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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
1
1991
gli occhi sgranati davanti a sé, mentre sempre più
2
1991
e si scontravano, girando a perdifiato, gridando, ridendo, le
3
1991
scarpa, le più bambine a strillare con voci di
4
1991
non c’era. ¶ – Prova a girare, Mormy, dài... ¶ In
5
1991
se ne stava immobile, a guardarsi intorno, divertito. Il
6
1991
si era accovacciato vicino a lui. ¶ – Se vuoi vedere
7
1991
Da quando era arrivato a Quinnipak aveva detto forse
8
1991
da lontano. Si voltò a guardarla. Rideva, la sua
9
1991
Non disse nulla. Ma a un certo punto iniziò
10
1991
certo punto iniziò lentamente a girare su se stesso
11
1991
braccia e iniziò lentamente a girare, lentamente, e subito
12
1991
quel che volete, ma a me non mi vedrete
13
1991
sono stato per anni a fare il cuoco in
14
1991
me è come andare a teatro”, “Cosa?”, “Secondo me
15
1991
ai biglietti che danno a teatro”, “L’ho detto
16
1991
pensavi, che ti pagavano a te per salirci?”, “È
17
1991
una locomotiva?”, “Una volta a me hanno rubato il
18
1991
Una bestia feroce rubata a qualche foresta. Le corde
19
1991
che dal fiume portava a Quinnipak: il che, volendo
20
1991
in certo modo rassegnati a essere musicalmente anomali e
21
1991
di suoni che poi, a casa, si disperdevano nel
22
1991
di binari: erano venuti a montarli, qualche giorno prima
23
1991
concetto non risultò chiaro a tutti, ma tutti assentirono
24
1991
gran macchina, e davanti a centinaia di occhi sgranati
25
1991
la piccola ciminiera iniziò a sputare disegni di fumo
26
1991
pena fosse chiamato lì a sollevare una montagna e
27
1991
nulla di più, iniziò a scivolare, Elisabeth, come uno
28
1991
metri di binari, davanti a sé, e ben lo
29
1991
gran macchina guardavano davanti a sé misurando metro dopo
30
1991
il massimo della velocità a quel minimo di spazio
31
1991
in un giochetto che a ben vedere li poteva
32
1991
che videro Elisabeth prendere a poco a poco velocità
33
1991
Elisabeth prendere a poco a poco velocità, aumentare la
34
1991
un paese che corre a guardare quei trenta centimetri
35
1991
razza di giorno arriva a spegnere. Magari era stato
36
1991
stava sotto la veranda a dondolarsi sulla sua sedia
37
1991
finalmente ce la farà a partire? ¶ – Oddio, no. Certo
38
1991
Partirà e si divorerà a cento all’ora chilometri
39
1991
d’occhio, arriverà trionfalmente a Morivar. ¶ – Dove? ¶ – Eh? ¶ – Dove
40
1991
Silenzio. ¶ – In che città? ¶ – A Morivar. Quel treno arriverà
41
1991
Morivar. Quel treno arriverà a Morivar, Jun. ¶ E allora
42
1991
Rail, se ne rimase a fissare Elisabeth, laggiù, e
43
1991
ma molto piano, come a se stesso, in un
44
1991
uomo sulla sua sedia a dondolo, una donna che
45
1991
chi passa anche solo a venti metri da lì
46
1991
senza storia. Così. Però, a passare, quella volta, c
47
1991
suo padre sulla sedia a dondolo e Jun rientrare
48
1991
andavano un po’ tutti a vederlo, quel caotico e
49
1991
primo – già il primo – a prendere a tradimento l
50
1991
il primo – a prendere a tradimento l’anima di
51
1991
anima di Pekisch, e a bruciarla. ¶ Pekisch stava lì
52
1991
bruciarla. ¶ Pekisch stava lì a vedere il diluvio, di
53
1991
casa della vedova Abegg, a piedi nudi, camiciona da
54
1991
lana grezza, il volto a un palmo dal vetro
55
1991
corsa il corridoio e a piedi nudi sbucò per
56
1991
smise di correre fino a che non fu in
57
1991
un paio di secondi a sentirlo tutto, dal primo
58
1991
non la mollò fino a che non arrivò nella
59
1991
si sedette e incominciò a cercare tra i tasti
60
1991
d’avorio e scendere a scomparire nella fessura tra
61
1991
all’acqua e incontro a quel suono che la
62
1991
campana – e lui ricominciò a gridare quella nota che
63
1991
esisteva ritmicamente si mise a percuotere i tasti uno
64
1991
alla porta, e oltre a quella, scivolando, nella strada
65
1991
mano, riscappò verso casa, a dissetare chissà chi, a
66
1991
a dissetare chissà chi, a dissetare se stesso, e
67
1991
avrebbe fatto, ma arrivato a metà del corridoio si
68
1991
un minuto. ¶ In mezzo a un mare di suoni
69
1991
e notturni scivolò fino a Pekisch una rotonda bolla
70
1991
più insignificanti... per quanto... a dire il vero il
71
1991
era stata l’acqua a produrre quel suono strano
72
1991
penso così... non riesco a capire come possa diventare
73
1991
mi mossi, restai lì a spiarlo nascosta al piano
74
1991
là inginocchiato e io a saltellare nel fango sotto
75
1991
alla fine lo misi a letto, sotto una bella
76
1991
non fossi rimasta lì, a guardarlo, seduta sul letto
77
1991
chissà perché, finché lui a un certo punto mi
78
1991
e io risposi ‘Buongiorno a lei, signor Pekisch, dormito
79
1991
ci vorrà un attimo a pulirlo’... andò così... è
80
1991
sposare il signor Pekisch, a dir la verità non
81
1991
uomo e non riesco a immaginare che questo possa
82
1991
ho mai detto no... A dire il vero... a
83
1991
A dire il vero... a dire il vero non
84
1991
ho detto, una volta, a Pehnt... sa, lui scrive
85
1991
lì che si va a nascondere la felicità... a
86
1991
a nascondere la felicità... a me è successo così
87
1991
scherzo, non mi stia a sentire, dicevo per dire
88
1991
se... se voi provate a girare su voi stessi
89
1991
così... ¶ E si mise a girare su se stesso
90
1991
allora girate, diavolo, mettetevi a girare. ¶ Così che, in
91
1991
Così che, in effetti, a uno a uno, e
92
1991
in effetti, a uno a uno, e dapprima con
93
1991
veloci, tutti si misero a girare su se stessi
94
1991
le braccia e uno a uno presero a girare
95
1991
uno a uno presero a girare su se stessi
96
1991
sgranando gli occhi davanti a sé, un davanti che
97
1991
ciò, Pekisch aveva messo a punto un repertorio acconcio
98
1991
i risultati si affidò a un paziente lavoro didattico
99
1991
Voi non venite qui a cantare una nota qualunque
100
1991
qualunque. Voi venite qui a cantare la vostra nota
101
1991
non vi mollerà fino a che non vi deciderete
102
1991
che non vi deciderete a crepare, e allora creperà
103
1991
marcire dentro... no... statemi a sentire... anche se la
104
1991
affilatevi le orecchie fino a quando arriverete a sentirla
105
1991
fino a quando arriverete a sentirla e allora tenetevela
106
1991
cirrosi epatica) fu chiaro a tutti che non era
107
1991
mi raccomando. Okay. Tutti a posto. Come sempre: dimenticatevi
108
1991
dopo se ne tornavano a casa, Pekisch e Pehnt
109
1991
sua stanza di pensionante a vita e l’altro
110
1991
sicuro? ¶ – Giuro. ¶ Pehnt tornò a camminare sul filo immaginario
111
1991
Silenzio. ¶ – Pekisch... ¶ Silenzio. ¶ Perché, a dire tutto il vero
112
1991
sua nota, Pekisch. Incominciava a diventare vecchio, suonava mille
113
1991
Hai un bel provare a ripescarla... puoi starci anche
114
1991
quella notte che pioveva a dirotto e il campanile
115
1991
campanile di Quinnipak incominciò a suonare le undici. Bisognerebbe
116
1991
fosse ancora. Quando arrivò a Quinnipak, dopo tre ore
117
1991
scese dalla carrozza, provò a togliersi un po’ di
118
1991
del signor Rail. Insieme a lui viaggiava il suo
119
1991
Brath, che era andato a prenderli, li portò sul
120
1991
Magnifica davvero – rispose Bonelli, a cui peraltro nessuno aveva
121
1991
niente. ¶ Si riunirono intorno a un tavolo: Bonetti, Bonelli
122
1991
vetro: che ci vengo a fare io?” aveva protestato
123
1991
questa macchina riesce anche a portare un po’ di
124
1991
compito quello di correre a cento all’ora in
125
1991
già scritto se finirà a spappolare il cuore di
126
1991
di un uomo o a scheggiare un muro qualunque
127
1991
espressione di totale sbalordimento. A guardarlo si sarebbe potuto
128
1991
pensare che erano riusciti a fregargli un’altra volta
129
1991
paio di ganci sparati a vuoto cadesse, sconfortato, al
130
1991
treno che ci corre a cento all’ora. ¶ Il
131
1991
di Morivar, potrete continuare a tenervi questo segreto e
132
1991
e non sarò io a raccontarlo al mondo, ma
133
1991
giorno Jun dovrà andarci, a Morivar. E se davvero
134
1991
più bello di arrivarci, a Morivar, di quello d
135
1991
arrivare dove avrebbe cominciato a fare male davvero. Cercò
136
1991
davvero. Cercò di pensare a un treno in corsa
137
1991
treno in corsa, solo a quello, a farsi portare
138
1991
corsa, solo a quello, a farsi portare via da
139
1991
Quinnipak, sempre dritto davanti a sé, fino a dove
140
1991
davanti a sé, fino a dove chissà, fino a
141
1991
a dove chissà, fino a dove le rotaie svaniranno
142
1991
qui e arriverà, precisamente, a Morivar. Dovrebbero esserci giusto
143
1991
linea retta ci costringerà a qualche lavoro supplementare... dovremo
144
1991
e porgendo il foglio a Andersson disse ¶ – Non è
145
1991
da quella macchina lanciata a colpevole velocità, fu appunto
146
1991
che, dal finestrino e a prezzo del rischio della
147
1991
sé. Come ai morti, a cui passa negli occhi
148
1991
vita, sfilando via veloce. A quelli sfilavano via prati
149
1991
dopo secoli di sonno a catturare il volo di
150
1991
che la ragnatela era a un istante dal cedere
151
1991
lancinante di divorare immagini a ritmo sovrumano e il
152
1991
piacere – tutt’e due a inseguirsi dentro il bozzolo
153
1991
in pensiero si rivelava a tutti gli effetti nient
154
1991
l’abitudine di consegnarsi a un gesto meticoloso, una
155
1991
di un rovinoso desiderio a cui, si sa, non
156
1991
mondo – le parole che a una ad una stringono
157
1991
un imbuto opaco fino a farlo colare in formine
158
1991
in volta, da malato a malato, come un segreto
159
1991
inizia. Così che, insieme a migliaia di altre cose
160
1991
lacrime, guanti, rumori – insieme a quelle migliaia di cose
161
1991
da terra e lanciavano a velocità prodigiose, quei treni
162
1991
volta e di rischiare a vederlo, questo mondo di
163
1991
nella storia del mondo a suonare una musica che
164
1991
musica che si muoveva a cinquanta chilometri all’ora
165
1991
cinquanta chilometri all’ora. A metà del percorso si
166
1991
Lo prese di striscio, a dire tutta la verità
167
1991
la più lampante prova a sostegno di chi enunciava
168
1991
da spendere e riuscì a non morire lì. Tenne
169
1991
sa – e lo lanciarono a massima velocità di nuovo
170
1991
tempo per lui, lanciato a massima velocità sul nulla
171
1991
di riuscire, alla fine, a salvarlo. Poi, a dirla
172
1991
fine, a salvarlo. Poi, a dirla tutta, non lo
173
1991
e tempo per riuscire a portare il corpo rantolante
174
1991
con la testa appoggiata a un sasso, in mezzo
175
1991
tetto sulla testa. Andò a finire così, e quella
176
1991
che un rantolo lanciato a settanta chilometri all’ora
177
1991
della Storia, è certo a quelli come lui che
178
1991
oscure, tutti silenziosamente dediti a costruire quel grandioso azzardo
179
1991
si sfasciasse il mondo a stringerlo così, con quelle
180
1991
inizio, quando con delicatezza a suo modo affettuosa disegnarono
181
1991
le prime strade ferrate a fianco di quelle normali
182
1991
troppo spaventoso, e continuarono a sussurrarlo finché qualcuno non
183
1991
solo si fosse capaci a pensarla, quella cosa immensa
184
1991
pensarla, quella cosa immensa, a sentire il suono che
185
1991
solo si fosse capaci a immaginarla per un istante
186
1991
forse si potrebbe arrivare a capire com’è che
187
1991
di Quinnipak si mise a suonare la mezzanotte e
188
1991
Trepper... ¶ – Le dico, anche a me sembra una cosa
189
1991
mi raccomando. Okay. Tutti a posto. Come sempre: dimenticatevi
190
1991
tasto la corda continuava a tirare e il cantore
191
1991
cantore si zittiva. Elementare. ¶ A detta del suo inventore
192
1991
grandi agilità e tendeva a scomporsi nell’affrontare passaggi
193
1991
accompagnato per anni. Riletta a posteriori, la prima annotazione
194
1991
cani famosi, dove va a finire il vento, festività
195
1991
della chiesa di Quinnipak. A prenderselo in casa e
196
1991
Per un fenomeno analogo a quello che colpì Pekisch
197
1991
Jobbard, tale proposta giunse a Quinnipak dodici giorni dopo
198
1991
chili aveva repentinamente ridotto a zero le possibilità del
199
1991
Nella sua conversazione iniziarono a figurare con sempre maggiore
200
1991
da niente e andrai a cercare fortuna nella capitale
201
1991
Ce la farai – disse a Pehnt. ¶ Per facilitare l
202
1991
la vedova Abegg mise a punto una sapiente dieta
203
1991
da parte sua, fornì a Pehnt alcune utili certezze
204
1991
voce fa più fatica a passare. Per te è
205
1991
cresceva Pehnt. Mangiando uova a pranzo e cena, stando
206
1991
passata una voce nemmeno a sparargliela dentro con un
207
1991
dopo era come ricominciare a scrivere da una pagina
208
1991
su di lui, tornava a intrufolarsi tra le gambe
209
1991
passare tutta la notte a provare, ma non riusciresti
210
1991
provare, ma non riusciresti a indovinare. ¶ – Mi piacerà? ¶ – Certo
211
1991
di un signor Rail? ¶ A dieci chilometri da lì
212
1991
addosso i rintocchi, uno a uno, dal paese fino
213
1991
se quei rintocchi facessero a spicchi la notte, è
214
1991
sul mare, da Londra a Dublino – correva e si
215
1991
ora che doveva resistere a tutte le altre, per
216
1991
la sua ora, sorda a tutte le altre – per
217
1991
indicava l’ora esatta. A Holyhead l’orologio veniva
218
1991
Kingston che lo portava a Dublino. Al ritorno gli
219
1991
treno arrivava di nuovo a Londra l’orologio veniva
220
1991
allora viaggiare da qui a là era una cosa
221
1991
non erano mai riusciti a scoprirli, un solo treno
222
1991
dev’essere scoppiata dentro, a quel mondo, come un
223
1991
dev’esser sembrato uguale a prima quando arrivò la
224
1991
Tutte le emozioni ridotte a piccole macchine da ritarare
225
1991
chilometri orari. Fu lei a vincere, il 14 ottobre 1829, il
226
1991
il suo bel nome (a ciò che spaventa si
227
1991
Novelty, Sans Pareil, Perseverance. A dire il vero ne
228
1991
un tapis roulant collegato a quattro ruote che correvano
229
1991
quattro ruote che correvano, a loro volta, sui binari
230
1991
perdutamente pur di continuare a possedere il presente, anche
231
1991
possedere il presente, anche a tempo scaduto, ostinato e
232
1991
gli uomini anche loro a volare come fantocci, come
233
1991
dietro tutti, navigò sicura a 25 chilometri all’ora, uno
234
1991
all’ora, uno spettacolo a vedersi. Fatte le somme
235
1991
ogni parte quel giorno, a Rainhill, per assistere alla
236
1991
sul rettilineo di Rainhill a 85 chilometri orari. E questo
237
1991
Piovvero le risposte, poi, a mano a mano che
238
1991
risposte, poi, a mano a mano che fiorivano rotaie
239
1991
feroce voglia di arrivare a destinazione. Nelle orecchie entrava
240
1991
di un mondo fatto a pezzi, perennemente in fuga
241
1991
ti casca sulla testa, a minute gocce prese di
242
1991
per dare una giustificazione a questa altrimenti ridicola abitudine
243
1991
tubo... come ho fatto a non pensarci... caro Pehnt
244
1991
lungo il tubo, uno a sinistra l’altro a
245
1991
a sinistra l’altro a destra, lentamente, scrutando ogni
246
1991
tubo, piegati in due, a cercare tutta quella voce
247
1991
scrivania / luce di lampada a petrolio / studiolo al terzo
248
1991
di via Moscat / tappezzeria a righe verticali verdi e
249
1991
un prato. Le ricorda, a questo proposito, che se
250
1991
Quell’uomo – lo dico a salvaguardia della chiarezza del
251
1991
io senta le forze a poco a poco mancare
252
1991
le forze a poco a poco mancare – mi consenta
253
1991
di aggiungere alcune righe a titolo del tutto e
254
1991
anzi intensificarli e arrivare a realizzarli nel migliore e
255
1991
degli accademici. Se posso a Lei rivolgermi con la
256
1991
il professore aveva messo a punto per l’albergo
257
1991
suo cugino, Alfred Dallet, a Brétonne. Lei sa come
258
1991
alcune calibrate dichiarazioni rilasciate a certi fogli della capitale
259
1991
celebrità che, dopo aver a lungo inseguito senza raggiungerla
260
1991
il prof. Dallet confessare – a un suo collega e
261
1991
tubi di zinco fino a 951 metri di distanza. Si
262
1991
raggiungere Liverpool. ¶ Di fronte a tutto ciò, quanto Lei
263
1991
comando militare da Parigi a Bruxelles in un quarto
264
1991
se mi consente, ricevere a Marsiglia una lettera d
265
1991
le Sue procedure, e a diffondere i Suoi risultati
266
1991
da Lei diretta terrà a Quinnipak nella prossima festività
267
1991
un colpo di rivoltella. A pochi metri da lui
268
1991
più profonda, al ventre, a cui andava verosimilmente attribuita
269
1991
il dramma. Le prove a suo carico, raccolte nel
270
1991
non si presentò nessuno. ¶ A Pekisch, curiosamente, arrivarono prima
271
1991
Pekisch era di fronte a lui, seduto al tavolo
272
1991
poi la sera va a dormire. E lì i
273
1991
o fa del male a qualcuno. Okay? ¶ – Okay. ¶ – E
274
1991
si chiede: devo starlo a sentire questo desiderio o
275
1991
pur di star dietro a un proprio desiderio. Si
276
1991
pagare uno non pensi a scappare e stia lì
277
1991
e stia lì, dignitosamente, a pagare. Solo questo è
278
1991
Pehnt stette un po’ a pensare. ¶ – Ma quante volte
279
1991
se si vuole riuscire a dormire ogni tanto. ¶ – Dieci
280
1991
meticolosa fatica Pehnt iniziò a scrivere: ¶ 280. Schifezze – un paio
281
1991
vita. ¶ Stette un attimo a pensare. Andò a capo
282
1991
attimo a pensare. Andò a capo. ¶ Poi si pagano
283
1991
si pagano. ¶ Rilesse. Tutto a posto. Chiuse il quadernetto
284
1991
Soprattutto lo sconcertava – non a torto – il numero di
285
1991
e capiva che solo a imparare i nomi di
286
1991
parte di umanità. Pensò a centinaia di pagine zeppe
287
1991
dieci anni potresti arrivare a tremilaseicentocinquantatré cose imparate. Sarebbe
288
1991
una fatica sprecata, ragazzo. ¶ A Pehnt il discorso parve
289
1991
Ti prego, non dirlo a nessuno. ¶ – Non posso, Jun
290
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che cresca qui, insieme a noi. E tutti lo
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Ti prego, non dirlo a nessuno che ho pianto
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potuti sfarinare il cervello a cercar di dare un
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di dare un senso a certi loro gesti. E
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di tornare faceva arrivare a Jun, immancabilmente, un piccolo
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una cosa del genere, a cominciare ovviamente dalla più
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tutti gli uomini, vale a dire mettendo mani al
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un’infinita cura dedicava a conservare le scatole, e
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conservare le scatole, e a spolverarle periodicamente, e a
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a spolverarle periodicamente, e a controllare che nessuno le
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si mise d’impegno a cercare i relativi gioielli
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anzi per settimane, fino a che risultò chiaro che
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figli e tre figlie. A una mise nome Colomba
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il caso di stare a chiederselo proprio in quel
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momento. Per cui continuò a leggere, con voce monocorde
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po’ come se parlasse a un sordo. ¶ – “... E in
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loro padre le mise a parte dell’eredità insieme
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generazione.” ¶ Il testo andava a capo. Pekisch prese fiato
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bilico sul tubo, aperto a pagina 565. Con l’altra
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infantile”, come annoterà, non a torto, il già citato
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e sé e prese a camminare lungo il tubo
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un minuto. Pekisch incominciò a corricchiare. Correva e cercava
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il cuore gli incominciò a impazzire. Calma. Pekisch fermo
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di tubo. Calma. Ripiglia a camminare e a non
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Ripiglia a camminare e a non pensare. C’è
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si coricano le ombre a dismisura, è un modo
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la sera – quand’invece a mezzogiorno si potrebbe anche
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e un po’ davanti a sé. Alla fine del
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del tubo, dritto davanti a sé, incomincia a riconoscere
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davanti a sé, incomincia a riconoscere la piccola sagoma
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magari avrebbe anche continuato a camminare e a non
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continuato a camminare e a non pensare, ma adesso
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vista, e allora ricomincia a corricchiare, in quel suo
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modo stralunato, sembra che a ogni passo decida di
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ce la può fare a entrare in un tubo
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sguardo tutt’intorno, come a cercare la via più
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forse griderebbe un po’, a questo punto, Pekisch. Invece
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sbraccia come un mulino a vento pestando per terra
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qualche parte deve andare a finire... non puoi versare
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dopo un po’, proprio a metà del tubo... finita
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cosa del genere... che a pensarci bene dovrebbe funzionare
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ti dico che andrebbe a ruba... se ne potrebbero
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non si arriverà mai a niente se non ci
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non ci si ostina a provare e riprovare... ¶ – Magari
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difettose, e circostanze fortuite a decine, una vera collezione
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ansia, che di fronte a un’assurdità del genere
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sospiro più clemente, riuscirebbe a ridere. Perché è come
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die an steigendes Glück.... ¶ A Karine, da lontano ¶ UNO
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ora che sto qui a... ¶ – Il tuo calesse è
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Il tuo calesse è a pezzi, Arold, non dovresti
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prendertelo, Brath? Devo tornare a Quinnipak entro mezzogiorno... ¶ – Okay
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città, finirai di marcire a stare sempre quaggiù... ¶ – Hai
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che si sfascia solo a guardarlo... ¶ – Signor Brath, l
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prendi questo pacco. Corri a cercare Magg e daglielo
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ragazzo... ¶ – Sì, signore... ¶ – Ripetilo a voce alta, è un
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dài... ¶ – Non lo dico a nessuno, giuro che non
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Nessuno potrebbe mai riuscire a disegnarlo, dicevano tutti. Il
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occhi, li riaprì, tornò a guardare il pacco, prese
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corse giù con Pit a dire Sta per tornare
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i campi si mise a correre la voce Sta
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che alla fine riuscì a far capire anche all
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nei pensieri, se perfino a Quinnipak, che pure distava
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ora da lì, perfino a Quinnipak, nemmeno tanto tempo
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culo nel fango mormorare – a bassa voce, come se
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dire morale del personaggio. A modo suo il signor
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semplicemente, partiva. Passava giorni a far preparativi, i più
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e munifici contratti: 1500 bicchieri a forma di scarpa (poi
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quanto credi che riusciremmo a farla grande? ¶ Il vecchio
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tutto quello che aveva a che fare con il
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riprovare, e potendo spaccarne a decine forse alla fine
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forse alla fine riusciremmo a farne una davvero grande
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rispose. ¶ – Soldi, Andersson. Soldi a palate. ¶ In effetti, a
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a palate. ¶ In effetti, a dirla proprio tutta, il
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di contadino per andare a capire come diavolo si
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da sempre. E iniziò a pensarci su. Giacché, ovviamente
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farla, prima ancora che a qualcuno fosse mai passato
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mesi. Alla fine mise a punto un sistema che
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Rail” avrebbe da lì a qualche anno cambiato la
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Quella sera si mise a piovere che sembrava un
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per sempre, un esule: a migliaia di chilometri da
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naso schiacciato sui vetri, a guardare la gran pisciata
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E lì rimase fino a che non sentì le
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fallo adesso. ¶ Jun incominciò a sciogliergli il foulard rosso
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aprì la giacca e a uno a uno i
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giacca e a uno a uno i bottoni del
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venendo su, lentamente, fino a quello più alto che
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seppur rimasto ormai solo a difendere l’indifendibile pur
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assolutamente in silenzio, iniziò a piangere, in quel modo
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Rail, e nemmeno dopo, a vederlo nudo sotto di
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sotto di sé e a baciarlo ovunque, non smise
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non smise mai, continuò a sciogliere il grumo della
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altra parte del mondo a scopare una donna bellissima
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donna bellissima e negra, a scoparla con così appassionata
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che la guardava prese a rigirare dentro di sé
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sesso del signor Rail, a rigirarlo e domarlo perdutamente
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che ineluttabilmente ti porterà a metter su famiglia e
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lasso di tempo ragionevole, a inebetire. Ma quel che
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permetterti è di dare a quella povera creatura il
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ci metta anche tu a complicargli la vita con
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tu lo vuoi dare a quella povera creatura. Ti
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quello finisce dritto dritto a fare l’assicuratore? Ti
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che andrebbe benissimo Charlus. A me sembra che non
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da parte vostra ostinarvi a rimandarci indietro, intonso, il
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che oltre ad essere a voi dedicato, potrebbe non
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ripetervi che niente riesce a eguagliare la plastica comicità
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ad esse, sto incominciando a prendere seriamente in esame
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stava sdraiato per terra a sentire la voce nei
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e la sera vado a letto presto. Il martedì
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presto. Il martedì vado a sentire i concerti che
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e ascolto musiche che a Quinnipak non esistono: Mozart
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amici con cui gioco a carte, parlo di politica
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bella. Mi piace tornare a casa e trovarla lì
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Mi piace dormire vicino a lei e mi piace
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mi piace svegliarmi insieme a lei. Ho un figlio
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giusto. La sera vado a letto e mi addormento
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voglio continuare ad andare a letto, la sera, e
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visto niente del genere, a Quinnipak. Ma forse proprio
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io ci sto bene. A Quinnipak si ha negli
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sul cornicione delle cose, a cercare l’impossibile, a
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a cercare l’impossibile, a spiare tutte le scappatoie
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guardava sempre l’infinito, a Quinnipak, insieme a te
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infinito, a Quinnipak, insieme a te. Ma qui non
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impensati, siamo felici. ¶ Andrò a letto, questa sera, e
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ragazzo, andò un giorno a Morivar, perché a Morivar
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giorno a Morivar, perché a Morivar c’era il
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fai qui? ¶ – Sono venuto a prendere qualcuno. ¶ – Chi? ¶ – Te
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se no come farai a vivere con me? ¶ / E
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era lì, in mezzo a tutta quella gente, con
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Il signor Rail comunicò a Jun che se lei
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lei non fosse andata a bere qualcosa con lui
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bene, prima che vada a fuoco il paese andiamo
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fuoco il paese andiamo a bere qualcosa, d’accordo
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pacco. La taverna era a un centinaio di metri
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da fare, allora incomincia a raccontare del vetro. Le
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donna può veramente resistere a quelle storie lì.” ¶ / Io
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il signor Rail raccontò a Jun del vetro. Inventò
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tutti e due laggiù, a Morivar. Ci volevano sette
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là che deve portarlo. A qualcuno, credo. Non mi
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ha mai voluto dire a chi. Lo so che
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giorno Jun arriverà davanti a lui e gli poserà
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quei giorni che eravamo a Morivar, una volta me
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io... io sono riuscito a non farla salire su
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Esther, io sono riuscito a portarla qui, e ogni
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mai. Avanti e indietro, a dieci metri da terra
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1991
e stette un po’ a osservare le migliaia di
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Indescrivibile. La gente torna a casa, dopo aver visto
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le fantasie di uomini a migliaia. Così lo smonteremo
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la gente dirà: andiamo a sentire la pioggia che
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sul Crystal Palace. E a centinaia si troveranno sotto
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pesci in un acquario, a sentire la pioggia. Il
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aveva smesso di tagliare a pagina 46. Era un libro
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abbiamo ricostruito in mezzo a chilometri di giardini e
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alfabetico, era partito dalla A e prima o poi
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Rail stava lì, immobile, a guardarlo. Aveva posato per
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Hector Horeau guardava davanti a sé e parlava con
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musica, persa in mezzo a quell’enormità di ferro
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fare per far cadere a terra la tenda. Si
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spicciolata. Qualcuno restò indietro a guardare le fiamme che
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un aiuola di cespugli, a pochi passi dalla tenda
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un lampo e iniziò a crepitare con ferocia fino
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crepitare con ferocia fino a lambire il lampadario a
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a lambire il lampadario a petrolio che pendeva dal
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il Crystal Palace incominciò a sembrare un’enorme lampada
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Un sordo rumore iniziava a scendere giù dai sentieri
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poi migliaia. Ad aiutare, a vedere, a gridare, tutte
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Ad aiutare, a vedere, a gridare, tutte con la
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la testa all’insù a guardare quello spropositato fuoco
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d’artificio. Gettavano acqua a barili, si intende, ma
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chiesero Come può andare a fuoco una cosa di
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dopo l’altra incominciarono a esplodere tutte le lastre
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lì, nella notte illuminata a giorno, con negli occhi
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uno spettacolo da scoppiare a piangere, lì, su due
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gigantesco rogo che continuò a macinare emozioni per tutta
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andava il Crystal Palace, a poco a poco, in
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Crystal Palace, a poco a poco, in quel modo
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grande. Si fece consumare a poco a poco, senza
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fece consumare a poco a poco, senza quasi resistere
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dimenticherà, lo sentirono anche a chilometri di distanza, come
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scoppiata una bomba immensa, a sfracellare la notte tutt
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Non aver paura, torna a dormire, Ma cosa è
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sempre. Chiunque sia stato a sognarlo, adesso s’è
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il signor Ives incomincia a spazientirsi. E inoltre abita
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perché tu ti ostini a mandarle là, e a
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a mandarle là, e a dirla tutta, è proprio
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che tu ti ostini a non voler pensare che
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In un certo senso, a ben pensarci, è stupido
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gente. Gliel’ho detto, a Caspar. Ma lui dice
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e adesso sto lì a guardarlo, per ore e
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grande? Bisognerà raccontargli qualcosa a questo bambino. Ma da
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tu ti sia messo a fare l’assicuratore. Posso
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atto che sei riuscito a mettere al mondo un
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scappando quando hanno iniziato a tirarci addosso quelle dannate
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alla fine abbiamo incominciato a darcele di santa ragione
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cioè, lui ha iniziato a correre insieme a noi
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iniziato a correre insieme a noi, però a un
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1991
insieme a noi, però a un certo punto s
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quando quelli hanno iniziato a tirarci dietro quelle maledette
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ho visto è che a un certo punto è
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certo punto è crollato a terra, una pietra l
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allora si sono messi a smontare i binari, uno
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non avrebbero smesso fino a che non arrivavano i
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si son messi lì a smontare uno ad uno
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stati lì abbiamo provato a parlare e a convincerli
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provato a parlare e a convincerli, ma è brutta
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ci siamo trovati lì a darcele di santa ragione
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giusto per non arrivare a mani vuote... ma quando
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coltelli allora ho gridato a tutti di scappare, perché
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quella, così abbiamo incominciato a correre, tutti tranne Mormy
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che prima ha iniziato a correre anche lui, ma
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1991
una statua, che però a un certo punto è
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non si riusciva nemmeno a trovare gli occhi, in