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Giacomo Leopardi, Canti, 1837

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
1
1837
dite; ¶ Chi la ridusse a tale? E questo è
2
1837
Italia mia, ¶ Le genti a vincer nata ¶ E nella
3
1837
qual tanta possanza ¶ Valse a spogliarti il manto e
4
1837
soffri al dubitoso evento? ¶ A che pugna in quei
5
1837
L'antiche età, che a morte ¶ Per la patria
6
1837
patria correan le genti a squadre; ¶ E voi sempre
7
1837
e duro? ¶ Parea ch'a danza e non a
8
1837
a danza e non a morte andasse ¶ Ciascun de
9
1837
Ciascun de' vostri, o a splendido convito: ¶ Ma v
10
1837
una mandra ¶ Or salta a quello in tergo e
11
1837
Persi d'infinito affanno, ¶ A poco a poco vinti
12
1837
infinito affanno, ¶ A poco a poco vinti dalle piaghe
13
1837
si rivolga. ¶ O Italia, a cor ti stia ¶ Far
14
1837
Ma non sorgea dentro a tue mura un sasso
15
1837
mura un sasso, ¶ Firenze, a quello per la cui
16
1837
o canto ¶ Si debbe, a cui non pur cure
17
1837
nella dolce impresa? ¶ Quali a voi note invio, sì
18
1837
care arti divine, ¶ Conforto a nostra sventurata gente, ¶ Fra
19
1837
ruine ¶ Gl'itali pregi a celebrare intente. ¶ Ecco voglioso
20
1837
guai ¶ Pianga tua stirpe a tutto il mondo oscura
21
1837
Oggi ridotta sì che a quel che vedi, ¶ Fu
22
1837
Qual tu forse mirando a te non credi. ¶ Taccio
23
1837
te che il fato ¶ A viver non dannò fra
24
1837
braccio ¶ L'itala moglie a barbaro soldato; ¶ Non predar
25
1837
Tratte l'opre divine a miseranda ¶ Schiavitude oltre l
26
1837
qual misfatto? ¶ Perché venimmo a sì perversi tempi? ¶ Perché
27
1837
morire, ¶ Acerbo fato? onde a stranieri ed empi ¶ Nostra
28
1837
belve immensa guerra. ¶ Cadeano a squadre a squadre ¶ Semivestiti
29
1837
guerra. ¶ Cadeano a squadre a squadre ¶ Semivestiti, maceri e
30
1837
rimoti, ¶ Quando più bella a noi l'età sorride
31
1837
noi l'età sorride, ¶ A tutto il mondo ignoti
32
1837
di chi vi spinse ¶ A pugnar contra lei, ¶ Sì
33
1837
Pietà nascesse in core ¶ A tal de' suoi ch
34
1837
parti. ¶ Non si conviene a sì corrotta usanza ¶ Questa
35
1837
DELLA REPUBBLICA" ¶ Italo ardito, a che giammai non posi
36
1837
I nostri padri? ed a parlar gli meni ¶ A
37
1837
a parlar gli meni ¶ A questo secol morto, al
38
1837
or vieni ¶ Sì forte a' nostri orecchi e sì
39
1837
il nostro disperato obblio, ¶ A percoter ne rieda ogni
40
1837
il suol quasi dischiude, ¶ A ricercar s'a questa
41
1837
dischiude, ¶ A ricercar s'a questa età sì tarda
42
1837
tutto ¶ Non siam periti? A voi forse il futuro
43
1837
De' nostri alti parenti, ¶ A te ne caglia, a
44
1837
A te ne caglia, a te cui fato aspira
45
1837
sepolti, ¶ I vetusti divini, a cui natura ¶ Parlò senza
46
1837
turpe, e l'aura a volo ¶ Più faville rapia
47
1837
affoga. Oh te beato, ¶ A cui fu vita il
48
1837
fu vita il pianto! A noi le fasce ¶ Cinse
49
1837
fasce ¶ Cinse il fastidio; a noi presso la culla
50
1837
maggior pianeta? ¶ Ecco svaniro a un punto, ¶ E figurato
51
1837
il nulla s'accresce. A noi ti vieta ¶ Il
52
1837
O giardini, o palagi! a voi pensando, ¶ In mille
53
1837
O Torquato, o Torquato, a noi l'eccelsa ¶ Tua
54
1837
mente allora, il pianto ¶ A te, non altro, preparava
55
1837
dolce canto ¶ Non valse a consolarti o a sciorre
56
1837
valse a consolarti o a sciorre il gelo ¶ Onde
57
1837
volta? ¶ Da te fino a quest'ora uom non
58
1837
etate indegno ¶ Allobrogo feroce, a cui dal polo ¶ Maschia
59
1837
la scena ¶ Mosse guerra a' tiranni: almen si dia
60
1837
preme ai nostri innanzi a tutto. ¶ Disdegnando e fremendo
61
1837
salita è la turba a un sol confine, ¶ Che
62
1837
Che il duro cielo a noi prescrisse impara, ¶ Sorella
63
1837
Al ciel ne caglia: a te nel petto sieda
64
1837
foco ¶ Domar fu dato. A senno vostro il saggio
65
1837
Col divo carro accerchia, a voi s'inchina. ¶ Ragion
66
1837
nostra etate ¶ Io chieggo a voi. La santa ¶ Fiamma
67
1837
l'alma di quello a cui nel petto ¶ Non
68
1837
rallegra il cor quando a tenzone ¶ Scendono i venti
69
1837
O spose, ¶ O verginette, a voi ¶ Chi de' perigli
70
1837
il pianto ¶ Della virtude a tollerar s'avvezzi ¶ La
71
1837
nel conservato scudo. ¶ Virginia, a te la molle ¶ Gota
72
1837
all'Erebo scendesti ¶ Volonterosa. A me disfiori e scioglia
73
1837
i membri, o padre; a me s'appresti, ¶ Dicea
74
1837
ancora ¶ Che più bello a' tuoi dì splendesse il
75
1837
un'altra volta. ¶ V ¶ A UN VINCITORE NEL PALLONE
76
1837
cara ¶ Gli antichi esempi a rinnovar prepara. ¶ Del barbarico
77
1837
Della menzogna il vero? A noi di lieti ¶ Inganni
78
1837
la mente. ¶ Nostra vita a che val? solo a
79
1837
a che val? solo a spregiarla: ¶ Beata allor che
80
1837
l'Orsa algida preme, ¶ A spezzar le romane inclite
81
1837
e ti si volge a tergo ¶ Il pentimento. A
82
1837
a tergo ¶ Il pentimento. A voi, marmorei numi, ¶ (Se
83
1837
O su le nubi) a voi ludibrio e scherno
84
1837
È la prole infelice ¶ A cui templi chiedeste, e
85
1837
degli empi ¶ Siedi, Giove, a tutela? e quando esulta
86
1837
di morte: e se a cessar non vale ¶ Gli
87
1837
e pura etade ¶ Natura a noi prescrisse, ¶ Reina un
88
1837
Diva. Or poi ch'a terra ¶ Sparse i regni
89
1837
farebbe ¶ O tenebroso ingegno. A voi, fra quante ¶ Stirpi
90
1837
Prometeo, la vita increbbe; ¶ A voi le morte ripe
91
1837
pende, ¶ Soli, o miseri, a voi Giove contende. ¶ E
92
1837
e mal s'affida ¶ A putridi nepoti ¶ L'onor
93
1837
suprema ¶ De' miseri vendetta. A me dintorno ¶ Le penne
94
1837
petti e gl'innocenti a paro ¶ In freddo orror
95
1837
sciagura e il pianto ¶ A novi liti e nove
96
1837
Labanide: invitto ¶ Amor, ch'a lunghi esigli e lunghi
97
1837
selve ¶ Nasce beata prole, a cui non sugge ¶ Pallida
98
1837
Pallida cura il petto, a cui le membra ¶ Fera
99
1837
Grave carro di Giove a noi sul capo, ¶ Tonando
100
1837
empia ¶ Sorte non fenno. A' tuoi superbi regni ¶ Vile
101
1837
pupille invano ¶ Supplichevole intendo. A me non ride ¶ L
102
1837
Morremo. Il velo indegno a terra sparto ¶ Rifuggirà l
103
1837
Rifuggirà l'ignudo animo a Dite, ¶ E il crudo
104
1837
IL PRIMO AMORE ¶ Tornami a mente il dì che
105
1837
Io mirava colei ch'a questo core ¶ Primiera il
106
1837
il core in forse a palpitar si mosse! ¶ E
107
1837
ogni voce il core, a ogni sembianza. ¶ E lunga
108
1837
ricercava, ¶ Com'è quando a distesa Olimpo piove ¶ Malinconicamente
109
1837
nove Soli, in questo a pianger nato ¶ Quando facevi
110
1837
dolore. ¶ E l'occhio a terra chino o in
111
1837
non oprava. ¶ Al cielo, a voi, gentili anime, io
112
1837
campi esulta, ¶ Sì ch'a mirarla intenerisce il core
113
1837
Gli altri augelli contenti, a gara insieme ¶ Per lo
114
1837
in villa. ¶ Tutta vestita a festa ¶ La gioventù del
115
1837
Tu, solingo augellin, venuto a sera ¶ Del viver che
116
1837
Del viver che daranno a te le stelle, ¶ Certo
117
1837
frutto ¶ Ogni vostra vaghezza. ¶ A me, se di vecchiezza
118
1837
io quello ¶ Infinito silenzio a questa voce ¶ Vo comparando
119
1837
benigno ¶ Appare in vista, a salutar m'affaccio, ¶ E
120
1837
mi fece all'affanno. A te la speme ¶ Nego
121
1837
ti rimembra ¶ In sogno a quanti oggi piacesti, e
122
1837
piacesti, e quanti ¶ Piacquero a te: non io, non
123
1837
Intanto io chieggo ¶ Quanto a viver mi resti, e
124
1837
Dell'artigian, che riede a tarda notte, ¶ Dopo i
125
1837
si stringe il core, ¶ A pensar come tutto al
126
1837
li sentieri ¶ Lontanando morire a poco a poco, ¶ Già
127
1837
Lontanando morire a poco a poco, ¶ Già similmente mi
128
1837
venia pien d'angoscia a rimirarti: ¶ E tu pendevi
129
1837
Immensa ¶ Doglia m'oppresse a queste voci il petto
130
1837
indarno ¶ L'umana speme. A desiar colei ¶ Che d
131
1837
tenerella salma ¶ Provar dovesse, a me restasse intera ¶ Questa
132
1837
Son disgiunte in eterno. A me non vivi ¶ E
133
1837
Di questa vita come a danza o gioco ¶ Il
134
1837
avea già rotto, ed a questi occhi ¶ Non altro
135
1837
stanze ¶ L'arguto canto; a palpitar si move ¶ Questo
136
1837
e balze o dentro ¶ A deserti edifici, in su
137
1837
Del pallido ladron ch'a teso orecchio ¶ Il fragor
138
1837
Infesto alle malvage menti, ¶ A me sempre benigno il
139
1837
Se core e lena a sospirar m'avanza. ¶ XVII
140
1837
già non più, che a mezzo ¶ Il quinto lustro
141
1837
lungo andar nessuno ¶ Resta a colui che della terra
142
1837
fianco, da pietà condotta ¶ A consolare il suo deserto
143
1837
sola e sempre eragli a mente, ¶ Per divina beltà
144
1837
discioglie, ¶ Lei, già mossa a partir, presa per mano
145
1837
molto, ¶ Come sai, ripregata a me discende, ¶ Non temuta
146
1837
chiegga ¶ Non si nega a chi muor. Né già
147
1837
del dono, io semispento, a cui ¶ Straniera man le
148
1837
per alcun tempo; ¶ Non a te, non altrui; che
149
1837
Con riposato cor: che a sostentarla ¶ Bastato sempre il
150
1837
non consente il cielo ¶ A natura terrena. Amar tant
151
1837
sovra ¶ Gl'immortali beato, a cui tu schiuda ¶ Il
152
1837
calcar della tua soglia, ¶ A quella voce angelica, all
153
1837
né molto andò, che a lui col suono ¶ Mancò
154
1837
la sorte avara ¶ Ch'a noi t'asconde, agli
155
1837
solo ¶ Per novo calle a peregrina stanza ¶ Verrà lo
156
1837
t'amasse in terra, a lui pur fora ¶ Questo
157
1837
mortal vita saria ¶ Simile a quella che nel cielo
158
1837
miei; di te pensando, ¶ A palpitar mi sveglio. E
159
1837
oprar, quel procurar che a degno ¶ Obbietto non intende
160
1837
ozio vive: ¶ Che non a sé, non ad altrui
161
1837
avea natura ¶ Necessità diverse, a cui non senza ¶ Opra
162
1837
bruti ¶ La progenie infinita, a cui pur solo, ¶ Né
163
1837
Né men vano che a noi, vive nel petto
164
1837
Desio d'esser beati; a quello intenta ¶ Che a
165
1837
a quello intenta ¶ Che a lor vita è mestier
166
1837
prole. Or s'altri, a sdegno ¶ I vòti anni
167
1837
mano, ¶ I tardi fati a prevenir condotto, ¶ In se
168
1837
notte e il giorno; a lui dal labbro ¶ Mai
169
1837
siede ¶ Noia immortale, incontro a cui non puote ¶ Vigor
170
1837
cosa mortale. ¶ Altri, quasi a fuggir volto la trista
171
1837
di marte ¶ Si elegge a passar l'ore, e
172
1837
ma grave, amaro, infesto ¶ A chi patria non ha
173
1837
e del ciel, fecondamente ¶ A noi la vaga fantasia
174
1837
Per volger d'anni; a cui serbare eterna ¶ La
175
1837
abbella, ¶ Morte, deserto avviva. A te conceda ¶ Tanta ventura
176
1837
ora estrema ¶ Mi fieno, a ricordar, bramate e piante
177
1837
E dell'eterne cose; a che prodotta, ¶ A che
178
1837
cose; a che prodotta, ¶ A che d'affanni e
179
1837
carca ¶ L'umana stirpe; a quale ultimo intento ¶ Lei
180
1837
fato e la natura; a cui ¶ Tanto nostro dolor
181
1837
quali ordini e leggi a che si volva ¶ Questo
182
1837
e brevi ¶ Il cielo a noi sortì. ¶ Chi dalla
183
1837
error beato, ¶ Per sempre a voi negato ¶ Questo mio
184
1837
mi dà. ¶ Meco ritorna a vivere ¶ La piaggia, il
185
1837
duolo, ¶ Or d'altro a lei non cal. ¶ So
186
1837
trova; ¶ Che lui, fuggendo, a prova ¶ Schernisce ogni mortal
187
1837
spirar mi dà. ¶ XXI ¶ A SILVIA ¶ Silvia, rimembri ancora
188
1837
e sconsolato, ¶ E tornami a doler di mia sventura
189
1837
Tornare ancor per uso a contemplarvi ¶ Sul paterno giardino
190
1837
vostro ¶ E delle luci a voi compagne! allora ¶ Che
191
1837
età verde ¶ Sarei dannato a consumare in questo ¶ Natio
192
1837
mio, sebben di fuori ¶ A persona giammai non ne
193
1837
senza vita; ed aspro a forza ¶ Tra lo stuol
194
1837
chiaror delle nevi, intorno a queste ¶ Ampie finestre sibilando
195
1837
indegno ¶ Mistero delle cose a noi si mostra ¶ Pien
196
1837
età! sempre, parlando, ¶ Ritorno a voi; che per andar
197
1837
veggo. Ahi, ma qualvolta ¶ A voi ripenso, o mie
198
1837
mie speranze antiche, ¶ Ed a quel caro immaginar mio
199
1837
Il fuggitivo spirto, ed a me stesso ¶ In sul
200
1837
primieramente ¶ Sorridon le donzelle; a gara intorno ¶ Ogni cosa
201
1837
e chiami? ¶ Fugaci giorni! a somigliar d'un lampo
202
1837
sventura esser può, se a lui già scorsa ¶ Quella
203
1837
Del labbro tuo, ch'a me giungesse, il volto
204
1837
L'antico amor. Se a feste anco talvolta, ¶ Se
205
1837
feste anco talvolta, ¶ Se a radunanze io movo, infra
206
1837
stesso ¶ Dico: o Nerina, a radunanze, a feste ¶ Tu
207
1837
o Nerina, a radunanze, a feste ¶ Tu non ti
208
1837
calli? ¶ Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
209
1837
ispera. ¶ Dimmi, o luna: a che vale ¶ Al pastor
210
1837
vita, ¶ La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
211
1837
mortale. ¶ Nasce l'uomo a fatica, ¶ Ed è rischio
212
1837
il genitore ¶ Il prende a consolar dell'esser nato
213
1837
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
214
1837
amore ¶ Rida la primavera, ¶ A chi giovi l'ardore
215
1837
mia greggia ¶ Seguirmi viaggiando a mano a mano; ¶ E
216
1837
Seguirmi viaggiando a mano a mano; ¶ E quando miro
217
1837
Dico fra me pensando: ¶ A che tante facelle? ¶ Che
218
1837
contento ¶ Avrà fors'altri; a me la vita è
219
1837
E non ho fino a qui cagion di pianto
220
1837
chiederei: ¶ Dimmi: perché giacendo ¶ A bell'agio, ozioso, ¶ S
221
1837
o cuna, ¶ È funesto a chi nasce il dì
222
1837
lavoro usato. ¶ L'artigiano a mirar l'umido cielo
223
1837
in su l'uscio; a prova ¶ Vien fuor la
224
1837
Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua ¶ Della
225
1837
tanto amore ¶ L'uomo a' suoi studi intende? ¶ O
226
1837
noi. ¶ Pene tu spargi a larga mano; il duolo
227
1837
vicine ¶ Su la scala a filar la vecchierella, ¶ Incontro
228
1837
festa che viene; ¶ Ed a quel suon diresti ¶ Che
229
1837
festa ¶ Ch'anco tardi a venir non ti sia
230
1837
giorni, ¶ Pensier che innanzi a me sì spesso torni
231
1837
Che tu quivi prendesti a far dimora! ¶ Ratto d
232
1837
solo, gigante, in mezzo a lei. ¶ Che divenute son
233
1837
la vana spene, ¶ Allato a quella gioia, ¶ Gioia celeste
234
1837
sassi ¶ Dello scabro Apennino ¶ A un campo verde che
235
1837
Quasi in lieto giardino, a te ritorno, ¶ E ristora
236
1837
altri desiri, ¶ Fuor ch'a te somiglianti, altri sospiri
237
1837
sorriso ¶ Le sue minacce a contemplar m'affiso. ¶ Sempre
238
1837
Dell'umana viltà subito a sdegno. ¶ Di questa età
239
1837
vede; ¶ Maggior mi sento. A scherno ¶ Ho gli umani
240
1837
e il vario volgo ¶ A' bei pensieri infesto, ¶ E
241
1837
degno tuo disprezzator, calpesto. ¶ A quello onde tu movi
242
1837
mortali in terra ¶ Pose a tanto patir senz'altro
243
1837
Verso un tal segno a incominciare il corso: ¶ Che
244
1837
mortal deserto ¶ Non venni a te, che queste nostre
245
1837
pria, che in grembo a morte. ¶ E tu per
246
1837
Meco sarai per morte a un tempo spento: ¶ Ch
247
1837
un tempo spento: ¶ Ch'a vivi segni dentro l
248
1837
infievolir. Quanto più torno ¶ A riveder colei ¶ Della qual
249
1837
è caro ¶ MENANDRO ¶ Fratelli, a un tempo stesso, Amore
250
1837
annulla. ¶ Bellissima fanciulla, ¶ Dolce a veder, non quale ¶ La
251
1837
signore ¶ Come per questo a perigliar fu pronto: ¶ Ch
252
1837
spaura ¶ Allor questo deserto: a sé la terra ¶ Forse
253
1837
il fianco, ¶ Né tornasse a veder l'amara luce
254
1837
la disciplina. Anco sovente, ¶ A tal venuto il gran
255
1837
lor casi il mondo, ¶ A cui pace e vecchiezza
256
1837
tardar più, t'inchina ¶ A disusati preghi, ¶ Chiudi alla
257
1837
tuo virgineo seno. ¶ XXVIII ¶ A SE STESSO ¶ Or poserai
258
1837
brutto ¶ Poter che, ascoso, a comun danno impera, ¶ E
259
1837
fuggitivo ¶ Per abitati lochi a me lampeggia ¶ In altri
260
1837
quasi ridesta, ¶ Nell'alma a sgomentarsi ancor vicina ¶ Quella
261
1837
vestita ¶ Della bruna viola, a me si offerse ¶ L
262
1837
fianco ¶ Non punto inerme a viva forza impresse ¶ Il
263
1837
fitto ¶ Ululando portai finch'a quel giorno ¶ Si fu
264
1837
spesso incolpa ¶ La donna a torto. A quella eccelsa
265
1837
La donna a torto. A quella eccelsa imago ¶ Sorge
266
1837
lungo ¶ Servaggio ed aspro a tollerar condotto. ¶ Or ti
267
1837
Sei del tuo sesso a cui piegar sostenni ¶ L
268
1837
sostenni ¶ L'altero capo, a cui spontaneo porsi ¶ L
269
1837
ciglio mio ¶ Supplichevol vedesti, a te dinanzi ¶ Me timido
270
1837
ogni atto ¶ Spiar sommessamente, a' tuoi superbi ¶ Fastidi impallidir
271
1837
E spezzato con esso, a terra sparso ¶ Il giogo
272
1837
È notte senza stelle a mezzo il verno, ¶ Già
273
1837
Già del fato mortale a me bastante ¶ E conforto
274
1837
Sì per tempo abbandoni? a queste soglie ¶ Tornerai tu
275
1837
sia, tristo il ricetto ¶ A cui movi o giocondo
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per sempre. Il loco ¶ A cui movi, è sotterra
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Perché sovra ogni male, ¶ A chi si parte, a
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A chi si parte, a chi rimane in vita
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Morir che tu destini ¶ A tutti noi che senza
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chi more invidiabil sorte ¶ A colui che la morte
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anni insieme, ¶ E dire a quella addio senz'altra
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per lieve forza, ¶ Sozzo a vedere, abominoso, abbietto ¶ Divien
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spirto umano, ¶ Quasi come a diporto ¶ Ardito notator per
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Nilo, ¶ E da Boston a Goa, correr dell'alma
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Felicità su l'orme a gara ansando ¶ Regni, imperi
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ed or disprezzerà, contenta ¶ A polizze di cambio. E
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Con mediocrità, regneran sempre, ¶ A galleggiar sortiti. Imperio e
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I rozzi panni ¶ Lasciando a prova agricoltori e fabbri
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o più leggiadri ¶ Certamente a veder, tappeti e coltri
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arsa cucina. ¶ Da Parigi a Calais, di quivi a
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a Calais, di quivi a Londra, ¶ Da Londra a
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a Londra, ¶ Da Londra a Liverpool, rapido tanto ¶ Sarà
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braccia accoglie ¶ La levatrice! a cui veder s'aspetta
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opra ¶ Di possente vapore, a milioni ¶ Impresse in un
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universo, e di savere a questa ¶ Ed alle età
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volto, ¶ Perché gli stessi a lui fuscelli e fogli
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quantunque ¶ D'alto artificio a contemplar, non prima ¶ Vede
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prima ¶ Vede perfetta, ch'a disfarla imprende, ¶ Le parti
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dispensando altrove. ¶ E indarno a preservar se stesso ed
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Preme il fragil mortale, a perir fatto ¶ Irreparabilmente: indi
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alcuna, ¶ L'uomo obbliando, a ricercar si diero ¶ Una
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con quanta cura ¶ Convienci a quel dell'anno, al
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penso ¶ Materia far; che a quelli, ognor crescendo, ¶ Provveggono
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che sorge. ¶ Mira dinanzi a te come s'allegra
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sicuro. ¶ E tu comincia a salutar col riso ¶ Gl
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Ridi, o tenera prole: a te serbato ¶ È di
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ragione; e vede ¶ Che a sé l'umana sede
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l'umana sede, ¶ Esso a lei veramente è fatto
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che sentenzia ogni animale a morte, ¶ S'anco mezza
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Che il deserto consola. A queste piagge ¶ Venga colui
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Vanno adulando, ancora ¶ Ch'a ludibrio talora ¶ T'abbian
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vai sognando, e servo a un tempo ¶ Vuoi di
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stolto, ¶ Quel che nato a perir, nutrito in pene
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nutrito in pene, ¶ Dice, a goder son fatto, ¶ E
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orbe, promettendo in terra ¶ A popoli che un'onda
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Distrugge sì, che avanza ¶ A gran pena di lor
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natura è quella ¶ Che a sollevar s'ardisce ¶ Gli
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ma dà la colpa a quella ¶ Che veramente è
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chiama inimica; e incontro a questa ¶ Congiunta esser pensando
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queste rive, ¶ Che, desolate, a bruno ¶ Veste il flutto
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poi che gli occhi a quelle luci appunto, ¶ Ch
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quelle luci appunto, ¶ Ch'a lor sembrano un punto
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guisa ¶ Che un punto a petto a lor son
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un punto a petto a lor son terra e
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terra e mare ¶ Veracemente; a cui ¶ L'uomo non
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quasi di stelle, ¶ Ch'a noi paion qual nebbia
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noi paion qual nebbia, a cui non l'uomo
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le ricchezze che adunate a prova ¶ Con lungo affaticar
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Sorgon dall'altra banda, a cui sgabello ¶ Son le
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intento ¶ Ai vigneti, che a stento in questi campi
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siede tremenda, ancor minaccia ¶ A lui strage ed ai
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Su l'arenoso dorso, a cui riluce ¶ Di Capri
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il vento. ¶ Esso, tornando, a volo ¶ Dal bosco alla
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Quando fanciullo io venni ¶ A pormi con le Muse
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La mi condusse intorno ¶ A veder l'officina. ¶ Mostrommi
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veder l'officina. ¶ Mostrommi a parte a parte ¶ Gli
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officina. ¶ Mostrommi a parte a parte ¶ Gli strumenti dell
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E i servigi diversi ¶ A che ciascun di loro
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è stanca? ¶ Rispose: hassi a rifar, ma il tempo
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notte, che mi torna a mente ¶ In riveder la
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guardo; infin che venne ¶ A dar di colpo in
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immergi e spegni. Anzi a quel modo ¶ La luna
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prato ¶ Si spegneva annerando a poco a poco, ¶ E
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spegneva annerando a poco a poco, ¶ E ne fumavan
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sommergermi, o nembi, insino a tanto ¶ Che il sole
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argento ¶ Gli arbori ch'a quel loco eran ghirlanda
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su per l'aria a poco a poco, ¶ E
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l'aria a poco a poco, ¶ E far sovra
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sovra il suo capo a quella ammanto. ¶ Veniva il
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ogni momento, ¶ Tal che a forza era desto e
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mar toccava. ¶ Già tutto a cieca oscuritade in grembo
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è lontano. ¶ Tu presso a porre il piede ¶ In