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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Tassoni, L'Oceano, 1622

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
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cosa, adunque, lo stile a me pare assai buono
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l’arditezza de’ traslati a le volte ha qualche
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Villifranchi, che avea ridotto a buon segno il suo
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che servisse di faro a chi disegna di ridurre
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chi disegna di ridurre a poema epico la navigazione
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la navigazione del Colombo a l’India Occidentale. ¶ Già
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e per istorie notissime a tutto il mondo si
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canna con punte avvelenate. A che, dunque, voler formare
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parti ignudi e vili, a me non pare che
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così pochi compagni che a que’ compagni ed a
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a que’ compagni ed a lui sia glorioso ed
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venendosi contra l’istoria a levare a lui la
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l’istoria a levare a lui la gloria de
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il primo senza controversia a tentare e scuoprire il
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gli errori d’Ulisse, a fortune di mare, a
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a fortune di mare, a contrasti e macchine di
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e macchine di demoni, a incontri di mostri, a
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a incontri di mostri, a incanti di maghi, a
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a incanti di maghi, a impeti di genti selvaggie
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di genti selvaggie e a discordie e rebellioni de
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sapendosi che ʼl Colombo a fatica ritrovò uomini che
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anch’io una volta a questo suggetto e ne
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stretto di Gibeltaro fino a le Canarie, dette l
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s’egli potesse servire a lei per quello ch
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di porre il giogo a cento regni e cento
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cento. ¶ Tu magnanimo Carlo, a cui le porte ¶ d
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e con le prore a l’occidente volte ¶ si
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occidente volte ¶ si lasciava a le spalle il lito
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lito ispano. ¶ Tutto intorno a lui parean sepolte ¶ le
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giorno ¶ e i delfini a scherzar correan su l
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che ʼl nostro sole a l’Oriente è giunto
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più trita ¶ vi conduco a solcar del mondo fuora
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comune schiera ¶ usciate meco a fama eterna e vera
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oro e di gemme a faticar s’invoglia, ¶ io
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d’espor se stesso a temeraria morte». ¶ Così parlava
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E, chiamando i ministri a’ quai commessa ¶ l’aria
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senza averlo affogato entro a quell’onde ¶ o distornato
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distornato almen sì ch’a quei regni ¶ non giunga
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sdegni ¶ ch’io serbo a le perdute anime immonde
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l guardo fiero ¶ volgendo a Buccifar, terror de’ venti
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de’ venti, ¶ mostrò ch’a lui del suo crudele
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pareva che ʼl sole a quell’uscita ¶ ritirasse la
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turbàr placide e pure. ¶ A l’apparir degli empi
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il capitano e passa ¶ a confortare i suoi, pallidi
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tonanti. ¶ Crescono l’onde a tant’altezza ch’elle
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versi. ¶ Crescono i venti a memorando eccesso, ¶ stretti a
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a memorando eccesso, ¶ stretti a soffiar dagli angioli perversi
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capitan co’ suoi ¶ forte a temer che l’ocean
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Signor, che vinto cede ¶ a la possanza tua mio
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del tuo regno, ¶ perdona a questi almen, che non
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mar fieri contrasti ¶ vengono a noi da la tartarea
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tu che d’Egitto a l’empio re mostrasti
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e fermò l’ali a i piè del Redentore
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spada e giù lanciossi a piombo. ¶ I miseri guerrier
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ecco di lontan videro a volo ¶ folgorando venir l
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parve ai lampi e a le fiammelle sparte ¶ che
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distinte, ¶ onde le prore a quel sentier volgea ¶ dove
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le genti estinte ¶ volassero a goder l’alme beate
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non s’offerse cosa a i riguardanti ¶ più gradita
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naviganti, ¶ s’imboscàr tutte a la più chiusa fronda
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Parve Clizia costei, ch’a vendicarse ¶ del temerario ardir
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restata. ¶ Folgoraron le chiome a l’aura sparse ¶ e
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mattutina stella. ¶ E volgendo a le navi i lumi
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vi diede? ¶ Uomini vili a le miserie nati, ¶ tenete
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rami tutti ¶ parevano inchinarsi a fare inviti ¶ ch’altri
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l’arco e fuggia a un tempo stesso. ¶ Gli
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seguirla e di cercarla a i rai ¶ de la
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ch’ei più bramava. ¶ A cui piacea la tenerella
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saettar con le compagne a gara, ¶ or cantar sole
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cantar sole, or carolate a schiere. ¶ Chi nude le
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da prima correan tutti a goderne ¶ confusamente in un
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primi artefici de’ mali ¶ a nasconder la loro e
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altrui parte. ¶ Sdegnato, Giove a proveder s’accinse, ¶ nandò
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e l’altro mosse a l’appetito guerra. ¶ Così
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nascendo, Amore. ¶ Voi fortunati a la beata sede ¶ giunti
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la beata sede ¶ giunti a goder de le delizie
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corso il piede, ¶ ch’a tempo volgeran le stelle
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le stelle amiche. ¶ Come a l’estivo ardor l
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autun succede ¶ co’ frutti a ristorar l’altrui fatiche
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di sé tolta. ¶ Vincere a lungo andar la prova
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ma il capitan, ch’a dipartir n’invita, ¶ sa
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l pregio di natura a l’altre tolle. ¶ Qui
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mondo? ¶ Torni il Colombo a prender nuova gente ¶ e
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figlio ¶ conducea il Colombo a quell’impresa, ¶ che de
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difesa ¶ o, se venisse a lui del suo consiglio
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mar col padre giva ¶ a cercar nuovi regni in
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riva ¶ de la Liguria a l’Austro e al
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restati ¶ seco nel porto a rispalmar le navi. ¶ Egli
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più diletta, ¶ se dentro a questo mar più c
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ritorno? ¶ Voi foste meco a l’alta impresa eletti
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impresa eletti ¶ e fate a la lor fede oltraggio
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lor soggiorno, ¶ follia stimando a quel sicuro lido ¶ le
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in parte, ¶ gli stimula a fuggir con dolci usati
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il Colombo in fino a l’altra aurora ¶ col
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col vento in poppa a piene vele corse. ¶ Pregavanlo
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corse. ¶ Pregavanlo i compagni a far dimora ¶ e gìan
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tutto in un tempo a l’Oriente ei torse
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e diede segno ¶ ch’a l’isola tornar facea
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di rimorchiar le navi a prova; ¶ ma sì stentata
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mani e le preghiere a Dio ¶ e disse: «Alto
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che m’hai tolto ¶ a custodir dal tuo avversario
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momento ¶ saliro i prieghi a la magion celeste: ¶ e
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sen gisse il Colombo a l’Occidente ¶ e che
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che più non tornasse a dare aiuto ¶ a la
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tornasse a dare aiuto ¶ a la perduta sua misera
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di Dio non discendea ¶ a diserrare il tenebroso cinto
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in sua magion tenea. ¶ A l’isola felice il
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le vesti ¶ feron chiamando a i naviganti segni; ¶ e
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i naviganti segni; ¶ e a l’approdar de le
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corse ne l’onda a rischio di morire, ¶ ch
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fiera illusion s’offerse ¶ a l’agitat’Oreste e
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cinta, ¶ che s’agguagliasse a quella; onde la notte
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vece de le ninfe a noi parea ¶ ch’uscissero
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del tutto vane ¶ erano a i sensi oppressi e
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deserta intanto lassa ¶ e a prender acqua a la
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e a prender acqua a la vicina passa. ¶ Vede
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di fontana. ¶ Stringonsi intorno a lui tutti i vapori
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foglie. ¶ Quivi egli empiè a grand’adagio i vasi
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ei fe’ il mondo a nuove genti, ¶ tu d
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senso ¶ qual si convien a l’Oceano immenso. ¶ Canto
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l’ancore svelse e a l’aura mattutita, ¶ là
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cade il sol piegando a l’Orse, ¶ da l