parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Montanaro, Tommaso sa le stelle, 2014

concordanze di «Un»

nautoretestoannoconcordanza
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di qualche giorno prima: un circo viene in città
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città con gli elefanti, un giovane del paese ha
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le grate alle finestre. ¶ Un altro furto della baby
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trovava in Francia per un torneo internazionale di poker
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via Cavour, ha visto un camioncino bianco parcheggiato. All
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sotto il controllo di un’organizzazione criminale. ¶ Pietro ha
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Lenskij? No. Non è un’opera. È una canzone
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ogni tanto le rompe un sospiro. Tommaso è di
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luce, la spezza in un arcobaleno. Tommaso lo fissa
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si alza. Pietro fa un passo indietro, si nasconde
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avesse afferrato altre dita, un braccio è dietro la
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è dietro la schiena, un inchino. Comincia a danzare
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qui goffo, qui leggiadro, un salto, un passo, i
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qui leggiadro, un salto, un passo, i piedi nudi
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sveglia di soprassalto. Ha un peso sullo stomaco. L
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Non capisce, una bestia, un volatile... Un tucano? Sì
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una bestia, un volatile... Un tucano? Sì, è proprio
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viscide, fredde, bleah, dà un colpo scomposto. Il tucano
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pelle è insensibile, appena un solletico, i pettinini rimbalzano
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rimbalzano sul pavimento con un suono gommoso. Si accorge
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sgualciti, draghi di plastica, un rubinetto. È passato un
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un rubinetto. È passato un terremoto. Un tremuoto, un
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È passato un terremoto. Un tremuoto, un temporale, un
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un terremoto. Un tremuoto, un temporale, un tumulto generale
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Un tremuoto, un temporale, un tumulto generale. ¶ Un cartone
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temporale, un tumulto generale. ¶ Un cartone marrone, rovinato, attira
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BOSSI MARZOLLO 1996/3. C’è un proiettore bianco, che sporge
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ricordava. Si avvicina a un raggio polveroso che entra
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Nella prima c’è un uomo che bacia una
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che bacia una donna. Un tizio elegante, abiti anni
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poco décolleté in vista, un filo di perle. In
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perle. In quella successiva, un medico in visita, lo
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una borsa nera. In un’altra ci sono una
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che brindano intorno a un tacchino di peluche. Non
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casa loro, ma su un palcoscenico: c’è un
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un palcoscenico: c’è un fondale, delle porte ai
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è a meno di un metro. Brandisce la spada
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qualsiasi materiale sia, fa un rumore metallico quando colpisce
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la bottiglia. Combattono per un po’, poi Tommaso dà
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po’, poi Tommaso dà un colpo forte, Pietro è
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zanzare, dalla ventola esce un fiotto di calore, tutto
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caldo è tanto, neanche un po’ di brezza stasera
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E al bicarbonato. ¶ Schiaccia un tasto dell’impianto stereo
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sia una lepre o un cane, ma Pietro non
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all’idea di comprare un televisore. Ma quell’opera
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ogni tanto accelera, sembra un poco rovinato. Violetta si
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dottore, Alfredo le porge un fiore. ¶ È già finito
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è una famigliola intera; un uomo e una donna
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Ecco, un colpettino qui, un altro lì, un taglietto
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qui, un altro lì, un taglietto. “Ok. Puoi lavarti
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Ok. Puoi lavarti.” Prende un dopobarba, più un disinfettante
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Prende un dopobarba, più un disinfettante che altro, gliene
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sulla fronte ridacchiando. ¶ “Sei un imbecille.” ¶ Ne aggiunge un
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un imbecille.” ¶ Ne aggiunge un filo anche sulla punta
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l’ultimo.” E fa un gesto eloquente. “Otto mi
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non piace. “Forse è un problema di esche. Ora
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Pietro, e ne strappa un ciuffo. “Fiore,” prosegue, porgendogli
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Tommaso. “Fiore” gli esce un poco difficile. “Cielo,” prosegue
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sillabe mettendosi vicino a un pioppo e battendo sulla
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pezzi di corteccia. È un po’ frustrato; gli secca
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ritorna subito, “Pazienza se un cavedano si aggrappa all
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appare la chioma di un salice. “Foglie,” dice. “Foglie
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degli alberi finché compare un po’ di azzurro, e
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vitrei, la coda veloce; un bell’esemplare, vigoroso. “Luccio
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il cavedano,” aggiunge, mettendosi un dito sulla guancia, gnam
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se non ci fosse un caldo boia.” Tommaso osserva
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cattivo. Il luccio è un... gangster,” dice Pietro. Tommaso
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come il becco di un’anatra, le pinne forti
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solo il verso di un gufo, e niente più
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altra. Pietro vorrebbe trovare un metodo rapido. Ma non
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se forse è solo un’“illusione”, di sicuro una
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nave? Il buio dentro un camion? La stanza del
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eccome, la “solitudine”. Forse, un po’ meno. Forse, a
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successe, la sente invece un poco di più, la
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tra gli arbusti. Afferra un ramo. Poi si china
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riconosce la forma di un carro. “Ma è senza
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che poi sia proprio un carro, quello che dovrebbe
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non è che sia un vero e proprio carro
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del furgoncino verde. Ha un sorriso sarcastico: “Oggi ci
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E perché?” ¶ “È fallito un sexy-shop.” Il Castroni
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se ne parla.” ¶ “Ho un ordine del tribunale.” ¶ “Non
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Lei mi sembra proprio un tipo da sexy-shop
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bagagliaio: “Dobbiamo organizzarci. È un carico consistente”. Supera Pietro
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dice il Castroni indicando un ripiano. ¶ “Non possiamo metterli
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proprio devo tenerli, troviamo un posto dove non si
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la bestia c’è un angolo tutto in ombra
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Pietro. ¶ “Mi insulta? Sono un pubblico ufficiale!” ¶ Che vada
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mi aspetti qui.” ¶ Recupera un paio di manette da
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china. Lo vede; da un pertugio spuntano due mani
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e lo afferra per un braccio, lo tira fuori
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materassi; il ragazzino con un balzo si infila. ¶ “Permesso
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me la postina ha un debole per lei.” ¶ “Davvero
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perché si è tatuato un teschio?” ¶ “Un teschio?” ¶ “Quello
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è tatuato un teschio?” ¶ “Un teschio?” ¶ “Quello che ha
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sulla spalla!” ¶ “Non è un teschio. È una primula
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di niente: È proprio un pioppo vuoto, pensa Pietro
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volta!” ¶ “E poi vorrei un disinfettante. Delle bende e
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ci sei, mi dai un paio di confezioni di
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È il momento di un antibiotico. Pietro recupera una
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gli farà bene sudare un po’. E se non
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rumore dell’ambulanza, ruota un dito come un lampeggiante
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ruota un dito come un lampeggiante. ¶ “No.” ¶ Filtra sempre
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dal sonno, lo osserva. Un uomo e una donna
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a lenzuola bianche con un bordo di rose. “Ecco
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quei fiori Pietro ha un’idea. “Tommaso!” L’altro
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Autostrada del Sole,” ripete, un nome che gli è
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Stai già meglio. Hai un’altra faccia.” Tommaso però
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Ci sono qui io.” ¶ 13. ¶ Un sole grosso, pieno di
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E fossili; una lumaca, un pesce, una conchiglia che
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emette il verso di un animale, woof woof. “Un
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un animale, woof woof. “Un cane? Qualcuno ti inseguiva
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scaltro sia, in fondo, un pasticcione. “Dove stavi andando
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rimbocca le coperte. ¶ Scorge un foglio sopra il contenitore
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vuota. Tommaso ci pensa un po’ su, poi fa
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po’ su, poi fa un rettangolo, sul bordo esterno
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righe, sono pagine, è un libro. Ci mette un
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un libro. Ci mette un titolo e, in copertina
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luna. “Mizar. Calé,” dice. ¶ “Un libro su Calais?” ¶ “Calé
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sbuffa. ¶ Pietro allora prende un foglio nuovo, ci disegna
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fa coraggio e prende un foglio bianco. Tira due
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sopra, buchi, scrostature. È un muro, interrotto in mezzo
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interrotto in mezzo da un passaggio ad arco. Da
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Prende il grigio, fa un marciapiede. Ora tocca a
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tra cui “Tommaso”. È un mercato, e lui è
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una bancarella. ¶ Vicino, disegna un uomo e dice: “Calé
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dal cielo, ci mette un ombrello per far capire
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basso, dove è rimasto un po’ di spazio, mette
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l’antenna sopra. Dentro, un uomo con i baffi
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la frase finisce con un teschio; è una maledizione
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ha già in mano un foglio nuovo. ¶ Fa un
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un foglio nuovo. ¶ Fa un sole grosso, giallo, pieno
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poi una palma e un tondo azzurro davanti, un
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un tondo azzurro davanti, un’oasi. È un deserto
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davanti, un’oasi. È un deserto. Avanza una jeep
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gialla, disegna degli ovali un po’ schiacciati. Fa un
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un po’ schiacciati. Fa un segno con la bocca
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carta, in basso, raffigura un sole, e poi una
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una luna, e poi un sole e ancora una
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case. ¶ Ha bisogno di un foglio nuovo; anzi, ne
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Segna una finestra con un tondo, indica il suo
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e il verde fa un semaforo. Poi, con la
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punta della matita, fa un segno lì in mezzo
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baffi,” dice. Poi appoggia un dito sulla fronte di
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niente sia sfuggito. Ecco, un colpettino qui, un altro
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cielo terso. Questo è un usignolo. Quello potrebbe essere
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usignolo. Quello potrebbe essere un gabbiano, se si è
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con le ali come un boomerang. Il cielo lo
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Pietro gli ha prestato un costume nero con le
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lui si è messo un paio di mutande vecchie
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questa parte.” Gli indica un sentiero tra le bacche
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dopo qualche pranzo e un poco di riposo. “Qui
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chiude gli occhi, prende un respiro e si tuffa
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stretta, nervosa. Ma dopo un po’ cambia, si rilassa
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forte, non deve preoccuparsi: “Un’anguilla!” esclama quando ne
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scuro di Tommaso. “Guarda, un pendolino!” Plana quell’uccello
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ragazza.” Ma Tommaso fa un gesto risentito, sbuffa: le
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sembra di avergli strappato un sorriso. “Corri!” E Tommaso
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conto che è partito un nastro. È il ciel
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padella è rovesciata su un canovaccio, pulita, anche se
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sul manico c’è un po’ di schiuma. “Non
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a pois. ¶ Nina voleva un figlio? Non gliel’ha
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bella, che ci sia un ragazzino per casa. Ma
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casa. Ma se fosse un neonato? ¶ Si assopisce. ¶ È
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neonato? ¶ Si assopisce. ¶ È un click a ridestarlo, alla
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imbarcazioni” è aperta su un articolo dal titolo Voulez
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una vespa, ha sollevato un sasso e ne sono
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andare a prenderle. Aspetta un po’ senza fare nulla
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sitter. Dal finestrino entra un’aria notturna. Va a
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di casa se aveva un brufolo, si lamentava sempre
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esagonale, il vecchio cinema, un edificio fascista di cemento
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scusi, per il Duomo?” Un signore si avvicina; è
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giusta. Qui c’è un alimentari, potrebbe giurarci. Ma
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fin quasi all’ombelico, un vestito bianco, un panama
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ombelico, un vestito bianco, un panama in testa. “Buonasera
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tutti i reati in un mese? Dall’omessa custodia
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possiamo festeggiare. Le offro un bicchiere al Maiale godurioso
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Ora torno a casa.” ¶ Un piccione plana vicino, gli
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stata a bordo di un Ufo. ¶ Tommaso non c
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è chiusa. Osserva da un vetro sporco; uno sportello
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luci accese. C’è un lavandino scheggiato, carta per
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è l’avviso di un passaggio, allontanarsi dalla linea
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allontanarsi dalla linea gialla, un convoglio che non si
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avvicina, ecco, arriva, sfreccia, un sibilo, si sollevano foglie
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lì. Vuole rinfrescarsi, ha un capogiro, una stanchezza, si
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quella parte c’è un cancelletto aperto, può passare
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mica trattenere. E da un certo punto in poi
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forse una faina, forse un toporagno. Et que l
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piccolo. ¶ Gli sembra proprio un bambino piccolo. ¶ 12. ¶ Autostrada del
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No? E cosa vuoi?” ¶ “Un test di gravidanza.” ¶ “Sul
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una del mattino.” ¶ “Ho un taglio a una gamba
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febbre.” ¶ “Vuoi che dia un’occhiata alla ferita?” ¶ “No
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alla ferita?” ¶ “No.” ¶ “Tachipirina? Un antibiotico non posso dartelo
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come un re su un trono scrostato in mezzo
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esserselo sognato. C’è un ragazzino nel suo letto
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che ce l’abbia, un posto dove andare. E
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riempie la caffettiera, sbatte un cucchiaino sul lavello a
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Pietro. Anche se ha un corpo che cresce, e
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suo paese. Una mamma, un papà, un fratello... Lo
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Una mamma, un papà, un fratello... Lo staranno cercando
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Pietro accende la radio: un dibattito sulle virtù della
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manopola, gli piace sentire un borbottio e farlo diventare
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ha la pelle di un elefante, e allora molla
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sulla pancia, di traverso, un livido viola largo tre
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scompigliano, ricciricci; c’è un chiasso metallico. La Panda
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in mezzo all’asfalto; un uomo che invecchia e
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cammina ciabattando, lento, e un ragazzino caffelatte che lo
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le porte scorrevoli, prendono un carrello, Tommaso ci si
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è mai stato in un posto così luminoso, ricco
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i pantaloncini si bagnano. Un addetto alla sicurezza, nero
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nipote,” e gli fa un saluto con la mano
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ci notano. Poi succede un casino!” ¶ È la volta
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le magliette stropicciate in un cesto. Gliene piace una
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ti va bene.” Poi un’altra con scritto You
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sull’evitare il rosa. Un paio di jeans, tre
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detto che ha già un 40? Mutande? Quelle che costano
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rete bianco-blu con un pallone da calcio. Pietro
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a una bambina bionda, un angelo medievale esangue, orgogliosa
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nuovo. ¶ “Tu sei proprio un furfante.” ¶ 8. ¶ C’è la
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Berta. E se fosse un ladro, un baby spacciatore
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se fosse un ladro, un baby spacciatore, uno scippatore
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sempre il custode di un deposito giudiziario. No, i
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E non gli sembra un pioppo vuoto. ¶ Ma cosa
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andassi. Ti prego, è un giornata complicata.” ¶ “Se ti
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Dammi una mano!” Afferrano un materasso del Canzoniere. “Ce
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sono alternative, lui è un tipo pratico. Quella è
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la luce e formano un cerchio frastagliato come una
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giganteschi dettagli di chiglie, un tramonto rubizzo e una
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Già, non è mica un momento come un altro
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mica un momento come un altro. Da quanto tempo
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Due neon. A destra, un finestrone da cui si
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inverno. ¶ Si china, apre un sentiero in mezzo alla
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pulito, tocca al materasso. Un tonfo, un calcio, ed
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al materasso. Un tonfo, un calcio, ed è lì
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una ventina. Ne prendono un altro, ci danno dentro
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lenzuola. Non c’è un cuscino in più, gli
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suo. Per sé, userà un maglione pesante dentro a
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Tommaso è avanti di un passo, ha fretta, arrivato
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ha la sensazione di un corpo che cresce, di
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corpo che cresce, di un corpo che esiste, ma
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vegetazione, qualche salice nero, un bosco di farnie, le
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Non il würstel, però. Un sasso. ¶ È un bel
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però. Un sasso. ¶ È un bel sasso di fiume
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grigio, vene viola su un lato, raggi di un
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un lato, raggi di un sole notturno. Pietro è
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deve averlo portato in un altro modo. ¶ Pietro escogita
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scavare una buca, avvelenare un fuso? Le vespe le
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con la grafica di un videogioco anni ottanta? Gli
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regalasse dei fiori a un uomo! Che siano un
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un uomo! Che siano un dono del Castroni? Ancora
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mazzolino. È perplesso, è un uomo con i capelli
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scavano il tronco. È un pioppo vuoto, che non
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sporchi, appena nati. Ma un tralcio di pomodori è
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rimasto. Ci lascia dentro un salamino. ¶ Verso sera, dentro
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rannicchia a quel brivido, un airone scuro si infila
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scuro si infila in un cielo meno buio di
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cucina, afferra una torcia. Un tondo giallo nel buio
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giro della siepe. Traccia un sentiero luminoso. Accende a
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mezzo all’erba. È un corpo, è lì davanti
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volta. ¶ No, non è un leone, il Minotauro, e
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delle sorelle Cremonini. È un ragazzino! ¶ “Vieni! Non ti
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pelle scura. È a un paio di metri. I
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con scritto Butter&Jam. Un paio di jeans. Ai
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si lasciano modellare da un sorriso. Allunga una mano
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sorriso. Allunga una mano. Un braccialetto lucente dondola, arretra
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tende le dita. ¶ È un dono. ¶ More di gelso
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di trovarsi lì con un ragazzino, e con un
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un ragazzino, e con un ragazzino così, sporco, sbucato
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può stare lì, almeno un po’, non lo caccia
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stravolto, ma anche perché un po’ conosce quell’uomo
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che sta cercando. Per un po’, poi, chissà, si
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si stupisce a vedere un ragazzino che entra a
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il dito gli fa un cenno a dire “dopo
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con le dita; urge un lavaggio. Il ragazzino si
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pensa Pietro, ma è un pensiero che dura poco
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ragazzino dovrà accontentarsi di un paio dei suoi pantaloncini
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Porcomondo, che odore!” Fa un fagotto di quei cenci
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la forchetta come fosse un rastrello. “Buono?” Il ragazzino
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gioco. “Te ne faccio un’altra?” Indica il piatto
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stretto la mano di un ragazzino per dirgli qualcosa
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Il ragazzino ripete. Sembra un suono differente da prima
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Il ragazzino conferma. Fa un cenno eloquente e conclude
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dodici anni, pensa. “Vuoi un pomodoro? Quanti me ne
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va verso l’orto. Un bambino deve mangiare verdura
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chiudono, ha bisogno di un buon sonno, e non
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occhi: non gli sembra un gran problema. ¶ Pietro prende
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è proprio vero, invece. Un ragazzino in carne e
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nipote ¶ Pietro si sente un gambero dentro al guscio
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ed è seduto come un re su un trono
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bianco-rossa, e poi un pezzo di vetro. Sì
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di vetro. Sì, è un fiore del lampadario di
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ai fornelli, e scorge un altro petalo dove c
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porta del deposito. Eccone un altro. Lo prende in
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Po è gonfio come un torace che inspira. Ha
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la fa. C’è un animale che si mangia
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si mangia i lampadari. Un lupo? Un orangutan? Il
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i lampadari. Un lupo? Un orangutan? Il Minotauro? O
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orangutan? Il Minotauro? O un randagio come Verdi. Lui
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cinghiali, volpi, donnole, persino un capriolo schizofrenico; ma nessuno
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in giro. Ci vuole un essere sapiens sapiens. ¶ Sono
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fosse il corpo di un orso disceso dagli Appennini
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No, questa non è un’allucinazione. È proprio la
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i pensieri ci vuole un po’ d’amore. Pietro
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argine. Si accuccia sotto un acero campestre, perché lei
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il deposito. Stavo facendo un bagno.” ¶ “Ma non è
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o preamboli. Prima, veniva un postino calabrese alto un
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un postino calabrese alto un metro e cinquanta che
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gli occhi mi metto un paio di mutande.” ¶ “E
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sei preso a farti un bagno nel Po.” ¶ “E
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i piedi piatti come un’anatra. Inforca la bicicletta
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nessuno gli scrive. ¶ Solo un tizio che manda a
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vuole consigli per calafatare un dinghy. Sente un miagolio
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calafatare un dinghy. Sente un miagolio. Si guarda intorno
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guarda intorno. È solo un gatto grigio che ha
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già visto, senza dargli un nome. Vecchio, forse, ma
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il suo asciugamano, e un paio di mutande. Afferra
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rischio di arrivare a Un bel dì vedremo. Gli
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i numeri ammucchiati, fa un rumore, sgnek, poi però
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la soglia, c’è un boom. ¶ Pietro sta immobile
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di simile; si aspettava un cane, un lupo, non
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si aspettava un cane, un lupo, non quella roba
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fauci velenose e lancia un verso; è un tuono
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lancia un verso; è un tuono. ¶ Allora lui prende
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tuono. ¶ Allora lui prende un lungo respiro, corre via
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inciampa e cade. ¶ Dopo un po’ si sveglia perché
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la testa pulsare come un tamburo dell’Aida. Non
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pronto allo scontro frontale. Un braccio del lampadario? Sì
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possa resistergli; ha avuto un attimo di cedimento, ma
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prima della battaglia. Tira un calcio, grida: “Di’ le
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peloso sulle gambe, dà un calcio, “Cosa c’è
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calcio, “Cosa c’è?”, un oggetto cade per terra
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corrente. ¶ Sul pavimento scorge un grumo di terra, un
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un grumo di terra, un’orma. Si china, ci
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Potrebbe cucinarsi qualcos’altro. Un würstel? Ha comprato quelli
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in padella gli viene un’idea. Mette un würstel
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viene un’idea. Mette un würstel su un piatto
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Mette un würstel su un piatto pulito, lo appoggia
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c’è Pietro ¶ È un sentiero stretto, sassoso, dove
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che si imbocca dietro un platano storto, giallo-verde
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giallo-verde, circondato da un filo spinato come se
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dubbio è stata bianca un tempo, di quelle da
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scendere al fiume, fare un bagno lungo, tra gli
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La locandina della Butterfly. Un cacciavite. La vede come
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deposito per abitare in un posto dove lei non
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preparare i beni di un’asta giudiziaria. Ecco il
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bene, grazie”. ¶ “Vorrei farmi un bel bagno, e ammazzare
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raggrumato per terra come un gatto sospettoso. Apre il
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le ha strapazzate con un po’ di grana perché
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le spalle scoperte. È un armadio imponente, troppo grande
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quella stanza, verniciato di un rosso ormai screpolato. Andrebbe
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poi ce n’è un ottavo quasi sgombro, dove
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andato. Lì c’è un Kenwood di trent’anni
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nel deposito giudiziario. ¶ 2. ¶ Lexotan ¶ Un tempo il deposito era
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sorelle furono imbrogliate da un rappresentante di spagnolette che
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Comune su pressione di un assessore che doveva incassare
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assessore che doveva incassare un credito dalla ditta. Così
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pretesa liberty è diventata un luogo di pubblico deposito
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tana di ghiri e un imballo con delle bottiglie
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custodita dai tempi di un burrascoso divorzio. L’assortimento
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triangolare di polistirolo e un vestito porpora da cardinale
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vita sua ha perso un oggetto dentro al deposito
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se n’è andato; un cane non vive così
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pelle molle, sdrucita come un divano sfondato. Ha bisogno
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sfondato. Ha bisogno di un Lexotan. Afferra la Berta
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al deposito giudiziario, come un padre che si fa
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constata Pietro. È proprio un pioppo vuoto. Entra dentro
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cartone di vino. Prende un bicchiere, un bicchiere di
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vino. Prende un bicchiere, un bicchiere di Nutella acquistato
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scaduto, ma c’era. ¶ Un rumore. ¶ Pietro è interdetto
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è qualcuno? Qualcosa? Forse un animale; un gatto, un
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Qualcosa? Forse un animale; un gatto, un cane, una
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un animale; un gatto, un cane, una volpe. Nina
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In città c’è un negozio di alimentari vicino
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è una signora, ha un bambino sul fianco, e
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Pietro magro magro di un tempo lontano. ¶ La Mercedes
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tanto ha “voglia di un biscotto”. Ma li compra
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È come preda di un incantesimo, tra quegli scaffali
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legno dozzinale, ma parlano un’altra lingua; qui ci
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sono giovani, procaci, senza un filo di polvere. ¶ Il
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il suo ha solo un mese. Lamette da barba
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da barba e schiuma. Un buon bagno-doccia-shampoo
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cassiera quando gli scorge un rigonfiamento all’altezza del
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Pietro, che però risponde: “Un kalashnikov”. ¶ “Non faccia lo
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sacchetto delle patate con un nodo perché non vaghino
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eleganti. Pietro frena, avvicina un dito, lei ci monta
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che tengono per mano un bambino. Non c’entra
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veda sulla diapositiva, allunga un braccio, alza una gamba
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bianco e rosso, grande, un ombrellone da spiaggia. Eccone
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che gli serve. Di un altro blu non se
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normali,” dice mentre scarta un ombrello con disegnate delle
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disegnate delle piramidi e un altro con la mappa
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verde,” dice; c’è un ranocchio. Per il resto
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marrone e il viola. Un grigio chiaro, perfetto. E
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chiaro, perfetto. E questo? Un colore indefinito. Magari è
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ripeta. “Verde,” prosegue, indicandone un altro. “Rosa” l’ha
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all’inverso, Pietro dice un colore e Tommaso indica
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Allora il ragazzino ha un’idea, va fino al
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altrimenti. Non poteva cacciare un’altra volta la postina
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la preoccupazione che da un momento all’altro sbuchi
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i capelli. Lui è un toro che ha visto
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foga, dalla fretta. ¶ “Parliamo un po’?” ¶ “Dove hai preso
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È scomodissima.” ¶ “È di un film. 8 ½ di Fellini.” ¶ “Veramente
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Che bello. Fellini è un genio.” ¶ “A me sembrava
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Come mai c’era un’altra sedia sotto la
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l’amore. Non sono un distributore di benzina.” ¶ “Io
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scusa, è estate, faranno un caldo boia.” ¶ “Vedi che
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Dov’è?” ¶ “Ultima pagina.” ¶ “Un tizio di nome Jack
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le palpebre si serrano, un pisolino prima di pranzo
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a sfogliare. ¶ “Mi offri un bicchiere di vino?” ¶ Lui
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se uno beve da un calice e l’altro
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dice lui. “Ho rovesciato un po’ di vino. Verranno
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bacia di nuovo. È un bacio umido; le labbra
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mani appiccicaticce?” ¶ “Mi danno un fastidio...” ¶ Ma lei ha
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estate?” ¶ Pietro le dà un bacio appassionato, le mette
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Comincia il loro amore. Un bacio, un altro, i
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loro amore. Un bacio, un altro, i bottoni, il
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fosse ben chiusa. Ha un problema con la serratura
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ed ecco che sbucano un reggiseno di pizzo rosso
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di pizzo rosso e un paio di mutandine dello
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Io... io...” ¶ “Hai... Hai un’altra?” ¶ “Uno non ti
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non ti può fare un regalo?” ¶ “Ma che scemo
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la luce. ¶ 21. ¶ Nur, Nur! ¶ Un’altra volta. ¶ Adesso sta
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fuori ha in mano un sacchetto di plastica pieno
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d’acqua, chiuso con un nodo. Lo appoggia davanti
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piena di macchine. Poi, un numero di “Navi e
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si accosta al ragazzino, un finestrino si abbassa, contrattano
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la maglietta, a simulare un cuore che batte. ¶ “Ok
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batte sui vetri, è un tamburo. È prigioniera. No
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Tommaso la controlla come un regista prima del ciak
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entrata, sei entrato. Sei un maschio, non una femmina
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dire che vai in un negozio. Ne-go-zio
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aria alle guance, fa un risolino tra le labbra
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città del foglio. Raggiunge un pioppo, dice: “Italia. Pietro
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la parrucca. ¶ “Sì, Tommaso. Un giorno tornerai da Nur
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da non vedere a un metro, da quanto calore
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agosto è iniziato da un po’. ¶ Chissà quando finirà
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durare tre giorni come un mese. Pietro è seduto
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può mettersi lì per un paio d’ore. “No
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vuole farsi sorprendere come un capodoglio spiaggiato. Si sentirebbe
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stordire gli insetti, poi un colpo secco con il
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vede una luce improvvisa, un riflesso strano negli occhi
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strano negli occhi. Prende un respiro. Non è niente
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mira, ha diritto a un solo tentativo, ma colpirà
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ancora, sente una nausea, un capogiro, gli era già
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forze gli vengono meno, un formicolio, il braccio che
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vespe sciamano, sente ronzare, un rumore lontano, scie giallo
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tolto il veleno da un ponfo. “Sono caduto?” Quando
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solo bisogno di riposare un po’. Non mi fa
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solo. Potrebbe, almeno, avere un cane. Ma come fa
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come fa a prendere un cane, dopo Verdi? E
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a cercarlo. ¶ Che fare? Un bicchiere di vino, ecco
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adesso? Non può berne un altro. Anzi sì. Va
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Magari Tommaso ha lasciato un biglietto, un indizio di
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ha lasciato un biglietto, un indizio di dove può
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è diventato sera. ¶ Da un giorno all’altro, non
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sé. Si è preso un pomeriggio libero. Questa non
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andare insieme? ¶ Che fare? Un Lexotan. ¶ Pietro si rimette
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è visto. Non è un buon segno. ¶ Ma no
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disordine. D’altro canto, un ragazzino poi rischia di
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rischia di annoiarsi in un posto così. ¶ “Dove sei
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con delle uova in un nido, ancora da schiudere
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si accorge che è un momento importante: “Tuo fratello
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china per terra. Punta un dito, e ripete “Calè
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si guarda intorno, vede un pallone sotto la Berta
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calcio.” ¶ “Senti, vuoi darmi un bacio?” ¶ “Voglio... vedere la
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la posta.” ¶ “Stai aspettando un atto giudiziario?” ¶ “No.” ¶ La
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i piedi piatti come un’anatra. Inforca la bicicletta
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verso di lui, per un attimo teme che la
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postina si prepari a un attacco kamikaze al deposito
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te, mostro!”. E scaglia un’altra lettera per terra
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STUFATO . Sposati pure con un altro. Fai quel che
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Nina. Una pessima orchestra, un soprano con l’influenza
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porta convinto di trovare un venditore di aspirapolvere. ¶ “Nina
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non aveva mai sentito un’assurdità più grande, che
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e bianchi. È come un fantasma. Perché non le
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È ancora lì. ¶ Ricorda un rumore; strappava il biglietto
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si daranno mai più un appuntamento in città, non
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quando saranno arrivati. Forse un suono ricorderà a Tommaso
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riflette sul lunotto, fa un tondo luminoso che abbaglia
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nella direzione opposta sbuca un autobus, “Aiuto!” grida Tommaso
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sterpaglie. Nello specchietto retrovisore, un’ombra. La macchina all
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quella strada. Pietro fa un paio di svolte, in
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dove fermarsi senza rischiare un incidente. ¶ Scende, torna indietro
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Sulla porta di casa, un foglietto bianco, appiccicato con
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reperibile. Siamo venuti con un carico da lasciare al
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trovare, altrimenti viene fuori un casino. Dopo le tocca
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casino. Dopo le tocca un giudizio in tribunale, e
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delle foto della cittadina, un faro bianco-rosso in
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rosso in fondo a un molo magro, una cattedrale
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Pietro.” ¶ “Questo non è un negozio!” ¶ “E cosa serve
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le cose non spariscano.” ¶ Un fulmine. ¶ I vetri si
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si illuminano e vibrano. Un colpo di vento li
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cancelletto. ¶ Tommaso gli porge un canovaccio per i piatti
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canovaccio per terra. ¶ “Cerca un radiogiornale.” ¶ Tommaso gira la
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è in mezzo a un lago. ¶ “Vuoi salamino?” chiede
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salamino?” chiede Tommaso. ¶ “Vuoi un salamino.” ¶ “Sì o no
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volta sconsolato e fa un cenno eloquente a Pietro
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se invece viene solo un po’ d’acqua? Deve
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quanto piove? Le sembra un giorno da venire a
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durare tre giorni come un mese.” ¶ Scende. Ha un
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un mese.” ¶ Scende. Ha un impermeabile fino al ginocchio