Massimo Carlotto, Il maestro di nodi, 2002

era quello che pensava Virna che aveva posto come

io». ¶ «Ciao, Marco» disse Virna. «Dove sei?». ¶ «In giro

crei continuamente...». ¶ «Buone vacanze, Virna» la salutai, interrompendo la

donna» commentò il milanese. ¶ «Virna parte per le vacanze

futuro». ¶ «Grazie dell’incoraggiamento». ¶ «Virna è una donna con

Illuditi quanto vuoi, ma Virna non è più una

una sola parola su Virna». ¶ Scoppiarono a ridere. Max

capelli sudati. Mi ricordarono Virna quando puliva il pavimento

invecchiato quindici anni. Tanto Virna non c’era. Accesi

tipo di aberrazione. Chiamai Virna. Il suo cellulare era

della giornata. Pensai a Virna. Provai a chiamarla. Non

perfettamente ordinata. ¶ «Hai sentito Virna?» domandò il mio socio

dovresti dirla anche a Virna. Altrimenti la perdi per

discorso chiedendo notizie di Virna. ¶ «Ci sposiamo il mese

Sei palloso. Se con Virna non funziona, volti pagina

e basta». ¶ «Più di Virna?». ¶ «No. E poi io

E poi io amo Virna». ¶ «Sto corteggiando una donna

massimo. Stavo pensando a Virna. Era tornata da qualche

speranza di vedere entrare Virna. Razionalmente sapevo che era

perdonare». ¶ Pensai ancora a Virna. Mi venne la tentazione

sete quando pensavo a Virna. Mi mancava. Ero tentato

fumare in silenzio. Arrivò Virna trafelata. L’abbronzatura le

il brandy spagnolo invecchiato. Virna iniziò a parlare dei

Bussarono alla porta. Era Virna. «Rudy mi ha detto

doccia. La presenza di Virna mi metteva a disagio

con parcelle esorbitanti. Anche Virna si faceva vedere spesso

qualcosa chiamo Rudy. O Virna...». ¶ Lo fulminai con un

di chiedergli notizie di Virna, ma rinunciai per non

questo momento mi sembri Virna con tutte le sue

il cellulare e chiamai Virna. «Le parole hanno ancora