Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944

che gli consegue: («fà a l’amor sott el

il più piccolo appetto a loro, come indegno di

cacciavite o tiravite = buono a nulla: (di artiere, di

ginnasta, ecc.). ¶ CLAUDIO DISIMPARA A VIVERE ¶ Gli zii di

deferente silenzio degli ascoltatori. A nessuno, ch’io ricordi

scienza. ¶ Della scienza applicata a un qualche cosa. ¶ In

Doralice non era riuscita a capire, e men che

e men che meno a far intendere ai giovanetti

aveva corso i monti a sua posta, s’era

donna Carla), si davano a favorir Doralice in misura

un’ora il professore a discorrere con altri ingegneri

che interessavano l’edilizia. A donna Carla, talvolta, susurrava

tariffe, lo aveva preso a guardare con una certa

seduto, Mumi gli odorò a lungo e meticolosamente le

ognuno. Anche gli altri, a modo loro, esistevano: l

dire, persisteva di fronte a lui, ragazzo, circonfusa di

Erano dunque, o parvero a Claudio, dei numi in

preda, lì per lì, a un vasto rinfresco. (Ma

spalle delle signore). ¶ Claudio, a un tratto, sentì che

rivolgeva lo sguardo, come a prevenire un cenno di

certo non fu lui a principiarlo. E non si

si sarebbe pur fermato a tempo: giovine ben padrone

in bianco, si abbandonò a uno strano capriccio: un

un’impertinenza fioritagli tutt’a un tratto sulle labbra

centina in legno, e a questo si provvedeva, se

ardire, poi, di volgersi a donna Carla; ma non

Val più la Madonna, a tener su il ponte

tutti, «lasciate il calcestruzzo a chi ci ha dedicato

perfido.... Lo hai morso a tradimento, come un aspide

per condurre gli studenti a vedere dal di sotto

non erano i fiumaioli, a presenziare la misura, con

sono stati loro, sciocchi, a pigiarsi, ad affollarsi tutti

mentre lo zio badava a gridare: state larghi! ovvia

insegnare scienza delle costruzioni a un centinaio di scapati

I vecchi castani presero a stormire nel leggiero vento

medesimo, ch’e’ proponeva a modello. Specie le capriate

con «luce» (= ampiezza) superiore a ogni transpadano o cispadano

e l’indagine perviene a resultati di alto interesse

corso finitimo e applicato a particolari strutture: il che

spremute di limone». Guai a te daddovero, dineguardi, parlar

casalinga, la si addava a bilanciare con sommesso riguardo

certo aspettarsi che avessero a ricevere una pianta rettangolare

come che fosse: neppure a mano d’un ingegnere

di adattamento e rimessa a nuovo, nella terminologia ufficiale

un restauro e ammodernamento «a scopo locatizio» li aveva

repentini mutamenti di livelletta,5 a non contare le svolte

le cui gambe infrenabili (a quell’epoca non ancora

di prima, da credere a una sorta di domestico

della lungagnata. ¶ A Milano, a maggio, le cose andarono

le cose andarono press’a poco a quel modo

andarono press’a poco a quel modo: se pur

secondo dopo Autari Flavio a Teodolinda regina. La quale

quale d’argento. Scortata a Milano per l’occasione

cui fu deposta, fino a consumazione della festa. È

La frase del «guai a chi la tocca» fu

maggio «radioso», il latte a secchie, per la città

spaccarsi con romore, andare a pezzi, come in franc

Waal: (Transwaal). Questi fornirono a certi anni (1907-1912) i nove

Stato di Orange, 100 chilometri a nord-est-est dalla

una roccia estrusa (eruttiva) a componenti basiche, cioè povera

grandi cavità imbutiformi, dovute a lontana esplosione vulcanica; un

tali imbuti è intorno a Kimberley, altro, pure notevole

violenza de’ fenomeni onde a suo tempo sgorgò, e

grezzo. ¶ 13 «La nera Olona.... a intrefolarsi nel fiotto decumano

nasce da Milano): e, a valle, captazione delle risorgive

La Vettabbia fu adibita a collettore principale di fogna

marcite: donde 10 e insino a 12 fienagioni per anno. Nella

nel Lambro detto settentrionale a Melegnano ossia Marignano. ¶ 14 «Pascoli

Lambro; alt. m. 88), 16 chilometri a sud-est di Milano

ch’era già stato a dieciotto fazioni. ¶ Secoli dopo

guarnigione di Milano, ritraendosi a Mantova in seguito ai

sovrani su cavallo entrorno a Milano (sotto la immancabile

E potrai tu medesimo -a reperirvela (schedario per autori

che smotti, e dirompa a una frana. ¶ 19 «Quattro giorni

Quattro giorni di lasco, a quel grullo». Nel calendadario

non il mercoledì precedente a essa, detto «in capite

sacerdote officiante veste soltanto a domenica i paramenti violacei

le ceneri sulla testa a’ fedeli ripentiti (del troppo

meno positivisticamente l’origine a curiose determinanti alberghiere e

forànei. La sua persona a tipo invadente, accalappiante, zelante

Poca scienza e’ dimandano a usarli. «Maggi» è il

parlata leziosa, l’impianto a destino padronale da quello

destino padronale da quello a destino servile. ¶ 29 «Bordegava», da

brillante punta o vanguardia a ogni ripresa di borsa

alternatori Gadda & C. seguitarono a girare, girare, imperterriti, con

elefante in lavoro, insino a pochi anni or è

gallo in pollaio. Padre a Epimeteo salame e a

a Epimeteo salame e a Prometeo portatore di fuoco

con essi loro prosciolto a opera di Zeus, il

carcerieri nel Tartaro medesimo, a guardia degli incatenati rubelli

sbranar co’ denti, masticare a colpi rubesti: (dial. mil

gli è un carro a mano a due ruote

un carro a mano a due ruote. «Sciscia-bàgol

il sor Giulio, che a Roma lo chiamano viceversa

serbandole per lunghi decenni a titolo di «sacro ricordo

Il portone di strada, a Milano, è aperto: e

pavimenti di legno, impalchettature a tarsìa (1880), ma per lo

ma per lo poi a spina di pesce: (1890-1940). Più

Culto (religioso) dei parquets a Milano: 1890-1915. ¶ 2 «Brumisti» vetturini, conduttori

che è carrozza chiusa a un cavallo. ¶ 3 «Ribaltamento» è

sotto e da dietro a’ mobili quando e’ siano

o zuffo sugli occhi: a celare il più possibile

toilette esterna, fors’anche a causa dello sfondo epilettoide

dovevano faticare non poco a potergli accomodare lo sbuffo

e di porfido. Ebbe (a suo modo) il culto

alquanto mal garbato, e a volte enfatico (lettere a

a volte enfatico (lettere a Giuseppina durante la campagna

una brusquerie da caserma. A’ ricevimenti, (Saint Cloud, Tuileries

riusciva talvolta e spesso a noiar le persone, dovendo

dovendo esser sempre lui a cicalare, de plenitudine majestatis

majestatis, e gli altri a dir di sì, de

cerimonia della incoronazione milanese (a Re d’Italia, il

protagonista la incoronazione parigina (a Imperatore de’ Francesi, il

ancor lui, sempre lui, a Milano come a Parigi

lui, a Milano come a Parigi. Talchè rinnova in

avrebbe avuto troppa efficacia a resuscitar nella chiacchiera (de

podagrosa: che non giovò a nulla, insospettì la Convenzione

mode, d’animo incline a bontà e ad un

su entrambe le sponde, a tutti cara e gradita

e di scialli, riuscì a tenersi a galla con

scialli, riuscì a tenersi a galla con l’Eugenio

Eugenio lo tirava su «à la Rousseau». ¶ La «belle

e dopo il carcere) a quel Giovanni Lamberto Tallien

leggi tra i righi) a Barras (Paolo Giovanni Francesco

di chi poteva pagarglieli. A furia di pazienza, di

servigi resi un po’ a tutti, e a tutte

po’ a tutti, e a tutte, era pervenuta a

a tutte, era pervenuta a salvare anche la casa

e sfogandosi nelle circolari «a tutti i comandi dipendenti

ancor morbida e servizievole a carezze, e magari a

a carezze, e magari a un repentino ritorno del

ch’egli era andato a letto con madame de

tutto un suo ideale a parte, un idealuccio privato

anima al Papa e a tutti i preti d

nel motore di Ferraris a campo magnetico rotante. Fu

e finalmente le mutande, a Milano! ¶ Il decreto, con

Beauharnais il primo console a vita aveva regolato la

e moglie anche davanti a Dio. Tali, poi, Renzo

dunque l’incoronando prepotentello a che il rito della

bel nome italico: buona a raspare, però, tutto quello

qualcosa anche lui, prese a recitar l’orazione con

si batte il ciaraffo a’ regnanti, e’ disperdano la

piccoletto sotto corona davasi a diveder noiato e ristucco

clausole successive della lungagnata. ¶ A Milano, a maggio, le

questione dei parquets tornò a galla, più rognosa di

finanziere, che era riuscito a rasparle fuori di scarsella

come parevano in vena, a un piancito di fienile

la sparizione dei lumi a gas, dopo il 1905, era

dopo il 1905, era arrivata a penetrare il fortilizio gentilesco

passato il più dimestico a tutta la maturità delle

dal nervosismo dei pretendenti: (a una successione sbrigativa). In

notte assonnata si richiudevano, a quel rintocco, nella pietà

col collo nel laccio: a Belfiore. È la Milano

dello spaccio erano legate «a la localitàa....». Ma le

temperamento, alla commozione: o a recedere davanti il trambusto

civiche benemerenze! Vedersi trattato a quel modo! «E nipote

di chi aveva combattuto a Bezzecca!». Immusonì: si abbuiò

non averglielo potuto sospettare a’ bei tempi: come chi

pür, in del Fumagalli, a toeu el so filett

finì con l’esularsi a Tartavalle, in Valsàssina, dove

si scarrozzava «in màchina» a Melzo, a Pizzighettone, a

in màchina» a Melzo, a Pizzighettone, a Casalbuttano, a

a Melzo, a Pizzighettone, a Casalbuttano, a Soresina, e

a Pizzighettone, a Casalbuttano, a Soresina, e per mezza

giovanotto non sapeva più a che Fumagalli votarsi per

Non sapeva dove andare a sbattere. Il terzo pesante

aiutato la signora Inzaghi a traslocare in economia, «cont

cadrèghe e seggette celebrato a san Policarpo, era anche

i mè làster!», discese a spalla tre a tre

discese a spalla tre a tre, quattro a quattro

tre a tre, quattro a quattro, da parere il

che non gli va a scivolar di mano un

ferro smaltato! con dentro, a sforzare, un pacco tutto

nòzz!»:39 e aveva principiato a rotolare e a rotolare

principiato a rotolare e a rotolare di gradino in

gusci d’ostriche centrifugati a ogni nuovo tonfo, che

e nell’acquisita accelerazione a cavaturaccioli verso l’abisso

verso l’abisso eccitò a una rincorsa precipite il

pazzo quadrupede aveva sorpassato a rompicollo la signora Inzaghi

Inzaghi, la quale discendeva a sua volta con tutte

il riottoso recipiente, e a sbuzzargli fuora le trippe

momento la giostra, piantato a gambe larghe sulle sue

e Porta Tosa, stracco, a stomaco vuoto. Strascinava le

cinema Ticinese alla Vedra, a tirare il ròccolo a

a tirare il ròccolo a una qualche ragazza. Con

avevano guardato di sfuggita, a occhi socchiusi: con la

manifesta «mancanza di spiccioli», a quella tragica «penuria di

quasi casigliani della nonna a Via Magolfa: l’Olocati

Calasanzio, pescatore di anime a sbrèndoli, di minorenni, lungo

esser paggi e valletti a tutte le probabilità della

ma.... il n’y a rien à faire.... Non

n’y a rien à faire.... Non intendi?... Parlavo

scioltezza conferitale dalla legge. «A sensi di legge». E

insomma.... che lo costringevano a rinunciare. «En podi pü

ch’el me mena a Müsòcc....». Tracannò in gratitudine

servizio – così umanamente accolte – a spolverare la santità un

po’ malinconica dei Lari, a mutar l’acqua al

delle nostre parti». Guai a chi proponesse loro di

proponesse loro di andar a pescar le domestiche in

un conveniente tirocinio, imparavano a servirsi con la massima

dei dadi Maggi,25 e a padroneggiare nel modo più

domestica. ¶ Alcune pervennero financo a manovrare con cherùbico senno

pochi giri di frase a far intendere a donna

frase a far intendere a donna Elsa come qualmente

venir inforcato e scodellato: a deliziare con qualche petulante

cucina ogni ragionevole tendenza a richiudersi; fece saltare le

breve giro di lune a ingorgare, non si sa

Gian Maria, che, seduto a tavola, preconizzava alla sua

forte – smontò da cima a fondo «l’impianto», del

da dar da mangiare a un cavallo,... ma guarda

poo.... anche quello scopettino a spazzola.... provvisto d’un

pero: ch’egli brandiva a dimostrazione de’ suoi travagli

Cavenaghi non ebbero animo a rifiatare. ¶ Insomma, una ragazza

oggi.... «se stenta oremai a trovànn». ¶ *** ¶ La Maria, da

d’uno scorpione, o a certi pellecchi, a certe

o a certi pellecchi, a certe croste di gorgonzola

sinèddoche, non le andava a fagiolo: e per questo

più al largo....», protestava a sua volta donna Elsa

Tantochè donna Elsa chiamò a raccolta aristotelici spiriti: si

aristotelici spiriti: si provò a ragionare: e bisogna riconoscere

speranza. Donna Elsa pensava a «una cura jodica», e

jodio colloidale», si ripeteva a ogni passo, con martellante

dottore di famiglia, accudiva a certa indagine de laboratorii

al disopra le lenti a pince-nez, con una

po’ ironica. Si limitò a rispondere secco secco: «Vegni

un bel liquido ambrato a cui tentava invano di

Elena.... Del rest, anka a l’opera de maternitàa

l’opera de maternitàa.... A Milano non manca il

neo-ingegnere, soffondersi tutt’a un tratto d’una

in salotto, si arenavano a certe pause piene di

la ostinata montanara opponeva a ogni tentativo d’inchiesta

di donna Elsa rispondeva a occhi bassi, invariabilmente: «son

sofferto....». ¶ «Bè, adesso pensa a guarire: poi vedremo....». Solo

ne sarebbe potuto venir a capo: quello specialista in

la Maria ci andò a guarire, Elsa l’andava

guarire, Elsa l’andava a trovare all’Istituto, nel

comodino di ferro laccato a bianco un bel pacco

coniugi Cavenaghi si trovarono a dover affrontare una crisi

prestito, e la Caterina a mezzo servizio, dovevano permettere

Carolina, semigobba, era sorda: a domandarle che ora era

agenti, eran venuti loro a mancare da qualche tempo

liquefazione nessuno riusciva più a ricostruirla) – ma certo ne

ma erano state disipotecate a loro insaputa. Poichè sembra

Borlotti, dopo aver messo a combaciare polpastrello contro polpastrello

ad anima redenta, e a piede libero, la Banca

nelle sue circolari pubblicitarie, a stampa, battezzava per «metropoli

lavoro» la città prescelta, a imbastirci dentro il suo

laboriosa era stato issato a guisa di stendardo (mendace

ogni dispositivo più adatto a invescare e a giocare

adatto a invescare e a giocare l’avidità e

Il «credito» (sic) adibito a un’unica, spietata bisogna

spietata bisogna: carpire denaro a dei poveri pensionati meridionali

e di Ferrante Aporti, a metter da parte cinque

stai fino! Seguita pure a lavorare! Mo’ hai trovato

per il culo tuo. ¶ A irretire l’anima golosa

o i distratti, così a un press’a poco

così a un press’a poco, si trattasse invece

creditizie e di sovvenzioni a corta scadenza, nell’ambito

il muro della Stagionatura a via Mercato o penetravi

dài, con avvisi pubblicitari a getto continuo, su tutte

azioni della Banca, liquidate a pezze di velluto. E

le soppatte «cremisi» (manco a dirlo) de’ suoi ammiragli

telai di Zoagli, cedola a base d’Epopea Rapsodica

cént, per quanto disipotecate a loro insaputa. Perciò non

Per levar di tasca, a certi bamboloni con la

una vita; per spennarli a modino, sti cocchi de

mamma, senza gli abbino a strillar troppo forte, e

troppo forte, e arrivare a farli finalmente contenti d

dame, – quarantasette, il mondo a fette! – previamente allettate all

fatta. Quarantasette, il mondo a fette. ¶ Una esagitata e

avevan portata in automobile a Milano, fatta pirlare a

a Milano, fatta pirlare a rompicollo per tutta la

fili del tram, abbadava a significare sì sì, no

quattro giorni di lasco, a quel grullo,19 dalla su

aprire istituti di credito a volontà. Soltanto un omarino

lor labbri avvinati, martellandolo a forza, nella cadenza delle

Péder – el bala mèi.... ¶ A bàlen ben – tüti e

come i colleghi: prestare a suo conto quell’opera

lo avevano oggimai ridotto a una specie di San

del nostro tardo seicento, a non dir sette o

Piemonte, se non proprio a Emanuele Filiberto. Calvo come

Petrus, una gran tosse, a tratti, gli squassava il

smagrire e di rattrappirsi a una povera gabbia: dove

dialetto. Aveva sognato, sussultato a ogni incrocio, magari con

e maggio recava sorbetti a’ lattai, e il cader

dovette far capire anche a loro.... dato che i

che «i mè nevód....». A momenti piangeva. «El püsée

quel che è peggio, a seguito di brusca intimazione

il muratore in baracca, a lato il mestier suo

impercettibile e vaghissimo disagio, a non opinare orgasmo, che

anima femminile. ¶ *** ¶ Ma tutt’a un tratto, che è

nocciuole di brillanti»),6 avevano a lei confidato lor anima

magari indugiare un micolino, a una certa caritatevole condiscendenza

caritatevole condiscendenza, indi poco a poco illuminata familiarità, nei

Oh!, quest’è certo, a’ begli anni che loro

del lôkk.8 ¶ «El m’a guardàa i brilànt’....» (El

Madonna, madonna!... El m’a guardàa i brilànt’....». ¶ Verso

i brilànt’....». ¶ Verso sera, a opera finita, a còtica

sera, a opera finita, a còtica deglutita, i Baruffaldi

fune gittata da bordo a bordo, che noncurasse la

gode, gode iteratamente ed a lungo, al fabulare seco

sì sì, certo, anche a lei, anche a lei

anche a lei, anche a lei, certo, il maschio

züff in süi oècc:9 a farsi laceratore del dilicato

di una «creatura impotente a difendersi». Perchè secondo loro

si sentono anche «impotenti a difendersi», oltre tutto, se

del guscio, del coltello a serramànico. ¶ Tuttodì recava notizia

ruminazione di ore, farneticavano a sè stesse parità di

siede rimpetto: guarda: guarda a lungo, «fissandomi con una

brillanti»: entra il treno, a sua volta, in una

gli stagionati padiglioni, quasi a certificarsi e’ fussero tuttora

ognun de’ quali persisteva a rifulgere impagabile e gemmante

la nocciuola era pervenuta a mano dello smerigliatore di

del bicchier di vino: a quell’ora già consustanziàtisi

Pelizza. E tante grazie». ¶ «A rivederci martedì». ¶ Oh confortevole

tu ti senti tenuto a galla come un papa

nei mattini di lavoro! A polmoni pieni, udendo battere

o di Francia: e a’ miei anni la sana

bugie curùli in coppa a dargli il sapore e

Olona delle tintorie gallaratesi a intrefolarsi nel fiotto decumano

il Sèveso color caffè a scolarsi in trincera, nella

scarlatto con su scritto a oro «Facchino patentato»; col

pei lombi del ciclista a rompicollo senza campanello: che

sacco, e nero stivaletto, a discendere dal predellino del

dal predellino del carro: a risalirvi più leste! E

più leste! E subito a mano la lor frusta

occhî sui «dü frank» a dipanar numero e serie

Oh bovisi15 che contrabbandate, a maggio, i primi mazzi

balia, opima e tepente – a voi invece, come a

a voi invece, come a soccorso vero e sicuro

e Croce Verde immortale, a voi la maturità sermoneggiante

speranza. Così nasi brodosi, a febbraio, presagiscono il raffreddore

fieno. Vedendo il sole a temprarsi in Acquario, i

coi baffi, in berretto a visiera: il quale, nel

parole gli avevano buggerati a loro, questi due poveri

modesti fondi: che, superstiti a quelli dei pantaloni dei

nel cielo: come cigli, a tremare sopra misericorde sguardo

impedirà.2 Perchè poi avremo a riposare. ¶ Lucide magnolie specchiavano

darsi grazie ad Alcuno, a Chi ha disegnato gli

unica vita. ¶ Il vento, a folate, accorse dai crinali

l’aperto, vi respiravano a quando a quando, con

vi respiravano a quando a quando, con un lento

stelle vi si specchiavano a rimirarsi. Nell’olezzo e

le mani, per recare a Dio le orazioni della

sciolga vanamente al ritorno, a risuperare l’inutilità. ¶ Una

soldati che avessero tutti a rientrare, spogliarsi, coricarsi: interrompendo

faville.5 Della città erano a dolorare le torri, illividite

fianchi. Una sirena strideva a tratti, lontanando sulla camionàbile

grossi cani e mastini a ringhiare dietro i cancelli

erano come amanti incontro a ventura, nel favore della

possessori dei giardini misteriosi a popolarne di sogni viventi

Nessun treno si udiva a correre, come sogliono, rotolando

tutto chiuso: le barre a contrappeso levate, dimentiche del

di sotto il vôlto a inumidire la strada, rendendone

inumidire la strada, rendendone a mota la polvere. Quando

nè corsetto o giustacuore a fiorami, bretelle come spallari

via sulle loro biciclette, a testa china, come se

stomaco». Quelli che procedono a piedi, recano a spalla

procedono a piedi, recano a spalla una povera giacchetta

Ma qualche altro, simile a benestante, o forse il

con chiodi d’acciaio a rosellina, nel tacco e

l’altre deboli occorrenze, a ogni modo, onde potesse

uno scasso. Di fronte a terzi ed a quarti

fronte a terzi ed a quarti curiosi od ignari

impedirà». Nessuno degli abilitati a pronunziare un veto, a

a pronunziare un veto, a formulare o ad imporre

Così, rese le lenzuola a bande, il bergamasco ragazzo

il garibaldino la pelle a discendere. Contravvenendo entrambi ai

e’ paiono esseri adempienti a un officio, nature in

IL GIROLAMO HA SMESSO.... ¶ A lucidare i parquets,1 in

ribaltamento.3 Ponevan l’occhio a ogni cosa: la mano

bell’e che messo a soqquadro tutta casa: seggiole

canapè e il cavallo a dòndolo del Luciano, e

pericolante sul suo colonnino a torciglione: e bomboniere, Lari

bomboniere, Lari, leonesse, orologi a pendolo, vasi di ciliege

Cigolanti poltrone carriolavano stridendo a barricar gli anditi e

passaggi, o si davano a rincorrere le quattro altre

prima del Quarantotto: rotaie a snodo, di legno lucido

subito «toh! è riuscito a smòverlo!». Magari di poco

quel tantino che bastasse a nettar dalla «lana»4 le

mescer loro in cucina, a opera finita, un qualche

di vino: magari accanto a un pane, a un

accanto a un pane, a un bel piatto di

carichi del loro arsenale a bandoliera. Avevano insomma tutto

li può ammannire, sicchè, a’ suoi lettori, in generoso

il copyright senza badare a sacrifizî. Quanto al milanese

non meno in fretta a lastricare la via dell

non sanno contare fino a undici neanche loro, credono

for life, torna perfettamente a punto. ¶ Ingegneri nati, si

scienze esatte», che servono a tirar su così sbagliate

che l’italiana. Accudivano a studiare il tedesco fin

lein: e seguitavano poi a studiarlo per tutta la

l’imprudenza d’arrivare a impararlo, come l’autore

avrebbero più potuto perseverare a studiarlo. Una «indefessa» tenacia

perdurava anni e decenni a riempire «con un po

diplomabili fagioli,7 inturgidite sìlique a ogni rinnovata stagione: il

Vètsera», che si uccisero a pistolettate nelle note circostanze

essa stessa fu lei a «costar la vita» ai

giovani. (Prosa giornalistica tipo). A distanza di anni, l

de’ tragedi senza tragedia a portata di mano. Gli

combinazioni di otto parole a tre a tre, fanno

otto parole a tre a tre, fanno oggi, e

è tanto imbestiata dietro a loro? ¶ Che ressa, ogni

da un due settimane a quella parte. E invano

della popolazione milanese; accalappiàtolo a perfetta regola d’arte

in gloria. Si sussurra a Milano, ma non potrei

cinque del pomeriggio (questo a detta anche del referto

il Filologico ebbe virtù a mutare o attenuare, nell

tenue velo d’amarezza, a momenti, quasi d’un

fu la prima scuola a dirgli, per quanto in

nil novi sub sole a «L’Elettrotecnica»:15 e la

Una sorta di perìptero, a piano di pavimento, e

una specie di matroneo a primo piano, avviluppano il

vetro, (telaio di ferro), a sbatacchio, verso piastrellati e

che, riflessivi e rimuginanti a ogni loro bisogna, per

non lo metteva neppure a conto immagini: le libere

tutt’al più, modulato a strofe ed antìstrofe, si

gatti che vi andavano a cercare un po’ di

che gli ha preso a fermentare.... e ribolle: e

Solo qualche «intransigente» protesta, a un tratto, esagitato da

baffosa: evocato di soprassalto a cognitiva empirica dal profondo

luogo, che è sacro a Minerva Chilìfera, cioè alla

lingua che si adusa a voler dimandare un micetto

Milanese»23 e sul pianto, a Porta Garibaldi, della rigonfia

lingua straniera (1928) sono adibiti a riprendere il tono (cioè

cioè rifare il verso) a certa conversazione colta o

epoca: non devono attribuirsi a difetto di possibilità lessicali

parte dell’autore o a menomato ossequio della madrelingua

le bianche»: per prestito a domicilio o per prestito

squadrata con ruvido soprappiù a paramento, come a palazzo

soprappiù a paramento, come a palazzo Riccardi: nonchè al

mediante cucchiaretto, o fistola a mo’ di siringa, per

male. E fu questo a vietargli, una volta per

Pequeño: chè lo astrinse a digiuni sempiterni, e lo

del gastrico di caolino a polvere, o magistero di

lo cedevano, il bismuto, a venti volte il costo

voluto ritenere i farmacisti a un profitto del cento

molt’altri, si seguitò a credere e a sostenere

seguitò a credere e a sostenere, a Lukones, fosse

credere e a sostenere, a Lukones, fosse stata la

spada del pesce-spada a perforargli la parete del

avanti, i suoi quartati: a voler raggiungere il fuggitivo

Ma non soffrì torto a persona un capello, nè

un occhio in guerra. «A los Reyes salud! Y

Reyes salud! Y levante à nos los cansados, Dios

come adempirvi, pur seguitando a coltivar le unghie, non

anni, non essere arrivato a tempo a far impiccare

essere arrivato a tempo a far impiccare sulla forca

e dopo aver ascoltato a cicalare alcuni cretini, aveva

aveva fatto il fesso a sua volta, al di

dotto genealogista di Pastrufazio, a cui altri, però, davano

i Pirobutirro avessero poi a dover ripetere nobiltà e

di pere (con sede a Pastrufazio) che, manco a

a Pastrufazio) che, manco a dirlo, avea villa e

olmo senz’ombre, friniva a tutto vapore verso il

non gli erano andati a finire nelle calze bianche

In certo rovello interno a voler risalire il deflusso

arrabattarsi!», gli dicevano. «Tirare a campare», soggiungevano. Non aveva

arrabattarsi e il tirare a campare, nel di cui

impacciato che una foca a frigger tortelli. Attediato dai

investitura da Dio, non a gestire la Néa Keltiké

el Rey Catolico, bensì a scrivere una postilla al

autore ingegnere di aver a discutere con un «collega

standard idiomatico vagotonico relato a Eros idillico. Rapporti idillici

di Carlo. ¶ 18 «Più frusto a sérpere sopra alla pietra

Quando strisciava sulla petraia a guisa di serpe, nella

onorario. Difatti aveva costruito a Costa Masnaga, presso Lambrugo

e scombinata casa che, a idea, nessun tornado o

o ciclone riescirà mai a debellare: «non imber edax

Giuseppe Colombo fu maestro a delle generazioni di ingegneri

padre aveva indefessamente giocato a domino con un altro

poi gli orizzonti, poco a poco, alle assai quotate

vengono mollati fuora, tutt’a un tratto da via

e si trovano tutt’a un tratto, a stomaco

tutt’a un tratto, a stomaco vuoto, con una

attenuati e come ovattati a domicilio su meravigliosi tappeti

poi modo di persuadere a sè stessi una cosa

col magazzino dello spirito a portata del naso, ch

così autentici, che soltanto a certi poeti dialettali è

notizia of them, certo a seguito di loro acuminate

pareva ancora in tempo a potersi emendare, per poco

conto di lui, anche a Pastrufazio, correvano le voci

le voci più straordinarie. A Lukones però lo conoscevano

leggerli e beverlo fuori a poco a poco, sia

beverlo fuori a poco a poco, sia il caffè

dietro da tre ore a sudare, e bisogna rifilare

buon padre non arrivava a sdegnarsi con quella virulenza

che si era affrettato a rifilare alla Peppa il

ai quarantacinque: mandando anche a casa dei vaglia, quand

quand’era più frusto a sérpere sopra alla pietra

quando tutti lo credevano a leggere. Dicevano che fosse

tanto era lo spavento, a farli sollevar da terra

ebreo, nel legger matematiche a Pastrufazio, e col sussidio

avarissimo: tanto da recarsi a piedi alla stazione del

una certa gloria, che a Lukones c’è un

l’aspetto della serenità, a lui inconsueto ma nativo

lui inconsueto ma nativo a quei colli, in essi

della campagna, lo invitava a una celebrazione dionisìaca: e

il suo giorno, avrebbe a dover cenare con lo

Pirobutirro stesse per troppo a rimuginar malanni, chiuso in