Salvatore Di Giacomo, Nella vita, 1903

passò via, in mezzo a quattro o cinque altri

è così che sono a posto, adesso. ¶ Riaccese il

caro. S'è battagliato, a Roma, giorni addietro. Ma

parole e s'arrestò, a un tratto. ¶ - Tu dunque

che mi son venuti a chiamare da casa mia

d'urgenza. Una malattia a tua scelta. E poi

s'era già allontanato, a gran passi, trascinando pel

s'era fatta silenziosa, a un tratto. E a

a un tratto. E a me parve che tanto

umidità uggiosa, e associata a tutta quella tristezza, a

a tutta quella tristezza, a tutta quella miseria. ¶ - Spero

uomo che intendeva piegarmi a una ripugnante complicità. Lui

così cinico, così pronto a barattare la sua dignità

biblioteca Stazza era entrato a trent'anni; or ne

delle sue membra poderose, a compensare questa sua grande

quattro chiacchiere, io addossato a uno scaffale, con tra

e ha da pensare a tante altre cose. ¶ - No

O non avevo davanti a me un essere ch

soggetta? ¶ Finii per arrendermi a quella impenetrabilità pacifica e

Stazza è stato collocato a riposo. Ci lascia. ¶ - Come

si guardò intorno, tornò a voltarsi verso la tavola

dopo un momento, rimettendosi a sedere alla sua scrivania

o erano stati collocati a riposo. La constatazione de

somiglianti - non veniva certo a turbare l'animo de

Stazza, dopo tutto, sottobibliotecario a tremila, liquidava, come si

lui, che la doveva a quei benedetti tempi borbonici

scientifico come di mettersi a tavola in una publica

guardava nella via, traverso a' vetri. ¶ - Venga, venga! Eccolo

di rimpetto. Lo vede? A quel tavolo a sinistra

vede? A quel tavolo a sinistra della porta. Eccolo

colosso era lì, seduto a una tavola sulla quale

nove ore, si mette a sedere lì fuori, e

e vi resta fino a mezzodì. Poi torna dopo

E tu come fai a saper tutto questo? ¶ - Me

l'incomodo. ¶ Mi rimisi a sedere, pensoso. L'usciere

balcone, rideva e continuava a guardare rimpetto. E come

in volta egli tornava a soffregarla con lo straccio

s'addormenta - fece lui a un tratto - Venga a

a un tratto - Venga a vedere. S'è addormentato

S'è addormentato. ¶ Tornai a levarmi e mi accostai

di su le ginocchia, a terra. Ora un lustrascarpe

sua cassetta all'ombra, a pochi passi, glie lo

batteva su' muri. Uscì, a un tratto, dalla bottega

caffettiere e si mise a girar la manovella per

aspettando che trascorressero, ricominciavo a ordinar le mie schede

le vaste sale, fino a poco prima turbate dal

fece. ¶ E battè palma a palma, convulso. ¶ - Lì davanti

che s'è trovato a passare. Una sincope. ¶ Uscì

era cascato il cappello, a piè del letto. ¶ Mise

santa Filomena! - si mise a urlare Mariangela, premendosi le

pagliericcio e si mise a sedere rimpetto alla moglie

alla moglie. Mariangela continuava a lamentarsi, più piano adesso

se n'è fuggita a Bisaccia con le figlie

briganti scorazzavano ad Atina, a Esperia, a Durazzano: non

ad Atina, a Esperia, a Durazzano: non si poteva

conoscevano, ed erano tornati a Durazzano sfiniti, dopo sette

e rifruga erano riusciti a far qualcosa, poichè due

li cacciavano innanzi, legati, a furia di colpi di

Mariangela, che era stata a vederli passare, per poco

come l'aveva visto a un di quei briganti

Hanno posto la taglia a Battista di Limatola. ¶ La

e si mise quasi a sedere sul pagliericcio. Un

e poi vi tornò a posare la testa. Le

e ne la levava, a fatica, per appressarla alla

urlò Mariangela, che ricominciava a spasimare sul pagliericcio e

spasimare sul pagliericcio e a torcervisi come una serpe

e disperato. Si chinò, a un tratto, e rovistò

Ne cavò la pistola a due canne che aveva

cagnolo, assetato, si metteva a lambir l'acqua tepida

La Santella si mise a sedere in mezzo al

sotto il berretto. Sedette a terra, avvolse la bestiolina

levò e si rimise a correre. ¶ Dopo cinquanta passi

nell'aria. ¶ E lì, a pochi passi, tra l

corpo, senza comprendere. ¶ Tornò a chiamare: ¶ - Tata! Tata! Mamma

campi, dalla boscaglia respirante a ondate un caldo vento

silenzio tragico ed alto, a un punto lo scemo

ripetette, seduto di faccia a me alla medesima tavola

Laurenzi - io son deciso a resistere! Staremo a vedere

deciso a resistere! Staremo a vedere! L'ufficio? I

conta nulla, mio caro, a fronte di tutta una

gargotte ove s'andava a far colazione tra preti

solito? ¶ - Solito. ¶ Si mise a mangiare, voracemente. E io

mezzo toscano mi misi a guardarlo come se lo

suo stipendio era strappato a brani e giorno per

ve ne sollecita quasi a non indulgere alle volgari

alle volgari abitudini e a' miserabili vizii, ma ch

ch'io m'inducevo a creder degno, il più

grido, nell'Alta Italia, a' suoi be' tempi: lo

entrato quando essa aveva a capo un prelato di

ore e i minuti a' tardi arrivati, mandava in

se vi vorrete vedere a mano a mano sfiorire

vorrete vedere a mano a mano sfiorire tutta codesta

tra queste mura sorde a ogni voce impulsiva e

schedatura, inventarii: e guai a chi è qualcuno o

l'hanno insegnata anche a me, loro mandano ufficii

per malato e vado a Roma. ¶ Si scappellò, con

angelo? Ma egli continuava a narrarmi di tante piccole

E come sarà andato a finire il suo malinconico

suo malinconico flirt? ¶ Tornato a Napoli trovai, fra le

un solitiero, come dicono a Napoli. Il vecchietto aveva

un suo amico. Venivo a vederlo. A congratularmi con

amico. Venivo a vederlo. A congratularmi con lui anzi

stanza... ¶ Egli mi continuava a sgranar gli occhi in

condusse rimpetto, d'avanti a un'altra porticella. Si

altra porticella. Si chinò a guardare pel buco della

Guardai dentro quella celletta, a quel modo. ¶ V'era

la illuminava tutta, accanto a un di que' grossi

donne del popolo, mettono a dormire i loro piccini

disse il vecchietto, continuando a sorridere e rincamminandosi verso

fanno le immediate medicature a' feriti che vi capitano

donna ripigliava i sensi a mano a mano. ¶ Erano

i sensi a mano a mano. ¶ Erano le dieci

uguale. ¶ In qua, presso a una tavola sulla quale

Costei urlava, in mezzo a certe femmine. Ci siamo

un brivido, e tornò a chiuder gli occhi. ¶ - Rasoio

cinque minuti. ¶ Rimboccò fino a' gomiti le maniche del

grigiastro e si mise a frugare tra' suoi ferri

Andiamocene - disse il Guglielmi a Cosentino. ¶ Nel corridoio incontrarono

di marmo e accanto a una tavola coperta da

parenti delle ricoverate arrivavano a gruppi, continuamente, e si

e si sparpagliavano intorno a' letti e subito vi

subito vi si andavano a sedere accapo o nel

letto, o rimanevano davanti a' letti, impiedi, con l

ginocchia nascoste e baciucchiava a quel posto. ¶ La suora

per un pezzo, guardando a uno a uno i

pezzo, guardando a uno a uno i nuovi venuti

nessuno che la venga a trovare - disse la suora

trovare - disse la suora, a un tratto. ¶ - Chi? ¶ - L

vuole che la venga a trovare? Ecco... se proprio

quello e si rimise a ricopiare - Ovatta pacchi nove

che pareva assopita. Contemplò a lungo quel volto ancor

impazientita. ¶ S'era messa a sedere in mezzo al

vecchie clientele dell'ospedale. A un momento, più a

A un momento, più a lungo, s'arrestò sulla

nascosta da pesanti cortine a fiorami. ¶ La suora immaginò

gliela posò sulla spalla. ¶ - A che pensa? ¶ - Penso - mormorò

balbettò la convalescente. ¶ III. ¶ A poco a poco il

convalescente. ¶ III. ¶ A poco a poco il sole risaliva

dilagava sulla bianca parete, a capo; ancora gli origlieri

ritardatarii s'indugiavano presso a' letti, impiedi, con le

stessero lì per rimettersi a sedere e per tornare

sedere e per tornare a discorrere coi loro malati

era adesso così intento a contemplare l'Ercolano, così

ogni atto di lui. ¶ A un tratto si decise

a dietro a poco a poco, giunsi fino alla

maestro che parlava, alto, a' discepoli. Ma nel silenzio

genere di vita speciale a ciascuno d'esso, che

dispone le sue arterie a pressioni e a stiramenti

arterie a pressioni e a stiramenti che possono essere

occhiata - eccoti dunque pedagogo a venticinque anni, nel meglio

la vecchiaia - tu riesci a procurarti uno stipendio certo

dovuto, fin qua, vivere a Napoli - in questa città

avrebbero certo invidiata, quasi a malinconicamente contemplarla. Per altri

voltava addietro e vedeva a mano a mano allontanarsi

e vedeva a mano a mano allontanarsi, svanir quasi

la busta, macchinalmente. Tornai a gettar gli occhi su

più considerevole degl'impiegati a' Ministeri. La partecipazione era

certamente! - e si mise a misurar la stanza a

a misurar la stanza a gran passi - E che

è morta, la zia, a ottant'anni! Requiescat! E

non più..... Tutto è a posto..... I parenti di

guarda, son contento! Andiamo a pranzo. Pago io. Voglio

e mi scosse, faccia a faccia. ¶ - Ma, che hai

hai?... ¶ Guardò intorno, come a interrogar sul mio silenzio

oscuro Vico Majorani, laggiù a' Tribunali, taceva, penetrato tutto

un lume, di fuori, a un tratto. Di faccia

fuoco esteriore, ritto, rimpetto a me, Barra mi stendeva

quale il lume esterno a pena riesciva a far

esterno a pena riesciva a far biancheggiare, nella oscurità

nulla! ¶ - Che importava? ¶ - Come! A me! Ma importava moltissimo

Son contento... Dunque, eccoti a posto. Son contentone! ¶ Aveva

rimasto e ora badava a cacciare e a pestare

badava a cacciare e a pestare in fretta e

la stanzuccia, frugandovi, accrescendo a mano a mano il

frugandovi, accrescendo a mano a mano il suo bagaglietto

fortuna?.... ¶ Nella penombra, ricadendo a sedere davanti alla tavola

nostra amicizia si spezzava: a nessuno di noi importava

parve di rispondere, freddamente, a quel che egli non

prima lento, poi proprio a rompicollo. Io rinchiusi l

faccia nelli origlieri. E a un tratto mi misi

un tratto mi misi a singhiozzare, convulsamente. ¶ TOTÒ CUOR

di volta in volta a quel cane del publico

male misterioso - lo scoppio, a sentire i medici, d

la vista da nascondergli a un tratto e completamente

delle privazioni degli oppressi, a Totò del Lago, il

domandai perchè mi scrivesse a quel modo, servendosi di

de mouche così peculiari a un sesso che non

egli aveva di ricorrere a un'altra mano per

affidasse la sua corrispondenza a una donna. La lettera

secondo piano, terza porta a sinistra. Vado dal medico

in mezzo e andai a trovarlo nel vecchio monastero

lunghetta, ma io tornerò a vedere. ¶ - Ma davvero? ¶ - Oh

all'ercole, piano - Qui a Giffuni non sono ladri

è arrivata? ¶ Ero giunto a casa, difatti, e m

l'arco barocco. E a quella luce indecisa che

luce indecisa che saliva a stento fin alla testa

s'aspettava parve sorpreso a un tempo e commosso

quasi me le spalancò a dietro. Mi rivoltavo per

gobbetto. ¶ II. ¶ Cominciò Giffuni a parermi detestabile, a un

Giffuni a parermi detestabile, a un tratto. ¶ Fin qua

cui giunsi. M'ero, a mano a mano, constituita

M'ero, a mano a mano, constituita una clientela

sarebbe toccato di seppellirmi a Girifalco, addirittura in mezzo

Girifalco, addirittura in mezzo a contadini sorvegliati e maltrattati

mi avrebbe, sì, preso a genero ma del quale

ercole, scrivevo e riscrivevo a Napoli per farmi cavar

dalla sera delle coltellate a quel Rigo il mio

volta una folla che a mano a mano ingrossava

folla che a mano a mano ingrossava. Fregai l

ingrossava. Fregai l'asciugamani a un vetro e distinsi

cose che s'incontrano a ogni passo. Sì, è

per la Gilda, rimasta a Giffuni, s'era fatta

Tricarico ov'ella andava a cascare addosso all'impiegato

sua scuderia. Ogni giorno, a prima ora e daccapo

seguente ottenni di passare a Casagiove, in Terra di

da Santamaria si viene a Napoli in un'ora

un'ora di ferrovia. A Napoli, nelle frequenti scappate

leggevo giornali, e badavo a guardare in terza pagina

i quali mi sostituì a Casagiove un medico di

un medico di Caserta. ¶ A Napoli volli, tra l

che sospirava forte e a ogni gradino s'arrestava

ogni gradino s'arrestava a ripigliar fiato. Di sopra

fiato. Di sopra, appoggiato a due infermieri, scendeva al

cenni di saluto. E, a poco a poco, rividi

saluto. E, a poco a poco, rividi, lassù, tutti

ch'era stata, anni a dietro, la mia seconda

seguitando: ¶ - Benissimo. T'invito a pranzo. Uno che s

sa che ho pensato a lei più volte da

allora... Non si mette a sedere? ¶ Sedetti accanto al

Egli era rimasto addossato a' cuscini, col bianco e

momento. Respirava forte, quasi a stento. ¶ Stavo per dirgli

più basso: ¶ - Ho ricominciato a lavorar da solo. Cercavo

coraggio. Ma che vuole, a volte mi cascavan le

di scordare, d'avvezzarmi a questa vita nuova. Macchè

vita nuova. Macchè! E a un bel momento ecco

momento ecco che principia a pungermi in petto qualcosa

al lobulo degli orecchi, a' pomelli, al lobulo del

mormorai, come se parlassi a me stesso. ¶ Egli rimase

pratica principiava. Mi trassi a dietro a poco a

Mi trassi a dietro a poco a poco, giunsi

ne andate? ¶ - Dove, figlio? A casa, cuore mio bello

bello. Che ci resto a fare laggiù? Non s

son qui da mezzogiorno a bruciarmi al sole! Poc

Rocco! ¶ - Buona giornata anche a voi - disse il cocchiere

chinò un'altra volta a raccoglier le redini che

si mise in moto. A un tratto il cocchiere

della berrettaia, che rincasava a piccoli passi. ¶ - Vado alla

che la vettura malconcia a un tratto si dovesse

Dove sono i Lanzieri? ¶ - A Porto. ¶ - È lì....... Andiamo

Marinella e dalla Marinella a Mercanti, e appresso alla

Giudecca, al Vico Coltellari, a Rua Catalana. Ella a

a Rua Catalana. Ella a ogni sosta, si precipitava

pieni di lacrime. Risaliva a stento in vettura: s

mormorò: ¶ - Nulla....... nulla. ¶ Annottava. A un tratto Longo sentì

Ora mi si mette a giurare! V'ho portato

E mi son messa a ritrovarlo. M'ha lasciata

soggiunse, piano, come parlando a sè stessa: ¶ - Sono stata

albergo delle Tre Rose a Lanzieri, dove siamo stati

più... ¶ Longo si mise a frustare il selciato e

frustare il selciato e a bestemmiare. ¶ Ella supplicava: ¶ - È

paralizzati. La sconosciuta seguitava a torcersi e rantolava: ¶ - Freddo

come lo vide fuggire a gambe levate per l

seguì un profondo silenzio. ¶ A un tratto il cavallo

cavallo affamato si mise a nitrire e a batter

mise a nitrire e a batter sul selciato con

grossolana si voltarono pur a guardare verso la porta

troupe d'acrobati attendata a Giffuni, dietro il mercato

berretto di pelo marrone - A Giffuni Vallepiana? E Pompei

mercanti ragionavano del raccolto a un cantuccio, e a

a un cantuccio, e a un altro sedeva, solitario

mento e guardava davanti a sè, nel vuoto, con

uno m'è finito a Roccadaspide, col carbonchio. Il

le faceva l'asino a Tricarico, e gli scrive

E la Rosetta che a un tratto mi vien

dottore! ¶ E fregò palma a palma con una furia

mi permetto..... Ma qui a Giffuni non v'è

sono spaccato il capo a un muro... Ma lei

sua giacchetta e tossendo a piccoli colpetti secchi, egli

Abita lontano? - chiese lui a un tratto. ¶ - Non così

Ma dal Caffè Grande a casa mia c'è

per un momento, come a meditare, e io pur

Il silenzio era alto. A un tratto, nel lontano

birbonate. L'ho presa a Settignano, in Toscana, una

conosciuta in compagnia Roussel, a Firenze, e se l

obbligato. Arrivo io, comincio a lavorare, la Rosina mi

la Rosina mi viene a narrare i suoi patimenti

rivolto addietro e continuava a spiare. ¶ - Chi va là

Chi va là? - fece a un tratto - Rigo?... Sei

Per la scala salì a tentoni. Non v'era

immobile, ritta di contro a lui e muta e

dunque? ¶ E annunziò, voltandosi a una porticina socchiusa, dietro

pomata che ho preso a Napoli. E, per giunta

animalesco, tese la mano a un piatto ov'era

lezzo disgustoso. Il lume a petrolio, per la vampa

non posso restar più a Capua. Capite, don Placido

Poi disse ancora: ¶ - E a casa tua? ¶ - Ne sono

senza pietà, come abituato a cose somiglianti. ¶ - Andresti a

a cose somiglianti. ¶ - Andresti a Napoli? - chiese, dopo un

chiese, dopo un momento. ¶ - A Napoli? - balbettò Letizia. ¶ - Vi

l'uomo si mise a ridere. ¶ - È la bionda

la bionda - disse, guardando a quell'uscio - Una di

Una di Caserta. Parte a momenti per Napoli e

Sulla soglia, voltandosi, disse a Letizia: ¶ - La casa la

nella camera, si fermò a guardare per un momento

La bionda era seduta a una tavola, presso al

un fagottino era davanti a lei sul quale ella

ella s'adoperava invano a soffocarlo. Stese una mano

gota calda, Marta seguitava a balbettare: ¶ - Non piangere... Non

serataccia come questa!... ¶ E a gran passi veloci l

di finanza si scaldavano a una gran fiammata di

la guardia. ¶ E come, a un tempo, gli fuggivan

le donne gridò, ridendo, a Don Placido, già lontano

per l'ultima porta a destra e aspettatemi sul

non udì. Si vide, a un tratto, sul marciapiedi

accompagnò l'atto. E a un tempo, mentre lo

e parlavano di derrate, a voce alta. La pioggia

alta. La pioggia scrosciava a' vetri dei finestrini. ¶ - Arriviamo

E seguitava fra tanto, a scrosciar la pioggia contro

altra. Se ci disperdiamo, a Napoli, siamo perdute.... Letizia

Letizia, Letizia!... Giura questo a Marta tua, a tua

questo a Marta tua, a tua sorella, Letizia! Or

e aperse le braccia a Letizia, che quasi vi

quasi vi si gettò. A un tempo s'apersero

ove le case, abbattute a mezzo, pel Rettifilo, apparivano

sentì mancare. S'addossò a un fanale. Ripetette con

nessuno! Or ella era a fronte dell'ignoto, nella

Forcella e si cacciavano, a gruppi di due o

or là, d'avanti a' bassi e dentro alle

imbottite di bambagia, trapuntate a mostaccioli, orlate di frange

ai mucchi di pantaloni a quadrelli, di giacchette di

e vieni perfino veniva a mancare la voglia di

come prima. Risuonava, soltanto, a tratti, la cornetta rauca

da un chiarore abbagliante. A una a una disparvero

chiarore abbagliante. A una a una disparvero anche esse

di que' comuni berretti a visiera di panno che

guasto del selciato e, a un tratto, apostrofò il

A ¶ VITTORIA AGANOOR POMPILJ ¶ L

si raccoglieva in coda a' monti, laggiù, a manca

coda a' monti, laggiù, a manca, ove la terra

volta in volta, accennavano a qualcosa lontana, in quel

quel punto nota soltanto a' lor occhi o alla

al ponte ferroviario, parallelo a questo su cui stavano

silenziosa agonia del giorno. A un momento una rapida

Alle spalle loro cominciava a nereggiare la torre del

Ma un lume brillò a un tratto in cima

palo e il parapetto a terra e scompariva sotto

si rincorrevano, si gonfiavano a mano a mano, s

si gonfiavano a mano a mano, s'aggrovigliavano: le

alto. Difatti le investì a un tratto e con

durava ancora in coda a' Tifati, il lume del

muro dell'Arcivescovado e, a un tratto, se ne

il fanciulletto non riesciva a comprendere. Lo guardò, a

a comprendere. Lo guardò, a un punto, smarritamente, come

lo riconoscesse, e seguitò a restar muta. ¶ - Dove vai

tardi, oggi. Ora vado a casa. Ho i guanti

dir altro e tornò a domandare: ¶ - Dove vai, Letizia

Tu non devi dire a nessuno che m'hai

hai vista. Hai capito? A nessuno! ¶ E l'atto

e si piegò fino a disfiorarlo col suo. Ripetette

un soffio di voce: ¶ - A nessuno! Dimmi che non

che non lo dirai a nessuno! Me lo prometti

Sì..... Non lo dico a nessuno. ¶ Come la donna

sulla gelida gota: ¶ - E a mamma tua? Neppure? ¶ - Dio

Letizia, inorridita - Vuoi dirlo a mamma? ¶ - No, no! - disse

inguantata, e promise, solenne: ¶ - A nessuno. ¶ Si rincamminò a

A nessuno. ¶ Si rincamminò a piccoli passi, serio. A

a piccoli passi, serio. A metà della via la

disegno, sul tramonto. Parve a un tratto, ch'ella

Ma avanti di arrivare a un vico traverso incontro

Ora Letizia, immobile, stava a mezzo il gran ponte

aureola s'effondeva attorno a quel capo e quasi

lo immaterializzava; pareva che a momenti in quel roseo

ciocca di capelli, volta a volta, vi palpitava e

sul punto di scivolarne a terra qualcosa dovesse risospingerla

l'acqua torva, pareva, a tratti, stagnante, così tardo

ponte dal parapetto e a questo s'addossò, quasi

ora, uno spettacolo novello. A man destra l'Arcivescovado

Santella». In fondo, rimpetto a lei, l'alto anfiteatro

due o tre casucce a un sol piano. ¶ Con

orrorose. Ma vide, davanti a lei, luminoso, felice il

finisce. Letizia si mescolò a quella folla e andò

gruppetto che Letizia seguiva a un tratto si misero

un tratto si misero a correre, rincorandosi, strillando, con

scomparve in un palazzetto a una delle cui finestre

ma io ci continuo a stare, col pensiero, almeno

miei compagni. ¶ Diceva Pandolfelli a un altro: ¶ - È morto

vecchia pazza si mise a sedere in mezzo al

muta, indifferente, s'indugiò a contemplare quel corpo immoto

monastero di Santa Caterina a Formiello: una scialba luce

quella parte. Poi tornò a contemplare il marito, con

per naturale sua filosofia, a tenere per fatali somiglianti

circostanze della vita e a non farsene vincere? O

fabbricato di Santa Caterina a Formiello, una volta claustro

per subito rinserrarsi, ricacciando a dietro una pallida e

e paurosa testa femminile. A ciascuno bastava la propria

il custode v'attaccava a una parete e che

mattonelle del pavimento, componenti a quel posto una stinta

svellere dal muro istoriato a fresco, alitavano un lezzo

Quando il barbone tornava a casa con Mastia era

d'un subito, e a mezzo, la sua bizzarra

lentezza d'un fantasma. A un momento ella ristette

aragonesi, che Ferrante pose a difesa della Porta Capuana

la città si svegliava a mano a mano, e

si svegliava a mano a mano, e un'esterna

e si cominciò tranquillamente a vestire. ¶ Da parecchi anni

nel quale non riesciva a far breccia alcun caso

mise il cappello, tornò a riguardarsi allo specchio, aperse

rivolte ad esseri invisibili a' quali, di volta in

focolare, e di faccia a lei, alla medesima tavola

caserma. Donna Clorinda reggeva a due mani la scodella

Come l'oste seguitava a frigger pesce e ne

in quel fumo. Rimpetto a lei i due facchini

messa. Vado in chiesa, a San Giacomo degli Spagnuoli

San Giacomo degli Spagnuoli, a pregare pe' miei antenati

bocca, donna Clorinda soggiunse, a bocca piena: ¶ - Verrò da

quello seguente mi rimisi a rintracciarla. Per fortuna ella

Mastia. ¶ - Se mai, mandate a chiamarmi lì, sotto l

al teatro del Fondo. A destra, sotto l'arco

muri del teatro, mette a Piazza Francese. Mi vi

scala. Mi trovai faccia a faccia con una ragazzona

accomodi, intanto: si metta a sedere. Sa, ce ne

delle altre. ¶ Si voltò a dietro e chiamò: ¶ - Chiarina

Armida! Ida! La romana! ¶ A una a una, in

La romana! ¶ A una a una, in quella piccola

S'accomodi. Ida, vai a chiudere il robinetto! ¶ Quella

del quale ella girava, a tratti, la manovella. ¶ Credetti

quelle mi sospingevano, seguitando a gridare e a ridere

seguitando a gridare e a ridere, per uno scuro

serratura. ¶ E si mise a picchiare, anche lei. ¶ - Che

nella toppa. S'aperse a mezzo la porticina e

ma è cocciuta... ¶ Pensavo a quel fosso, nella poltrona

del medio si toccò a più riprese in mezzo

enorme e molle, ondeggiante a ogni suo più piccolo

Sa, badi: si tenga a sinistra. E non dubiti

non dubiti: penso io a mandarle oggi la baronessa

rispetti! E ci venga a trovare! ¶ Difatti la pazza

e aveva pur cantato a teatro. ¶ Tutto questo ella

che non riescii che a comprendere ben poco: il

biondi che somigliavano tanto a quelli della Virginia. ¶ - Ah

malinconie... Badi... si tenga a sinistra... Mille rispetti. Ci

Mille rispetti. Ci venga a trovare, neh? E per

Milia s'era posta a lavorare all'uncinetto. Le

quella commessura, avanzando fino a piè del letto, si

del letto si svelò a poco a poco agli

si svelò a poco a poco agli occhi della

Vagamente, nella penombra, cominciarono a pigliar rilievo un tavolo

signorina s'era levata a sedere sul letto e

Tu lo sai, fino a stasera papà non torna

vuoi più bene? ¶ E a un tratto ruppe, afferrandole

La lettera era caduta a piè del letto. La

Che volete la risposta a quello che gli avete

gran cortile era deserto: a un angolo, per una

Marangi, la maestrina comunale. A poca distanza dal parapetto

distanza dal parapetto, seduta a una tavola sulla quale

inchiostro e lo fregava a una pezzuola. ¶ - Signorina Marangi

Va bene. ¶ Si rimise a scrivere. S'udì lo

scuola s'era posta a rivedere i compiti delle

suoi segni di correzione a matita azzurra. E la

dalla tavola e venne a porsi davanti alla finestra

da tanto tempo! Pensa a te, pensa a te

Pensa a te, pensa a te! Quell'uomo lì

pietosa. E si mise a riordinare, macchinalmente, i suoi

lungo la tavola, tornò a sedere al suo posto

sentì mancare. Si provò a chiamar la madre e

d'una vedova, capellano a Santa Maria delle Paludi

sveglia e sarebbero scese a borbottare le solite preghiere

vicolo, affatto deserto, offeriva a' ratti o a qualche

offeriva a' ratti o a qualche cagnuolo abbandonato e

e là. Due fanali a gas, dal muro di

si puntava proprio rimpetto a un dei finestroni della

ove il vicolo cominciava a far gomito, e a

a far gomito, e a qualche passo dalla porta

e zufolava. Talvolta, lasciandosi a dietro per buon tratto

imminente l'alba. Difatti, a poco a poco, cominciò

alba. Difatti, a poco a poco, cominciò a mancare

poco a poco, cominciò a mancare sopra la interna

vi stampava. Si liberarono a mano a mano dall

Si liberarono a mano a mano dall'ombra l

schiuso e uno scarabattolo a vetri, custodia d'un

rimosso. Continuando la luce a mostrare quelle cose la

ella se ne abbeverò a poco a poco tutta

ne abbeverò a poco a poco tutta quanta. Si

che si volesse spegnere a un tratto. ¶ Era giorno

s'aperse tutta quanta. A una a una, entrarono

tutta quanta. A una a una, entrarono di là

della Carità e sedettero a un banco, rimpetto all

si chiuse la porta a dietro e rimase impiedi

di farci venire qui a regolare non dico meglio

vi frugò sotto, come a interrogare le pallide facce

le braccia e tornò a gridare, in fondo alla

levavano, cento bocche continuavano a urlare. Sul pozzo coverto

per veder meglio. E a un tratto, nella folla

voce. E si mescolarono a quello schiamazzo spaventevole le

scala de' dormitorii seguitava a rifornire il cortile: ora

scalza perfino, qualcuna appoggiata a un bastone. ¶ Vi fu

quel sudicio fagotto, seguitava a ninnarlo: ¶ - Oh, oh!.. Dormi

Questa santa donna... ¶ Scoppiò a ridere. E mosse incontro

ella aveva dei braccialetti a' polsi, e al collo

calzata di seta nera; a' piedi aveva scarpini bianchi

in volta le labbra, a' cui umidi angoli si