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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carmine Abate, Gli anni veloci, 2008

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
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2008
arancio. Capocolò stava seduto a fumare e a guardare
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seduto a fumare e a guardare lontano, come se
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donne da far invidia a Rodolfo Valentino, però si
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ma ho imparato finalmente a nuotare.» ¶ I ragazzi lo
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allenarsi, allenarsi duramente fino a superare i propri limiti
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ragazza che scrive lettere a Lucio Battisti, gli invia
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ha tutte le rotelle a posto. Fai la santarellina
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non battere il piede a terra come lo zoccolo
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come un lutto. Solo a casa sorrideva due volte
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notte alla Montecatini e a quell’ora dormiva; Mario
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non stava quasi mai a casa, se non dalle
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con i suoi compagni a organizzare cortei. ¶ A parte
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compagni a organizzare cortei. ¶ A parte la rabbia che
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fragorosi del mondo esterno, a volte non voleva. All
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Il fratello era tornato a casa con il naso
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sarebbe stata l’ultima. A nulla valevano le sfuriate
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siamo una famiglia onesta, a Cutrone ci stimano tanti
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pala e lo insaccavano a mano, non con le
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li avrebbe tenuti bloccati a bocca aperta e con
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degli anni Venti, perché a quei tempi i crotonesi
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allora, sfruttando l’elettricità a bassissimo costo della Sila
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Alla Montecatini ci andava a piedi, fino a quando
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andava a piedi, fino a quando con tanti sacrifici
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tanti sacrifici era riuscito a comprarsi una bella bicicletta
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era sulla strada giusta: a parte che ogni mattina
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al mare da maggio a ottobre e la cosa
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cemento. E dopo giocavano a pallone sulla spiaggia, correvano
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vero, in apparenza. Ma, a causa di queste convinzioni
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sempre di più. Solo a Capocolò non erano sfuggite
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sfuggite e un giorno, a pranzo, gli aveva detto
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quel diavolo di Capocolò a sapere di Anna? ¶ «Ti
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Fosse stato un altro a dirgli quelle stupidaggini lo
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sorriso comprensivo. ¶ «Domani andiamo a pescare, vuoi?» ¶ Nel cuore
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sconosciuta si sdraiò accanto a Nicola e cominciò ad
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neppure il buio riusciva a nascondere la sua eccitazione
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la sua pelle cominciava a inumidirsi di sudore, i
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e ammutolì, continuando però a muoversi come un terremoto
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parola. ¶ Quando Capocolò venne a chiamarlo, Nicola era già
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spento il motore, cominciò a dondolare come una culla
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ritorno nel porto, accanto a una cassetta con poche
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che Anna aveva spedito a Lucio Battisti. Per un
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Per un attimo ripensò a Manuela. Poi, con la
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sole ¶ e di rifiutarla a parole. ¶ Siamo idealisti prepotenti
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Cola ¶ di sabato andiamo a ballare ¶ e il lunedì
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e il lunedì siamo a scuola ¶ dove nessuno ci
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dove nessuno ci insegna a pensare. ¶ Nessuno ci aiuta
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pensare. ¶ Nessuno ci aiuta a sognare. ¶ Caro Lucio, ¶ che
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Lucio, ¶ che ne pensi? A Rino Gaetano, un giovane
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te…”. A volte canto a squarciagola I giardini di
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almeno tu mi aiuti a realizzarli… ¶ Nicola sentì aprire
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fece appena in tempo a rinchiudere la lettera nel
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Anzi, adesso che sono a casa, nel nostro nido
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sto ancora meglio. Qui a Crotone mi scarico alla
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in anticipo. Intanto vado a farmi una doccia.» ¶ Rimasto
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solo, Nicola si affrettò a leggere la poesia di
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rugiada e non riusciva a bagnargli il cuoio capelluto
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pioggia e si muoveva a ondate. Nicola andava su
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rassegnarsi. Forse era rimasta a studiare con Manuela. ¶ Tornò
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studiare con Manuela. ¶ Tornò a casa alle sette in
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seduta sul letto assieme a Mario. Erano entrambi vestiti
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amore. ¶ «Questo sabato andiamo a Capo Colonna a mangiare
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andiamo a Capo Colonna a mangiare e a divertirci
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Colonna a mangiare e a divertirci, tutta la mia
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due che avevano ripreso a pomiciare senza ritegno, aprì
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un libro e cominciò a studiare perché l’indomani
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e nel male. Arrivò a Capo Colonna in macchina
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assieme al fratello e a Capocolò, poco prima che
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che il sole tramontasse. A piedi raggiunsero il cuore
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oltre la Colonna cominciava a spandersi una flebile scia
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amico. Aveva la chitarra a tracolla, le mani in
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la brezza marina sollevava a ciocche. ¶ Non era la
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volte all’anno riuscivano a vedersi a Crotone. Mario
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anno riuscivano a vedersi a Crotone. Mario si sarebbe
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e dall’orgoglio: «Ecco a voi il più grande
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attirabaci». Tutti si misero a ridere alle ultime battute
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una birra e cominciò a cantare Imagine di John
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stava in piedi accanto a Rino, le braccia conserte
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anni veloci. ¶ Rino andò a fumare una sigaretta assieme
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fumare una sigaretta assieme a Capocolò, seduti entrambi sulla
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sulla base della Colonna a guardare il mare increspato
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noi!» lo chiamava Mario a gran voce, e Rino
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stella cadente. Poi riprese a cantare, più allegro di
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Francesco De Gregori e, a grande richiesta, di Lucio
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di Lucio Battisti. Fino a quella sera Nicola lo
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squillanti e imprevedibili che a Nicola ricordavano le sgolate
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pomiciavano alla grande davanti a tutti e ogni tanto
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che si era attaccata a Rino come un’ombra
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gli girava ma continuava a bere e a stringere
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continuava a bere e a stringere Manuela, le aveva
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ascoltare la musica e a muovere la sua mano
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frego e non penso a te». E Mario, per
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Mario. Tutti si misero a ridere, anche Anna, e
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distrazione e lui continuò a fissare Anna, che stava
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risentimento e amore. ¶ Fu a quel punto che Rino
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che da bambino andava a pesca proprio in quel
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e se ne ritornava a casa. Era notte fonda
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Guarisci presto che andiamo a pescare.» In quel momento
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sognava. Si allenava sempre a queste rovesciate, saliva in
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una quindicina di gol a stagione. Tutti si aspettavano
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traguardi, minimo la serie A, ma io ho cominciato
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si spegne in salita. A parte i troppi infortuni
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ora non ero qui a rompermi il culo alla
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il culo alla Montecatini, a respirare veleni, come papà
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stato per davvero. Anche a me ha dato fastidio
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undici secondi ti chiameranno a correre con gli atleti
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poteva imparare più che a scuola. Era d’accordo
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del rione lo invitavano a giocare con loro nello
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lo coglieva l’ora: a festa o in pantaloncini
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dalla voglia di riprendere a correre, perché aveva dentro
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uomo che lui voleva, a ogni costo voleva, vedere
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lei: «Ti stai annoiando a stare sempre in casa
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il resto, non riusciva a concentrarsi, leggeva poche pagine
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pensiero della lettera chiusa a chiave nel cassetto come
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preferisco con i capelli a cespuglio di ricci, tipo
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anche quando era sdraiato a leggere sul letto, e
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bloccata nell’aria, pronta a esplodere da un momento
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sempre. Il professore cominciò a dettare la sua lezione
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lezione e Nicola riprese a scrivere quei concetti che
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alla corsa veloce e a qualche partita di pallone
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degli studenti di apprendere, a memoria, oltre un certo
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oltre un certo limite. ¶ A ogni cambio di insegnante
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spiegò l’accaduto, fino a quando non fu avvolto
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pista del campo sportivo, a volte in spiaggia sotto
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professor Greco. Era pacato, a momenti flemmatico, e sempre
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la doccia, stando attento a non bagnarsi il cucuzzolo
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bagnati sulla nuca andava a scuola. ¶ Una mattina capì
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smisurata che quando tornò a casa chiese il bis
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andò sotto i portici a ingozzarsi di pasticcini. ¶ Si
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Intanto i capelli ricrescevano a vista d’occhio, arricciandosi
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presto avrebbe potuto fare a meno della coppola sgargiante
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rare volte che viene a trovarmi, si accoccola proprio
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montagne che la circondano a casa sua. Da qui
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con voi è venuto a cantare addirittura il mitico
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Sa come vi invidio? A me, Rino Gaetano è
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tu, per me, fino a pochi giorni fa, eri
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passato. Basta. Ho telefonato a mia sorella, le ho
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visite alla mamma e a me, le ho detto
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le ho risposto scherzando, «a parte un’alopecia incipiente
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aria aperta.» ¶ «Non riesco a immaginarmelo senza la chioma
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bella casa, una villetta a schiera, in un paese
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in una scuola superiore, a pochi chilometri da casa
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tristezza che provavo fino a quel momento mi sono
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anzi sono stata io a lasciarlo. Forse per lui
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amore, amor per te…”. A volte canto a squarciagola
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svenuto, all’inizio, e a parte il dolore del
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e la fronte cominciavano a rigarsi di sangue. Sangue
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fuoriusciva da una ferita a serpentina. ¶ Scese dalla macchina
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macchina intontito e riprovò a toccarsi la testa: il
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testa: il sangue continuava a zampillare dal lungo taglio
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venuti alle mani, ma a Nicola non importava nulla
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reagiscono con questa potenza a un comando del cervello
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momento, avvisato mentre giocava a carte al Centro ricreativo
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smorfia feroce e cominciò a massacrarlo con rimproveri di
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pa’, invece di aiutarmi a non morire, aveva fatto
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aveva fatto in tempo a pensare. Poi più niente
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l’anestesia, dobbiamo intervenire a crudo». ¶ L’infermiera gli
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macchine si sono attruzzate a una velocità lumachevole: potevi
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potevi raprire il vrazzo a scudo e non ti
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e mostrò il risultato a Nicola mentre chiedeva conferma
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e ai lati. Provò a sorridere e lo specchio
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invidia ch’è bravo a scuola, bravo nella corsa
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gli cavo l’occhi a chi è stato invelenoso
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chi è stato invelenoso, a questi cìfari con i
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le gambe, come faccio a calmarmi di fronte a
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a calmarmi di fronte a un figlio che credevo
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speranza, tutto, e guai a chi me lo tocca
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squarto come un porco a Natale. «Signora, si calmi
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complicanze l’ospitale è a una sputazzata» disse il
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sputazzata» disse il padre a Nicola. E mentre la
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favore.» ¶ «Terzo piano, corridoio a destra» gli risponde un
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da un cruciverba. ¶ Sale a piedi, saltando i gradini
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piedi, saltando i gradini a due per volta. Si
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negli occhi, invadente. Simili a quelli di Anna. Di
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anticipato che sarebbe venuto a cercarmi e anche il
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Senta, facciamo così: venga a casa mia sabato pomeriggio
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tanto tempo, e neppure a scuola, più tardi. Il
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tutta la mattinata rimase a letto, intontito e dolorante
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non gli dava tregua. A pranzo, però, la madre
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po’ meglio. Si vestì a fatica e, cauto, andò
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fatica e, cauto, andò a sedersi fuori, sul gradino
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su di lui espressa a Lucio Battisti, che gli
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se vuoi vieni pure a prendere da me qualche
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qualche libro, ne ho a bizzeffe.» ¶ «Ti ringrazio molto
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sorridente, con un foulard a fiori legato al collo
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tutti delle mie amiche, a parte quelli di Lucio
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Lucio Battisti che appartengono a me, li ho comprati
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Nicola sbrigativo e afferrò a caso un romanzo di
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sperando che Anna continuasse a parlargli, ma lei lo
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Stava rannicchiato sul letto a leggere Il barone rampante
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Lucio Battisti quando venne a trovarlo Capocolò con in
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una vistosa coppola, rossa a quadri blu. «È per
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accorse che gli stava a pennello e soprattutto il
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picciridda: voleva più bene a lui che a me
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bene a lui che a me, con me non
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troppo, che penzavo solo a me, ai miei vestiti
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marìtma è morto giovane, a quarantacinque anni, giovane nel
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e tre, dovevo penzare a loro, al loro futuro
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paese e se nascevo a Roma o a Napoli
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nascevo a Roma o a Napoli diventavo miss Italia
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al paese Maik Buongiorno a fare non so più
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ha detto: «Se vieni a Roma, passa a trovarmi
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vieni a Roma, passa a trovarmi che ti faccio
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Buongiorno ha fatto segno a uno dei suoi con
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quello mi ha seguito a lungo col suo grande
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viene questo brav’uomo a combinare il nostro matrimonio
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sempre mandato i soldi a Firenze, per tutta l
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era amico o zito. A me per zito piacevi
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di vote in tutto, a casa tua, ma più
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Gianna”; bravo era bravo a cantare e con me
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venturo, in estate o a Pasqua o a Natale
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o a Pasqua o a Natale. Una vota all
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me ero disposta pure a scordare tutto e l
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per il vino bevuto a stomaco vuoto. Allora lei
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e non ti scordare a Mario che ha fatto
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lo capivo, correvo dietro a un pallone, mi divertivo
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appesantito» s’intromise Capocolò a sorpresa. ¶ Stavano pranzando insieme
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Floyd. Tra gli italiani, a furia di regali e
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origine crotonese che viveva a Roma e di cui
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i testi di Rino a scuola» aggiungeva, «sono una
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sai!». ¶ «Non mi riferisco a quelle che hai tra
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fate per non andare a scuola e non per
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un obiettivo più alto.» ¶ «A me i terroristi non
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fare» gridò il padre a Mario, «la parlantina avvocatesca
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Che però ho cominciato a fare. È una tesi
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mangiare in santa pace, a Mario nostro, ché è
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meglio, dopo pranzo andò a salutare le tre studentesse
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chiuse nella sua stanza a sentire il nuovo disco
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significato delle parole, lui a scuola studiava francese. ¶ Dopo
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Nicola preoccupato. ¶ «Perché viene a farmi visita una delle
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non gli diceva niente, a parte il disprezzo con
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E non si fermava a chiacchierare con nessuno, preso
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su di lui confessato a Lucio Battisti, potesse lasciarsi
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ciao Nicola, gli furono a un passo dagli occhi
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del fratello. La lettera a Lucio Battisti stava ancora
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di velluto blunotte appartenuto a Mario e una camicia
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volto di Anna intenta a scrivere a Lucio Battisti
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Anna intenta a scrivere a Lucio Battisti. Sì, anche
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non voleva ammetterlo nemmeno a se stesso, anche se
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se stesso, anche se a lei forse non l
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momento erano lì, accanto a lui, mentre di fronte
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sentì più leggero. Attorno a lui non c’era
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E non pensò più a niente. ¶ Poco dopo, sulla
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in onde leggere, tornavano a essere un cespuglio di
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nell’ultimo banco assieme a Fabio, un altro spilungone
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classe e si metteva a dettare. Purtroppo non era
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non era l’unico a seguire questa prassi didattica
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religione. Anche quel giorno a Nicola faceva male la
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faceva male la mano a furia di scrivere sotto
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la storia della filosofia a memoria e ripeterla al
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resto della classe giocava a carte o leggeva fotoromanzi
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fatti suoi e canticchiava a modo suo una canzone
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Io lavoro e penso a te, sono a scuola
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penso a te, sono a scuola e penso a
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a scuola e penso a te, chiudo gli occhi
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gli occhi e penso a te». A te, Anna
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2008
e penso a te». A te, Anna, naturalmente, alla
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2008
non dormo e penso a te. ¶ Il suono della
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studiò filosofia, senza riuscire a concentrarsi, senza capire un
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2008
felicità è attività conforme a virtù, è logico che
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che sapore, se assomiglia a quel millesimo di secondo
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2008
imperfetta. ¶ Il comodino era a venti centimetri dal suo
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2008
per avere la coscienza a posto. Che fai, Nicola
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2008
durante il tuo viaggio a cavallo da Milano a
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2008
a cavallo da Milano a Roma con il grande
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2008
che ha un bar a Firenze e, appena ho
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2008
ho chiesto il motorino a mia cugina per venire
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2008
mia cugina per venire a cercarti. Non è stato
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2008
sono venuta incontro, frenando a un passo dal tuo
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2008
fiume e poi ritrovarsi a volare e sdraiarsi felice
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2008
il fine settimana torno a casa da Crotone, dove
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2008
hanno belle voci melodiche. A mio papà, invece, non
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2008
con il suo Leoncino, a vendere frutta e verdura
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2008
è che vai bene a scuola. E fa tanti
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2008
che mi ha spinta a scriverti. Io, malgrado tutto
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2008
il primo è legato a te. Siccome la tua
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2008
musicare. Sempre se vorrai. A me piace scrivere, poesie
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2008
tutti ti interrogano come a scuola, attenti ai pettegolezzi
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2008
che fosse il tempo a presentargli i conti del
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2008
gli rinfresca la faccia a sprazzi e gli porta
280
2008
in un nido caldo, a un tiro di schioppo
281
2008
un altro mondo rispetto a Crotone, con la natura
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2008
coro. Lui risponde: «Buongiorno a voi». E quelli lo
283
2008
pressante, dal nulla cominciano a sbucare i gatti, gatti
284
2008
lei si apre subito a un sorriso: «Sei Nicola
285
2008
risponde Nicola e riesce a dire poche altre cose
286
2008
vino buono e chiede a Nicola cosa fa nella
287
2008
mio primo marito, salute a noi, una disgrazia che
288
2008
patre amato che chiamava a ogni ora del giorno
289
2008
e ora sta rientrando a casa con un magro
290
2008
densa e tremolante come a luglio. La radio trasmette
291
2008
li conosce quasi tutti a memoria, canticchia assieme per
292
2008
come ti vorrei…”. Assieme a Rino Gaetano, che era
293
2008
la lista della spesa.» ¶ A ogni sorpasso lancia uno
294
2008
di Anna che camminava a pochi passi da lui
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una volta che conducessero a una conclusione, mai che
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non dia la notizia, a volte interrompendo il programma
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corso e continuando poi a trasmettere le canzoni più
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è morto, che continuerà a cantare per sempre. E
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macchina e si mette a correre velocissimo lungo la
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corsia d’emergenza, fino a quando tocca con il
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non aveva mai raccontato a nessuno, la libera nel
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dai suoi genitori. Passa a trovarli quasi ogni giorno
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della madre si ferma a mangiare con loro. ¶ A
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a mangiare con loro. ¶ A settant’anni, affaticata dalla
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e pensa ad Anna, a come sarebbe stata la
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va di mangiare, passo a trovarvi domani a mezzogiorno
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passo a trovarvi domani a mezzogiorno. Salutatemi Capocolò.» ¶ Poi
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se leggerla o rimetterla a posto. ¶ Più tardi, quando
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famiglia, ma Lucio riprende a cantare imperterrito e luminoso
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luminoso e vivo, regalando a Nicola l’emozione più
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capelli suoi, io insieme a lei ero un uomo
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che non era indirizzata a lui. Trasalì. Un bagliore
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colpo secco, in alto a destra, sulla busta gonfia
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trovava posta per lui, a parte una rivista di
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voltata verso i fornelli, a rimestolare sughi e sughetti
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e sughetti che friggevano a gran voce. Allora lui
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giocatore di carte. Lesse a voce bassa: «Mitt. Anna
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di stupore, molto simile a una felicità frastornata. Dunque
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Anna la stronza, perché a volte si comportava da
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Se vuoi ti aiuto a cercare quello giusto. Anche
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cercare quello giusto. Anche a me piace Lucio Battisti
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la madre che veniva a rovistare nell’armadio. «Sgàrgia
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zimba chiusa, e vieni a mangiare la pasta alle
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casa. Era Capocolò che, a seconda della stagione, coltivava
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fitta in cui riusciva a muoversi solo lui, con
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mangiava in fretta, pensieroso. A quell’ora il padre
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la stanza delle ragazze, a trasportare vassoi con il
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Per fortuna, di fronte a lui c’era Capocolò
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il cassetto e cominciò a tastare la busta con
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cosa avesse scritto Anna a Lucio Battisti. Ma per
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comodino e lo chiuse a chiave. Poi si lavò
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e, prima di mettersi a studiare fino a sera
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mettersi a studiare fino a sera tardi, andò a
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a sera tardi, andò a fare la solita passeggiata
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come in estate. Cominciò a riscaldarsi con impegno e
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il sudore gli scese a rivoli dalla fronte, si
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e con uno scatto a testa bassa raggiungeva il
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i denti e pedalava a tutta forza, non voleva
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mare brillava sulla destra, a pochi passi da loro
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le due ombre davanti a lui, imprendibili: Mario, il
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padre e il fratello a pochi metri dal traguardo
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televisione, rischiando di andare a sbattere contro i rami
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vinto di nuovo» cominciò a gridare. ¶ «Bravo, Nicola, bravo
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è vero» rispose Nicola a muso duro. «Ciòtu sarai
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solenni, dignitose: «Domani vado a fatigàre là, dove papà
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inferiore. Mario era nato a Trapani e con i
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Sud. Infine erano approdati a Crotone, dove la madre
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che aveva dato vita a una pensione per studentesse
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mesi era troppo stanco, a casa mangiava e dormiva
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casa mangiava e dormiva, a volte dormiva di giorno
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Dopo cena si buttava a letto e si addormentava
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correre al mare. Cresceva a vista d’occhio, notava
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fossero state le studentesse a pensione, che venivano dai
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lei avrebbe cucinato pesce a pranzo e pesce a
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a pranzo e pesce a cena. Conosceva ricette anticarie
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e moderne, ne ritagliava a decine dalle riviste illustrate
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prima, il pesce fresco a casa sua non mancava
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chiamavano Capocolò, perché andava a pesca sempre a Capo
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andava a pesca sempre a Capo Colonna, proprio nel
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di un vecchio motore a nafta che friniva come
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impazziti, non ci stavano a morire, e i più
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i più atletici riuscirono a saltare in acqua con
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mani di mamma Pina. ¶ A fine estate Nicola s
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i ragazzi del rione, a sgranare gli occhi dalla
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me. Ti voglio presentare a un mio amico d
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uno dei quali giocava a calcio nel Crotone ed
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padre, e lui fino a metà corsa resse bene
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forte, ma deve imparare a correre con scioltezza e
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velocità». Poi rivolto solo a lui: «Appena riaprono le
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campo». ¶ Due settimane dopo a casa Manfredi cominciarono a
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a casa Manfredi cominciarono a presentarsi le studentesse, segno
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ed era molto sperta a scuola, anzi, a dire
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sperta a scuola, anzi, a dire la sincera verità
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ce la faceva proprio a viaggiare, si era arrendùta
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cercavano qualcosa o qualcuno a Cutrone. E infatti le
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sarde salate e frutta a volontà, siccome che marìtma
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è fruttivendolo». ¶ Nicola cominciò a estraniarsi. Pensava alla nuova
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ragazza imbronciata che continuava a fissarlo con i suoi
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unica melodia allegra, fino a quando prende il sopravvento
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e di vigore: “Davanti a me c’è un
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appena nell’abitacolo torna a farsi sentire il ronzio
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ronzio quieto del motore, a Nicola sfugge il solito
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sfugge il solito desiderio a bassa voce: «Devo parlarti
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poi si sarebbe aggrappato a lei con tutte le
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ha pugnalati alle spalle, a tutti.» ¶ «E cioè? Che
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solo la tesi! Andava a Messina solo a organizzare
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Andava a Messina solo a organizzare cortei e assemblee
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organizzare cortei e assemblee, a cazzottijarsi con i fascisti
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cazzottijarsi con i fascisti, a rimorchiare studentesse, a chiavare
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fascisti, a rimorchiare studentesse, a chiavare a destra e
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rimorchiare studentesse, a chiavare a destra e a manca
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chiavare a destra e a manca alla faccia nostra
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può essere veritèra. Io a mio figlio lo conosco
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Lucia si era messa a piangere mentre Anna cercava
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Però, più tardi, davanti a Nicola disse il contrario
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non ve ne accorgete. A me dispiace soprattutto per
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uscì lasciandola nella stanza a litigare da sola. ¶ Alla
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riscaldamento e provò subito a scaricare la sua rabbia
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fino al tramonto. ¶ Tornò a casa bagnato fradicio di
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poi andò in cucina a cenare con i genitori
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ritirò nella sua stanza a sentire musica. ¶ La notte
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padre andò in macchina a prendere Mario alla stazione
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che lo aveva elogiato a più riprese, della laurea
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aveva pensato di festeggiare. ¶ A casa, il padre non
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non l’ho lasciato a Messina.» ¶ «Subito, ho detto
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fulminato da quell’urlo a ciel sereno. ¶ Allora il
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essersi sbagliato dando retta a una telefonata anonima. Invece
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il libretto in faccia a Mario e disse con
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in precedenza: «Tu verrai a fatigàre con me alla
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studenti e operai. E, a dirla tutta, quei baroni
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sembrava inutile, non serviva a cambiare il mondo, non
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il mondo, non serviva a cambiare la sua vita
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sua vita, non serviva a niente. Poi però i
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il coraggio di tornare a casa e potervi guardare
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ce la faceva più a mentire alla sua famiglia
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alla sua famiglia e a se stesso, bugie su
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In caso contrario vengo a lavorare alla Montecatini». ¶ Solo
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patto era molto simile a quello che Rino aveva
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un anno non riesco a vivere con la musica
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anni che vuoi» disse a sorpresa e, appena Mario
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e, appena Mario cominciò a rallegrarsi, aggiunse: «Ma nello
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nello stesso tempo vieni a fatigàre con me. Fatìghi
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i portici, si limitò a un commento da ragazza
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fratello alla Montecatini imparerà a vivere, diventerà un uomo
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parole concilianti. La strinse a sé un po’ titubante
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aveva già perdonato. ¶ Ripresero a incontrarsi nella stanza di
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Tutte le sere uscivano a passeggiare sul corso o
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piazza allagate e andavano a rintanarsi nel cinema Apollo
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e soprattutto lo studio. A luglio avrebbe sostenuto gli
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le prime due ore a pensare, a perdersi in
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due ore a pensare, a perdersi in mille inizi
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inizi improbabili e poi a scrivere due facciate scarse
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di Capocolò. «Non riesco a capacitarmi. Come è stato
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Ernesto e Salvatore, vanno a farsi coccolare dal nonno
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sorriso sulle labbra. Vivono a Roma, dove Mario fa
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Mario fa il sindacalista a tempo pieno e Lucia
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trascorrono in Calabria, metà a Crotone e metà nel
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miei genitori» dice Lucia. ¶ A parte i capelli brizzolati
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sensuale che piaceva tanto a Mario. Su di loro
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Lucia né Mario riescono a nascondere la sorpresa gioiosa
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disgrazia. Era molto affezionata a Capocolò, parlavano spesso dei
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Capocolò ha pensato anche a lei prima di morire
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lei prima di morire». ¶ A Nicola non sembra vero
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Lucia e si appresta a copiare l’indirizzo su
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parlerebbe più, se venisse a saperlo. Ma è l
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romanzo ambientato in parte a Crotone, con una dedica
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una banca locale, oltre a tutti i libri di
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di metterci le lettere a Lucio Battisti con un
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magari lei si metterà a ridere, non ci farà
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Escono in macchina, diretti a Capo Colonna. In una
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il mistero dei fili a cui restiamo appesi dondolando
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ci sbatte chissà dove, «a me è bastata una
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bastata una telefonata anonima a cambiarmi la vita» dice
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che la cercasse. Non a caso l’ha scritto
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penti», e ridendo scappava a piedi nudi sulla spiaggia
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orecchio teso alla musica a basso volume che proveniva
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sempre acceso. Ormai conoscevano a memoria tutte le canzoni
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il resto della pausa a posarsi sulle labbra dei
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ai pasti erano costretti a separarsi e pure ogni
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amici o allenarsi più a lungo o uscire in
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e si sdraiava accanto a lui. Era scalza e
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l’amore, si baciavano a lungo, parlavano a voce
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baciavano a lungo, parlavano a voce bassa e poi
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l’amore, la vegliava a lungo, fino a quando
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vegliava a lungo, fino a quando la felicità lo
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il primo allenamento. ¶ Poi a scuola. ¶ All’inizio della
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alle gare le giustificavano a cuor leggero. Erano orgogliosi
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secondi, mentre loro contavano a voce alta. «Incredibile, in
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impegni agonistici, Nicola riprese a studiare con maggiore continuità
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il trasferimento della famiglia a Crotone per mille motivi
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motivi. Preferiva essere lui a sacrificarsi. Il suo lavoro
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nei giorni liberi riusciva a coltivare la sua campagna
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che in parte vendeva a privati, allevava due maiali
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la moglie che cominciava a ingrassare ma che per
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più bella del paese. ¶ A suggellare quel momento di
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che cantava inquadrato davanti a una strana finestra con
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non è vero vengo a cercarti a Messina, questi
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vero vengo a cercarti a Messina, questi non sono
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sono scherzi da fare a un padre di famiglia
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è, che è successo a Mario nostro?» ¶ «Non gli
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casa natale. Inoltre lascio a Nicola Manfredi la Rosa
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nel posto di fronte a Capo Colonna che Nicola
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Non l’ho raccontato a nessuno: questo è un
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mi chiedi di continuare a scriverti mi leva un
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e arrivano ovunque: grazie a loro la mia estate
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mattina alla sera, dapprima a Firenze, nel bar di
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vengono i brividi solo a ripensarci: appena sono scesa
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Con il mio borsone a tracolla, ho imboccato la
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se tu fossi venuto a cercarmi al mio paese
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Non so come andrà a finire tra noi, lo
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che mi trema, continuo a pensare a lui con
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trema, continuo a pensare a lui con tanta voglia
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lettera e averla chiusa a chiave nel cassetto per
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sempre più veloce fino a quando non si sentì
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giusto, in quel periodo. A parte l’espressione infelice
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bello, andavano in spiaggia a pomiciare. ¶ A scuola i
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in spiaggia a pomiciare. ¶ A scuola i compagni di
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qualche volta in televisione. A casa, poi, si respirava
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padre che però cominciava a esagerare con i consigli
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con gli amici o a scaricarti tra le cosce