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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
1
1886
futura cognata, entravano, tenendosi a braccetto, misurando il passo
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1886
il loro amore, tenendosi a braccetto o per mano
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1886
Olga, Eugenia si andò a sedere in un cantuccio
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1886
i giovanotti che venivano a salutare Olga Bariatine che
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1886
per non far sentire a Giulia Capece, Anna Doria
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1886
sarta del passage Verdeau a Parigi, poverina, era fallita
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1886
un centesimo: aveva continuato a fornire vestiti, sperando nel
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1886
Caracciolo non si decideva a sposar Giulia? — domandava Tecla
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1886
portava un vestitino miserabile a scacchetti bianchi e neri
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le spalle e andando a unirsi con Giulia Capece
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1886
cognato Francesco Montemiletto. Strano a dirsi, non più la
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1886
liberazione del suo spirito, a uno stato di contemplazione
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1886
e bella, un mantello a ricche pieghe l’avvolgeva
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1886
nero calava sulle guancie a dar loro una vivacità
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1886
dal principe Serracapriola padre, a implorare per la salute
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1886
Olga erano entrati, tenendosi a braccetto, tutti li circondarono
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1886
inferiore e si misero a piangere. ¶ — O care, care
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1886
tremando, e fece cenno a Maria Gullì-Pausania, che
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1886
Gullì-Pausania, che venisse a consolarle. La futura cognata
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1886
disse tranquillamente: ¶ — Ci vedremo a Parigi, fra sei mesi
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1886
singhiozzavano sempre, si mise a parlar loro quietamente, come
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1886
impazientava: l’impiegato annunziava a voce alta la partenza
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1886
fluttuava, Massimo Daun innanzi a un compartimento riservato, buttava
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1886
tutta la gente venuta a salutare Olga: quella piccola
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1886
quasi da uno svenimento. ¶ A lei si accostò Angiolina
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1886
La Santa Vergine.... — arrivò a dire, fievolissimamente. ¶ — Oh Angiolina
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1886
Eccomi, — rispose lei, ubbidendo ¶ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .…A gruppi di tre o
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1886
Dove sarà Innico? — scoppiò a dire Eva. ¶ — Mah... non
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1886
la carrozza le riconduceva a casa: e l’amica
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1886
di ceri; poi andavano a prender posto per aspettare
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1886
fondo. Delle signore entravano a piedi, vestite di nero
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1886
vetri dei finestroni; e a destra, dalla cappella dove
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1886
erano raccolti gli uomini: a sinistra dalla cappellina dove
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1886
chiesa di S. Chiara, a destra, a sinistra si
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1886
S. Chiara, a destra, a sinistra si affollava tutta
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1886
Parigi, capitando ogni tanto a Napoli, per introdurvi le
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1886
S. Maria degli Angioli a Pizzofalcone, pel matrimonio di
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1886
quanti: gli intransigenti continuavano a considerare Elfrida come un
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1886
avventuriera, gli indifferenti stavano a vedere; quel matrimonio aveva
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1886
serata di maggio, accanto a una finestra del vecchio
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1886
sorella Maria e sorridendo a Giorgio Serracapriola: il funerale
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1886
nuovo, sopra un yacht a vapore, pel Giappone, lasciandosi
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1886
s’era dovuto scrivere a Roma, al papa, per
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1886
intervenuta; era stato fatto a Palermo, con una pompa
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1886
tutta candida, da capo a piedi, candido il bel
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1886
visto commosso lietamente, dava a tutta la faccia come
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1886
della croce, si accostò a sua madre, ma non
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1886
la messa, lentamente, muovendo a stento la persona, che
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1886
vostre corazzate, — diceva ella a Innico, guardandolo con gli
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1886
come si può fare a una donna maritata, seguendola
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1886
che nessuno si accostasse a lei: ed ella accettava
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1886
carrozza chiusa, di notte, a Posilippo, — Willy non aveva
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1886
quando Giulia vide intorno a sè il principe di
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1886
semplice, somigliando un poco a Minerva sotto il cappellino
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1886
balena, per un ballo a bordo — egli aveva trovato
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1886
spirito, e la ripeteva a tutti, contentone, raccogliendo i
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1886
dea riflessiva e sagace. A un tratto la musica
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1886
Anna Doria si sfogava a mangiare, non trovando nessuno
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1886
nessuno che la invitasse a ballare, dotata di quell
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1886
bruni, simpatici, si prestavano a queste visioni marine e
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1886
vita marinaia. Chiarina Althan, a cui poco piaceva il
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1886
rabbioso di Anna Doria a cui sua madre faceva
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1886
fame popolana di Eugenia, a cui Giulio Vargas porgeva
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1886
porgeva da mangiare, come a una bimba, ridendo e
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1886
gelato insieme, Tecla? Vieni a vedere come mangiano queste
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1886
stare. Perchè correr dietro a uno che non può
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1886
mezzo di dissuaderla. ¶ Tenendosi a braccetto, mentre Chiarina cercava
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1886
stanza di albergo, intorno a un tavolino, giuocando, smorti
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1886
lo coprivano, si muovevano a un principio di brezza
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1886
Appoggiata alla ringhiera, come a un balcone, voltando le
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1886
mentre Felicetta Filomarino accanto a lei, stava immobile, non
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1886
albero inchinato di prora a cui si attacca la
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1886
No, balla Maria, lassù a poppa, — fece lei, tendendo
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1886
si voltò di nuovo a guardare il mare sognando
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1886
un gran movimento era a bordo, l’ammiraglio aveva
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1886
per chi sapeva resistere a quella temperatura calda, sotto
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1886
il meccanismo del colpo a quattro o cinque signore
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1886
pura bellezza italica, mescolata a una intonazione di colore
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1886
Tecla Brancaccio si appressò a loro, sorrise a donna
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1886
appressò a loro, sorrise a donna Maria, diede la
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1886
Maria, diede la mano a Carlo Mottola, dicendogli: ¶ — Oh
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1886
abituati dalla loro posizione a sorridere in mezzo al
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1886
che ferveva in fondo a quelle tre anime. ¶ Ma
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1886
alto bicchiere di cristallo a Willy Galeota che ci
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1886
mestamente, la facevano rassomigliare a una smorta Ophelia guardante
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1886
febbre si era comunicata a quattro o cinque coppie
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1886
d’Aragona si dava a questa pazza gioia, roteando
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1886
rosso, illuminato dalle fiammelle a gas che il vento
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1886
Eva. Esse si misero a passeggiare su e giù
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1886
partono, che nulla vale a calmare. ¶ — Ma no, cara
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1886
un sorriso. ¶ — Mamma aveva a pranzo un monsignore e
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1886
lei; — li ho lasciati a metà. Mamma era furiosa
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1886
un commediografo. ¶ Chiarina continuò a sorridere, malgrado la malignità
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1886
notte in una bisca, a giocare, e stamane era
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1886
mormorò Eva. ¶ — Domandalo dunque a Tecla, con cui sono
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1886
si è fermata fuori a comprare un ¶ libro. ¶ Tecla
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1886
Troppo severe? Fanno scappare a gambe levate chi voglia
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1886
altra ha una fissazione, a questa non piacciono gli
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1886
la madre e arrivano a maritarsi, compiono un’opera
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1886
adolescenza oscura: una madre a un tratto datasi alla
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1886
vendicava, facendo delle malignità a tutti, ma più di
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1886
ma più di tutti a sua madre, alla vecchia
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1886
sera baciavano la mano a papà, prima di andare
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1886
papà, prima di andare a letto e si facevano
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1886
mamme nostre ci amano, a loro modo: non sta
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1886
non sta in noi a giudicarle. ¶ — E fai benissimo
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1886
da Vienna hanno mandato a Giulia un cappellino con
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1886
indossavano? Olga aveva ripreso a dire che Massimo avrebbe
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1886
sempre nelle scuderie, o a caccia, o al tiro
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1886
sempre in viaggio o a Montecarlo o a Bàden
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1886
o a Montecarlo o a Bàden o a Parigi
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1886
o a Bàden o a Parigi. Tutti questi l
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1886
madre, padre, fratello, ma a loro modo, negli intervalli
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1886
abbandonati e si dava a quest’opera con la
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1886
quelle che entravano allora, a braccetto, Giovannella Sersale e
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1886
le poteva mai indurre a venir presto, capitavano all
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1886
ora, distratte, discorrendo sempre a bassa voce fra loro
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1886
si sarebbe mai maritata. A un tratto, non si
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1886
lo confidava, se non a Giovannella; e certo nei
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1886
intonazione anche più seria a quella riunione di fanciulle
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1886
lavoriamo. ¶ — Ma voi morirete, a furia di lavorare. Ma
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1886
dei quattrini, molti quattrini a questi bimbi, invece di
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1886
bimbi, invece di mortificarvi a cucire? Ti faccio dare
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1886
tela; oggi lo dico a papà, che ti mandi
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1886
la immensa fortuna andava a perdersi nelle mani di
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1886
Ragazze, se andassimo tutte a casa, a colazione? Finitela
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1886
andassimo tutte a casa, a colazione? Finitela con questi
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1886
camicie, venite via, diremo a mammà che vi mandi
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1886
creature. Venite, ci sono a casa dei vestiti che
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1886
su, Eva, diglielo tu a queste imbambolate; ho una
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1886
Eva, diede quattro baci a Olga Bariatine, scompigliò tutti
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1886
marittimo, silenzioso, tronfio, immobile, a cui tutti bruciassero ceri
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1886
forestieri che già villeggiavano a Sorrento, in quella fine
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1886
quella fine di maggio. A piedi delle sue scalette
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1886
sue scalette di legno, a destra e a sinistra
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1886
legno, a destra e a sinistra, era un continuo
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1886
portavano fuochi di bengala a prua e a poppa
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1886
bengala a prua e a poppa, era un ascendere
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1886
mucchio di cordami, mettersi a cavalcioni sopra un piccolo
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1886
e domandavano ogni tanto a qualche ufficiale di marina
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1886
napoletani quando amano, languore a cui niuno resiste: e
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1886
che Eugenia passava accanto a Eva Muscettola, le diceva
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1886
e che sono destinati a ripartire. Così, da due
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1886
compagni e amici, sottostando a una lunga e dura
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1886
il capo: a poco a poco, l’ufficio di
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1886
dava i suoi telegrammi a Roma; Campobasso mandava i
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1886
qualcuna ci si divertiva a quel giuoco, di prender
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Concetta Santaniello si segnava a ogni tuono più forte
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preghiera. Peppina De Notaris, a ogni scarica elettrica si
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1886
potuta sapere: era mancata a un tratto; ma tre
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direzione, per molto tempo a conferire col direttore; n
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lieve scintilla. ¶ Gli isolatori, a punte metalliche, come i
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un pettine, anche scintillavano, a riprese. In questo la
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e gonfi. Si mise a discorrere piano con la
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guardavano, subitamente diventate pallide a quel lutto, senza curarsi
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1886
Tutte le macchine scricchiolarono, a tutti i reofori, a
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a tutti i reofori, a tutti i bottoncini, vi
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esitò un momento, innanzi a una misura così grave
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1886
argento di Giulia Capece, a cui mancava sempre tutto
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1886
maschile e lo spillo a ferro di cavallo. ¶ — O
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1886
puntuale come un giovanotto a un ritrovo! Sei ancora
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1886
ritrovo! Sei ancora uscita a cavallo, stamane? Come va
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1886
al suo posto, tirò a sè la cesta del
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1886
fuori una rude tela a righe, una fodera da
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1886
di pelliccia e sorridendo a Chiarina Althan. ¶ — Sì, non
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agli occhi; — lo darò a Concetta, la cameriera. ¶ — E
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per trovare dei milioni a questa splendida creatura, che
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rendita. Giulia si mise a cucire di malavoglia una
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succoso. Chiarina Althan, accanto a lei, tagliava in un
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orlo di certe fascie, a lunghi punti, canticchiando, mentre
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canticchiando, mentre Tecla Brancaccio a grandi colpi di forbici
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sorelline Sannicandro entrarono, tenendosi a braccetto: erano due statuine
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Eva? ¶ — Sì, cara, è a Gifoni, a caccia. ¶ — Sta
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cara, è a Gifoni, a caccia. ¶ — Sta bene, Riccardo
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passo di deità olimpica: a Eva che le corse
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1886
di tela bianca, tirando a sè il cestino del
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aria di signorilità, rassegnata a un lavoro umile, con
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dopo quella del Re, a Palermo, che possedeva in
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che nessun pettine arrivava a domare, dal viso pallidamente
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guancie, Eva, e mettendosi a cucire, annunziò: ¶ — Olga Bariatine
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lo incontra ogni anno a Montecarlo — mormorò Eva, un
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orlava delle cuffiette, — stanotte a una cena, fra giovanotti
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non mi vorrei maritare a questo prezzo, neppure per
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1886
un delitto da espiare, a redimersi dal quale non
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prima l’avevano fidanzata a Giorgio Serracapriola, un giovanotto
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Il matrimonio era andato a monte, per questioni d
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1886
una parola con nessuno; a chi gliene parlava, rispondeva
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freddo, però, e parlava a voce bassa. Diceva a
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1886
a voce bassa. Diceva a Eva Muscettola che pel
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capo da certi asciugamani a cui annodava la frangia
191
1886
ci ha la mamma: a noi le nostre mamme
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1886
coi vestiti corti fino a sedici anni, noi facciamo
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1886
le aspettavano, per ricondurle a casa. ¶ — Che è? — chiedeva
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1886
sapere se volessero prestarsi a un servizio straordinario, di
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1886
prova, le potevan rimandare a casa tutte, senza che
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1886
diceva il regolamento, che a quarant’anni il Governo
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1886
di restar telegrafiste sino a quarant’anni, il Governo
198
1886
gli amici s’interessavano a quella grande questione, parteggiavano
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1886
contegno fiero, ognuna andò a scrivere qualche cosa. La
200
1886
e ogni sera sino a mezzanotte. Emma Torelli: farebbe
201
1886
alle sette, andata via a mezzogiorno; ritornata alle quattro
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1886
alle quattro, andata via a mezzanotte. Peppina Sanna: farebbe
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1886
due ore per andare a pranzo. Maria e Pasqualina
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1886
dalle sette del mattino a mezzanotte, chiedevano due ore
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1886
due ore per andare a pranzo. E così tutte
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1886
offerta in offerta, sin a che l’ultima, Caterina
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1886
questa dedizione completa: sono a disposizione della direzione. Ma
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1886
il possibile, per venire a fare il suo dovere
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1886
dell’interno, l’ultima, a tutti i prefetti e
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1886
di febbre telegrafica fu a mezzogiorno. Da tutti i
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1886
dispacci, che si contavano a serie di dieci. Tutte
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1886
tutte le ausiliarie, ognuna a una macchina; la direttrice
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1886
trasmettere più facilmente: accanto a lei, Giulietta Scarano aveva
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1886
sull’alto seggiolone, anche a lei, alla linea di
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1886
corrisposto con la capitale. A quel filo, macchina Morse
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settantina. ¶ — Date. ¶ E ricominciava a ricevere, con la bocca
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1886
Alternavano trasmissione e ricevimento, a partite eguali, di un
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ticchettìo infernale. Si eccitavano, a vicenda: che tartaruga siete
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1886
egli arrivasse in tempo a riceverla. ¶ — Svelte, signorine, svelte
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1886
Bologna perdevano il tempo a litigare fra loro; la
221
1886
De Notaris che arrivava a intuire, più che a
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1886
a intuire, più che a leggere, la trasmissione del
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1886
senza aver pranzato, seguitavano a trasmettere, a Hughes, a
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1886
pranzato, seguitavano a trasmettere, a Hughes, a Morse, seguitavano
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1886
a trasmettere, a Hughes, a Morse, seguitavano a ricevere
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1886
Hughes, a Morse, seguitavano a ricevere, fra un fascio
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1886
ora le goccioline ricominciavano a cadere, lente, rade, poi
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1886
guadagni delle colazioni e a certune aveva prestato dei
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1886
cinquanta lire, che esigeva a rate mensili di cinque
230
1886
ella si tratteneva più a luogo in ufficio, per
231
1886
o il direttore venissero a sapere di questo debito
232
1886
quando ella doveva andare a ballare: e questa serva
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1886
di nuovo sottomarina, principiò a soffrire: la corrente giungeva
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1886
soffrire: la corrente giungeva a intervalli, si corrispondeva con
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1886
un’ora, per due: a un certo momento i
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1886
strano che la prendeva a sbalzi, che le dava
237
1886
si accostava il coltellino a un capello della carta
238
1886
cui i nervi frizzano a qualunque piccolissima sensazione: l
239
1886
e accadeva il contatto. A un tratto, mentre si
240
1886
loro, crollando il capo: a poco a poco, l
241
1886
Achard era lì, accanto a Maria Vitale che aveva
242
1886
Alle nove saranno già a casa e andranno a
243
1886
a casa e andranno a dormire, essi che hanno
244
1886
papà tuo ti viene a prendere alle nove, perchè
245
1886
non ti fai condurre a teatro? ¶ — Sì! A quell
246
1886
condurre a teatro? ¶ — Sì! A quell’ora? con tutta
247
1886
sempre, anche per portare a casa quei quattrini, per
248
1886
fratello militare? ¶ — Sì, sì, a Pavia. ¶ — È venuto in
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1886
affogata dal raffreddore, cominciò a singhiozzare fortemente. ¶ — Che avete
250
1886
con le parole: sino a quando, e finiva con
251
1886
rialzate, i tasti cominciarono a stridere. Campobasso, Avellino, Cassino
252
1886
Sora, Otranto, furono pronti a ricevere la circolare del
253
1886
corrispondenti che ripetevano tutti, a Napoli, il numero del
254
1886
Catanzaro aveva subito detto a Maria Morra, dopo il
255
1886
diavolo il telegramma, dicendo a Clemenza Achard che per
256
1886
fretta e si andava a ficcare nel piccolo caffè
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1886
fischiava lungamente, dolcemente, come a dire: eccomi, sono qui
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1886
il coraggio di andare a divertirmi, mentre tu lavori
259
1886
l’aspettava, per ricondurla a casa: ma giù, sotto
260
1886
in un caffè solitario, a non far nulla: ella
261
1886
direttrice, — non dormite, perchè a momenti sarà qui il
262
1886
aver pubblicato dei versi a una viola, in una
263
1886
farsi merito, si mise a leggere la convenzione di
264
1886
telegrafico internazionale. La prima a muoversi dal suo posto
265
1886
Natale: e debbo andar a ballare. ¶ — Andate a una
266
1886
andar a ballare. ¶ — Andate a una festa? — chiese la
267
1886
di ciniglia rossa. ¶ — Balliamo a casa mia, — rispose l
268
1886
ausiliaria,— siccome affittiamo stanze a certi studenti… ¶ — Quando verrà
269
1886
o tre altre andarono a chiedere questa mezz’ora
270
1886
grazia. Adelina Markò andava a S. Carlo; Olimpia Faraone
271
1886
Carlo; Olimpia Faraone andava a ballare anche lei. La
272
1886
comandava alle telegrafiste come a un plotone di soldati
273
1886
di carta telegrafica disordinati. A bassa voce, guardando bene
274
1886
sangue. Ma giungevano sino a desiderare la sua presenza
275
1886
confidò subito la notizia a Ida Torelli, la diceria
276
1886
Torelli, la diceria circolò a voce sommessa. La discussione
277
1886
prima: leggeva i registri, a lungo, come se li
278
1886
andato verso la porta a tamburo della sezione maschile
279
1886
però: ed egli seguitava a discorrere, energicamente, senza alzar
280
1886
Otto e cinquantacinque. Addosso a tutte quelle fanciulle era
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ore passate in ufficio a compire un lavoro scarso
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Quelle che dovevano ritirarsi a casa, pensavano alla cena
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dovevan andare al teatro, a ballare, rifinite, esauste, spezzate
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Io resto qui sino a mezzanotte, — borbottò Borrelli a
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a mezzanotte, — borbottò Borrelli a Annina Pescara. ¶ — E perchè
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consegna. ¶ Le telegrafiste sfilarono, a una a una, senza
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telegrafiste sfilarono, a una a una, senza fretta salutando
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fiacche, che non giungevano a conficcare uno spillo al
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tremava la voce innanzi a quella serva che la
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di trivialità: giunse sino a prenderlo la mano, raccomandandosi
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prenderlo la mano, raccomandandosi. ¶ A un tratto, sulle voci
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direttrice. Subito, in coro, a voci digradanti, più basse
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tutta inglese, col vestito a quadrettini bianchi e neri
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neri, con gli stivaletti a punta quadrata e senza
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Nessuna levava la testa, a guardarne, sui vetri, la
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la striscia sottile. ¶ II. ¶ A un tratto, nella taciturnità
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poche ausiliarie, malinconicamente condannate a venire in ufficio, dalle
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mosse; non rendeva servigio a nessuno e non si
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Foggia chiama, chi sta a Foggia, chi risponde a
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a Foggia, chi risponde a Foggia? ¶ — Zitto, zitto, eccomi
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Foggia! ¶ E si mise a ricevere, tenendo alta con
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attentamente: ¶ — Che imbecille! — esclamò a un tratto. ¶ — Scusa, mi
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imbecille: vuol molto bene a questa sua innamorata; — rispose
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Casacalenda ed era diretto a una Maria Talamo, in
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solitudine che nulla veniva a confortare, desiderando una parola
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appassionate. Le ragazze stavano a sentire, tutte intente: Ida
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macchine, dov’era stata a conferire col capoturno della
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e voi siete qui a discorrere! — Sanna, avete finito
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Markò, anche voi imparate a lasciare il posto? Che
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voltate le spalle, andò a buttare il telegramma nella
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sempre di esser qui a dirigere un ufficio di
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di non interessarvi punto a quello che i privati
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senza guardare in volto a nessuna, con gli occhi
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De Notaris strideva, trasmettendo a Potenza le parole del
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che pareva l’elsa a croce di una spada
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le parole del corrispondente, a udito, col semplicissimo rumore
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la carta, strappandola pezzo a pezzo e mettendosela in
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parlare con un ignoto, a tanta distanza, lusingava la
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dormite? ¶ — No, direttrice. ¶ — Domandate a Foggia, se ha niente
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malizia in risveglio, disse a Olimpia Faraone: ¶ — Faraone, domanda
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Faraone, domanda anche tu a Reggio, se ha niente
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nulla. Scriveva una lettera a una sua compagna di
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tutte quelle fanciulle, riunite a far nulla in uno
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stanzone in penombra, innanzi a una macchina silenziosa, nel
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gli amici erano riuniti a pranzo, a giuocar la
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erano riuniti a pranzo, a giuocar la tombola e
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discorrendo con la vicina a voce bassa, — e non
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Ho dato il cambio a Serafina Casale che preferiva
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di tappezzeria per pianelle a una, un figurino di
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alla quarta; si sedeva a una linea che andava
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più; era sempre pronta a cambiar di turno per
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di turno per una, a restar due o tre
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servizio per un’altra, a cedere financo il suo
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toccava ogni due mesi, a qualcuna che ne la
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andava sotto la pioggia a casa sua; prestava il
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aveva fatto il favore, a chi glielo chiedeva con
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PREFAZIONE. ¶ La prima parola a me, di grazia, per
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critica. La prima parola a me, per alcune semplici
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fanciulla si confessasse mai a nessuno, madre o amica
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ignoranza imposta, dalla inconsapevolezza a ogni costo, e trascinata
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forza contraria d’impulsione a gravitare intorno al sole
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difficilissime. Ella deve vivere a contatto con gli uomini
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volontà infrenabile di aggrapparsi a un uomo, e deve
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quelle testine bionde che a nulla dovrebbero pensare, hanno
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più anni di seguito, a traverso un meraviglioso poliorama
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risolvano il problema: quanto a me, in questo libro
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tolgono la serenità necessaria a comporre un romanzo conforme
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i ricordi sono disposti a strati successivi, come le
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la chiamava di nuovo, a voce più alta: ¶ — Ho
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dietro una tenda. Andava a lavarsi la faccia in
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le multe, si scendesse a ottanta, come niente. Così
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per dove si va a Toledo, incontrò il caffettiere
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occhi pel dispiacere, pensando a quel buon tempo di
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come sarebbe volentieri tornata a casa, a ricacciarsi nel
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volentieri tornata a casa, a ricacciarsi nel suo lettuccio
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spazzata: non poteva passeggiare a quell’ora, sola, come
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cupamente sul selciato. Andar a prender Assunta Capparelli che
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lei, dormiva profondamente. Andare a prendere Caterina Borrelli che
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si disfaceva, la cravatta a rovescio, e rispondeva vivamente
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nel vasto mondo, condannata a dormire scarsamente, condannata ad
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chinando il capo come a rassegnazione, entrò nella chiesa
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prescritto, quando si entra a caso in chiesa e
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funzioni sacre. Poi raccomandò a Dio l’anima della
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spazzare il pavimento marmoreo. A un tratto una voce
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estatici, sorrideva mitemente, accanto a lei, guardando l’altare
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presto, perchè devo venire a piedi da Capodimonte. Entro
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non si vuol bene a nessuno. È che Mimì
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mi sento morire, — scoppiò a dire l’altra, non
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Markò e si unì a loro. ¶ — Che freddo! — disse
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aristocratica, pronta per montare a cavallo. Non era povera
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Ma che! è ancora a messa, — rispose quella sogghignando
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grande tavolino di mogano: a una parete un divano
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destinava, per quel giorno, a una speciale linea. La
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mettermi ogni due giorni a Castellamare, è insopportabile. Se
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gran che: imparerò presto, a questo modo. ¶ — E non
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che i salernitani giuocano a Napoli. Centottanta dispacci, come
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vi fa una sfuriata. A ogni parola trasmessa, interrompe
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ogni parola trasmessa, interrompe: a ogni dispaccio, chiede spiegazioni
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ausiliarie che avevano imparato a lavorare sulla macchina stampante
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si lavora in due a questa macchina complicata che
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univa sempre una brava, a una più debolina. Così
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covava il dispetto, lavorando a una sua stella all
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per qualcuno la lettera a Mimì. La Galante diceva
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e poi dovevano umiliarsi a lei, per ogni genere
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quantità di gesti ridicoli a proposito di Mosè o
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per entrare con lui a fargli scorta, eccitava quelle
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restava un po’ interdetto a quei soggetti scabrosi e
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scrivevano delle frasi religiose a margine del trattato di
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spregiudicate e si disprezzavano a vicenda, le sante più
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il capo da destra a sinistra, come ad esprimere
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e Isabella Diaz continuava a dire il velo di
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matrimonio, le spregiudicate ricominciarono a mormorare, a ridacchiare, a
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spregiudicate ricominciarono a mormorare, a ridacchiare, a urtarsi col
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a mormorare, a ridacchiare, a urtarsi col gomito, a
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a urtarsi col gomito, a fare smorfie per non
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Non era arrivata neppure a descriverne una terza parte
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uomo che ha vissuto. A questa importante ma difficile
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difficile lezione della gravità, a queste leggi sulla caduta
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sulla caduta dei corpi, a questa indiavolata macchina di
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inutile. Senza dire nulla a Judicone, egli immerse la
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come un mostro, spaventate. A un certo punto il
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fu grandissimo, molte impallidirono; a Judicone che era tanto
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guance; Cleofe Santaniello scoppiò a singhiozzare. L’onore della
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una settimana, senza arrivare a penetrarla. Abbiamo trascurato tutto
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perchè ci siamo instupidite a furia di ripetere venti
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Le convittrici erano andate a passeggiare in convitto: le
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corso e passando innanzi a Caterina Borrelli, le aveva
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convinto Rosa, la bidella, a comprar loro otto soldi
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malinconica e cinica, cominciò a narrar loro una storiella
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loro lunghe giornate vuote a girare per le scuole
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applicavano la loro nullaggine a seccare alunne, professori e
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nè pietose, nè utili a nulla. Ma bisognava fingere
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ministro, mettendo il mondo a soqquadro come due gazze
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Dove sta il certificato? ¶ — A casa, naturalmente; e un
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negli occhi, si schiantava a tossire. ¶ — Che ce l
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pronunziò un fervorino, ricordando a quelle fanciulle che la
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triste condizione le obbligava a fare le maestre che
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e lo avevano costretto a non smettere mai gli
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ossa. Egli zoppicava appoggiandosi a un bastone, tutto avvolto
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che poco tempo sarebbe a lui rimasto per spiegare
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Quando chiamò De Sanctis a dire la lezione, costei
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posto. ¶ Le altre cominciavano a guardarsi in viso sgomente
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metteva un gh innanzi a ogni e, enunciare il
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o tre gruppi, sedute a caso sui banchi in
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dei bagni di mare, a Santa Lucia, al Chiatamone
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alla Riviera di Chiaia, a Posillipo, combinavano delle comitive
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ognuna, e si va a piedi, che importa? Parlavano
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Tanto che, non reggendo a lungo la finzione in
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cattivo presentimento. ¶ Altrove, parlando a voce bassa, ognuna narrava
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Sanctis, come se parlasse a se stessa. — Non l
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lo sgomento cresceva. ¶ Intorno a Checchina Vetromile altre si
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con la testa vuota a furia di aver troppo
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un vastissimo salone tutto a scaffali di legno di
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terzo corso erano andate a malincuore nella stanzuccia umida
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le ragazze avevano incominciato a cantare: ed aveva ascoltato
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senza che nulla valesse a smuoverla di lì. In
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una gonnella di lana a quadroni rossi e neri
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pure. ¶ E si rimise a scopare rumorosamente. La personcina
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per la condotta: e a quell’incarico ci si
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per fare la corte a Radente, il professore d
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una calunnia di fronte a quell’orologetto d’oro
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chiamata da quattro professori a dire le lezione e
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un vecchio manicotto lavorato a maglia, di lana nera
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cosa d’interessante sottovoce, a Giuseppina Mercanti, a Donnarumma
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sottovoce, a Giuseppina Mercanti, a Donnarumma, a Luisetta d
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Giuseppina Mercanti, a Donnarumma, a Luisetta d’Este, a
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a Luisetta d’Este, a Concetta Stefanozzo e costoro
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filo di voce narrava a Caterina Borrelli, ad Annina
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Borrelli, ad Annina Casale, a Maria Valente, a sua
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Casale, a Maria Valente, a sua sorella Cleofe Santaniello
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sua sorella Cleofe Santaniello, a Scapolatiello, a Pessenda un
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Cleofe Santaniello, a Scapolatiello, a Pessenda un’altra storia
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Fornaciari; Teresa Ponzio rispondeva a una lettera che aveva
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gemendo, cominciando un po’ a litigare fra loro per
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stanza. ¶ Giustina Marangio sghignazzò a quel nome, malignamente: la
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la classe e andò a sedersi, in punta in
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della croce e recitarono a voce alta il Pater
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Si fermò un poco a rovistare fra le sue
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fra le sue carte, a leggere nel registro, sentendo
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cui felinamente si divertiva a giuocare. Poi levò il
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un brano del Passavanti a memoria. ¶ — Così vogliono i
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non si ozia, come a casa, qui si viene
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pedagogia l’aveva interrotta a metà, mentre ella schiccherava
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e costretto dalla necessità a insegnare pedagogia alle ragazze
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tutte le sue spiegazioni; a proposito di tutto, del
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lettura, dei sistemi froebelliani, a proposito di Pestalozza e
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arrivava chi sa dove a Goethe, a Pulcinella, a
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sa dove a Goethe, a Pulcinella, a Beaumarchais. Estrada
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a Goethe, a Pulcinella, a Beaumarchais. Estrada era ancora
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che appena si cominciavano a brizzolare, dal sorriso ironico
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Psiche. Le sentimentali ascoltavano a bocca aperta, un po
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manuale di aritmetica ma a poco a poco quel
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aritmetica ma a poco a poco quel fiume di
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costui da Psiche passò a parlare dell’amore, le
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il teatro dei dilettanti; a Carolina Mazza, che amava
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si sbiancava il volto; a Clementina Scapolatiello, che amava
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Valente che voleva bene a un cugino, senz’essere
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la piemontese poverissima destinata a insegnare in una scuola
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sulla cattedra e scrisse a grandi caratteri sulla lavagna
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tossendo, mostrando i denti, a cui mancava proprio un
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Onore per onore, innanzi a mezzo teatro pieno di
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mazzi di fiori; ma a poco a poco la
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fiori; ma a poco a poco la conversazione decadde
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furono andati via, andò a mettersi a letto, col
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via, andò a mettersi a letto, col capo fra
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il ballo dei cristalli. A tutte le persone, uomini
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grande furia di tornarsene a casa; per la strada
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sua larghezza, prendendo terreno a vista d’occhio. La
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di via Principessa Margherita, a prendere una granita: esse
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ferma da due ore, a guardare i visibili progressi
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era ripetuta continuamente intorno a loro: ¶ — La terza lava
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da quello zio, come a uno spettacolo teatrale, per
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aveva conosciuta? La grassona, a cui nessuno mai aveva
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dell’Hôtel de Rome, a Santa Lucia, che dà
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non avevano più gusto a ridere, ed a chiacchierare
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gusto a ridere, ed a chiacchierare; quell’incendio le
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recita, nè all’amore. A un certo momento, mentre
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Fusco avevano una cugina a Resina, la Costa compativa
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pericolo per Napoli, domandava a tutte: ¶ — Ma perchè non
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contemplazione, che non badarono a dir male delle Altifreda