subito, si scatenò nuovamente putiferio. Il
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soddisfazione, e sedettero tutti. Si rifece silenzio, mentre commessi
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strappava applausi. Ma non si poteva se non cominciava
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sulle persone in scena. Si soffermò sulla Bellucci, sulle
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per persona, ogni tanto si piegava verso Maria Carolina
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palchi. La regina faceva “, sì”, oppure “No”, col
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non puoi chiamarli dogmi. Si tratta d’opinioni che
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Pagano. Continuava a fissarla, si capiva che bramava battersi
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io ti dico: come si fa a sostenere che
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anima è puro spirito, o no? Non è
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po’ tutti. Jeròcades, invece, si spostò verso di lei
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1986
luogo era contenta perché si sentiva a proprio agio
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1986
magari quel petto che , si stava facendo “ben
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quel petto che sì, si stava facendo “ben colmo
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passato fa schifo. E si trastullano con le utopie
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Qua, come prima cosa, si devono far pagare le
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pure il lazzarone quando si compra un rotolo di
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di fichi! E Tanucci si vanta di governare senza
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Parigi?» ¶ «Per certe cose . Meglio di Parigi.» ¶ «Qua
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Abbiate fede in Tanucci.» ¶ «, Tanucci! E chi mette
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governo illuminato!» ¶ Molti risero, si riformarono gruppetti. Cirillo chiacchierava
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piace per questo. Tanti si riempiono la bocca di
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libro, per la laurea. Si parlerà di lui come
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era stato un bene: si sentirono liberi, sereni, senza
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imporre libertà, uguaglianza. Non si può dare libertà se
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può dare libertà se si è legati da un
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pure è fanatismo. Conforti si farebbe uccidere (forse ucciderebbe
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da raffinato signore ma si scolpa con Dio e
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visite gratis ai miserabili.» ¶ Si sentì contrariata per la
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Magari il nostro capostipite si fece apprezzare come regal
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quantità di difetti.» ¶ «Ah » approvò lei, con allegra
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sotto i piedi. Probabilmente si sente anche un po
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i prodotti dell’agricoltura?» ¶ «. Ma dovrebbero anch’esse
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Milano, con Maria Teresa, si sono accorti che in
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sa gran che, se si eccettuino Genovesi e l
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resta meravigliosa: affascinante, allegra.» ¶ «» disse lei, con sincero
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per tutta la spiaggia si spiegavano reti rugginose, pescatori
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piede. ¶ In certe baracchette si friggevano pesci da mettere
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che gl’impartisce Sannicandro...» ¶ Si guardò intorno, cupidissima di
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Con le gambe storte» si lamentò, delusa, Sanges tornò
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pini, ontani, magnolie: pareva si stesse uscendo dalla città
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selciato, poi la via si biforcò. ¶ Da una parte
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di Sant’Elmo. ¶ «Lo si scorge da ogni luogo
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uomo in berretto azzurro si staccò dal pontile. ¶ «Occellenza
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Lei provò freddo, gli si strinse al fianco. «Il
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Il casino dei Caracciolo... , quello con le colonnine
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È abbandonato?» ¶ «In parte. Si chiama palazzo Donn’Anna
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arida mattina d’estate. Si sudava, s’ansava. Costeggiarono
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come d’orzo acidulo, si ficcava sotto gli abiti
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Alla loro ombra esigua si riparavano lazzari e viandanti
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il quartier generale donde si scatenò Masaniello. Lei non
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rituali incomprensibili. ¶ «Ma quando si mossero,» sorrise Sanges «manifestarono
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il Vesuvio. Almeno così si tramanda.» ¶ Mente e fantasia
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nitrivano, chiocciavano, starnazzavano, sporcavano. Si camminava su strato molle
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presepe palpitavano, a volte si scindevano in raggi. Altri
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contadini, tra i quali si dibattevano carrozze di signori
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frustate cieche. ¶ Scesero, frastornati, si strinsero tra loro. Tio
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nappe rosse ai cappelli. Si dibatté fra gli energumeni
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la festa della Piedigrotta!». ¶ Si pigiarono. Titìo per lasciar
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fracasso infernale. Il cocchiere si trasformò, prese a vibrare
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zeppi di gente che si dimenava, cantava, urlava, buttava
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travolgendo con insolenza quanti si paravano davanti. ¶ Attonita, affascinata
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e lanterne colorate. Vi si vendeva di tutto a
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Nculo a santo Panaro.» ¶ Si procedeva con snervante lentezza
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e collera, allora lei si risvegliava. Vide soldati a
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la carrozza pian piano si districò, il vetturino la
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le ruote lo travolgessero. Si passava davanti abitazioni spalancate
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Ne veniva lezzo. E si scorgeva tutto: giacigli sfatti
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rasentando paurosamente. La folla si disciolse. ¶ Giunsero a un
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mercatino abbandonati. Il tanfo si fece insopportabile: ovunque bucce
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fosse lenzuolo, poi vi si stese, apparecchiandosi al sonno
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all’esterno. Dai balconi si scorgeva sprofondare verso Toledo
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tetti a terrazza, che si chiamavano àsteci, s’intravedeva
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d’oro pallido che si chiamava scarola, un’altra
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erano essi stessi norma: si ripetevano uguali a ogni
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splendida Toledo. ¶ Una volta si trovò con tio Antonio
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sbucavano persone. Dai muri si staccavano di corsa lazzari
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banda di capelli corvini. Si mise all’opera con
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tanto lucidava, disfaceva, ricominciava. Si vide infine un meraviglioso
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atmosfera di perenne disimpegno, si davan tutti da fare
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sempre sola. Miguelzinho non si lasciava comandare più: s
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le gambe, trepidazione dentro. Si mosse con cautela. A
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Minichiello uscito per ossequiarlo si rivolgeva nella medesima maniera
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va? L’è miso o no l’unguento
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lavoro. Alla tua età si scrivono poesie». ¶ Gli rispose
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addirittura, che i poeti si divertissero a scandagliarli. La
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senza vergogna gli autori si presentassero desolati, sconfitti, non
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naso (grosso). ¶ Quei versi si riferivano, inoltre, ad ambienti
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che musica e ritmo si perdessero mai: ¶ Mentre folgora
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donna in attiche maniere”». ¶ Si sentì orgogliosa, sebbene non
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intorno alla storia naturale: si spiegava il sistema di
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Bovier de Fontenelle. Vi si chiariva, fra l’altro
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fra l’altro, come si fossero formati i vortici
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Francia, il paese ove si pensavano certe cose già
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che venivano in casa, si nominassero ogni momento Parigi
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potrei mai farlo.» ¶ «Ma che puoi, Lenorzinha. Vem
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avanzò dietro tio Antonio si mise a osservarla, gli
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a poco apprese che si chiamava Gennaro Giordano. ¶ In
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che il ragazzo rosso si chiamava Mario Pagano e
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le mani. ¶ «Brava! Così si risponde a questi conformisti
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s’avviava a conclusione, si sentì nuovamente emozionata. Le
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gli girò le spalle, si rivolse ancora a lei
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Deus, que calor!» ¶ Lenòr si levava all’alba, estenuata
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antico porto. ¶ Cosa non si disfaceva per quel tratto
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loggia centrale della basilica si scarmigliavano alle raffiche, sommovendo
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esplose urlo straziante, interminabile. ¶ Si strinse al padre, spaventata
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benedire, fu allora che si scatenò l’inferno. Uno
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buttarle. La folla ruggì, si slanciò, travolgendo gli Svizzeri
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compagno delle sue esperienze. Si spingevano in ardite esplorazioni
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rovine del Colosseo. Credeva si sarebbero trovati dentro un
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Roma. A fissarle bene si rivelavano pezzi di colonne
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Grande, ferito, indifferente, questo un Romano antico. E
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storia naturale, botanica, purché si trovasse un precettore valente
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potuto imparare il clavicembalo: si progettò di noleggiarne uno
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Titìo cercò di rasserenare. Si rivolse a sua madre
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Parlò in francese, come si faceva in casa quando
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in casa quando non si voleva che i ragazzi
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adesso: anche in lei si stava spargendo piccolo sentore
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um bom caracter. Non si scoraggia. Promette bene.» ¶ Suo
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naturale sia così, quando si cambia vita troppo rapidamente
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sulle gambe, ad agitarla. Si scoprì. Contrariata con se
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puntuale le funzioni importanti. ¶ Si girò, perplessa. Avrebbe voluto
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Dom Alphonso o Sabio, si commuoveva alle vuote sonorità
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poco ci trasferiremo? ¶ Sospirò, si strinse con le braccine
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sentito dirlo da qualcuno. Si provò a figurarla. C
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cancellò ogni cosa. Allegramente si disse che le sarebbe
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via s’inerpicasse. Ora si succedevano cipressi, frassini, pioppi
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spiegò, incredulo. Anche vovó si strinse nelle spalle, borbottando
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lo scontro dei guerrieri. Si battevano per la patria
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comparvero: all’orizzonte ingrigito si delineò una fascia nerastra
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del cielo. ¶ L’aria si faceva fradicia, da sentirsi
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Spiegò che dalle paludi si sprigionavano le zanzare anòfeli
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ma fastidioso. I viaggiatori si grattavano, qualcuno coprì il
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frenava con rumore. ¶ «Aoooh!» si stirò il postiglione. Saltò
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documenti.» ¶ Fu eccitata, attentissima. Si stava dunque a Napoli
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viaggiatori scendevano. A vovó si piegarono le ginocchia, uno
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ginocchia, uno dei soldati si gettò a sostenerla. ¶ «Grazie
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lei. Un po’ mortificata, si giustificò: «Sto seduta da
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da tanto tempo, mi si sono addormentate le gambe
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pensò. Ma era chiarissima, si capiva tutto! Provò entusiasmo
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ridisse, a mente perché si vergognava. Poi trovò un
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così. Sctatte bbuono.» ¶ Titìo si mise a ridere. ¶ «Non
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e cattivi. Per fortuna si ridiscese verso il Castellone
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sudiciume incredibile, mamãe volle si mangiassero solo pane formaggio
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signore Fonseca e Lopez si tagliassero da sé fette
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o torvi. ¶ Man mano si proseguiva, le strade si
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si proseguiva, le strade si facevano pessime, con buche
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che da un po’ si vedeva all’orizzonte, tra
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sudici donde trapelavano luci, si susseguivano ai bordi della
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un protervo carroccio che si lasciava dietro puzza di
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idea di Lauberg.» ¶ Poi si viene a sapere che
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una cosa idiota. Che si pretende di dimostrare, in
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di Napoli mangiano, bevono, si divertono, mentre loro crepano
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Pagano ha un guizzo, si contiene. ¶ «Voi non sapete
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Jeròcades. «Coi contenuti non si fa poesia. Si fa
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non si fa poesia. Si fa politica, propaganda, tutto
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freddamente Russo. Il gruppo si scompone, s’agita: Fasulo
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assalto. Le cariche poi si spostano ai buffet, sulle
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un pezzetto di lasagna.» ¶ Si getta, indietreggia, avanza, fende
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con una scodella. Gennaro si precipita al fornello, dove
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t-il un tirebouchon?» si sente urlare. ¶ Odore d
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gli occhi scalmanati: ora che è festa, ci
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che è festa, ci si ricorda dell’anno nuovo
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imbronciati tic. ¶ Le dame si scatenano, secondo le figure
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è lì in mezzo, si diverte un mondo. Come
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con l’età che si ritrova? Io sento fiato
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impazzì per la sorella, si rotolava in terra, urlava
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angolo di Palazzo che si vede dietro gli alberi
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che ha persiane accostate. ¶ Si stringe, per freddo e
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esplose, con boato spaventevole. Si spaccarono vetri. Era uscita
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infuocata, il mare ribolliva. Si passò la notte fuori
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la città, visto che si teneva in corpo tutti
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e gli altri. Non si capiva più nulla: Sanges
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più niente, tante famiglie si disperavano, rabbiose. Ma Napoli
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tiranni, col popolo padrone. Si fidavano di tutti, bastava
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del vecchio, mentre ci si prodigava a raccoglier firme
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ogni tanto. In mille si precipitavano a consolarlo. ¶ Chissà
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sulla folla. ¶ Il brusio si sta mutando in urlio
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accorta, comincia ad agitarsi: si pigia, strilla, i soldati
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Selleria, tutte le teste si girano. Nessuno sa il
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Vicarìa. Il rumore cresce, si spegne, riprende. Adesso è
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piedi, ma non vede, si sono alzati tutti. E
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sussurrarle: «Eccoli». ¶ La folla si fa cattiva: urla, bestemmia
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eccita da sola, lei si tappa le orecchie. I
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che aprono il corteo si fan strada con decisione
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ecco che la folla si scatena. ¶ «Giacobbe de merda
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Giacobbe de merda!» ¶ «Chivemmuorto!» ¶ Si ride, è sbalordita, poi
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gesti cerimoniosi, inchini, gli si fa alle spalle, osserva
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dritto, d’un tratto si piega sulle gambe, grida
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gambe, grida, grida. Non si sente niente, la folla
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folla tuona, tempesta, lei si tappa le orecchie, chiude
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un po’ di durezza. ¶ Si svincola, piano, riapre timidamente
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Dio, generosi e sciocchi. Si costruiscono in testa le
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poggiava i piedi e si presenta alla ribalta, braccia
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prima. ¶ La folla schiamazza. Si scarica comprando panzerotti, tìttoli
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e anice, caffè, vino. Si spandono richiami, come in
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Nel palco il boia si riposa, seduto sullo sgabello
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due da uccidere, che si divincolano, strillano. Un prete
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Quando la vede rabbuiarsi, si rotola per terra. ¶ «Pure
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spiega: «Li primme tiempe . Ma dopo tre, quatt
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statti» le dice, Graziella si mette a piangere. Quant
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di capelli arsicci. ¶ Graziella si rivela utile. Fa quel
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che può, ogni tanto si ferma pei dolori, poi
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fare pure questo. Tanto... ¶ Si sente meglio, senza febbre
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Mercato, il Gesù, Visitapoveri. ¶ Si figura questa Vicarìa in
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di vapore. È emozionata. Si guarda avida intorno: Napoli
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e cacciando la lingua. ¶ Si sente tirare per la
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so’ ’sti Giacobbe Frangise?». ¶ Si sente stanca, le sorride
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bella vista. Dai balconcini si guardano gli alberi intorno
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alberete dei conventi, quando si leva venticello di mare
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era piccola, a Ripetta. ¶ 4 ¶ Si sta bene al Grottone
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truppa. ¶ Di guerra ormai si parla: tra l’incredulo
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È difficile, meu Deus. Si fa presto a dirlo
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simmo tutti eguali.» ¶ Graziella si mette a ridere, la
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moglie o no?». ¶ Lei si turba. ¶ «E che ’nce
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che t’è creduto?». ¶ Si sganascia per lo scherzetto
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con se stessa. ¶ Non si perde d’animo. Le
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gioco da bambini. ¶ Lei si irrita. ¶ «Perché se no
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te.» ¶ «Tu non te si’ approfittata» mormora Graziella, seria
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no, ma gli altri .» ¶ «Ma manco loro sapevano
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Tu te stai accorta, o no? Tenesse qualche
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con protettiva dolcezza. ¶ «Tu si’ comme a ’na creatura
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Ha ragione, pensa, sconcertata. Si sente piccola, inesperta, bisognosa
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idee importanti sono poche, si potrebbero trasmettere a voce
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la Chiesa è ignoranza? Si potrebbero fare giornali facili
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leggere? Gira e gira, si torna sempre lì. Chissà
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allora niente. I lazzari si preparavano, ma il re
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Eh no! A Napoli si sarà insediato il cittadino
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torni?» ¶ «Non so. Oggi si prepara, domani si va
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Oggi si prepara, domani si va... Dopodomani, sta’ tranquilla
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E pure tu.» ¶ Graziella si stringe nelle spalle. Brontola
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Tu. Allora pure tu si’ Giacobbe. Si’ Giacomina.» ¶ Nonostante
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pure tu si’ Giacobbe. Si’ Giacomina.» ¶ Nonostante tutto le
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mi chiamo Lenòr, te si’ scordata?» ¶ Graziella tace, poi
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Santa Lucia.» ¶ «Pe’ vede’ si so’ venuti li Frangise
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bianchi e azzurri. ¶ 6 ¶ Graziella si dà da fare in
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terrore pensando che, però, si sarebbe lui pure compromesso
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proprio accanto a Gennaro. Si sorridono. Meu Deus, sono
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e carbonella. «Vo’ veni’, o no?» ¶ Gennaro ricompare
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Regno. Dobbiamo prepararci, Lenòr». ¶ Si toglie dal bavero un
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alla Romano antico. Qui si può fare ciò che
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può fare ciò che si vuole: nell’anticamera s
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amie.» ¶ Qui il francese si spreca, tutti si sforzano
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francese si spreca, tutti si sforzano a parlarlo e
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in divisa da cadetti: si somigliano in modo impressionante
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fratelli Alessio e Giuseppe si dan da fare, e
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allegria, poi, pian piano, si spegne. Persino silenzio, mentre
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magnifico: l’estate vi si prolunga, mutandosi con lentezza
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sebbene sole e aria si faccian via via meno
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acini coi piedi scalzi, si contendono fichi spiaccicati. Su
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dieta di frutta che si sta riprendendo in modo
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è tornato prorompente, fiero. ¶ Si sente serena. Anche perché
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Gennaro? ¶ Sorriso malinconico. Gennaro si comportava in modo curioso
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Come se tra loro si fosse instaurata consuetudine d
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frattempo i ragazzi sanculotti si fanno ammazzare a Valmy
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mandano i Francesi. Se si dovesse insorgere, non si
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si dovesse insorgere, non si metterebbero insieme trenta persone
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Bah» ride Ciaia. «Qualcosa si dovrà pur fare! Tutto
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togliamoci dalla testa che si possa fare qualcosa. Sì
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si possa fare qualcosa. , a Napoli ci saranno
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anche d’inverno. Gli si daranno abitazioni decenti, dovranno
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non è maledetto. Non si può avere pane senza
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sei davvero convinta che si riesca a educare i
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loro fiutano. Sai che si dice, in giro? Che
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indemoniate. Man mano ci si avvicina al Largo la
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morra. ¶ Venditori aggrediscono, inseguono. Si sente stordita, mentre Gennaro