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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Pietro Giannone, Vita scritta da lui medesimo, 1741

concordanze di «Venezia»

nautoretestoannoconcordanza
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golfo, prese porto a Venezia, dove trattenutosi pochi giorni
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nella mia dimora di Venezia, ne facessero tante doglianze
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Bolagno all'ambasceria di Venezia, fu rifatto in suo
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nono ¶ Anno 1734. Vienna e Venezia. ¶ Cominciarono in questo nuovo
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che si trovavano a Venezia, che tornassero in Napoli
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far la strada di Venezia e di là portarmi
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partire, ma dimorando a Venezia, di confermare co' fatti
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veneziana, ci avviammo per Venezia. E ci riuscì così
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condurci a' porti di Venezia. Finalmente, cessato il vento
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e si giunse a Venezia a' 14 di settembre; e
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di Spagna, residente a Venezia, i passaporti; sicome gli
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tempo stesso, saputosi a Venezia il mio arrivo, essendomi
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io non partissi da Venezia, poiché la Repubblica cercava
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caso volessi fermarmi a Venezia. Intanto, non cessavano a
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io mi tratteneva a Venezia, ecco che l'ambasciador
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di Francia residente in Venezia riceveva continui favori, sovente
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del cammino preso per Venezia, per avere il passaporto
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che se, portatosi a Venezia, si faceva da quella
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quell'imminente inverno a Venezia. E trovatala acconcia a
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risoluzione di trattenermi a Venezia; e nella nuova abitazione
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o si introducono a Venezia, il padre Crivelli, il
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Prima che io vedessi Venezia, credetti che, come città
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Sicché non bisogna concepir Venezia esser posta in mare
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sofferendo che io in Venezia era stato sì ben
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scacciasse; e tornossi a Venezia a' 5 di decembre. Il
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se dovea fermarmi a Venezia, ed il quartiere essendo
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se dovea restar a Venezia, nella primavera ventura, non
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sue grazie. ¶ Tornato a Venezia, attesi a far trascrivere
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che i gesuiti di Venezia erano pur troppo sciocchi
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ch'era dimorato a Venezia non ne avea fatto
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onde si divolgò a Venezia, non men di ciò
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essendo io già a Venezia, ove spesso capitavano Napolitani
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mi furon mostrate a Venezia, determinarono il numero, e
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giunse da Napoli a Venezia il principe della Torella
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che io era a Venezia, di andare a visitarlo
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anno 1735. ¶ Capitolo decimo ¶ Anno 1735. Venezia, Modena e Milano. ¶ Proseguiva
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la mia dimora a Venezia, sofferendo come poteva il
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incombenza all'inquisitor di Venezia, che invigilasse sopra i
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di Francia residente a Venezia, dove io mi trovava
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io mi trovava in Venezia, poiché, come più vicino
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la mia dimora in Venezia avendo acceso di desiderio
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né da' librari di Venezia, né da quelli stessi
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a volerla ristampare in Venezia. Ed avendo saputo che
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avvertissero che, stando in Venezia esposto a gli occhi
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che era dimorato in Venezia, avea scorto i Veneziani
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frontispizio la data di Venezia, tanto gli bastava che
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Giunse il giovane a Venezia verso la fine d
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costo, era dimorato a Venezia; né mi eran rimasi
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più potesse, poiché in Venezia l'avrei venduti il
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la mia dimora in Venezia, lusingandomi che cessato il
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che sogliono accadere a Venezia, sicome per la morte
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meglio al soggiorno di Venezia. Né era da pensare
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d'aver trovato in Venezia ricovero. ¶ Essendo in queste
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rialzate le stamperie di Venezia, e fatto che più
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la mia dimora a Venezia ed intanto, da sicura
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mi si apparecchiavano in Venezia da' gesuiti e dalla
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Napoli, vedendo che in Venezia io era in tanta
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potuto sperare dimorando a Venezia. I gesuiti, fortemente sdegnati
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morale, erasi divolgata in Venezia e letta con piacere
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sotto Paolo V da Venezia, come sediziosi e perturbatori
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tumulti, tornati dapoi in Venezia sotto Alessandro VII fossero
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insegnano i gesuiti a Venezia abbia date l'ultime
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finzioni. ¶ Era partito da Venezia il nunzio Piazza, della
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andavan spargendo che in Venezia s'era scoverta una
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secolari ch'erano in Venezia, e le particolari devozioni
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tribunal dell'inquisizione di Venezia si fabbricavan processi sopra
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miei discorsi avuti in Venezia, non avea più detto
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di birri, che in Venezia chiamano “zaffi”. E dicendogli
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che così chiamano in Venezia il bargello maggiore) il
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io tosto uscissi da Venezia e da' suoi domini
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costringeva a dimorar a Venezia, non già voglia o
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facessi più ritorno a Venezia, né a' Stati di
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ed accoglienze usatemi in Venezia, sperimentando in mia persona
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giorno di posta per Venezia, immantinente scrissi al Pisani
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barbaro, e come in Venezia si fosse inteso. E
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seppe subito per tutta Venezia la mia partita, onde
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sofferendo che io in Venezia fossi ben veduto e
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che si divolgava per Venezia, per aver io frequentata
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era io stato a Venezia, non l'avea visitato
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E [forse] che in Venezia, la quale per esser
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io avea lasciati in Venezia e portava meco? ¶ Mi
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quanto erasi disposto a Venezia d'altre mie opere
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Riscrissi per ciò a Venezia al Pisani ed al
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d'essere stato in Venezia da tutti il mio
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a gli stampatori di Venezia, volentieri mi sarei colà
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con gli stampatori di Venezia. ¶ Aspettando tali riscontri da
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e la dimora in Venezia, avea pensato di passare
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sentiva, poiché né a Venezia, né a Modena, di
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con gli stampatori di Venezia; e che io non
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Canarj che, avendomi da Venezia il principe Trivulzi dato
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ed intanto avvisai a Venezia, al Pisani ed al
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erano stati mandati da Venezia, dal principe; poiché avea
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fatto co' stampatori di Venezia e poi con Bousquet
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que' che rimasi a Venezia, i quali componevano il
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comodità. Scrissi parimente a Venezia al principe Trivulzi ed
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miei libri lasciati a Venezia mi mandassero qualche picciola
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scritte a Milano a Venezia ed in Vienna, nelle
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la mia uscita da Venezia e da Milano, ed
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scritto ivi ed in Venezia come si conveniva, manifestando
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che gli stampatori di Venezia dovean imprimere, e che
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gran parte rimase a Venezia, altre forse in Milano
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scrivere all'inquisitore di Venezia di stargli sopra; ma
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si seppe che in Venezia, di notte tempo, era
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giunto l'avviso da Venezia, era già passato alla