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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «Tria»

nautoretestoannoconcordanza
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seu nome?» ¶ «Chama-se Tria. Dom Pascual Tria. Sua
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se Tria. Dom Pascual Tria. Sua madre era una
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verranno qui don Pasquale Tria con suo padre, don
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annunciò la visita dei Tria. La propria esistenza le
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adulta. La signora contessa Tria. ¶ «Contessa Tria. Eleonora Tria
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signora contessa Tria. ¶ «Contessa Tria. Eleonora Tria. Lenòr Tria
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Tria. ¶ «Contessa Tria. Eleonora Tria. Lenòr Tria» si ripeté
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Tria. Eleonora Tria. Lenòr Tria» si ripeté, più volte
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Dio, com’era questo Tria? Titìo l’aveva definito
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al momento, ventisei. Se Tria (anzi Pasquale, Pascual: sonava
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argento, stivali gallonati. Pascual Tria era in parrucca a
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che a quell’“innamorata” Tria avesse aggrottato un po
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di discorsi con i Tria. ¶ Quando gli ospiti se
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fare gli auguri dai Tria. Così le tue cognate
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del vaiolo. ¶ Da parte Tria non c’era alcun
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a poco a casa Tria. ¶ Nonostante gli sforzi della
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quattro preti, le sorelle Tria, Rosa e Benedetta, mangiavano
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gli occhi. ¶ «Papà» insisteva Tria, don Francesco emise un
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nero lume a petrolio, Tria andò ad accenderlo, serrò
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porta ’no braciere» ordinò Tria. Sorrise alla moglie. «Così
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schizzare, lo scorrere. Infine Tria rimise il vaso a
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lo strano rifiuto. Ma Tria era energico, esperto, prepotente
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al gesto prepotente di Tria. Continuò a interrogarsi, mentre
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sei distinta. Donna Eleonora Tria. Domattina ti porto a
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dentro: “Eleonora. Donna Eleonora Tria. Lionora” come pronunziavano i
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dall’ultima, miserabile casa Tria. Coi pochi libri rimasti
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lettera, era piombato da Tria, l’aveva affrontato agitandogli
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ultimo dei mascalzoni, conte Tria. La pagherete. Intanto Lenòr
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ricordo della faccia di Tria, sardonica e beota. Lascia
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immensa provata contro i Tria: un altro regalo di
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La stolida volgarità di Tria. S’era rivelato presto
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onesti, gl’imbroglioni imbroglioni. Tria si giocava tutto. In
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con mandato di pignoramento, Tria ebbe un accesso di
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casa faceva tutto Tanella. Tria comprava, vendeva, un giorno
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concedeva di ripetere Francesco Tria. Il vecchio era morto
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delle Mortelle, fuori mano. Tria aveva ipotecato il palazzo
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notava quasi nulla dei Tria, forse solo l’abbozzo
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quel marito... ¶ A volte Tria non tornava neppure per
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col bambino. Una volta Tria si mise a sbraitare
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quadratino. Un giorno persino Tria sembrò averne compassione: restò
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un ufficiale irlandese – spiegò Tria – venuto a sistemare esercito
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di vita meno grama: Tria sembrava più pulito, si
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avvertiva indifferente o colpevole. ¶ Tria se ne stava in
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letto. Al suo fianco Tria non c’era: lo
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camera, sul letto, con Tria accanto, si mise ad
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la faccia insolente, allora Tria si montò, corse a
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volte, portò medicine, quando Tria, malfermo nella voce, gli
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signora marchesa de Fonseca.» ¶ Tria se ne andò, furioso
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riconobbe le colpe di Tria, al quale fu intimato
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assegni di sostentamento. Senonché Tria era carico di debiti
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Ricordò quando scarrozzava con Tria e vedeva gli operai
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tutti, perfino per Pasquale Tria, suo padre morto, mia
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compenso al signor conte Tria? Il meschino compenso di
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reminiscenze di don Pasquale Tria. Rassicurata, Graziella scherza. ¶ «Lenorra
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Era Fonseca lui, non Tria. ¶ Come avrebbe potuto impedirgli
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morte di don Pasquale Tria, avvenuta nella caserma di
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antefato.» ¶ «Capirai...» disse, innervosita. «Tria sarà morto carico di
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in cui fuggì da Tria, era morto papài. Dove