Alberto Moravia, Il letto sul tetto, 1950

Ma ci sono quelli a cui i denti del

Sport dove sono cameriere, a via Arenula. Non si

pulita, gli occhi miopi a fior di pelle, la

e bruna come lui a nome Pia. Severino invece

amici; ma anche confidò a Severino che stava mettendo

Ciociaria. E Severino, costretto a fingere l’amicizia che

e traccagnotti, si sfogava a cantarellare sottovoce lo stornello

la ciociara si marita a chi tocca lo spago

tocca lo spago e a chi la ciocia...", con

sarebbe stato felice. ¶ Intanto, a quanto sembra, Pianetta aveva

e Pia sarebbero andati a vivere, una volta sposati

Pianetta, Severino ed io, a vederla. Era al secondo

trovano sulla via Ostiense, a non grande distanza dal

un terreno cintato, adibito a deposito di laterizi. Sotto

vasto, col soffitto inclinato a travicelli bianchi, forse in

stato un granaio. Piacque a Pianetta e il giorno

ci tornammo per aiutarlo a disporvi la famosa camera

spinse la commedia fino a buttarsi sul letto, avvoltolandosi

la chiesa, Severino prese a parte Rodolfo il barista

aveva deciso di fare a Pianetta una burla colossale

certi suonatori e cominciarono a strimpellare qualche canzone. Io

subito che erano andati a far la burla e

che mi fece pensare a quella povera roba di

Mi affacciai e rimasi a bocca aperta, vedendo sulle

roba... se no, vado a chiamare una guardia". ¶ Dal

che vuoi?" ¶ Insomma, cominciammo a litigarci, al buio, su

restare immobili sulla soglia, a bocca aperta, davanti le

sono sul tetto!". ¶ Severino a questo punto non poté

la sua voce fessa: "... a prender aria". ¶ "Ah, siete

chiuse la finestra. ¶ Restammo a bocca aperta, perché nessuno

aspettata questa conclusione. Dissi a Severino: "Sei proprio un

scherzo Pianetta lo fa a noi... che facciamo adesso

alla finestra e provò a battere con le nocche

un bel bacio quasi a dirci: "Alla faccia vostra

buio completo. ¶ Aveva cominciato a piovere fine fine, e

fine, e io dissi a Severino: "Quello che mi

pensato giusto: dal tetto a terra ci saranno stati

grondaia, si poteva saltare a terra senza farsi male

farsi male. Lo dissi a quei due; e loro

camminando sul tettino, discesi a terra lasciandomi scivolare lungo

lasciandosi scivolare giù fino a incontrare coi piedi il

il tettino, finalmente provò a scendere avvinghiandosi al tubo

echeggiò nella notte. ¶ Corremmo a rialzarlo; ma lui gemeva

in piedi, dovemmo andare a chiamare il custode del

e perdere il tempo a spiegargli ogni cosa, perché

ladri. Intanto aveva cominciato a piovere fitto e Severino

In macchina, lui prese a piangere a vite mozza

lui prese a piangere a vite mozza per il

salvo complicazioni. ¶ Severino rimase a letto, ingessato, un paio

anzi, andarono qualche volta a trovarlo, portandogli arance e