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Lorenzo Venier, La puttana errante, 1531

concordanze di «Un»

nautoretestoannoconcordanza
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le genti il trar un petto. ¶ Il Divino Pietro
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l mondo d'inchiostro un cristero: ¶ Perché in dir
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Pietro Aretino ¶ Mi teneva un gigante, e seco resto
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resto ¶ Maggior bestia, ch'un prete con Pasquino: ¶ E
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te privo, in banco un ciurmatore ¶ Senza serpi, triaca
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bossoletti; ¶ Son in pergamo un frate senza voce, ¶ E
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senza voce, ¶ E paio un crucifisso senza croce. ¶ V
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fece gli amori, ¶ Ebbe un figliuol d'opre ribalde
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XVIII ¶ Questa invitta gaglioffa un dì sentendo, ¶ Che l
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giunse a Ferrara, ¶ Et un cartel messe fuora una
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che la bocca d'un forno. ¶ XXII ¶ Quattro in
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con la persona, ¶ Et un di quei, col qual
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gran puttana. ¶ XXIV ¶ Poscia un bando mandò per le
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d'averlo buon vantass'un oste; ¶ Chi ha mai
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ogni cazzo curia. ¶ XXVII ¶ Un million sopra duo millia
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gli ebbe aggiunti. ¶ XXXIII ¶ Un suo berton ch'ha
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suo berton ch'ha un grosso battistero ¶ Pieno di
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quelli scropuli bestiali, ¶ Ch'un manico ha di spiedo
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la Simia l'aspetta un largo culo! ¶ XXXIV ¶ Il
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Esce la turba con un volto pazzo, ¶ E corre
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ciò fece di gorgia un bell'atto, ¶ Che di
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con la bocca in un tratto ¶ Il cazzo orrendo
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Il cazzo orrendo d'un predicatore, ¶ Sorbillo com'un
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un predicatore, ¶ Sorbillo com'un ovo, e sputò ratto
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Coram populo fe' venir un cane ¶ Di pagliari e
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de la pelle a un tratto spoglia, ¶ E nel
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una soma di paglia un cavallo ¶ Gìa passo passo
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l cavallaccio dinanzi spingia; ¶ Un bugera et abbaia, un
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Un bugera et abbaia, un fotte e ringe, ¶ E
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quante. ¶ In questo messe un ladroncello il fuoco ¶ In
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Una penna che tagli, un foglio ch'arda, ¶ Tromba
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a la gagliarda ¶ Di un cul, che non ha
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Non scaperia, non ch'un giovin, san Piero, ¶ Tanti
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voto ex corde, ecco un villano ¶ Servus servorum di
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fatti suoi, ¶ E sguainò un priapo fottente ¶ Che l
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era ¶ Come quel d'un muletto a primavera. ¶ IX
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reccosselo in man, com'un bambino ¶ Reccasi mamma, come
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Sul cazzo tramortì con un sospiro. ¶ XIV ¶ Come ser
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ladri l'acciocca, ¶ Cacciò un grido simigliante a quello
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Fu per morir davero un'altra volta. ¶ XVIII ¶ «Bella
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strali. ¶ Stettero gli altri un pezzo su gli avisi
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ella: «Leva su, fottim'un tratto»; ¶ Egli di dietro
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sonno a dormir quand'un è stracco, ¶ Né sì
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signori è così grato un pazzo, ¶ Com'è a
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quel manigoldo cazzo. ¶ XXIII ¶ Un giorno et una notte
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divina, ¶ Che facea d'un gran d'uva duo
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uva duo bocconi, ¶ E un mezzo del cazzo e
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in la ruga gaglioffa ¶ Un ser berton d'una
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fuora di sé, com'un gaglioffo. ¶ XXVI ¶ Or dirò
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altero. ¶ Sentendo il suon un cuoco sciagurato, ¶ Ch'era
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Stimando i cazzi com'un conte il zero, ¶ E
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fin de le parole un colpo mena ¶ De le
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N'ebbe la turba un gran dolor fottuto, ¶ E
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fottuto, ¶ E 'n questo un fratacchion venne battendo ¶ Col
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è buona ¶ A torcermi un peluccio in la persona
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Venne con cento vacche un tabachino, ¶ E sotto félla
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volse prima provar s'un leone ¶ Potesse la sua
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fra loro ¶ Dicendo a un marzocco: «Ahimè, ch'io
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più non posso, ¶ E un palmo in potta di
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miracolo a vederla, ¶ Penâro un dì e mezzo a
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predica a le suore un generale. ¶ Studiato ogniuno in
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sesso"; ¶ Quella, che d'un gran cazzo si diletta
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a pena l'intend'un, ch'è dotto; ¶ "Vit
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giocar con chi vol un scotto, ¶ Che lo schietto
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lo schietto parlar d'un Taliano ¶ Più dolc'è
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ha la nostra lingua un gran solazzo ¶ Dicendo a
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i romiti han l'un l'altro fottuti ¶ Per
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attacca. ¶ XIII ¶ Ella vide un torello fero e ardito
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Ch'avea per cazzo un piè di cataletto: ¶ Biassa
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confetto. ¶ Non piace tanto un capon arrostito ¶ A l
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Si pone, qual riponsi un briaccone ¶ Una botta di
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la vessica, ¶ E come un mozzo di biada un
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un mozzo di biada un cassone. ¶ Ma gli è
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mena, arriva uno stallone, ¶ Un asino, un buaccio, un
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uno stallone, ¶ Un asino, un buaccio, un porco, un
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Un asino, un buaccio, un porco, un cane, ¶ E
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un buaccio, un porco, un cane, ¶ E vennero per
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corpo tanta sperma a un tratto, ¶ E sì varia
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o in tondo». ¶ Rispose un'alma vacca: «Parla chiaro
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è per grammatica, ¶ E un cicalar di cicala salvatica
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male? ¶ A me par un gran cazzo d'un
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un gran cazzo d'un buon prete ¶ Più san
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otta, ¶ Ancor che sia un fottitor galante, ¶ Perch'ha
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XXIV ¶ E risolviansi ch'un gran cazzo saldo ¶ D
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gran cazzo saldo ¶ D'un valentuomo giovanastro frate, ¶ Quand
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mena più fraccasso, ¶ Ch'un bestiai tempo, non sendo
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volta, ¶ E so ch'un padre macina a raccolta
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e la foia. ¶ XXVIII ¶ Un prete ne vien via
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letto ¶ Gli par aver un vescovado sotto, ¶ Tante dolcezze
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basciamo, e fottiamo. ¶ XXIX ¶ Un secular, ancor, bravo e
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Corromperia, non ch'altri, un eremita». ¶ XXX ¶ Chi ha
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L'unghie ha d'un palmo de le mani
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i capei radi d'un biancaccio giallo, ¶ Qual di
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carrett'ha la cod'un cavallo. ¶ XXXII ¶ Chi dipinta
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ricordo mai, ¶ Però ch'un certo bravaccio poltrone, ¶ Il
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XL ¶ Il cazzo è un cazzo, e s'egli
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che l'uomo è un uomo. ¶ Or, secondario parlando
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i venti sei, ¶ Ch'un che pute da latte
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al genaro. ¶ XLIII ¶ Et un uom senza robba et
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fame e pensier, è un porcon frate, ¶ Il qual
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Il sottil cazzo è un stratio et una morte
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Qual seria verbi gratia un gran boccone ¶ Solenne, ghiotto
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e si strugge; ¶ XLVII ¶ Un cazzone d'un piede
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XLVII ¶ Un cazzone d'un piede morellotto, ¶ Ch'i
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più né men d'un salcicciotto, ¶ Ch'un braccio
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d'un salcicciotto, ¶ Ch'un braccio d'uomo lo
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loda 'l pretesco è un gran pazzo, ¶ Che non
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ella tocca di seta un saione, ¶ Caso è che
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la sua morte. ¶ L ¶ Un cazzo vol saper da
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muschio e la storace. ¶ Un vin che non è
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concio è più perfetto, ¶ Un buon capon al gusto
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che non si mena ¶ Un cazzo, sa du' la
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Ché mi par ch'un nel cicalar m'amazzi
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in man seria d'un barbier tanto dotto, ¶ Ch
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francesi le spalle d'un montone, ¶ Et a Muran
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la beretta giala ad un giudeo. ¶ IX ¶ Poi disse
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ricchiesta o pregata ¶ Fégli un presente più che volentieri
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e culi e potte, ¶ Un spettabile viro mercadante ¶ Le
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Ella fece poi far un palco aggiato ¶ A ponte
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lor dolore; ¶ E avendo un giorno solenne appostato ¶ Come
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ch'apposta a rubbarti un sartore, ¶ Sul campo comparì
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Sul campo comparì, com'un compare ¶ Comparisce a chiavar
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spada et al brochieri ¶ Un buon maestro di scrimia
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scrimia leggieri. ¶ XIX ¶ Poi un cazzo ficcossi ne la
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ficcossi ne la potta, ¶ Un in cul, un in
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potta, ¶ Un in cul, un in bocca, uno per
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et essi menavan a un'otta: ¶ Chi spingea forte
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cazzi in opra a un tratto. ¶ XX ¶ Mentre la
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e dinanzi alloggiò in un giorno, ¶ Ch'era maggior
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de le vecchie care ¶ Un confalon, che tutti i
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o veleno. ¶ XXXI ¶ Ecco un altro vessillo imperiale, ¶ I
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e dal fratello; ¶ Eccoti un altro suo cugin carnale
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capo, che par propri'un monte, ¶ Di sangue marcio
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di sue virtù conte. ¶ Un libello in man porta
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este, ¶ Marco buffone è un de i duo poeti
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Questi ser bestii con un stil furfante ¶ Cantan gli
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fan la scorta. ¶ XLI ¶ Un'asina, una troia et
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Errante zambracca ¶ Trionfa con un cor tutto contento, ¶ E
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milla ¶ Puttane son per un di lor soldati, ¶ E
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la sua vituperosa insegna ¶ Un cazzo grosso come un
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Un cazzo grosso come un cagnolino, ¶ Che caruoli bestiali
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Per Venetia partì, e un'altra volta ¶ Canterò qual