Umberto Fracchia, Il perduto amore, 1921

alla casa del notaio Sterpoli, che era un vecchietto

di suo figlio, Paolo Sterpoli, fu lunga magra e

ancora a fumare. Quello Sterpoli figlio era un giovanotto

le corna del diavolo! ¶ Sterpoli mi guardò e disse

un nuovo discepolo! — gridò Sterpoli sbatacchiando la porta dietro

Noi, dunque, bevemmo, e Sterpoli per brindare urlò: — Questa

voce pacata disse: ¶ — Tu Sterpoli sei giovane. Hai buon

tempo. ¶ — Ahi! Ah! — sghignazzò Sterpoli. — Io sono giovane? Io

e stavo a guardare Sterpoli che pareva davvero impazzito

gli occhi senza sorridere. Sterpoli anche lo guardava di

a me, sembravano pietrificati. Sterpoli era sceso dal tavolo

volsero un poco verso Sterpoli, che lentamente si era

mano sempre tesa di Sterpoli e si abbattè piangendo

piangere? ¶ Il volto di Sterpoli esprimeva una vera costernazione

Clauss immobile, e ora Sterpoli che tremava. ¶ — Che accade

si volse e fuggì. ¶ Sterpoli ricevette il colpo sugli

stato pietoso. Tu e Sterpoli. Ma Sterpoli non conta

Tu e Sterpoli. Ma Sterpoli non conta. ¶ Eravamo giunti

perduta! ¶ — Non avete quello Sterpoli? Quello che vi balbettava

ospite, insomma? — domandavo trepidando. ¶ — Sterpoli? un buffone! Non serve

lungo il corridoio e Sterpoli entrò barcollando nella mia

viziata. E quel povero Sterpoli, che ha smarrito la

uscio. Sull'uscio incontrai Sterpoli carico d'involti, con

russava. Accesi un lume. Sterpoli stava placidamente disteso e

addormentato sul mio letto. ¶ — Sterpoli! — gridai afferrandolo per un

senza aprire gli occhi. ¶ — Sterpoli! — gli urlai in un

lisca! — esclamai. — Sono io! ¶ Sterpoli schiuse finalmente gli occhi

consolazioni. Tu dici: — No, Sterpoli, ciò ci lascia indifferenti

suggerisce. ¶ — Quale Dio? — domandò Sterpoli, aggrottando le sopracciglia. — No

tutto riduco in frantumi. ¶ Sterpoli si arrestò ansante. ¶ — Comprendi

miei occhi... ¶ — Tu! — esclamò Sterpoli. — Anche tu? ¶ — Anch'io

essere invitato ad entrare. Sterpoli era ricaduto bocconi sul

se vuoi saperlo, era Sterpoli, quello che conosci. ¶ — Lui

che sembra di belva. Sterpoli, lui, proprio lui, si

poi la voce di Sterpoli grida: — E ora scanno

a Daria e a Sterpoli che è impazzito, e

dinnanzi al cancello, vedo Sterpoli che ne esce. Il

piccina contro il muro. Sterpoli cammina adagio, si ferma

parve un secolo. Finalmente Sterpoli passò e disparve. Allora

questa commedia! Non temere. Sterpoli non ha scannato nessuno

faccia, io, quello che Sterpoli non ha fatto, perchè

stanza, la voce di Sterpoli echeggiò dietro l'uscio

accarezzò la faccia. Finalmente Sterpoli, forse scosso da quella

E poi più nulla... ¶ Sterpoli si alzò. Un'ombra

la testa fulva di Sterpoli. Ma proprio non riuscivo

gettò in viso a Sterpoli quando affrontò Clauss all

contro Clauss, colpendo invece Sterpoli in pieno viso, la

cadde ai piedi di Sterpoli tra molti cuscini disseminati

padronanza di sè medesimo? Sterpoli certo non si curvò

di Clauss, quella di Sterpoli, disgraziato, mi visitavano, e

povera camera di casa Sterpoli, che mi parve tanto