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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ada Negri, Il dono, 1936

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
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1936
A ¶ DELIA NOTARI ¶ PRIMO ANNIVERSARIO
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offersi, per qual fede ¶ a perderti fui pronta, a
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a perderti fui pronta, a chi passai ¶ la tua
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in terra ¶ avrò lasciata, a gloria sua? ¶ Ma forse
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fili ¶ di pensiero interrotto: a fior dell'anima ¶ torna
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tua grande ombra. ¶ Pronta a inghiottirci nella tua grande
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di chi trapassa, unica a noi può dire ¶ quanto
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d'ogni cosa intorno ¶ a te, d'ogni pensiero
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sanno ¶ d'esser presso a morire. E tu – che
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quelli che ti nacquero ¶ a' tuoi begli anni già
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con la mia mamma ¶ a messa, per vïuzze ancor
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mamma, ¶ venuto il giorno a dissipar quell'alba. ¶ IL
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siepi, che mi punsi a tanti ¶ pruni e raccolsi
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Vergine di Lourdes. ¶ Uno a te lo donai, perché
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Ed io sull'altro a me rimasto sgrano ¶ a
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a me rimasto sgrano ¶ a sera le solinghe Avemarie
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fra quelle nubi ¶ rosse, a ponente, or ch'è
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quest'ora un'anima ¶ a pena sciolta dal suo
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fiammeggianti, ¶ che la scortano, a schiere, in paradiso. ¶ Qual
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ultimo raggio ¶ del sole a sghembo sul mattone antico
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e castagno ¶ cui rispunta a capriccio qualche gemma, ¶ nella
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lagrime ¶ che mi gocciano, a tratti, sulle mani. ¶ Son
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ai ferri ¶ della terrazza a cui m'affaccio: ancóra
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qualche asprigno ¶ viticcio attorto a fior di scorza. Soffre
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per gioco, e pronta a risalirvi. Bombi ¶ ronzavano tra
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sangue se vi splende a tergo il sole. ¶ Tali
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in dí. Le foglie a mezzo maggio ¶ larghe e
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ed ognuno ¶ pronto è a morir per me. ¶ Libera
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da Dio: ¶ petali accanto a petali in leggero ¶ strato
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fin ch'essa arrivi a rinfrescarmi il cuore. ¶ Io
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non è concesso ¶ udirlo a chi non le si
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orizzonte apparirà piú vasto ¶ a me supina, piú fraterno
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muro in fronte: ombre a saetta, nere: ¶ vive, al
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tempo io le dissi a chi m'amava, ¶ egli
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amava, ¶ egli le disse a me, bocca su bocca
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vicoli, e s'intrecciano ¶ a labirinto; ed ai muretti
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vedo in sogno. ¶ E a me basta passar lungo
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ecco la strada, persa ¶ a' tuoi confini in un
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per rispuntar dai rami a primavera. ¶ Vorrei, pioggia d
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di querce. ¶ Ogni albero a se stesso era corona
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occhi chiusi; ¶ e riveniva a me da lontananze ¶ smisurate
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secche. ¶ GIORNI ¶ DI CASTELCAMPO ¶ A Thea. ¶ NUVOLE ¶ Passano grandi
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lo chiama il sogno a vie di luce e
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e solitaria: io vengo a te fra campi ¶ di
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il granturco fu raccolto, a gara ¶ le massaie hanno
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per la casa ¶ parata a festa come al Corpus
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vedo i monti innanzi a me. Sol vedo ¶ fra
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sorta ¶ dalla rorida notte a fior dell'alba, ¶ per
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entro la vampa donde a me ritorni ¶ trasfigurata. ¶ LUNA
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quest'azzurro ¶ tramonto innanzi a Te: nell'ombra i
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gran chioma effusa ¶ indietro: a sommo il petto ¶ le
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su villaggi remoti intorno a punte ¶ di campanili e
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inciso ¶ sulla libera vetta a splender torni ¶ l'immacolato
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come il padre, e a lui daccanto ¶ lavora il
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spiga. Altro non chiedi ¶ a Dio. Ma forse, o
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rallegrarsi in fresche ¶ vite a tua somiglianza; e ad
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Fui Carla. Mi spensi a trent'anni. Ero bionda
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i due forti maschietti a me nati dal giovine
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io, fra le braccia a mia madre. ¶ – Dammi, Signore
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uomo, e resa ¶ capace a doglia di maternità. ¶ Ma
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i doni che tu a lor donasti; ¶ e tu
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duro è il corpo ¶ a snaturarsi dalla troppo fonda
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ribelle ¶ l'ultimo sogno a scomparir dal cuore. ¶ Eppur
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anima, per andar sino a quel punto ¶ che Dio
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non dice, ma che a tutti è fisso. ¶ Donna
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ch'è il solo ¶ a non tradire, di Colui
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ombre nell'ombra. ¶ LITANIE ¶ a Rosina Storchio. ¶ Canti le
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sorge su l'altre a zampillo, fontana di fede
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Dio venuta, voce che a Dio ritorna, ¶ piú non
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non s'alza che a laude di Cristo e
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purissimo pianto ¶ di vergine a Quella ch'è Vergine
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vuoi ¶ se non morire a te stessa, se non
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or s'avvia ¶ dietro a te, come a dolce
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dietro a te, come a dolce sorella. Alto ancóra
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tuo «Cosí sia». ¶ PAROLE A MIA FIGLIA ¶ Figlia, che
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tu: diverse: ¶ e innanzi a questa umana legge, antica
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vita io dire posso ¶ a te, tu a me
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posso ¶ a te, tu a me: sebben del tuo
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non pianga; e innanzi a quel geloso ¶ silenzio io
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danzava sola ¶ sul prato, a sé cantando una canzone
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nascesti – e troppo ¶ forse a quel canto ero beata
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stagion mia piena, figlia, a me venisti ¶ com'io
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filo che ne allaccia a vite ¶ già conchiuse, ed
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vite ¶ già conchiuse, ed a quelle che il domani
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anello di superbe nozze. ¶ A te lo cinge il
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sia magnificenza e gioia ¶ a te serbata nell'età
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io la possa ¶ aiutare a morire. Ella sofferse ¶ senza
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La materia ¶ è dura a sprigionar l'anima; ed
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fortezza ¶ piú viva intorno a sé calore e luce
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tuo divin Figliuolo ¶ e a Maria del Calvario, per
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morte, inermi ¶ siamo dinanzi a te. Questo era il
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amore? – Col tuo Verbo a noi ¶ rispondi. Dillo a
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a noi ¶ rispondi. Dillo a noi, che Delia sparve
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ciechi, con la fronte a terra ¶ nella nostra miseria
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tu non puoi ¶ ribellarti a portarlo; ma nel buio
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con la voce sospesa a un fil di luna
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che mi giungeva qualchevolta a sera ¶ dietro la porta
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prato e sull'aiuole, a sciami ¶ leggeri, in danze
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respiravo in gioia accanto a te? ¶ LA GRAZIA ¶ Il
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egli ¶ ti chiamava, felice, a quegli incanti. ¶ Ma tu
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invoco: esser con lui? ¶ A qual tremenda penitenza in
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spasimar del corpo ¶ infermo, a te fioriva ¶ un rosaio
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vivi; ¶ ma non potevi a lungo nelle stanche ¶ tue
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un frammento di stella. ¶ A bassa voce ¶ poi mormoravi
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faccia. ¶ Ma poi che a te venimmo ¶ e ci
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dolce, sí; ma come a cosa ¶ che, mentre passa
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strana ¶ e lontana, risponde a chi la chiama. ¶ Tu
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che lo spazio ¶ rendeva a te, non ripetea quel
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quel bimbo che piange. A che siam vivi, ¶ se
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senza viso ¶ che giunge a me, ferendo l'ombra
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lagno trema sul labbro a ciascun bimbo ¶ che lo
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umile e vano innanzi a te m'assolve. ¶ I
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e lucenti ¶ gabbie, protese a imprigionare il cielo. ¶ Guardan
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cemento, pronti ¶ dal suolo a divenire arco, muraglia, ¶ loggia
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nel mondo. ¶ – Or tocca a voi, figliuoli. Il tempo
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ne distilla ¶ la pena a cui solo rimedio è
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chiede piú tardi Ambrogio a Marco: – I tuoi ¶ vent
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ricordo, di sé fa a me radice. ¶ Altre terre
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ed una: una soltanto, a ognuno: ¶ e non sí
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splenda ¶ entro una cripta, a fianco dell'altare. ¶ DOPO
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senza trovarla. ¶ Innumeri respiri a te d'intorno ¶ aliteranno
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l'altre ¶ tacitamente volitanti a torme ¶ fra miriadi di
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del Dio nascosto. Fino a quando? Prega, ¶ spirito in
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tempo. ¶ Non seppi; – ma a Te nulla occulto resta
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Resta Tu solo ¶ accanto a me tua serva; e