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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La strage degli innocenti, 1632

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
1
1632
percosse, ¶ non valse allora a ravisarla alcuno; ¶ oltre che
2
1632
mille. ¶ Fusse in grado a le stelle, o cari
3
1632
o cari figli, ¶ ch’a mio talento, in mia
4
1632
l’acque profonde? ¶ cibo a i cani, a gli
5
1632
cibo a i cani, a gli augelli? o fatto
6
1632
convienti. ¶ Violenza di ferro a viva forza ¶ pietoso affatto
7
1632
et invita ¶ Erode ancora a provedere a i suoi
8
1632
Erode ancora a provedere a i suoi -. ¶ Così le
9
1632
l braccio non valse, a fare il foco: ¶ nel
10
1632
il pianto. ¶ È presente a tal vista, e tanta
11
1632
che sembra orrida tigre a cui tolt’abbia ¶ il
12
1632
l’alto Nifate. ¶ Tosto a tor l’altro infante
13
1632
farlo, o crudi, incenerire a pieno ¶ vi bastava riporlo
14
1632
bene, ¶ rifiuto l’altra, a voi la dono in
15
1632
altro non viva -. ¶ Spada a quel dir, di sangue
16
1632
cento e cento punte a morte, ¶ onde dubbiosa l
17
1632
fra tante ¶ piaghe, ch’a la sua fuga aprian
18
1632
iniquo e rio, ¶ or a voi sol di vendicar
19
1632
proprio sangue tinto, ¶ et a pena il credei, cadere
20
1632
ch’una sol morte a tanto danno ¶ parve piccola
21
1632
tanto danno ¶ parve piccola a pena e breve affanno
22
1632
suo profondo, ¶ e sferra a battagliar con gli elementi
23
1632
in sala et ecco a pena giunto ¶ Doride la
24
1632
Doride la reina arriva a punto. ¶ A punto allor
25
1632
reina arriva a punto. ¶ A punto allor de la
26
1632
sdruscito il picciol corpo a piè le giacque; ¶ tempestato
27
1632
tempestato di piaghe era, a vedello, ¶ con cent’occhi
28
1632
i languidetti giri, ¶ disciolse a i pianti, a i
29
1632
disciolse a i pianti, a i dolci accenti il
30
1632
ria Megera, ¶ ti mosse a incrudelir qual rabbia immane
31
1632
destra ardita ¶ pur indugio a squarciar di questa il
32
1632
miglior se quando uscisti ¶ a trar vagiti in cambio
33
1632
sé medesmo avaro, ¶ troppo a torto ti fu, stolta
34
1632
or dia di sangue». ¶ A queste note intenerissi alquanto
35
1632
il pianto, ¶ affetto novo a l’anima ferina. ¶ Snudato
36
1632
fallace uman consiglio: ¶ trovi a punto colà, dove credesti
37
1632
fuor per la piaga a la sanguigna piena, ¶ così
38
1632
in mar vermiglio. ¶ «Ecco a che fiera vista, occhi
39
1632
dolente, ¶ (che più state a serrarvi?) il Ciel vi
40
1632
per dare il varco a i tepidi torrenti ¶ forse
41
1632
morto al natal, nato a la morte? ¶ Piangerò, lasso
42
1632
squadre, ¶ non s’anco a l’ombra tua mi
43
1632
non fui, m’appello a torto. ¶ Fui mostro infame
44
1632
mal tardi m’avveggio, ¶ a gli uccisi fanciulli invidia
45
1632
di novo spogliarle, et a le crude ¶ fere espor
46
1632
animaletti e fuggitivi ¶ sembrano a’ peregrini et a’ pastori
47
1632
sembrano a’ peregrini et a’ pastori ¶ animate faville, atomi
48
1632
e fra ligustri ¶ vanno a libar queste dolcezze e
49
1632
risponde). Ho ben dispetto a pena ¶ d’esser steril
50
1632
Erode eterno essempio, ¶ Malecche, a cui dal perfido commesso
51
1632
dopo i tempi adusti ¶ a librar l’anno, o
52
1632
i giorni, ¶ vanno schierati a depredar gli arbusti ¶ a
53
1632
a depredar gli arbusti ¶ a fila a fila turbini
54
1632
gli arbusti ¶ a fila a fila turbini di storni
55
1632
alte mandò le voci a Dio ¶ che da’ colli
56
1632
e la misera plebe a mal sì grave ¶ altro
57
1632
casetta ¶ l’oltraggioso Malecche a forza entrando, ¶ vede duo
58
1632
entrando, ¶ vede duo figli a vaga giovinetta ¶ l’uno
59
1632
vaga giovinetta ¶ l’uno a piè, l’altro in
60
1632
in sen star riposando; ¶ a l’un con liete
61
1632
di saluto ecco veloce ¶ a quel che dorme il
62
1632
addormenta, ¶ e gl’insegna a saper come vicini ¶ hanno
63
1632
e conficca la lingua a la mammella. ¶ Misera avea
64
1632
l’entrata, ¶ e ’ncontro a nobil giovane si spinge
65
1632
il ferro tinge, ¶ et a piaga di legge il
66
1632
il braccio forte ¶ accoppia a quel meschin piaga di
67
1632
langue. ¶ Versa in grembo a la madre il figlio
68
1632
vermiglio ¶ macchia il seno a la madre, il volto
69
1632
gemelli, ¶ e l’una a l’altro in guisa
70
1632
gemelli del ciel pareano a punto. ¶ La forma è
71
1632
vo’ che l’un a l’altro invidia porte
72
1632
arrandella colà d’onde a la sala ¶ l’aria
73
1632
sì ch’ei viene a pagar, rotto e battuto
74
1632
e battuto ¶ di sangue a ciascun grado ampio tributo
75
1632
modesta umil fanciulla ¶ custode a duo bambin siede e
76
1632
un sol padre, ¶ onde a l’uno è madrigna
77
1632
l’uno è madrigna, a l’altro è madre
78
1632
l’altro fanciul ritienla a freno ¶ pietà se non
79
1632
salvo ¶ tolse pur dianzi a l’acque al ferro
80
1632
e già la lascia ¶ a vista sì crudel l
81
1632
men fermi ¶ imeneo stretta a pena avea disciolta, ¶ ma
82
1632
spicca; ¶ quei del fiato a la gola il varco
83
1632
e mesce, ¶ e marito a la notte il dì
84
1632
or ne vegno ¶ poco a te lieto e fortunato
85
1632
e fortunato messo. ¶ Lungo a narrar del tuo sublime
86
1632
ne venìa per gradirti a i danni suoi; ¶ piani
87
1632
virtù del regio editto, ¶ a ciascun che per uso
88
1632
rotto il tenero stame a mille vite. ¶ Fuorché strida
89
1632
pronta, ¶ troppo la voglia a soddisfarti intensa. ¶ Ebri di
90
1632
l’ascolta. ¶ «Mentre esseguito a pien l’alto statuto
91
1632
commista ¶ dal cor traendo, a l’un dicea – Figliuolo
92
1632
ciò che per rabbia a quelle ¶ or a me
93
1632
rabbia a quelle ¶ or a me per pietà non
94
1632
Poi sospira e soggiunge: – A te commetto, ¶ vaso fedele
95
1632
rivolse ¶ del nostro duca a l’impeto la voce
96
1632
Meraviglia fu ben ch’a noi non fosse ¶ nota
97
1632
superbo, ¶ e perché questo a i servi suoi fedeli
98
1632
suoi fedeli? ¶ Ma vendetta a vederne ancor mi serbo
99
1632
contesta ¶ di sottil maglia a guisa di corazza; ¶ l
100
1632
ne’ membri minuti ancora a pena ¶ loco a la
101
1632
ancora a pena ¶ loco a la piaga il piagator
102
1632
e ne l’aspetto ¶ a l’estinto fanciullo egual
103
1632
or le bionde pompe ¶ a scossa a scossa le
104
1632
bionde pompe ¶ a scossa a scossa le divelle e
105
1632
intorno intorno il rota. ¶ A quell’orrenda e dispietata
106
1632
altro non sa, rivolta a Dio, ¶ e scoppiandole il
107
1632
di fier visaggio, ¶ rozzo a gli arnesi e spaventoso
108
1632
gli arnesi e spaventoso a gli atti. ¶ Non credi
109
1632
volse e disse: «Or a costei, ¶ che t’ha
110
1632
furore armato ¶ feminil debolezza a far contesa? ¶ Timor crudo
111
1632
morte, allora allora, ¶ trapassato a la madre insieme il
112
1632
quasi farsetto indosso ¶ ch’a pena il ricopria fin
113
1632
che l’accarezza, ¶ ridendo a l’assassin «Babbo» gli
114
1632
poi la pietà cesse a l’orgoglio. ¶ Volgesi a
115
1632
a l’orgoglio. ¶ Volgesi a l’altra, e fra
116
1632
quasi ingordo mastin dietro a la preda; ¶ ella vagante
117
1632
pegno ¶ reggea col tergo a un punto e con
118
1632
damma ¶ la qual ricovri a le sue siepi ombrose
119
1632
poco maggiore ¶ parte condotti a la spietata reggia, ¶ sì
120
1632
l’estremo suo fatto a lettre vive ¶ con vermigli
121
1632
amaro al gusto; ¶ drizza a le fauci, ond’inghiotta
122
1632
Iva il terzo trescando a salto a salto ¶ sovra
123
1632
terzo trescando a salto a salto ¶ sovra un finto
124
1632
sa qual repentino assalto ¶ a morte crudelissima il condanna
125
1632
e quivi il lassa ¶ a giostrar con la morte
126
1632
in vano, ¶ ché frapostosi a caso in sé la
127
1632
non ha imparato anco a temere. ¶ La mal avventurosa
128
1632
sepolto. ¶ Qual fu Niobe a veder quando dal cielo
129
1632
regendo amor la mano a sì fier’opra, ¶ per
130
1632
massa ¶ di frammenti avanzati a gli altrui sdegni, ¶ altro
131
1632
ohimè, le forme altere a vaghe ¶ che da la
132
1632
fine il primo giorno a i giorni suoi. ¶ Di
133
1632
e sanguinosi monti, ¶ spaventoso a pensar, spazia e passeggia
134
1632
man le cicatrici. ¶ Sembra a punto di tana uscito
135
1632
nave sdruscita e giunta a riva. ¶ Vorrebbe a nuoto
136
1632
giunta a riva. ¶ Vorrebbe a nuoto alcun su per
137
1632
che taciturna e sola ¶ a l’estinto figliuol protesa
138
1632
il fier Malecche toglie ¶ a vie più d’un
139
1632
e i vecchi padri a rallegrarsi invita, ¶ mentre lo
140
1632
Contento sì, ma non a pien contento ¶ in palagio
141
1632
pien contento ¶ in palagio a ritrarsi il re ne
142
1632
reliquie ancor rimase. ¶ Malecche a sé chiamò; tra’ più
143
1632
miglior de’ duo rigato a caso ¶ d’un gran
144
1632
d’un gran fregio a traverso abbia perduto; ¶ ne
145
1632
sicura, ¶ quindi Siene aprica a dietro lassa, ¶ e nel
146
1632
nel centro d’Egitto a Menfi passa. ¶ Qui, finché
147
1632
rivolse ¶ la man rugosa a l’essercizio antico, ¶ e
148
1632
alto disegno, ¶ o prendesse a trattar con pronto stile
149
1632
poca parte. ¶ Di fortuna a schernir gli scherni e
150
1632
usò quest’arte ¶ procacciando a se stesso alcun sostegno
151
1632
se stesso alcun sostegno, ¶ a la dolce consorte, al
152
1632
oscura e vile, ¶ ch’a ritrar tant’orror vien
153
1632
e vita ¶ dar seppe a l’ombre et animar
154
1632
sparge querele, ¶ e quasi a nova strage ancora irrita
155
1632
l feritor crudele, ¶ or a i miei inchiostri i
156
1632
afflitto e smorto ¶ giunto a l’Occaso, e pur
157
1632
amati ¶ portate in braccio a più sicuri nidi! ¶ Ecco
158
1632
più sicuri nidi! ¶ Ecco a lor danno e vostro
159
1632
e capace, e quasi a foggia ¶ fatta di tempio
160
1632
volse il fier tiranno a cielo aperto ¶ la tragedia
161
1632
sol coverto ¶ opportuno teatro a l’empia festa. ¶ Quivi
162
1632
balcon sublime et erto ¶ a riguardar l’uccision funesta
163
1632
ascose ¶ tener sue frodi a la pietà celeste, ¶ ma
164
1632
ma non l’ascose a voi, schiere pietose, ¶ Angeli
165
1632
ancora alcun non era ¶ a scior la lingua perfetta
166
1632
traverso il guardo gira ¶ a le pallide madri, a
167
1632
a le pallide madri, a i mesti figli. ¶ Indi
168
1632
accoglie, ¶ quinci il manda a le fauci, indi a
169
1632
a le fauci, indi a la bocca; ¶ gonfia e
170
1632
e risponde tonando Eco a le note. ¶ Udito il
171
1632
gemon gli uccisi. ¶ Quanti a l’ultimo spirito spiraro
172
1632
ultimo spirito spiraro ¶ ch’a i primi sospiri aprian
173
1632
acerbissima provaro, ¶ che conosciuta a pena avean la vita
174
1632
luce alma e gradita? ¶ a quanti fu con disusato
175
1632
nodo? ¶ O qual era a veder fuggir tremanti ¶ per
176
1632
molli al sangue, intenerite a i pianti ¶ contan che
177
1632
triste, ¶ e quasi assiso a dilettosa scena ¶ si fa
178
1632
pena. ¶ Non così suole a lo splendor de l
179
1632
coloro ¶ l’infausto lampo a la sua vista è
180
1632
né men gli apporta a l’anima ristoro ¶ il
181
1632
gli caccia. ¶ Quei svelto a forza e con furor
182
1632
e la semplice bocca a chi l’impiaga ¶ sporge
183
1632
il torel non spoppato a lei davante ¶ d’angosciosi
184
1632
cadde e congiunse ¶ mano a man, volto a volto
185
1632
mano a man, volto a volto e seno a
186
1632
a volto e seno a seno. ¶ Stillò dal cor
187
1632
non voglio; ¶ conceder tanto a crudo cor ben lice
188
1632
meco, ¶ or mi vaglia a mercé ch’io mora
189
1632
indugi? e ’n fino a quando? ¶ come il folgor
190
1632
abbia ¶ troppo picciole membra a tanta rabbia. ¶ Al repentino
191
1632
non sanno. ¶ Né meno a sé ch’a i
192
1632
meno a sé ch’a i figli, in quel
193
1632
cordoglio. ¶ Io vo’ ch’a queste mie vittime prime
194
1632
lo stame in terra a i lor teneri giorni
195
1632
in Ciel Parca immortale a la lor vita ¶ torca
196
1632
che sia quel tempo a pien maturo ¶ ch’a
197
1632
a pien maturo ¶ ch’a lo scampo commun fu
198
1632
de’ crini ¶ trecciatura leggiadra a l’aura spande. ¶ Di
199
1632
ma la fiamma celeste a volo sciolta ¶ fatta in
200
1632
agnello, ¶ se non ch’a piè del taciturno speco
201
1632
lo cui rauco susurro a chi là giace ¶ rende
202
1632
è la sua vesta. ¶ A pena ciglio stupido e
203
1632
rari ¶ nube d’odori a lusingar le nari. ¶ Là
204
1632
il volo, e vide a schiere a schiere ¶ mille
205
1632
e vide a schiere a schiere ¶ mille intorno vagar
206
1632
non vere, ¶ anzi tosto a que’ rai che gli
207
1632
velate ¶ porta le membra a meraviglia bella. ¶ Ali ha
208
1632
d’inchiostro di luce a lettre aurate. ¶ Qui spesso
209
1632
lettre aurate. ¶ Qui spesso a i cari suoi ciò
210
1632
in Patmo e prima a Cristo in seno, ¶ gli
211
1632
ciel d’amore ¶ vide, a i sensi mortali in
212
1632
l’ali distende ¶ et a Giuseppe addormentato appare. ¶ L
213
1632
sonno e ’l sogno a l’atre lor magioni
214
1632
sbigottito e stupefatto ¶ parla a la vergin sua sposa
215
1632
lagna. ¶ Corre il vecchio a la culla e quindi
216
1632
vita; ¶ fa’ tu ch’a buon camin drizzino il
217
1632
santo ¶ già tutto accinto a maturar la fuga, ¶ già
218
1632
gli asciuga, ¶ e compiangendo a le miserie umane ¶ lava
219
1632
Dove in un cesto a guisa pur di cuna
220
1632
e con la diva a piedi ¶ segue pian piano
221
1632
sett’urne piene, ¶ ch’a parir d’Asia e
222
1632
pon due nomi diversi a le sue rive. ¶ Vede
223
1632
colonne al ciel, basi a le sfere, ¶ e ricoprir
224
1632
la lor vasta mole ¶ a le selve la luce
225
1632
mummia salubre il dono a noi. ¶ De l’eterna
226
1632
leon conobber Dio, ¶ et a lambirlo il cocodrilo uscio
227
1632
inchinàr l’onde et a le membra lasse ¶ alimento
228
1632
de le gelate brume ¶ a schermirlo con manti e
229
1632
precorre ovunque vada, ¶ simile a quello, al volto et
230
1632
quello, al volto et a la vesta ¶ che l
231
1632
ostro e di zaffiro a volo. ¶ Ammirando il diadema
232
1632
tanti ¶ e tali accenti a sostener non uso, ¶ chiude
233
1632
al santo vecchio, ¶ et a l’occhio che manca
234
1632
l’oggetto affrena et a l’infermo orecchio. ¶ Sorge
235
1632
recisa ¶ apre il varco a la voce in questa
236
1632
luci ¶ stupide alzar presumo a sì gran raggi ¶ tutto
237
1632
tacita e nera, ¶ vigilante a l’insidie et a
238
1632
a l’insidie et a le prede ¶ di ladroni
239
1632
Quindi de’ riti antichi a mancar venne ¶ la superstizion
240
1632
l’altrui spade ¶ stima a i sospetti suoi patria
241
1632
gran pezza attento ¶ stette a quel ragionar saggio e
242
1632
e tante ¶ s’aperse a gloria eterna eterne porte
243
1632
il brando, ¶ far contrasto a i princìpi, i quai
244
1632
e che ben guardi ¶ a quel che poi vietar
245
1632
dominio, e lice ¶ sempre a signor novello esser severo
246
1632
novello esser severo. ¶ Anzi, a terrore altrui non si
247
1632
non si disdice ¶ farsi a torto talor crudele e
248
1632
ragion del dever cede a lo sdegno, ¶ o cede
249
1632
sdegno, ¶ o cede almeno a la ragion del regno
250
1632
non fia giamai ¶ ch’a la corona tua machini
251
1632
inganno, ¶ da la fama a temer però non hai
252
1632
de’ grandi; ¶ son carissimi a Dio però ch’ei
253
1632
non fu che quivi a caso ardesse, ¶ ma fu
254
1632
vaga ¶ di novità volga a suo senno e giri
255
1632
come sia, s’infinga ¶ a suo senno, e piacer
256
1632
io non dica ¶ ch’a gran re gran sospetto
257
1632
al mio pro ch’a l’altrui danno. ¶ Io
258
1632
rege e voi, ¶ ch’a i ripari del mal
259
1632
non puoi? ¶ La cosa a quel ch’espresso omai
260
1632
la nave e giunga a riva; ¶ tronchisi i membri
261
1632
pèra il reo, ¶ s’a l’innocenza in grembo
262
1632
si pregia ¶ per sottrarre a gran rischio anima regia
263
1632
vie men turbato ¶ ciglio a’ suoi detti il re
264
1632
Sorge, e dà tosto a i principi commiato, ¶ machinator
265
1632
non spera». ¶ Così vicin a rimaner Racchele ¶ orba de
266
1632
opra crudele ¶ si stese a piè del tribunal di
267
1632
Dio; ¶ tolse il freno a la voce, e sciolse
268
1632
umani cori, anzi ferini ¶ a quali infamie inusitate e
269
1632
agnel l’ostia diletta ¶ a la salute altrui non
270
1632
ei versi ¶ largo prezzo a comprar mille universi? ¶ Così
271
1632
qual angelo è puro a te davante? ¶ o qual
272
1632
costante, ¶ perché sì calde a te lacrime io stilli
273
1632
m’è bel quanto a te piace, ¶ e che
274
1632
vèr me non vibri a torto ¶ la liberatrice de
275
1632
sa che sia colpa a pena indegna? ¶ Se piegar
276
1632
altrui supplici note, ¶ volgiti a questi miei fervidi preghi
277
1632
preghi ¶ né voler ch’a Pietà pietà si neghi
278
1632
neghi. ¶ Apri il grembo a le grazie, aprilo e
279
1632
Ne la sua fronte, a gli Angeli sì cara
280
1632
asconde, ¶ tutto e parte a se stesso, e centro
281
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foco. ¶ Tremaro i poli a la sua voce, e
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e Noto, ¶ lo striscio a gli angui, a gli
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striscio a gli angui, a gli augeletti il volo
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augeletti il volo ¶ diedi, a le fere il corso
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le fere il corso, a i pesci il nuoto
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dapoi che ’l meschino a perder venne, ¶ colpa sai
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ammanta, ¶ finch’ei venga a fornir laggiù quell’opra
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d’alcun torto abbia a dolersi. ¶ Figlia, ciò non
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grand’agio. ¶ Non vuole a lui qual proprio uscì
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vela e cinge; ¶ Giusippo a l’aria, al volto
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l’aria, al volto, a ciascun atto ¶ quale e
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oscuri e densi ¶ cinto, a l’onda superba, al
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nato. ¶ Del novo germe, a te fatal nemico, ¶ troppo
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un che l’ire a fren ritegna ¶ del rio
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affanno e d’angoscia a vòto sfida, ¶ imperversa, minaccia
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pascolo accresce ¶ d’esca a la fiamma, o mantice
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intorno e nocer tenta ¶ a quel medesmo ardor che
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rode, ¶ né trova loco a l’inquieto ingegno, ¶ e
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passar da strano clima, ¶ a rodergli pensier crudi e
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sollevata turba messagiera, ¶ et a capi e ministri in
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ma per servire, ¶ non a furarti il regno in
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re palesa ¶ ciò ch’a lui di temer porge
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porge sospetto; ¶ Urizeo, ch’a buon fin la mente
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dal petto; ¶ Burucco, ch’a la strage ha l
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ha l’alma accesa, ¶ a contrario pensier scopre l
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babilonica testura ¶ regi superbi a le superbe mura. ¶ De
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anni, ¶ quai più lontani a lui, quai più vicini
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sei scaglioni ¶ quasi custodi a’ fianchi aurei leoni. ¶ Quivi
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essangue ¶ volge tre volte a l’adunato stuolo. ¶ Poi
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talora ¶ dal folto mento a pel a pel si
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folto mento a pel a pel si tira. ¶ Al
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spavento ¶ turba i riposi a le mie notti oscure
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questo ¶ capo real, ch’a me, non so s
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contro me stesso incrudelisco a torto? ¶ Strider per tutto
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Strider per tutto intorno a queste mura ¶ i nemici
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al fin vagheggi ¶ scritta a vermiglio, dentro ’l sangue
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prede ¶ ronzando in cima a i fior, com’han
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in sul nov’anno ¶ a i lor dolci covili
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per fé, per senno, a i primi gradi ascese
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stil voce soave, ¶ et a gli accenti accompagnando i
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in quel che chiedi a consigliarti io veggio: ¶ se
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forse il peggio) ¶ sarò a la patria, a Dio
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sarò a la patria, a Dio nemico espresso, ¶ traditore
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al mio re, crudo a me stesso. ¶ Pur non
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frettoloso ¶ raro adivien ch’a lieto fine riesca. ¶ Né
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fren raccorre, ¶ ché s’a giogo di legge il
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non ha libero principe a sopporre, ¶ dritto è però
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i servi. ¶ Che giova a gran signor popoli e
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empie voglie il freno ¶ a crudel precipizio allentar meno
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vòta e destrutta ¶ abbia a restar da cittadina spada
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difenda allora, ¶ se germogliante a la stagione acerba ¶ un
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onora et ama, ¶ ch’a te lontano ancor del
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il suo braccio possente ¶ a’ danni tuoi, deh qual
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studio umano che vale? a che l’afflitto ¶ popolo
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l’afflitto ¶ popolo affliggi? a che t’opponi al
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alcun velo ¶ terrallo ascoso a tuo mal grado il
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perpetua notte ¶ Furia crudele a insospettir erode. ¶ Egli, che
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gode, ¶ ma per opporsi a la crudel fortuna ¶ i
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crudel fortuna ¶ i satrapi a consiglio al fin raduna
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stringe di cento aspidi a traverso; ¶ di tai legami
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vergini vicine ¶ sono assistenti a l’infernal tiranno, ¶ e
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di spine ¶ intente sempre a stimular lo stanno. ¶ Crespi
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avrai dal punitor severo ¶ a l’ingiusto fallir giusto
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da l’ombre morte a l’aria viva, ¶ invido
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ricorda ¶ l’andate cose a le presenti accorda. ¶ Vede
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in Galilea ¶ nunzio celeste a verginella umile, ¶ che la
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e saluta, e come a dea ¶ le reca i
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vento, ¶ fiorir d’Engaddo a mezzo verno i dumi
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Vede aprir l’uscio a triplicato sole ¶ la reggia
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vede la mole ¶ sacra a la bella dea ch
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cole ¶ sua deità, precipitati a terra, ¶ e la terra
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de’ tre presaghi eroi. ¶ A i nuovi mostri, a
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A i nuovi mostri, a i non pensati mali
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converte, ¶ né men ch’a morte a se stesso
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men ch’a morte a se stesso mortali ¶ già
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gran mistero ¶ la meraviglia a i chiari ingegni ascosa
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invisibil lume ¶ si riveli a pastor mentre che nasce
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impicciolisca; ¶ che la gloria a soffrir venga gli affanni
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che l’eternità soggiaccia a gli anni; ¶ et oltre
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nodo ei solve. ¶ Mentre a machine nove alza l
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non poss’io tòrre a natura il seggio ¶ e
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il seggio ¶ e mutare a le stelle ordine e
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speme di morte. ¶ Volse a le forme sue semplici
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le miserie ancor venga a turbarmi? ¶ Ah non se
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val fuor di speranza ¶ a lo stato primier volger
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gli uomini al sangue, a trattar l’armi, ¶ tu
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col che ti piaccia, a un cenno ¶ trar le
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or battendo l’ale ¶ a riveder quelle mal nate
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et oscura: ¶ stan sempre a i gridi altrui chiuse
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entro ’l suo teschio a la crudele ¶ porta in
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porta in sangue stemprato a bere il fele. ¶ Le
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Pascon quivi per entro a l’aer fosco ¶ Minotauri
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e van per tutto a schiere ¶ Sfinge, iene, ceraste
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Acabbe e Faraone. ¶ Tale à l’albergo, e quinci
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veloce ¶ la quarta Furia a la terribil voce. ¶ A
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a la terribil voce. ¶ A costei la sua mente
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la sua mente aperse a pena ¶ l’imperador de
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fe’ piombar gli augelletti a mezzo ’l volo. ¶ Tosto
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oscura ¶ venne quel mostro a vomitar l’Inferno, ¶ parvero
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grave ¶ togliea la luce a i pigri occhi mortali
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n Bettelem lo scettro, a le moleste ¶ cure involato
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funeste ¶ di Tebe apparve a le sanguigne cene, ¶ ricerca
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Scorso l’albergo tutto a le secrete ¶ ritirate sen
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piume il re posa a grand’agio. ¶ Non vuole
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sereno ¶ con chiare stelle a i lor trionfi arrise
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Aquilon con l’ali a freno ¶ sì vaghe danze
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freno ¶ sì vaghe danze a vagheggiar s’assise. ¶ Con
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assise. ¶ Con festevoli plausi a l’aria in seno
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sue ferrate porte ¶ indorate a quei lampi intorno avea
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messaggi ¶ de la celeste a noi luce promessa. ¶ Vedete
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precursori del dì ch’a noi s’appressa. ¶ Tosto
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ombre indora, ¶ chinianci tutti a salutar l’aurora. ¶ Pace
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salutar l’aurora. ¶ Pace a voi, gloria a voi
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Pace a voi, gloria a voi; voi pur giungeste
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dal sommo Duce eletti ¶ a morir pria per lui
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di purpureo nettare conditi, ¶ a i giardini di Dio
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eterni alti conviti; ¶ rami a forza schiantati, a forza
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rami a forza schiantati, a forza tratti ¶ dal tronco
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verginelli che ’n fronte a noi dolenti ¶ il nome
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venite felicissimi bambini, ¶ fresche a recarne omai certe novelle
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luna il volto candido a macchiarsi. ¶ In sì chiaro
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vele il legno assorto ¶ a pena entrato in mar
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in lutta, in grembo a Dio n’alzammo; ¶ noi
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voci e l’ombre a un punto rotte. ¶ Levaro
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lor volti santi ¶ iteravano a prova i baci e