Traiano Boccalini, Ragguagli di Parnaso, 1612

Alessandro Vellutello, il quale a Sua Maestà presentò il

che però chiedeva che a lui in Parnaso fosse

della moderazione dell'animo. A costui rispose Apollo che

dominazione, che dagli esaminatori a ciò deputati maturamente avrebbe

di già divenuti atti a regnare, o per veder

l'inconveniente di venire a qualche lacrimevol termine con

erano riuscite util medicamento a così grave infermità, umilissimamente

Maestà di opportuno rimedio a tanto suo bisogno. Al

uomini impastati di carne a meraviglia erano pieni. ¶ Così

il quale fece sapere a Sua Maestà che, da

alcuna del caso occorso a quel suo virtuoso, ma

colui che si dava a credere di poter salvar

licenziarsi e far riverenza a Sua Maestà. Apollo, avvedutosi

che l'aver egli a Dio e agli uomini

umilissimamente supplicavano Sua Maestà a compiacersi di far loro

prencipi, non punto avvezzi a quelle insopportabili fatiche, con

all'impresa di salirlo. A questi rispose Apollo che

del lor danaro avvezzi a posseder la sera tutte

potevano guadagnare; e che a salire il monte doveva

se con una carrozza a sei cavalli avessero fatto

Sua Maestà, disse che a Giovanni Bentivoglio, tiranno di

che però instantemente chiedeva a Sua Maestà che di

di quel suo infortunio. A questo rispose il Gaurico

alle persone dozzinali, nonché a' prencipi, di orecchie così

ardita sfacciatezza di predire a' prencipi, gelosissimi della vita

solo potevano assicurarsi, che a' prencipi apportavano lode di

giurista perugino; il quale a Sua Maestà presentò i

pessimamente si era consigliato a chiosare il testo limatissimo

riputazione loro mostravano scrivere a' dotti che delle materie

grande che conosceva doversi a quella serenissima musa, non

avendo Apollo fatto chiamare a sé il gran maestro

ha detto che fin a quell'ora egli sempre

moltiloquio sapeva dar gusto a' curiosi letterati. Udita che

Apollo stomacato: onde, voltatosi a' circostanti che gli erano

Maestà gli è data a bere l'acqua di

perpetuamente viveva, era ricorso a Sua Maestà, la quale

che gli fusse data a bere una gran tazza

ch'egli da uomini a lui inferiori di fortuna

dimenticare. Onde molti cominciarono a mormorare che nell'acqua

accusa, incontinente fece chiamare a sé Luigi Pulci, bargello

che subito per uomo a posta fu avvisato della

avvisato della cattura seguita, a' virtuosissimi fiorentini Martelli, pubblici

è questo, sia bastante a por in pericoli così

più di quello che a lei hanno riportato i

questa mia azione, che a Vostra Maestà tanto è

riportata nefanda, questo solo a me duole, che con

per lo fine comune a tutti i prencipi elettivi

più è anco noto a Vostra Maestà che il

essi erano stati mandati a Sua Maestà per chieder

maestà del grande Iddio a concedere agli uomini il

beneficio che aveva dato a' ghiri, alle serpi, agli

grandemente fu schernita: onde a quegli ambasciadori rispose che

stravaganti novitadi si davano a credere di voler da

Iddio aveva la terra. A questa domanda risposero gli

sboscati i luoghi atti a produr le biade. Allora

di nuovo gl'interrogò a qual termine si sarebbe

piantati, produce la terra. A questa domanda risposero gli

istorie, avendo egli condotto a buon fine l'importantissimo

Apollo quell'avviso, e a Menenio rispose che col

Questi, presentatosi avanti Apollo, a nome del grande Annibale

leone, che fu gratissimo a Sua Maestà; la quale

artificio egli era giunto a render così mansueto un

tanto mansueto, imparate, signori, a conoscere che i buoni

quali, presentate che ebbero a Sua Maestà le lettere

umilissimamente supplicavano Sua Maestà a compiacersi di comandare che

con volto grandemente sdegnato a que' soldati così rispose

rispose: — Chi vi sforza a partirvi dalla vostra casa

Dato che fu fine a questa domanda, con giocondissimo

Aldo Manuzio, il quale a nome de' suoi compagni

fondamento altri si moveva a lodar la stampa, come

dalle mosche; che però a voglia loro potevano andarsene

maledico severamente fosse punito. A Suilio comandò Apollo che

che nacque, aveva rimproverato a Seneca, "qua sapientia quibus

si era scandalizzato, disse a Sua Maestà: al mondo

avesse ricevuto acque torbide. A questo rispose Seneca che

intimo del cuore: — Piacesse a Dio, o Seneca, — li

che fu la prima a ragionare, disse che per

l'oltraggio disonestissimo che a lei fece Tarquinio il

Elena greca, che rispetto a lei di picciola novità

fatto torto, volesse correggerlo. A Lucrezia rispose Apollo che

che era stata fatta a lei; ma che quelli

in una mezza libertà), a ricevere tutta la servitù

servitù, non poteva condursi a buon fine senza apertamente

la violenza che fecero a lei, accadette. Appresso poi

Appresso poi disse Apollo a Lucrezia che, quando da

e di Forlì, disse a Sua Maestà che, da

nimici, seppe dar loro a credere che loro avrebbe

de' suoi figliuoli facessero a voglia loro, ché a

a voglia loro, ché a lei rimaneva la stampa

il quale fece saper a Sua Maestà che pochi

in un'opera pia a voto di Sua Maestà

dei letterati, fece sapere a Sua Maestà che, con

ad Apollo, disse che a lui, perché ottenesse in

Ottomano e altri molti. A Tamerlane rispose Apollo che

monarchie, il quale solo a quelli si concedeva che

fondator di regni solo a quelli si concedeva, in

da violentar i prencipi a contracambiar il buon servigio

molto faticarono per condur a buon fine negozio di

della signoria degli uomini, a scuoter la coda e

scuoter la coda e a far vezzi a chi

e a far vezzi a chi dava loro più

pubblica ringhiera de' rostri a suon di trombe lunedì

delle buone lettere, e a crepa pancia si satollarono

conduce gl'ingegni curiosi a morirsi di febbre etica

le scienze abbia Parnaso, a tutti nondimeno, secondo il

avendo indotto Sua Maestà a gustarli, come prima al

chiamato "il Pastor Fido" a Sua Maestà fu fatto

tanta avidità si pose a mangiarla, che di una

natura, e che quelli a' quali egli sommamente non

e indignità lo leccava, a Sua Maestà, e alle

la licenza delle maschere, a' quali Sua Maestà rispose

spallate che avea pigliate a vettura; e allora fu

suo artificio, così bene a tempo e luogo batteva

sono atti per condurre a buon fine ogni più

nudi corsero il palio a piedi; percioché molta afflizione

quali agl'ignobili e a' poveri virtuosi si davano

facultosi tanto erano vicine a' palii, che anco senza

letterato nelle corti arrivava a conseguire il palio degli

buona gamba. Ma grandemente a tutto il popolo mosse

riputazione, furono ridicolo spettacolo a tutto il popolo, dal

quel gran personaggio, che a vergogna si recò quello

i palii furono consegnati a quelli che gli avevano

pubblici cursori fece intimare a tutti i potentati che

sala reale per intervenire a cerimonia tanto importante. Novità

di molta maraviglia fu a quei gran prencipi udire

possono desiderare i popoli a' quali comandate, per vostro

i premi degli onori a quelli che co' sudori

importanti con ugual dignità a quella dello spahì non

persona degl'imperatori ottomani: a' quali poi nell'età

formava l'importante milizia a cavallo de' suoi cavalieri

giammai lo facevano salire a maggior grado che di

che malamente si accommodano a soggettarsi ad un loro

prudenza di lei, che a quel giannizzero comandò che

che nelle promesse di a certo tempo pagar buona

di danari non soddisfacevano a quanto avevano promesso. Poi

che ebbe Apollo fine a questa causa, fu udita

non avete voi imparato a conoscere che così le

certa pena fece precetto a Terenzio che, di casa

che dal castigo dato a Giasone imparasse a conoscere

dato a Giasone imparasse a conoscere che i giudici

alla realtà di piacer a Dio che agli artifici

tutti di questa corte, a porte aperte dà audienza

per poter dar soddisfazione a' suoi virtuosi avventori volle

ambasciadori: i quali dissero a Sua Maestà di esser

poveri, le pene scarse. A questo fu risposto che

perdevano con la fellonia, a quello che guadagnavano con

sperimentato che allora che a' suoi nobili, ancorché amati

Francia Francesco primo, ieri a caso s'incontrò nella

appoggiata ad Aristotile e a Platone andava diportandosi per

rese le debite grazie a tanto re, gli disse

giorni sono fece chiamar a sé le serenissime muse

Si dice che Polimnia a nome dell'altre muse

dell'altre muse rispose a Sua Maestà ch'esse

ingegni altrui, e che a Sua Maestà era noto

esse ardentissimamente amavano e a' quali avevano inspirato tutto

nobilissimi studi di poesia a' quali conoscevano aver l

guadagnarsi due scudi porsi a far un'informazione in

sterilissima felce, e che a lei e all'altre

il cuore di ricordare a Sua Maestà, che Giovannandrea

in Parnaso, Torquato Tasso a' piedi di Apollo presentò

stato giudicato meritevole, piacesse a Sua Maestà di consecrarlo

mesi, il Tasso fu a trovar il Castelvetro, dal

e che poi tornasse a lui, che di nuovo

di non avere ubbidito a' comandamenti d'Aristotile era

molta eleganza loro anco a lui e alle sue

Tremava il misero Aristotile a queste parole, e umilissimamente

l'errore, del quale a Sua Maestà chiedeva umilissimo

dar così grave disgusto a Sua Maestà; e che

noto ad ognuno, ubbidisce a signor elettivo, mandarono ambasciadori

maestà di Apollo, supplicandolo a degnarsi di nominar loro

meritasse di esser anteposto a tutti. Ma prima che

passasse più oltre, furono a visitarlo, e li dimandarono

essere state di contento a' popoli, diligentissimamente avrebbe imitato

gl'imperi. Sommo contento a quegli ambasciadori diedero le

triviale, e che egli a fine di non comunicar

e il popolo cominciò a seminar prima e nutrir

tutto sarebbe stato tagliato a pezzi, se molto presto

con essa voleva tenere a freno il popolo già

d'inespugnabili cittadelle cominciò a cingerlo, quali diede in

quali diede in guardia a gente forastiera sua amorevole

d'ogni bene. Fino a questi termini molto felicemente

e ritornò in Parnaso a viver vita privata. Plinio

il primo che andò a visitarlo; il quale con

persona di Galba insegnai a Pisone, la quale tanto

atto pratico, nell'usarla a me è riuscita infelicissima

con la quale talmente a sé aveva tirati i

insolenti e tiranniche, cominciai a giudicar virtuose, e non

cose per capriccio fatte a caso, ma precetti buoni

di un facchino cominciai a riputarmi, se nello stato

uomo non può narrare a pieno il travaglio grande

risoluzion necessaria por rimedio a tanto disordine, e intimò

perpetuo bando aveano dato a quella fedeltà, che come

quali essendo comparsi avanti a Sua Maestà, così disse

imperador Nerone ha mandati a donare all'eccellentissimo signor

che quel regalo arrivò a un milione e ducento

de' prencipi è comune a pochi. Per lo contrario

invidia che hanno avuta a Tacito, che dall'affezione

alla riputazion di Nerone, a lui stesso dissero che

per cosa certa che a questi rispose Nerone, che

delle quali un prencipe a meraviglia potesse giammai esser

supplicata la divina Maestà a degnarsi per sua misericordia

senatori delle patrie libere a coltivar la libertà senza

sopramodo miserabile spettacolo fu a Cesare il vedere che

ambizione egli non solo a se stesso aveva cagionata

fornita la sua vita. A tanto cordoglio di Cesare

la compunzion grande che a ognuno diede quello spettacolo

hanno di dominare, e a queste grandezze che vedete

Dio, vedi, guarda, rimira a quali termini di somma

i senatori delle republiche a coltivar la libertà delle

più segnalate prerogative che a qualsivoglia altro soggetto sieno

ma grave scandalo ebbe a nascere in questo particolare

precedenza della man destra a Seneca, in quella occasione

ardire gliela vietò, che a quel romore in aiuto

potuto far lunga resistenza a quegli insolenti politici, che

eccellentissimi signori censori dissero a Seneca che anco le

allora la man destra a Tacito, e in quella

fu conceduto di poter a ciel sereno rimirare il

Sua Maestà, né meno a piè delle scale del

lezione; cosa così comune a tutti gli scrittori oltramontani

dalla verità. Stette Apollo a rimirar lo spettacolo della

e privati, de' quali a meraviglia era già piena

contrario la Fiandra, che a' tempi miei altro non

colma di cittadi nobilissime a meraviglia, ornate di edifici

importante sopramodo alterato, comandò a Tacito che la vegnente

sicuramente erano per vendicarsene. A questi rispose il Lipsio

altra cosa più avesse a cuore che perpetuamente renderlo

cioè che solo attendeva a vendicarsi de' gravi disgusti

lei. E non pare a te, Lipsio, verissimo che

da Corbulone fu mandato a Roma acciò avanti Nerone

luogo, raccontando tu quanto a proposito della quiete e

che il vedersi ridotto a bere a discrezione altrui

vedersi ridotto a bere a discrezione altrui, ed esser

l'amor di Dio a un vigliacco servidore, che

bottiglieri non sanno indursi a dispensar quel vino migliore

proprio appetito sono violentati a serbar per loro stessi

lasciate persuadere di ber a once, con una complessioncella

cardellino si vedevano campar a scropoli. Onde accadeva che

due mattine sono andarono a trovare la serenissima Libertà

mezzi ella era arrivata a ottener da' suoi nobili

certissimi della ruina loro. A questa domanda rispose la

queste cose, liberamente rispose a quel siciliano ch'egli

erano sufficienti per fare a' corsali ferraiuoli tanto lunghi

delle quali accappò uno a suo gusto; e appunto

che faceva il servigio: a costui rispose il suo

il pappagallo per portaselo a casa. Il menante, ciò

sale; e però mosso a pietà della simplicità di

hanno cagionati sommi travagli, a' quali spero di por

che affatto è ignota a' lombardi, e pur troppo

dell'animo, e solo a voglia d'altri parlar

del premio invitò molti a porsi in cerca; e

tanta novità; il quale a quella volta spedì subito

mio. Fate anco sapere a Sua Maestà che il

umilissima instanza fecero saper a Sua Maestà ch'essi

numero ammetteva un citaredo. A questa instanza rispose Apollo

collegio: dignità solo riserbata a quelli che co' perpetui

vostra, ci ha violentati a far questa risoluzione. Insegnate

dunque ai prencipi e a' privati l'arte necessarissima

letteratura, si sarebbe posto a far stampare volumi grandi

buon mercato. E che a tanti rispetti si aggiungeva

pubblicar lettere false, scritte a quei re e a

a quei re e a quei prencipi grandi ch

oltre che fecero constare a Sua Maestà che tra

le quali sarebbono gratissime a tutti i virtuosi, concedette

della natura, delle quali a meraviglia egli si vede

che, conforme al solito, a tutti i virtuosi fu

il Peranda si pose a seder in una seggia

corrente i commissari spediti a questa corte dalle virtuosissime

dei molti rimedi applicati a tanto male nessuno aveva

erano state forzate ricorrere a lei, la quale umilissimamente

due bruttissimi vizi comuni a tutta la sua setta

fatto così brutta vergogna a quella povertà, a quella

vergogna a quella povertà, a quella moderazione di animo

signore, ma per indurlo a far cosa tanto scelerata

sono scherniti. ¶ Sono comparsi a questa corte gli ambasciadori

i quali hanno esposto a Sua Maestà che o

con molta indignazione rispose a quegli ambasciadori che riferissero

della terra e andar a seccarsi e morire fuor

di un istrumento simile. A queste cose rispose Apollo

rispose Apollo che se a' prencipi così fosse stato

sentivano contento di andar a morire. A queste cose

di andar a morire. A queste cose volevano gli

congregazione di letterati, chiamata a quest'effetto, fa disputar

misura dovesse alterarsi fino a mezzo moggio di più

dell'importante articolo, se a' popoli sia lecito uccidere

bellicosa nazione ircana, che a' nove del corrente giunsero

nove del corrente giunsero a questa corte, due giorni

inviati in Parnaso, solo a fine di intender da

animo simil dubbio, atto a cagionar nel mondo mali

ad ogni libertà e a tutti i principati togliono

meritava di esser preposta a tutte le meraviglie che

ambizione e di superbia a quei che con somma

erano state forzate ricordare a' loro senatori che con

severe leggi per proibir, a quei che fuori della

disse che non solo a lui, ma a molti

solo a lui, ma a molti prencipi grandi, co

prencipi grandi, co' quali a lungo più volte egli

maggiore più attendesse che a perpetuamente far preparamenti da

per esaltar un senatore a' gradi più supremi non

prudenza che era nota a tutto il mondo. ¶ Ma

della cura degli eserciti a Pompeo, a Cesare e

degli eserciti a Pompeo, a Cesare e ad altri

regolata libertà, dove anco a' senatori di sommo valore

da sperare, la quale a' soggetti avidi della vera

meta del magistrato bramato, a Cesare e a Pompeo

bramato, a Cesare e a Pompeo, che nella prima

che avanzavano, che seguissero a dir le opinioni loro

infermità della servitù; ora a me cosa che supera

uomini sensuali nel donarla a quel Dio dal quale

degna di esser anteposta a tutte le altre cose

Libertà non veniva anteposta a tutte quelle leggi ammirande

mai rispondere cosa alcuna a quei virtuosi aveva udito

che l'infelice corse a gettarsi ai piedi de

sua vita lo condannassero a remare in una galea

sonetti e delle canzoni a quei giovanetti cacazibetto, ne

di Apollo; al quale a nome di tutta la

umilissimamente supplicavano Sua Maestà a degnarsi che alle asinine

gratitudine, almeno l'umanità. A questi rispose Apollo che

i padroni erano forzati a furia di bastonate spingerli

furia di bastonate spingerli a far quel lavoro ch

per allevarla e ridurla a maturità, e facendo poco

lettere, come le biscazze a dito mostrano i giuocatori

darne poi minuto ragguaglio a' suoi amorevoli avventori. ¶ Tre

quel virtuoso, molto sproporzionata a lui che viveva con

e osservato. Questi chiese a' giovani del fondaco che

perciò che non piacquero a quel filosofo, ad un

aveva vestita la zimarra a roverscio. Ma molto confuso

officio loro avevano fatte a caso, erano molto piccioli

di quei tanti ramaiuoli, a quel prencipe, col quale

con tanti scrupoli ma a discrezione, a' cortigiani imbandivano

scrupoli ma a discrezione, a' cortigiani imbandivano le minestre

nell'imbandir le minestre a' miei cortigiani essendomi servito

solo avendo misurato loro a capriccio, imprudentemente ho tra

che mediocre, e che a lui anco quei ferraiuoli

grande: e però accostatosi a quel forastiere, li chiese

e apportar poca riputazione a chi l'esercitava, voleva

interesse che lo moveva a far quell'esercizio, e

Son stato ardito presentar a V.S. illustrissima questo

dà ozio di attendere a questi studi, conseguentemente ancora

servidore TRAIANO BOCCALINI. ¶ Premessa ¶ A CHI LEGGE ¶ Co' gnatoni

col piacevole: negozio che a' virtuosi così sempre è

carta e inchiostro. Né a me può apportar biasimo

assalto non lasciandosi gettare a terra, facesse qualche ancorché

medesimo dilettarti e giovarti, a' bell'ingegni nondimeno che

quanto ad Americo Vespucci, a Ferrante Magaglianes e a

a Ferrante Magaglianes e a quei moderni piloti che

era, l'hanno ridotta a quella isquisita perfezione che

menante non si terrà a fatica il notar qui

così fermamente crede che a' galantuomini non sarà discaro

mano tenuta vile, ma a gran prezzo comperata dagli

empiuti alcuni basti piccioli, a' quali si assuefanno nel

severi cozzoni delle corti, a dar loro crudelissime nervate

per far veder lume a quegli uomini salaci, a

a quegli uomini salaci, a' quali nel furor delle

per conservar la vista a quei poco amorevoli, a

a quei poco amorevoli, a' quali, lo stesso primo

ultimamente inventati in Fiandra, a gran prezzo sono comperati

arriverà l'età. ¶ Oltre a ciò, nello stesso fondaco

stesso fondaco, ma però a prezzo carissimo, si vendono

interesse, poco giusti riescono a quelli che ne' negozi

oltre che simili compassi, a quelli che esattamente posseggono

per slargar le fauci a quegli infelici cortigiani, che

si vende ancora, ma a peso di oro, il

ai secretari, ai consiglieri, a quei senatori delle republiche

così gran credito, che a molto caro prezzo sono

sudori e che serve a tante cose, che senza

Alessandro Magno un plebeo. A costui chiese Apollo qual

che era stato fatto a quell'uomo, prima l

ai platonici, ai peripatetici, a tutti i filosofi morali

non comandò cosa che a' suoi virtuosi non apportasse

mirabilissimo giuoco del trionfetto, a quelli particolarmente che negoziavano

di alcuni era pervenuta a tal colmo di empietà

l'arrivo del corriere, a così gran monarca furono

funerale: e per mostrar a tutto il sacro collegio

dell'invittissimo re Enrico a tal colmo di eminenza

di questa risoluzione, ricordarono a Sua Maestà che la

numerosa e coraggiosa nobiltà a cavallo, che non solo

dei somari dell'Arcadia. A questi rispose Apollo che

questi rispose Apollo che a' suoi dilettissimi franzesi nelle

la loro nobiltà armata a cavallo: ma che la

in questa facciata, che a voi tanto par sporca

detto che vuol inviarla a Napoli ad alcuni baroni

sensi loro, e poi a quello si quietassero ch

dunque fu fatto saper a quella serenissima dama, la

si contentò di dar a quei virtuosi la soddisfazione

a solo, a due, a tre, e in quel

ogni sorte di scienza, a disputa fornita, fino alla

essere, umilmente lo supplicavano a dichiarar falsa ed erronea

avendo deciso un punto a favor degli uomini militari

la ruota tutta inclinasse a favor delle lettere; ma

di esser tutti tagliati a pezzi, fuggirono dalla piazza

mandò fuori alcuni deputati: a' quali quei macellai animosamente

le città, di tagliar a pezzi gli abitatori di

tanto obbrobrioso fosse paragonato a quell'arte della guerra

loro decisione avevano fatta a tutti i virtuosi. Per

da essi è violentato a rivocar la sua diffinizione

quiete con speculazione maggiore a' suoi studi di filosofia

Apollo, il quale spedì a quella volta i due

modo volle assicurarsi che a quell'eccellente virtuoso non

il quale, avendo parlato a que' prencipi, con la

voleva obbligare i prencipi a più amar le altrui

che di soddisfazione fosse a quei prencipi tanto adirati

Parnaso, facendo pienissima fede a' virtuosi tutti, che i

morte, le cose ora a tanta calamità si sono

prima non sapevano accommodarsi a ben morire? E io

miei letterati supinamente dormo? — A queste parole rispose Giustiniano

dovea temersi, se tosto a tanto disordine con opportuno

rimetteva del suo capitale a più camparci. Questi disordini

di dirizzar le gambe a' cani, che con tanti

soddisfazione, per dar contento a' romani molto disgustati, ai

negozio della riforma; e a' letterati molto grata fu

e co' rasoi, e a questa piaga, che io

vizi che lo conducono a morte si può dir

che necessitare gli uomini a vivere con schiettezza di

molte volte ha promesso a' suoi fedeli virtuosi. Percioché

che, essendo stato posto a partito, coi suffragi tutti

congregazione subito fu mandato a darne conto ad Apollo

giorno si ponesse mano a far nel petto degli

saggi dovendo esser esposta a pericolo alcuno, ponevano in

alcuno, ponevano in considerazione a Sua Maestà il credito

Che però, prima che a negozio tanto importante si

rimanesse servita di dare a' suoi devoti virtuosi competente

quali ognuno talmente attese a nettar l'animo suo

quando il giorno avanti a quello nel quale si

si doveva por mano a fare il finestrellino, il

si deve por mano a difformar questo microcosmo, nobilissimo

della riforma che continuassero a dir i pareri loro

la sua parte uguale a quella del compagno? E

il disordine grandissimo, che a' ghiottoni ne sarebbe toccata

dell'argento: ma che a quei che li raffinavano

cose, signori, sono ridotte a stato di miseria tale

de' virtuosi sudori, ma a guisa di ladri sagliono

le finestre colle scale a piro delle bruttissime tergiversazioni

protezione che si deve a quegli officiali che compitamente

altro fecero pieno testimonio a Sua Maestà. Ma Apollo

degno di quelli che, a casa loro non avendo

l'oro della gloria. A queste cose rispose l

per non esser mostrato a dito per un plebeo

giustizia, che sommamente dispiace a chi vien amministrata, che

signora donna Vittoria Colonna a nome di tutto il

di Sua Maestà, e a nome di tutto il

E che se ciò a Sua Maestà non piaceva

spavento di lei tenere a freno i libidinosi mariti

del genere umano così a' mariti era necessaria la

la stessa sapientissima natura a tutti gli animali della

consolazioni e guadagni grandi. A questa risposta di onorato

quale con romana ingenuità a Sua Maestà confessò la

fu possibile indur Bruto a contentarsi di ritirarsi in

di animo la piazza a quel suo capitalissimo nemico

vittoria ch'egli ebbe a Farsalia, non, come egli

egli grandemente si diede a credere, si obbligò quelli

credere, si obbligò quelli a' quali donò la vita

le armi, dovevano perdonar a Cesare, non Cesare ad

col perdono che diede a quei senatori romani che

da' senatori avaramente ribaldi a prezzo molto vile comperano

vita così gloriosa davano a que' senatori contro dei

di Marte sfidò Bruto a singolar battaglia; al quale

agli uomini di onore. A queste cose replicò Bruto

quali vivono, si riduca a poche, e che a

a poche, e che a' governatori delle province si

regolato, più è atto a svergognare un galantuomo di

validità loro. Acciò dunque a tanti mali si ponesse

i quali li notificassero a' prencipi loro. Questi istantemente

moltitudine di leggi che a' popoli arrecavano confusione, e

Ma la parte contraria a questo parere e di

che gli aveva mossi a far quel risentimento, e

paterna carità avendo noi a questi ingrati, perché possino

noi altri poveri prencipi, a' quali tanto crepa il

lingua italiana sia abilitata a trattar cose di filosofia

italiani fecero gagliardissima istanza a Sua Maestà, che si

la bellissima lingua italiana a trattar cose di filosofia

che Sua Maestà inclinasse a dar loro soddisfazione; quando

desse poco gusto, dissero a' letterati italiani che si

ignoranti, se si davano a credere che gli scrittori

e però nota fino a' fanciulli, avrebbe perduta tutta

di ruota in Parnaso, a nome di que' suoi

erano stati forzati ricorrere a Sua Maestà. E affine

che si ponesse rimedio a così brutto disordine, dal

domandavano campo franco, dove a solo a solo, a

franco, dove a solo a solo, a due, a

a solo a solo, a due, a tre, e

avanti i prencipi loro, a' quali fecero stretta instanza

evidente rovina loro. Gratissima a tutti i prencipi fu

allora devono essere pubblicate a' popoli, che essi stessi

avanti i prencipi loro, a' quali dissero che quando

le dogane infinitamente venivano a calar di prezzo. Tanto

e in tutto contrario a quella ben ordinata carità

Chiedeva il Bodino misericordia a Sua Maestà, dicendo che

causa del Bodino, piacque a' giudici di voler in

pena, quando, con permettere a' suoi popoli la libertà

nelle cose della religione a' suoi sudditi avesse rilasciata

cristianissimo regno di Francia? A questo rispose il Bodino

tu dire che io a' miei sudditi concedo la

maggior parte soggette prima a diversi prencipi cristiani, e

se altri li violenta a cangiar religione, come quelli

fabbricarne delle nuove. Così a poco a poco, con

nuove. Così a poco a poco, con l'esercizio

mi spalanca la porta a soggiogar l'Italia, — con

mio, ho comandato che a colui che propone dubbi

come vogliono far credere a' balordi, con nuovi dogmi

cielo. Vale anche assai a preservar lo stato mio