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Bernardino Martirano, Aretusa, 1618

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
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1618
per miserazïone ¶ d'Amor, a canto al bel fonte
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per cui di novo a dar le leggi Roma
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levar la soma ¶ antica a Grecia, e per fiaccar
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Africa e d'Asia a la ruina e al
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drizza il suo corso a l'africana arena, ¶ ove
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d'Aretusa unica cura, ¶ a cui tanto il fanciul
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fanciul leggiadro piacque, ¶ che a l'altre Ninfe di
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terra, ¶ venne in Sicilia a riposar correndo. ¶ Poi che
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mesta si lamenta. ¶ 10 ¶ Narciso, a cui l'età la
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la bella guancia ¶ cominciava a vestir del primo fiore
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e cingersi la spada a tanto onore, ¶ d'andar
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d'andar anch'egli a guadagnar la mancia ¶ un
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core. ¶ E già comincia a minacciar faville ¶ ai Punni
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faville ¶ ai Punni, com'a Troia il fiero Achille
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Sempre ha il pensiero a' marziali studi ¶ e solo
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cor mio, quanto piace a te stesso. ¶ Il chiuder
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te stesso. ¶ Il chiuder a quest'alma e aprir
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l'altiero, ¶ il qual a lei quanto più puote
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gemer l'onde, ¶ avvezzandosi a l'una e a
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a l'una e a l'altra guerra, ¶ per
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la misera amante, mosso a pièta, ¶ se ben ai
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così tutto uman corre a trovarla ¶ e 'n questo
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ch'armato è gito ¶ a questa santa e glorïosa
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del Pirata crudel corte a l'offesa. ¶ Sol io
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te son qui mostrato a dito: ¶ dunque, se del
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alma trema dal capo a le piante, ¶ pur si
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mi dicesti allor ch'a te mi dei, ¶ quando
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disprezzar gli Dei, ¶ che a le promesse tue presenti
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questo buon pastor, dinanzi a Giove ¶ saliti, son cagion
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pieghi ¶ il cor, che a' prieghi miei nulla si
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vele al vento spieghi ¶ a cercar mare e terra
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né creder così ardito a la Fortuna: ¶ sia l
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com'è il gir a piacer l'aprile o
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poter fuggir la morte? ¶ A man manca udrai pria
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pria l'empia Sirene, ¶ a man dritta vedrai scuotersi
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trave ¶ gli uomini ammacca a guisa di ranocchi, ¶ e
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paga l'onte ¶ ch'a Dio far volse col
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e cento mani, ¶ mosse a Giove et al ciel
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rinfrescar l'aspre saette a Giove, ¶ e che Sterope
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qui quant'ho detto ¶ a paragio di quel ch
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lato miglior ventura abbi a trovare: ¶ vedrai Scilla crudel
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ne la spelonca, ¶ che a sé le navi trae
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fischia: ¶ miser chi presso a lui d'andar s
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crudele, ¶ lascia da lunge a man manca Peloro, ¶ volgi
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il rio camino; ¶ et a man manca le Sirti
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morto e perduto, ¶ pasto a quei vermi che produce
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tutto, ¶ quando ancor salvo a la gran terra arrivi
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suo rossi più rivi: ¶ a pena il piede avrai
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il piede avrai posto a l'asciutto, ¶ che 'nvan
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Scirocco orgoglioso, ¶ che copre a un tempo e terra
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o vin con neve. ¶ 48 ¶ A far bastion, trincee, fossi
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quando ciascun posare ¶ devrebbe, a pena sarai posto in
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esser detto: ¶ e sarai a pena al padiglion tornato
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al padiglion tornato, ¶ quando a l'arme udrai dar
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uno o duo anni ¶ a finir questa stanca e
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o sei dì tempo a' mie' affanni, ¶ che insiem
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Narciso, che le siede a canto, ¶ l'abbraccia e
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star vuol la disperata a lo scoperto ¶ e 'n
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alma e 'l corpo a te sol diede ¶ tratti
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qual altra seguirai? ¶ Se a chi t'è serva
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ncendio e col pianto a te non poco: ¶ potean
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la veggio armata ¶ presta a scoccar in me l
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e ti fia sempre a canto, ¶ come la madre
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bella Leucopetra le sta a canto, ¶ la conforta, la
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serpe ella sta sorda a lo 'ncanto ¶ e de
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ninfe del paese ¶ vengono a confortar la ninfa strana
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ella ode tutti et a nessuno parla. ¶ 68 ¶ E tanto
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lo fa correr fuore, ¶ a canto a la marina
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correr fuore, ¶ a canto a la marina, ove il
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mirabil opra Crate feo. ¶ 71 ¶ A cui ceden le sette
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t'insulte; ¶ la sacra a Bacco vite par che
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gli onori ¶ modestamente dice a li lettori. ¶ 73 ¶ Intorno intorno
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li lettori. ¶ 73 ¶ Intorno intorno a guisa di corona ¶ veggonsi
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chi tutto s'abandona ¶ a le vindemie, altri a
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a le vindemie, altri a le cacce vanno, ¶ questi
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al vento contrasta e a le procelle, ¶ tutta modesta
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ch'è suo dona a ciascuno; ¶ la quarta è
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la tiene e porta a' lachi bigi. ¶ Et al
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fin poi si vede, a man sinestra, ¶ Leandro in
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in mare et Ero a la finestra. ¶ 76 ¶ Ivi, al
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le onora ¶ due casse a le due fonti fece
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fama e l'uno a l'altro insegna ¶ dove
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parti d'Africa vinta, a cui se giova ¶ veder
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il core ¶ ha mostro a l'altra pien di
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cervo ¶ e poi che a questi have la vita
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e protervo: ¶ promesso ha a Delia sua virginitade, ¶ e
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con più dispetto ¶ questa a' lor danni e più
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vede ¶ i gioveni infelici a sé davanti, ¶ né pietosa
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Ma quei sospir saliti a l'alta sede ¶ (donne
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alta sede ¶ (donne, imparate a disamar gli amanti!) ¶ chiesero
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Bianca Pietra; ¶ indi poi a' prieghi del cortese Crate
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gentilezza. ¶ E come piace a Crate, che le rese
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infesta ¶ e fa spumare, a sé richiama il canto
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e la mia lira a dir suoi fatti desta
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nave avea lasciato già a man destra ¶ di Pausilipo
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lascia Miseno e Baia a man sinestra, ¶ et ad
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mente più quïeta. ¶ Ma a pena al piè fu
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un sacerdote, che stava a l'entrata ¶ de l
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il legno torna, ¶ che a canto al lito tra
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s'indonna; ¶ la donna a cui di basso amor
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Parma vuol e darla a Piero. ¶ Vedesi dentro stare
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Piero. ¶ Vedesi dentro stare a le difese ¶ di Bozzolo
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per averla, ecco ¶ ch'a soccorrerla viene il fier
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in mano: ¶ quivi vedeasi a la battaglia fiera ¶ rotto
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in sul Domo, ¶ assedia a un tempo, batte e
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non pensa di trovare a sua possanza: ¶ ma costui
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è mezzo rotto ¶ e a tutto suo poter rubar
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exercito suo, ch'è a vincer dotto: ¶ Odet il
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Si vede appresso come a la Bicocca ¶ al suo
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un baleno ¶ e viene a un tempo, vede e
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e vince Lodi, ¶ et a Pizzigatton poi mette il
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indi per crescer loda a le sue lodi ¶ prende
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ardente, ¶ n'insin ch'a Milan vien, ferma le
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ogni terra dal Varo a Marseglia, ¶ e questa con
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che l'un Carlo a l'altro avea. ¶ 102 ¶ D
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vede in Lombardia tornare ¶ a gran giornate pe' liguri
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re Francesco col campo a gran passi; ¶ e chi
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passi; ¶ e chi puote a Milan primiero entrare ¶ vittorïoso
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e l'altro va a pigliar Pavia. ¶ 103 ¶ Ma trova
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Anton da Leyva star a la difesa ¶ dentro vedeasi
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campagna; ¶ quinci correr Borbona a la distesa ¶ a supplicar
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Borbona a la distesa ¶ a supplicar Ferrando in Alamagna
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il campo nostro ¶ et a l'oste francese avvicinarsi
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n Campidoglio ¶ trionfal carro a gran gloria conduce, ¶ scorrere
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luce ¶ e Francia ancor, a chi tolto ha l
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de l'opra ascosa a un lato ¶ con lo
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fu per questa fiera a tradimento ¶ di virtude ogni
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fabro: ¶ LA GRAN VITTORIA A L'UNICO SUO SOLE
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di lui si mostra a dito. ¶ 109 ¶ Di meraviglia pieno
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Sibilla che vien fore, ¶ a cui non era un
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priega: ¶ - O santissima Diva, a cui il possente ¶ di
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sette tori, ¶ i quali a Febo e a sua
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quali a Febo e a sua sorella io lito
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invieran secondo il rito. ¶ A te farò fondar tempî
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che tu i nomi a le foglie non creda
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tre corone e siedi a' primi scanni. ¶ Ecco il
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Ponente ¶ in guardia lascia a la compagna e a
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a la compagna e a' figli ¶ et ha il
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e gente, ¶ ch'obediscono a gli alti suoi consigli
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portò dal mar Ibero a lo Indïano: ¶ vedi che
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la quarta volta e a Roma bacia il pede
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e forte Nestor Doria, ¶ a cui il padre Nettunno
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offeso: ¶ ecco ch'appresso a Tunni Africa prende ¶ e
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Barbarossa e Algier, ch'a lui si rende. ¶ 121 ¶ Ma
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è quel fier ch'a sé d'intorno allaga
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suo Ferrando sia mostrato a dito: ¶ salve, pianta gentil
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E così al mondo a riverirlo insegna ¶ e fa
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al suo signor combatte a canto, ¶ acquista il pregio
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Cesare armato, che corre a gran salto; ¶ e a
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a gran salto; ¶ e a par a par con
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salto; ¶ e a par a par con li soldati
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l'animoso il primo a dar l'assalto: ¶ ecco
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un milïone ¶ di gente a piè e a caval
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gente a piè e a caval, che se gli
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mancarsi ¶ e l'arme a pena sostengono in mano
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li ritorni; ¶ veggio ch'a' prieghi suoi l'alto
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sgombra: ¶ vedi che allegri a le lor patrie vanno
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ciascun sua casa ingombra, ¶ a ristorar co' suo' il
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farsi ogni or più a noi vicino, ¶ e le
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Doria che stia ¶ ivi a la guardia vuol con
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che viene allegro tutto ¶ a veder la sua Napol
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sola, ¶ esposta di Fortuna a tutti i danni: ¶ come
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tanto più sarai simile a Dio, ¶ se quanto forte
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pel caro padre, ch'a vederla viene: ¶ non è
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questo camino, ¶ ubidir pensa a la saggia Cumana ¶ e
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e fuor, davanti e a tergo ¶ cerca e non
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s'affonda; e quasi a morte il duol l
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come pazzo si mette a chiamarla, ¶ ma Ecco sola
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quel ch'ella disse a l'ultimo del canto
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desio, ¶ qual Parca fiera a le sue crude fusa
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i capei d'auro a l'aura sparsi, ¶ co
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l'acque inquiete: ¶ dentro a le chiare tue, fresche
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che passione ¶ bastevol fosse a farsi fonte pura, ¶ teco
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pianti accompagnare: ¶ Eco risponda a' miei dogliosi suoni, ¶ e
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viso bagna, ¶ or beve a più non posso l
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il meschinel che viene a tanto, ¶ che più non
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steso in terra, afflitto, a canto ¶ a la bella
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terra, afflitto, a canto ¶ a la bella fontana, fu
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e priego Amor conceda a la mia Musa, ¶ ch