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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
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1896
«Davanti a me è il grande
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1896
nebbia, attingon l’acqua, a fatica la innalzano e
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1896
atto alleviatore.... ¶ Fui condotto a Villa Galatea dodicenne, alla
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vesta, più non rispondeva a’ miei richiami dolorosi.... Ed
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1896
di argento, mal bastava a fugare le ombre che
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1896
ancora, apparì da lì a poco. Era una alta
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1896
ben poco. Sedette accanto a me e con le
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1896
nello stesso pensiero: intenti a ricercare ne’ miei lineamenti
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1896
anni, da che viveva a Santa Galatea, con la
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1896
lunghe ore da tutti. A Vico, l’altro figliuolo
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1896
altro figliuolo, che viveva a Milano, era dato il
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1896
del passato secolo, vicino a mia cugina, la guardava
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1896
rado ella si volgeva a me, o schiudeva la
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1896
sì! ella viveva ancora a Santa Galatea; la vedeva
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1896
suo paziente lavoro, interrompeva a un tratto l’opera
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1896
paura. ¶ Ma un giorno, a pranzo.... oh! il solito
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signora bionda e pallida, a lato di mia madre
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Oh se la ricordo! a Nizza; arrivò improvvisa, dalla
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mai più!... ¶ Mi misi a piangere pel dolore e
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1896
improvviso si levò, venne a me silenziosa, mi prese
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1896
bocca, aperta al sorriso, a me parve sentire sgorgare
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1896
la nota voce sorella a quella di mia madre
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1896
giorno nulla più venne a turbare la grande quiete
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1896
monotona la quotidiana vita a Santa Galatea. Un giovane
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1896
quattro volte per settimana a farmi declinare latinamente; io
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1896
prima vedeva lo zio; a pranzo, per pochi minuti
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1896
mi permisero di andarla a vedere. Il dì seguente
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1896
bella iniziale del trecento, a mezzo incompiuta, parea sorridere
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1896
da quel breve momento a pranzo: da allora io
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1896
serrava il cuore. Ripensava a mia madre, ai dolorosi
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1896
deserto: passò cupo, pallido, a testa bassa, come sotto
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1896
oscura era calata sino a terra. La donna facendosi
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1896
essa, un vecchio che a prima vista non ravvisai
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1896
Guardando ancora trasalii tutto. ¶ A’ piedi del letto, appoggiato
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1896
serrava la gola. ¶ Vicino a me la vecchia fantesca
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preoccupazione. Ciò non potè a meno di meravigliarmi, chè
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Voglio provare: forse riuscirò a vederlo. E cercherò anche
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1896
aveva detto, non potei a meno di sorridere per
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Agnese ogni mattina riluceva a oro, si leggeva a
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a oro, si leggeva a ben visibili caratteri: «Ense
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1896
signor Enrico... ¶ Mi legava a fraülein Delfina una ben
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1896
giorni che avea preso a frequentare la casa del
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1896
che dovea un pochino a lei i miei progressi
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grave. Sospendere la lezione a Franz, il prediletto de
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1896
Nörten. ¶ — Venite, Heinrich, venite a vedere. ¶ La ringraziai grato
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1896
professore che non dava a nessuno la pena di
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1896
in aria. Aiutai Delfina a rimettere un poco d
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Io proseguii: ¶ — Voleva chiedere a vostro padre se mi
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di parlare di ciò a mio padre.... ¶ — Lo credete
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1896
manine bianche che seguitava a tenere prigioniere tra le
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1896
fondo alla via; ritorna a casa, finalmente! ¶ Ci lasciammo
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1896
fece cenno che andava a cambiarsi e che sarebbe
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1896
rientrò, mi si sedette a lato e.... c’immergemmo
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1896
all’orizzonte, si avvicina a noi, ma prende tosto
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1896
dileguata, il cielo ritorna a risplendere più limpido e
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1896
errore che mi mandava a rotoli tutto il già
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1896
compagnia – andavamo avanti; dietro a noi veniva paternamente il
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1896
Franz s’ostinavano ancora a non accorgersi di nulla
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1896
cifre da svolgere, io a bruciapelo lo pregai di
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1896
un momento: e giù, a dirotto, gli dissi tutto
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1896
al tavolino, leggeva. ¶ Davanti a lui la grossa lampada
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1896
Il professore si volse a me e mi fece
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1896
terrazzino e m’invitò a mettere l’occhio al
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1896
me non pensava che a straziarmi ancora con i
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1896
mia fantasia che andava a vapore – io teneva sempre
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1896
mano, e mi condusse a sedere in un angolo
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1896
Egli si mise davanti a me. ¶ Sotto di noi
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1896
ora sto per dire a te credo di non
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1896
non averlo mai detto a nessun altri, neppure alla
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1896
bella età precisa quando a Pisa.... ¶ Lo guardai sbalordito
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1896
sentimento e non tardò a corrispondermi. Essa non era
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1896
tutto differenti, affatto opposte a quelle in mezzo alle
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1896
una straniera in mezzo a noi, nella mia casa
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1896
Un giorno la vidi a un tratto farsi allegra
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1896
la teneva ancora avvinta a me, ch’ella fosse
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1896
Delfina, che somiglia tutta a sua madre.... In questi
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matrimonio.... Non potei far a meno di recarmi alla
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1896
tomba, da tutti dimenticata, a portarvi un fiore.... perchè
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1896
e non sarà mai. A Delfina parlerò io: essa
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1896
del dovere mi obbliga a fare l’opposto di
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1896
stazione io vedeva davanti a me il lungo binario
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1896
portarmi via. In fondo a quelle due liste ferrate
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1896
tettoia per vedere sfilare a sè dinanzi e poi
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1896
pazza sua corsa sino a quel cantuccio di terra
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1896
neri occhi scintillanti, vestito a bruno: la fronte spaziosa
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1896
apparenza, negletto non bastava a nascondere la squisita eleganza
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1896
azzurro del cielo sereno. A colui si diresse il
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la via per andare a.... Al nome il ferroviere
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1896
maravigliato, guardò il viaggiatore a lungo, poi mormorò: ¶ — Ma
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1896
accennò ad una viuzza a destra: ¶ — Prenda questa strada
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1896
alla viuzza indicata e a passo lesto vi sì
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1896
sulla via dei campi. A sinistra e a destra
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1896
campi. A sinistra e a destra le siepi, tristi
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1896
null’altro gli riusciva a trarre dalla mente che
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1896
deserta, alzò gli occhi a sè davanti. In alto
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1896
in quel momento. Però a’ suoi piedi, ridente contrasto
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1896
il nero palazzotto foggiato a castello, sorgeva in mezzo
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1896
castello, sorgeva in mezzo a quel breve cespo di
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1896
prima sereno, s’era a poco a poco coperto
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1896
s’era a poco a poco coperto di un
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1896
da’ quali il sole a sprazzi obliqui si proiettava
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1896
che pendeva al pilastro a dritta. La campanella risuonò
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1896
chi era colui che a quell’ora veniva a
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1896
a quell’ora veniva a rompere la pace del
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1896
Mi riconosci? – chiese egli, a testa bassa, al vecchio
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Max. ¶ Il vecchio servo a cui la improvvisa emozione
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il visitatore. ¶ E soggiunse a voce più bassa: ¶ — Lo
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subito. Non dire mai a nessuno che io sono
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Una signora; era vestita a bruno: non l’avevo
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1896
poi entrare. Si limitò a girar un poco per
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1896
al Castello per andare a prendere le chiavi, e
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1896
chiavi e si provò a introdurne una, la più
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1896
inoltrò subito e prese a salire la breve rampa
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della ruggine, le tende a grossi fiorami fatti tristi
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si arrestò pallidissimo. ¶ — Dà a me la chiave, Max
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madre, egli era prossimo a rivivere per un momento
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bruno e severo, accanto a sua madre. E la
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Lui. Così ella diceva a lui, bambinetto ignaro. E
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e piangeva, talvolta, piangeva a lungo.... Così, talvolta, rimaneva
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1896
fiammeggiava nel suo cervello. A’ piedi di quell’inginocchiatoio
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suo sangue; quel tappeto, a larghe macchie stinte, s
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angolo della stanza, venne a lui, misteriosamente, come una
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dolce nota voce giunse a lui, nella quiete immensa
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del nonno parve rischiararsi a un sorriso e il
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1896
frattempo s’era inginocchiato a pregare per la povera
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1896
del vecchio custode era a destra, appoggiata alle nere
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di piante, lasciate padrone a loro stesse, quale libero
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venute ruvide e brutali a farsi padrone d’ogni
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sedile, sul quale veniva a sedersi, mentre io giuocava
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dei novelli intrusi venuti a soffocarli, per salutarlo con
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si fermò un momento a guardare la valle luminosa
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Tonino però si affrettò a rinchiudere la finestra, perchè
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Sior Tonino fu pronto a sedersi sui cuscini di
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freschi batteva in volto a sior Tonino; gli alberi
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non so altro! – prese a cantare Rico. ¶ Sior Tonino
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Conte lo aveva mandato a chiamare perchè aiutasse la
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aiutasse la contessina Nenè a non dimenticare ciò che
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diavolo di Rico, passava a volo davanti alle vigne
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ammirato, venendosene lemme lemme, a piedi, al mattino all
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non ardiva confessare neppure a sè stesso. ¶ Altri due
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nell’autunno, era venuta a prendersi la contessina Nenè
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la contessina Nenè e a portarsela via. Ella ora
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arrossì come una fanciulla a quest’ultimo appellativo crudele
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del suo imbarazzo. ¶ Fortunatamente a trarlo dalla terribile situazione
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buona vecchia figura avvezza a compatire – che gli si
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buona idea di andare a trarlo d’imbarazzo in
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far essa da cavaliere a sior Tonino, vista la
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vinse subito, appena seduto a tavola. ¶ Il pranzo seguì
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come in sogno – che a un certo punto la
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anche che qualcuno brindasse a lui: forse il Conte
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cavaliere, che gli parlò a lungo con bonomia, piena
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ombre violette.... ¶ * ¶ * * ¶ Sul tardi, a notte fatta, furono incendiati
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un alto cespuglio: intorno a lui era buio e
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da viaggio e cominciò a leggere, tutta raccolta: ¶ «L
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piena sempre da mane a sera di carri e
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ginocchia occupato ed attentissimo a stritolare i bei chicchi
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Io che andava spesso a trovarlo, aveva finito per
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casa. Aveva un figlio, a Milano, che si era
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di crome e biscrome.... A lui, maestro Piero, aveva
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avanti! – era corso dietro a quella bella signora con
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l’entusiasmo s’era a poco a poco calmato
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s’era a poco a poco calmato e i
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ne andasse con esso a caccia della fortuna, con
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francese: l’aveva comprata a Parigi, nei primi anni
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della Rivoluzione era venuta a finire nelle mani del
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destinato la vecchia reliquia a dividere con lui la
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di quei bei giorni a parlargli della sua Arte
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piena di foglie e, a suo tempo, di grappoli
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ove le piante facevano a quale veniva su più
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latta, forse – ma dipinta a foglie di lauro ad
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di applausi.... In mezzo a tutte queste sue care
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e divenuto, pel tempo, a dispetto del buon pittore
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ha venticinque anni, è a Milano e fa il
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maestro Piero. ¶ — Non somiglia a voi, maestro, nei gusti
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Io era l’unico a cui maestro Piero aveva
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figlio veniva molto raramente a trovarlo, occupato come era
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trovarlo, occupato come era a Milano a fare fortuna
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come era a Milano a fare fortuna. ¶ Così passava
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e il suo caffè; a decifrare le sue vecchie
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le sue vecchie cartaccie, a pestare la sua spinetta
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la sua spinetta e a respirare la polvere in
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una elegante casina bianca a due piani, dalle persiane
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vergognoso, così povero, vicino a tanto lusso! Dove già
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aveva alfine fatto fortuna a Milano: aveva sposato la
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mercante! Quando aveva condotto a far conoscere al padre
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aria l’orticello e, a vapore, ne avevano cavato
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essi ch’eran venuti a usurpare il posto ove
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sciorinato un grande tappeto a fiorami rossi e verdi
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grosso globo di vetro a specchio, che ci rifletteva
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che ci rifletteva entrambi a gambe all’aria e
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sua ombra gigantesca veniva a ricordare, lungo tutta la
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povero paesello raccolto umilmente a’ suoi piedi. ¶ Sebbene molto
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caccia, chè in quanto a questo, il giovine conte
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ritorno al castello che a tarda sera, pieno di
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mai aveva posto mente a donne: anzi, dicono i
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da lui mandato segretamente a spiare terreno, gli dava
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e nessuno era venuto a toglierla dall’abbattimento mortale
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assicurarvi che nulla abbiate a temere: egli ora è
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la contessina non potè a meno, rassicurata alquanto, di
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un pugno di neve a’ piedi della collina, e
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sua scomparsa. Gli occhi a quel pensiero le s
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e si buttò ginocchioni a terra pregando Iddio che
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era caduta. ¶ Di lì a poco entrava l’ancella
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per lei, rispettosamente seduto a’ suoi piedi. ¶ Egli aveva
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pallido e tremante, inginocchiato a’ suoi piedi, le confessò
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colpa per me aspirare a l’amore di sì
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sera l’ancella venne a pregarla che si degnasse
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guardò nuovamente mal credendo a’ propri occhi.... Ma il
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di cavaliere. ¶ Egli inginocchiato a’ suoi piedi le diceva
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l’acqua dormente. Vicino a lui sull’erba è
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al praticello che intorno a lui agita sommessamente i
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circonfusa di luce e a lenti passi si dirige
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roccie che vengon proprio a lambire l’acqua dello
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volge una breve invocazione a Morfeo, il dio che
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flauto che già piacque a Syrene: da prima fioco
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flauto di Pane seguita a salire, dolcissimo, nella notte
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testa reclinata si solleva a poco a poco, si
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si solleva a poco a poco, si apron gli
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fedeli ninfèe: e sembra a volta un cigno, una
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le ninfèe son pronte a serrarsi intorno al bel
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primissime ancelle di Aurora. A malincuore la dea si
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sul margine dello stagno, a guardare la bella che
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quel primo paesello, sconosciuto a tutti, che sta svegliandosi
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invitano frettolosamente i viaggiatori a riprender posto nel treno
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signora voleva avere vicino a sè, nel cimitero di
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del curato e andai a bussare alla sua porta
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mattino ed era corso a dare un’occhiata ai
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poco conosciuto, che riceveva, a dir molto, una o
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visite di faccie nuove a l’anno. ¶ — Troverà ben
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del morticino che andavamo a visitare. Il fatto del
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tranquillamente tutte le mattine a lavorare nei campi. Difatti
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e confusa, poi andò a baciare la mano del
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in mezzo alle quali a mala pena si distinguevano
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che lo lasci sempre a te.... in nessun altro