Matilde Serao, Lettere d'una viaggiatrice, 1908

guigne, forse perchè vanno a pranzo, l’andirivieni del

ma ve lo guardate, a casa, non con l

umanità femminile assunse, come a Montecarlo, un aspetto così

elegantissima, briosissima, che viene a gittare nel giuoco, gli

sul littorale, o, specialmente, a Montecarlo; anche tutte le

segnale caratteristico delle donne a Montecarlo, le borsette donde

muliebre, le donne, intorno a quei voli cadono in

e appena appena levatisi a guardare la pallina bianca

con una parola dura a chi voleva farle alzare

farle alzare, e continuare a occhi bassi il giuoco

quante le donne venute a Montecarlo hanno il desiderio

oro, prima di decidersi a giuocare; e, infine, quelle

per lo più tornanti a casa senza un napoleone

che vengono al Casino, a pavoneggiarsi, coperte di gemme

mostrano serie, indifferenti, simili a idoli carichi di pietre

ha l’aspetto correttissimo, a Montecarlo, cercano il grosso

trovano, e fanno bene a profittarne subito, perchè il

e venticinque, che riporta a Cannes, a Beaulieu, a

che riporta a Cannes, a Beaulieu, a Monaco, a

a Cannes, a Beaulieu, a Monaco, a Nizza, tutte

a Beaulieu, a Monaco, a Nizza, tutte le giuocatrici

giuocatrici che non abitano a Montecarlo, quel treno della

febbre, quel treno, dove, a poco a poco, si

treno, dove, a poco a poco, si fa il

medici mandano, senz’altro, a guarire sul littorale nizzardo

guarire sul littorale nizzardo, a Cannes; e con costoro

e con costoro, giungono a Cannes figliuoli e figliuoletti

corti si formano, tutte a Cannes, diffuse in quelle

coronata variamente, che villeggia a Cannes, è di tirarsi

fare dei grandi saluti a qualunque buon uomo vi

di principe, qualunque sconosciuto a cui si domanda la

un volto, di discernere a quale famiglia regnante egli

mai un ritratto simile a quel viso, e nulla

queste ragazze forse tisiche, a girare per le vie

da una pista velocipedistica a un lawn tennis; nulla

signor Rumpelmayer, tiene aperto a Cannes, come a Nizza

aperto a Cannes, come a Nizza, come a Montecarlo

come a Nizza, come a Montecarlo, come a Parigi

come a Montecarlo, come a Parigi, e in cui

i tisici vi vanno a guarire? Ognuno di noi

viceversa, essi non vanno a Montecarlo che per qualche

di una corona, simile a quella impressa sulle monete

viceversa, essi non vanno a Nizza, per non mescolarsi

tutti quanti, si riuniscono a Cannes, che è il

Redfern, che hanno succursali a Cannes, si vestono, gli

che ha bottega anche a Cannes, oltre che a

a Cannes, oltre che a Londra e Parigi: pure

casta, come dapertutto, anche a Cannes. Il paese, infine

sue mani si mettevano a scorrere sui tasti, e

tasti, e, pian piano, a uno di noi, a

a uno di noi, a due, a tre, egli

di noi, a due, a tre, egli cantava le

noi sommessamente, il nome a noi più gradito, dicendogli

Ideale, l’Aprile, Chanson à Ninon, l’autore di

arte si è sollevato a regioni più chiare e

nostri capelli neri cominciano a essere traversati da ciocche

garofani rosei, in fondo a quel giardino solingo, fra

via del sentimento. ¶ * ¶ Caro a tutti i cuori italiani

molti canti villerecci. Caro a tutte le anime sentimentali

mussettiane. Ma infinitamente caro a tutte le anime dolenti

noi Shelley: nobile assunto!.. A tutte le anime dolenti

et sois triste! E, a quella purissima dolorosa musica

si trascolorasse, in fondo a quel giardino, e che

il palazzo del giuoco, a Montecarlo, sono solamente dei

dalle cinque pomeridiane, sino a mezzanotte, egualmente; che questi

costiera, da Saint Raphael a Mentone, da Cannes a

a Mentone, da Cannes a Beaulieu, da Nizza a

a Beaulieu, da Nizza a Villafranca, e che, quindi

i nove decimi, vanno a giuocare a Montecarlo, mentre

decimi, vanno a giuocare a Montecarlo, mentre l’altro

si arriva sempre, sempre a tempo, a Montecarlo, perchè

sempre, sempre a tempo, a Montecarlo, perchè la Fortuna

vi disturbi. Da Nizza a Montecarlo, lungo il mare

volte, vanno al Casino a giuocare il proprio danaro

perdere trentatre minuti, tornare a Nizza o altrove, di

distrazione, di disimpegno, vale a dire quelli che giuocano

secondi, tutti, non abitano a Montecarlo, ed hanno sempre

vous plait...; huit-onze, à cheval...’, dix louis, en

un’alta roccia, dirimpetto a Monaco, legato a Monaco

dirimpetto a Monaco, legato a Monaco dal porto e

il paese donde venite. A far questo ci vuole

brevissime che, poi, servono a un perfettissimo sistema di

quel minuto, da dietro a un finto armadio, vi

il bastone, l’ombrello, a uno dei guardaroba che

dalla sala da giuoco, a masticare la rabbia o

masticare la rabbia o a fumare deliziosamente una sigaretta

altro ancora, voi pensate a non so quale bolgia

piacere. Voi vi aspettate a un’assemblea di convulsionarii

albergo o nei giardini, a tirarsi un colpo di

una giuocata o condurla a pranzo. Salvo qualche ordine

tutte le ore, intorno a quei tavoli, si giuocassero

perseguita anche dopo, anche a pranzo, anche a casa

anche a pranzo, anche a casa, anche a letto

anche a casa, anche a letto! Certi giorni e

giuocatori, forse perchè vanno a prendere aria, o a

a prendere aria, o a far cambiare dicono, la

quella a lui destinata, a immergersi in quell’ombra

che usciate sul verone a guardare, intorno: basta che

così aperta, così formata a paesaggio, per modo di

nella sua carrozzella spinta a mano, lungo la Promenade

che piace agli occhi a quello che piace a

a quello che piace a ogni altra cosa nostra

poichè così si è, a Nizza la bella: e

una battaglia di fiori, a Nizza, si annunzia così

altezza di un metro, a bastoncelli molto radi: sui

delle sedie di paglia, a quattro lire il posto

si mette il pubblico a gruppi, a famiglie, a

il pubblico a gruppi, a famiglie, a coteries: e

a gruppi, a famiglie, a coteries: e sulle tribune

è così pronta, cominciano a girarvi delle venditrici di

la battaglia si vendono a due soldi l’uno

due soldi l’uno, a quattro, a sei, a

l’uno, a quattro, a sei, a otto soldi

a quattro, a sei, a otto soldi, non di

fioraia si è messa a ridere, mostrando i suoi

trasformato in un molino a vento, il molino tutto

cioè una carrozza carica a forma di campana di

floreali, alla persona ricercata a lungo e infine ritrovata

la bandiera di raso a tinte finissime, su cui

l’aveva tanto tormentata a Roma e a Firenze

tormentata a Roma e a Firenze, è andata, anche

è andata, anche adesso, a un cimento terribile, forte

della sua arte impeccabile, a un cimento così terribile

semplicemente, il giorno seguente a un viaggio di venti

che qui si affolla, a ognuna di queste sei

la udirono laggiù, lontano, a Pietroburgo, a Vienna, a

laggiù, lontano, a Pietroburgo, a Vienna, a Londra, a

a Pietroburgo, a Vienna, a Londra, a New-York

a Vienna, a Londra, a New-York, cinque anni

in loro, essi vengono a riprendere i frammenti delle

loro estetiche sensazioni, e a rifarne un mosaico. Molti

così leggiadra, così adatta a rifare l’anima e

difficili ad amalgamare e a trascinar seco. Fra la

l’unione costante — chiacchiera a bassa voce, flirta un

mattinata di ammirazione, inviano a Eleonora Duse l’omaggio

dame di Cosmopoli viene a trovarla, lady inglese o

sempre, non prende parte a balli, a coli, a

prende parte a balli, a coli, a raouts, nel

a balli, a coli, a raouts, nel suo temperamento

rende qualche visita, così, a queste donne che sanno

sua moglie ed io, a fare le lucertole al

cara: pomeriggi romani, innanzi a una bellezza di cose

ed ammirato, ci dichiarava, a noi, che non si

noi fingevamo di credere a questa dichiarazione. Ma se

paesaggi, eguali, in verità, a tanti altri già visti

alberi e i fiori, a Igls, in un’ora

la gonna di seta a fiori, a grosse pieghe

di seta a fiori, a grosse pieghe, rotonda, il

oro al collo, sospesa a una catenina e il

e il grembiale chiarissimo, a fiori, con un fiocco

un fiocco di seta, a capi lunghi, sopra un

calze bianchissime, arrivanti sino a sotto il ginocchio, fermate

fermate da legacce, simili a quelle delle donne e

cetra e la chitarra, a corde gravi e sonore

di un carattere originalissimo, a nulla rassomigliante. Le voci

una penetrazione singolare. Curiosamente, a un tratto, il canto

coi suoi deserti, e, a un tratto, col grido

yu, onde i tirolesi a enorme distanza si chiamano

sogno si ergeva innanzi a noi, il sogno di

volti sorridenti farsi pensosi, a un tratto, accendersi anche

dai francesi e fucilato a Mantova, e prima di

il cui monumento sorge a Innsbruck, Andrea Hofer, cioè

avvolti di sogno. ¶ VIAGGIO A COSMOPOLI ¶ LUNGO LA VIA

tipografo e il correttore a non lasciar passare, per

che io sia andata a Costantinopoli: e supplico i

supplico i miei lettori a leggere Cosmopoli e non

paesi diversi,.... Cosmopoli è a Nizza, ma non soltanto

Nizza, ma non soltanto a Nizza..... Cosmopoli comincia alla

gennaio ad aprile comincia a Genova, in tutta la

in questi quattro mesi a Firenze, a Roma, a

quattro mesi a Firenze, a Roma, a Napoli, ma

a Firenze, a Roma, a Napoli, ma molta gente

molta gente, risale subito a Genova, ma dell’altra

e la più ardente a vivere, ma sempre la

di petto, da Sanremo a Bordighera avvolte, ambedue, nei

di palmizii, da Pegli a Ospedaletti, in quei bei

silenzio, di quiete che a tanta gente conviene, poichè

vanno, ogni inverno, intorno a Montecarlo o a Montecarlo

intorno a Montecarlo o a Montecarlo. Anzi una volta

è ritornata sempre, sino a pochi anni prima della

bagagli, o li lascia a Ventimiglia, o perde il

bagagli variano da otto a dieci, per persona. Così

persona. Così, volendo andare a Nizza, a Cannes, a

volendo andare a Nizza, a Cannes, a Mentone, col

a Nizza, a Cannes, a Mentone, col direttissimo, si

col direttissimo, si resta a Ventimiglia e vi si

va, viene lietamente, intorno a voi, fuggendo lieve sui

scintillanti delle biciclette, fuggendo a suon di tromba sulle

arrivò; egli si affanna a introdursi nel suo albergo

introdursi nel suo albergo, a salire nel suo ascensore

salire nel suo ascensore, a penetrare in una stanza

una stanza qualsiasi, quella a lui destinata, a immergersi

esposizione di arte moderna, a Venezia, in un tempo

e d’arte, insieme a una visione di possanza

esposizione è lì, innanzi a voi, nelle sue parvenze

esposizione di arte moderna, a Venezia, piace, piace molto

tutto un mondo, intorno a lei, poichè questa incomparabile

di arte, essa sola, a parte quanto vi si

costoro che diedero prima a sè stessi, poi alla

prodigarono le loro cure a tutti gli ospiti, noti

tutto tu hai messo a servizio dell’onore e

via è stato consacrato a mantenere alto e vivido

in ogni sua parvenza, a quelli che compresero e

gli antichissimi ritratti e a traverso il tempo, ha

Monna Lisa del Giocondo, a far sognare, da centinaia

cuore, quest’arte ritorna a chiedere al viso umano

le sue espressioni, ritorna a chiedere qualche lembo di

ma vediamo sfilare, innanzi a noi dei volti muliebri

volti muliebri ove, volta a volta, vive un pensiero

opere di arte, che a nulla rispondono di noi

beltà maschile, perduto innanzi a tante figure meschine e

il pittore non giunse a darne tutto ciò ch

esposizione di arte moderna, a Venezia, questo ritorno dell

questa gran corrente basterebbe a chiamare tutti gli spiriti

sente anche essa, comincia a sentire la grande corrente

sa di nulla ritrovare. ¶ A VERONA ¶ Verona, agosto... ¶ Avete

sieno andati in pellegrinaggio a Verona? ¶ Avete mai ascoltato

profondo: ma non vanno a Verona, a cercare le

non vanno a Verona, a cercare le tracce della

è mai quel balcone, a cui Romeo si arrampicò

voi per il mondo, a Parigi, a Londra, a

il mondo, a Parigi, a Londra, a Roma? Andate

a Parigi, a Londra, a Roma? Andate a Verona

Londra, a Roma? Andate a Verona e cercate le

e vi conduce divotamente a un portone, ove una

qualcuno, venne quì, espressamente, a salutare la dimora estrema

si china, quasi obbedendo a una voce interiore, salvo

di argomenti. Che importa a noi? Che importa, ciò

e lontani, il Calvario, a Gerusalemme: e ciò è

fossimo salvi: e basta a noi entrare in Gerusalemme

che lo leggono attentamente. A questi viaggiatori, che hanno

vecchio Itineraire de Paris à Jerusalem, per visitare la

appare due volte, eguale, a due persone diverse: poichè

forse, errerete un mese a Igls, a Merano, a

un mese a Igls, a Merano, a Toblach, a

a Igls, a Merano, a Toblach, a Madonna di

a Merano, a Toblach, a Madonna di Campiglio, a

a Madonna di Campiglio, a Cortina d’Ampezzo, senza

al libro rosso, stampato a Leipzig, se voi chiedete

montagne, simili, in verità, a molte altre, oltre i

questo anno, in preda a un esaurimento profondo. Queste

e turandomi le orecchie a tutte le lusinghiere armonie

sempre più alta, passando, a poco a poco, da

alta, passando, a poco a poco, da un lavoro

ore e per giornate, a quella febbre della creazione

disperazione, mi esaltavano sino a una antipatia mortale, sino

una antipatia mortale, sino a una collera cieca e

cieca e vana, sino a un odio vibrante dell

contemplando e tacendo. Dirimpetto a questo Grand Hotel, la

altri alberghi, non giungono a diradare le belle tenebre

i paesi del mondo, a Venezia, affascinati invincibilmente da

questi stranieri, è venuto a chiedere, a Venezia, delle

è venuto a chiedere, a Venezia, delle immagini di

o tutti, vennero anche a dimandare la soavità fluente

come me, per obbedire a un impulso di creazione

ignoti, ma io, ignota a loro, abbiamo i medesimi

uno che non somigli a nulla e che abbia

lacrime, che non arrivano a scorrere, ma che danno

la veranda, si arriva a scorgere, per un istante

veste di seta avorio, a pieghe antiche, che la

grande barca illuminata, intorno a cui si sono aggruppate

aggruppate delle gondole, ferme, a udire: ma è singolarmente

dall’ombra, sulle acque, a Venezia: è singolarmente piacevole

chi ascolta, qui, intorno a me, e sono sono

capelli bruni; apparizione bizzarra a cui egli dette lo

ogni buon italiano, innanzi a una incognita, una straniera

E, più tardi, è a questa finestra che, il

per un singolar caso a curare Alfred de Musset

cui ella era venuta a Venezia. Una finestra! È

donna, al tradimento. Domandate a un grande traditore come

ed il perchè. Domandate a una grande traditrice, perchè

gli vive accanto, pronto a colpirlo, duramente, orrendamente. A

a colpirlo, duramente, orrendamente. A che, dunque, ingiuriare e

e questa sensazione tendono a noi e agli altri

Che le è valso, a Georges Sand, di aver

servito, di aver messo a nudo il suo cuore

è egoista, chi pensa a salvare sè, a mettere

pensa a salvare sè, a mettere sè fuori di

pena, fuori d’imbarazzo, a liberarsi, infine, solo chi

quello che preferisce soffrire a veder soffrire, quello che

un’ora di felicità, a un vostro figlio? Un

Mentireste, voi, per togliere a un amico una tristezza

togliere l’amato capo a un pericolo? Un amante

di dirla tenuemente, mitemente, a poco a poco, ma

tenuemente, mitemente, a poco a poco, ma non voi

esposizione di arte moderna a Venezia. Chi, amando Venezia

quella stupenda città, ove a ogni mutamento di ora

libero e lieve, innanzi a quei quadri che il

infine!. ¶ * ¶ Io ho vissuto, a Roma, nel tempo lontano

in ogni momento. Così! A Roma, per consuetudine trentennale

del Re d’Italia, a memoria imperitura della desiata

uomini politici italiani, sempre a fine novembre e s

neppur essi sono riesciti, a costruirvi un palazzo loro

essi, deputati, senatori, va a occupare delle modeste stanze

Pasqua, per ogni occasione. A maggio spariscono da Roma

aperti quelli dalle stanze a tre lire, ma chiudono

i grandi caffè: e a fine di giugno si

che ondeggia, da Torino a Palermo, fermandosi, ogni tanto

Palermo, fermandosi, ogni tanto, a Roma, una burocrazia immensa

perchè chi è obbligato a restarvi, non muoia di

di pietra sono venute a sostituire la magica cintura

le orribili nuove case, a dadi rettangolari, esecrazion degli

milioni, che ha gittato a terra le fortune di

odiosa la vita estiva a coloro che non possono

ventinove luglio, dava fastidio a ministri e a deputati

fastidio a ministri e a deputati, nel cuore dell

divina, perdonerete voi, mai, a coloro che vi hanno

Alma Roma? Perdonerete voi a coloro che vi hanno

maggiori principi, che fecero a Firenze una vita di

corte, che aveva temprato a ciò il suo spirito

stato, ogni giorno, pronto a mettere la sua vita

conquista, conquista di libertà a un popolo, di gloria

da Farinata degli Uberti a Mosca dei Lamberti, da

Lamberti, da Giovanni Boccacci a Guido Cavalcanti, da Fra

da Fra Filippo Lippi a Frate Angelico, dal Savonarola

Frate Angelico, dal Savonarola a Lorenzino dei Medici, da

dei Medici, da Buondelmonte a Michelangelo, si agitasse una

indicibile, da Beatrice Portinari a Giovanna Tornabuoni, da Ginevra

da Ginevra degli Amieri a Gemma Donati, dalle fanciulle

fanciulle di Casa Amidei a Fiammetta, da Bianca Cappello

Fiammetta, da Bianca Cappello a Luisa Strozzi, pensate voi

Luisa Strozzi, pensate voi a una folla di mogli

dai paesi freddi tagliati a vie rettangolari, e dall

Ebbene, importa! Esso serve a chiarire il profondo dissidio

e di arte, recantisi a Firenze col cuore palpitante

che non si legano a un filo saldo nella

impotenza, accusavano di incapacità a piacere, a sedurre, a

di incapacità a piacere, a sedurre, a trascinare, Firenze

a piacere, a sedurre, a trascinare, Firenze istessa! Sacrileghi

sì, perchè non abituati a quella glaciale e rigida

formarsela? Bisogna per accostarsi a questo sacro altare ove

di nascita, si domanderà a una coltivazione forzata, rapida

sogno, si può vivere a Firenze, pensando ancora di

può evocare, fremente, innanzi a sè, il primissimo idillio

sogno, levando gli occhi a un’antica finestra di

giugno..... ¶ Io sono arrivata a Venezia, questo anno, in

Pensate semplicemente e quietamente a questo verso, senza mettervi

alle genti, non ignoto a me; e nella fredda

vedere, che finalmente vediamo, a strade sconosciute che ci

che diventano una realtà, a camere che mai non

per una sola notte, a incontri di colori, di

nostri occhi di carne, a combinazioni di suoni che

apprendere giammai. E insieme a questa forza segreta e

è la carità umana, a quella virtù personale e

è parsa pesante, odiosa a chi si accorge, ogni

che è il solo a esser rinforzato da un

la bocca che continua a sorridere alla persona amata

alla persona amata, rattiene a stento il fiume d

È la schiava che, a un tratto, si accorge

della vita, in olocausto a un dovere, a un

olocausto a un dovere, a un amore, a un

dovere, a un amore, a un piacere, a una

amore, a un piacere, a una virtù, a un

piacere, a una virtù, a un vizio, a un

virtù, a un vizio, a un eroismo, noi gittiamo

sue antiche seduzioni: ma a traverso gli anni, ogni

sentimento, contro la persona a cui ci avvincemmo noi

vaste e mute partecipazioni a spettacoli impensati e magnifici

tutto è possibile, innanzi a quella possente poesia della

quella tristezza, non varrà a farvi obliare una notte

un giorno, voi restate a Roma, cara amica indolente

tutto apprezzare, voi beverete, a sorsi sempre più lunghi

e il febbraio discendere a Roma, nel magnifico Grand

o cinque ritrovi cosmopoliti, a Nizza, al Cairo, a

a Nizza, al Cairo, a Parigi, a Aix, a

al Cairo, a Parigi, a Aix, a Lucerna, a

a Parigi, a Aix, a Lucerna, a saint Moritz

a Aix, a Lucerna, a saint Moritz: gli stessi

stesse bimbe dai capelli a lunghi ricci, sulle vesti

mattina d’inverno, andarsene, a piedi, lentamente, con passo

bene descrisse, e fermarsi a scegliere, con le dita

rompa il silenzio; innanzi a quel picciolo e torbido

di trente et quarante a Montecarlo, come applaudirebbero il

in Roma, non giunge a dar un palpito di

pochissimi giorni, e fingere a sè stessi, fingerlo fino

un ritorno di gita, a sera, fra i lumi

inverno, prima di noi, a Roma, cercando l’anima

una pietra bianca, sole, a un sole che non

di più curioso, andando a Roma, alla metà d

porpora: e passando, innanzi a certe porte socchiuse, si

con passi discreti; parla a voce bassa; sogguarda di

vivervi, non osa darsi a tutti gli strepiti del

trionfo spirituale, si rivela a tutti gli ignoranti, i

giuocatori nel Casino, intorno a una fiacca pallina di

che viaggiavano da giorni, a piedi, per venir a

a piedi, per venir a pregare innanzi a Nostra

venir a pregare innanzi a Nostra Donna della Salute

Qu’avez vous demandé à la Sainte Vierge?» Chiesi

la Sainte Vierge?» Chiesi a una di loro, che

solenne del paesaggio, esalta a un ideale vasto e

giammai, giammai, orando innanzi a voi, niuno oserà chiedere

da Mentone, pensò, non a sè, ma alle migliaia

tetto, esposti alla morte, a ogni passo? In quale

volle che fosse risparmiata a tutti i miseri viatori

cane, da lui educato, a ricercare le traccie umane

tremende, li conduceva sino a un punto ove potessero

di uomini, il soccorso a ogni viandante, ricco o

di qualunque nazione sia, a qualunque religione appartenga. * ¶ L

Piccolo san Bernardo sorge a duemila duecento metri sul

la frontiera francese è a duecento passi, a diritta

è a duecento passi, a diritta del grande fabbricato

estivo non è giunto a liquefare quella neve, e

cani con tenerezza, pensando a quante esistenze umane d

è pieno, da cima a fondo, e vi si

valico alpino, quasi sempre a piedi, sono accolti, cibati

per. due notti, sino a tre, senza nulla pagare

alla Francia, sono tenuti a una elemosina, secondo la

se non sono generosi, a una tassa fissa di

san Bernardo? Da dodicimila a quindicimila persone. Da metà

persone. Da metà luglio a metà settembre, varcano la

stati ospitati, da cento a centoventi persone, al giorno

tutti poveri, che bussano a quella porta ospitale e

i più sventurati, costretti a valicare il passo alpino

fa scendere il termometro a diciassette gradi sotto zero

Piccolo San Bernardo. E a dieci secoli di distanza

nobil fiamma, il monumento a san Bernardo da Mentone

andarsene ove egli vuole, a Torino, a Milano, a

egli vuole, a Torino, a Milano, a Genova, a

a Torino, a Milano, a Genova, a Venezia, uno

a Milano, a Genova, a Venezia, uno scoramento grande

orario di cui imparerà a memoria le stazioni: e

un libro, giungerà mai a vincere. E il viaggiatore

cioè in carrozza o a cavallo, passando nelle altre

le strade mulattiere, attraversando, a tappe consecutive, il colle

del Gigante, per discendere a Chamonix, in Francia: e

traversata. Ogni mattina, innanzi a gli alberghi schioccavano le

loro itinerario, minuto, preciso, a chi restava, e una

in carrozza, per metà a cavallo: l’austera via

no, va in carrozza, a Saint Remy....». «La famiglia

famiglia Tal Altra va a Ginevra: ma prende la

domani, in carovana partono a piedi, sì, persino a

a piedi, sì, persino a piedi, per il colle

soltanto. ¶ E mi misi a pensare che cosa sarebbe

questo inglese rispose, seriamente, a Giuseppe Giacosa: la mia

può essere ancora scalato, a colpi di piccozza nel

miracolosamente su pareti rocciose, a picco — e intorno il

trecento metri — in preda a una follia di ascensione

la certezza che esso a nulla rassomiglia. E, subito

e salire, lestamente, prestamente, a piedi, sentendo che il

cavalcare molto e camminare a piedi, che importa...! Il

gran pezzo di salita, a piedi, poiché la strada

tremende, li conduceva sino a un punto ove potessero

di uomini, il soccorso a ogni viandante, ricco o

di qualunque nazione sia, a qualunque religione appartenga. a

a qualunque religione appartenga. a duemiladugento metri, un albergo

frenetica legione di alpinisti, a cui ci si sente

salire, sempre più alto..... A restare un mese, in

del Giomein, voi ritornereste, a casa, con la fantasia

un giorno, non pensa a tutto questo. Guarda il

veramente. Esso è, volta a volta, leggiadro, truce, solenne

che li calcolò fantasticamente a cinquecento chilometri, uno spettacolo

la via che va a Chàtillon, il Cervino a

a Chàtillon, il Cervino a ogni angolo vi riappare

vita, ma non esitò a seguire Luigi di Savoia

ogni tanto, si va a sedere accanto a lui

va a sedere accanto a lui, parlandogli dell’eroico

subito, dato un sospiro a quelli che più non

e che è rimasto a loro legato, per sempre

legato, per sempre, chiamandoli a sè, cercandoli nella sua

di quel che convenga a un principe, che è

sere, io passai accanto a lui: egli era in

duca ascoltava più tosto a capo chino e il

queste demoiselles anglaises, simili a un immenso, aereo tridente

roccia è liscia ed a picco: bisognò ricorrere a

a picco: bisognò ricorrere a tutti i mezzi estremi

E lo lasciammo andare a questa entrata, così candidamente

e bimbi sono raccolti, a vivere semplicemente, oscuramente, ma

disadorne, rustiche le chiesette a cui appartengono. Massime nelle

poiché i preti mancano, a tanta distanza, in posti

anche gli uomini vanno a dirvi le loro divozioni

e stanno sempre inginocchiati, a capo chino: non si

di pregare più presso a Dio, in solitudine, in

Oh scopo segreto, salire a uno di questi santuari

fra le nevi, salire a una di queste chiese

domenica: una sola messa, a un’ora fissa, che

valle dell’Allée bianche a cui appartiene Nostra Donna

più dice la messa a Nostra Donna, salvo in

tremendi mesi da ottobre a giugno, di questo santuario

Savoia, vi si ferma a pregare, già miracolosamente salvo

accasciante i valichi alpini, a piedi, in inverno. * ¶ Innanzi

a letto prestissimo, tornando a casa cariche le braccia

di legno. Ritornano, tutti, a casa alle undici: si

su, nelle piccole stanze, a far la rispondenza, o

far la rispondenza, o a dormire. Alcuni più accaniti

dormire. Alcuni più accaniti a camminare escono di nuovo

prime ombre della notte.’ A casa... aspettano i buoni

avidamente, il fatale trifoglio a quattro foglie, quello che

dovrà portare la fortuna a voi e a chi

fortuna a voi e a chi lo donate. Ah

voi acquistate la sensibilità a tutte le poesie della

una fila di viaggiatori a piedi o a cavallo

viaggiatori a piedi o a cavallo, che vanno, vanno

degli alpinisti che vengono a dormire e che ripartiranno

altro. Null’altro venne a turbare il silenzio della

valle di Challant. E a che domandare a sè

E a che domandare a sè stessi, per narrarlo

può dirvi, quante strade a piedi egli ha fatto

bel nome che risponde a non so quale interiore

il nome è dato a una plaga meravigliosa di

partire, nelle praterie, intorno a Verrès, noi abbiamo lasciato