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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ortensio Lando, Novelle, 1552

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
1
1552
parte d’Europa venivano a squadre nobili e valorosi
2
1552
e se ne venne a star in Lucca. Era
3
1552
dissegno di por fine a’ suoi amori, la fece
4
1552
Burlamacchi chiedere per moglie a Girolamo. Ma Girolamo per
5
1552
facesse mai poté disporsi a volergliela dare, e questa
6
1552
essercizio, sì come anche a’ nostri tempi fa la
7
1552
dopo questi maneggi che, a persuasione di monna Susanna
8
1552
nerbo, il quale, menatalasi a casa, onorevolmente la trattava
9
1552
in isdegno e giurò a Dio che, se spender
10
1552
volte andar di giorno a starsi con esso lei
11
1552
starsi con esso lei a lavorare. Era il nome
12
1552
ella non acconsentirebbe mai a’ tuoi desiderii, né si
13
1552
d’aprile, che incomincia a dormire di mezzo giorno
14
1552
ha disinato, si puone a giocare a scacchi o
15
1552
si puone a giocare a scacchi o a tavole
16
1552
giocare a scacchi o a tavole, et in così
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1552
è solita di venirsene a me con una o
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1552
giorno, tu ne verrai a me et ivi, dove
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1552
novelli sposi s’avessero a coricare; e con lieto
20
1552
sotto al capezzale, incominciò a considerar la sua sciochezza
21
1552
tempo usò di dire a chiunque rincontrava per la
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1552
volentieri me n’andrei a stare in contado, dove
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1552
avrebbe qualunque ardua cosa. A costei un giorno Andrea
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1552
tingé maravigliosamente; e, richiamata a sé la fante: «Togli
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1552
di fuoco s’incomminciò a stuffare il petto, il
26
1552
dell’acqua, et incominciossi a lavare con quella che
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1552
al pentolino del fuoco a ristuffarsi. Puose poi mano
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1552
nella mezza notte cominciarono a lavorare e sì orribilmente
29
1552
incominciò d’ogni intorno a risguardare se alcuno mai
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1552
veggendovi, incominciò sì dirottamente a piangere, come se ella
31
1552
uscio della camera, chiamò a sé donna Savina, vecchia
32
1552
fusse, per essere avezza a farsi la zuppa nel
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1552
vi coricaste!». La vecchia a guisa di mignata le
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1552
mignata le stava appiccata a’ panni, né per pugna
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1552
demonio e diedesi tostamente a fuggire; et alquanto scostatasi
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1552
alquanto scostatasi, stava pure a vedere se questo maligno
37
1552
di letto, n’andò a lei per intender la
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1552
frenetico umore e incominciò a lusingarla, pensando con la
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1552
non potesse la fante. A casa per tanto se
40
1552
tutta rotta, e diedesi a pensare come ciò potesse
41
1552
strada, non avendola ritrovata, a casa se ne ritornò
42
1552
lo venuto giorno rassicuratasi, a casa ne ritornò; e
43
1552
si pose ginocchioni davanti a quella sacra imagine, che
44
1552
somma diligenza lambiccate, atte a toglierne ogni tenace tintura
45
1552
quella onesta vendetta che a lei pareva. E credomi
46
1552
figliastro portò, né pretermise a far cosa veruna che
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1552
fu data per moglie a maestro Marsilio Coradello, medico
48
1552
dissi, e non aveduta, a ciò non pensava molto
49
1552
e spesse volte andava a giacersi con esso lei
50
1552
con sue favole condussela a pensare a nuovi partiti
51
1552
favole condussela a pensare a nuovi partiti. ¶ Fecesi adunque
52
1552
gli fece dalla fante, a cui soleva rivelare ogni
53
1552
suo pensiero, dire che a lei sotto la porta
54
1552
case della Giannina Trecca a suo diletto una fanciulla
55
1552
e, di quelli vestito, a me te ne venissi
56
1552
un dolce bascio, andossene a casa della Giannina e
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1552
casa entrato così comminciò a dire: «Io so che
58
1552
che maestro Marsilio andò a dormire con la sua
59
1552
fu ora di gire a dormire v’andò. Sollazzarono
60
1552
che il medico era a casa della Gannina, secondo
61
1552
di notte cotai volte a casa se ne veniva
62
1552
aitò, ch’egli giunse a casa e, dopo molto
63
1552
tanto più arditamente incomminciò a garrire e dire: «Via
64
1552
dissele: «Madonna, fate sapere a mio messere che alla
65
1552
nel capo». Rivolta poi a Vitelliano, lo prega non
66
1552
ma che lasci guidare a lei tutta l’impresa
67
1552
meglio che avesti ancora a nascere. Va’ via!, va
68
1552
che si vide giunto a mal porto, ritornò a
69
1552
a mal porto, ritornò a casa della Giannina per
70
1552
ripostisi i suoi panni, a casa lietissimo del successo
71
1552
e, pagata la condannagione, a casa ritornò. Fenice, al
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1552
medico di rifar compiutamente a quanto aveva mancato per
73
1552
giovevole sia l’ubbidire a’ precetti paterni. ¶ Manfredi, re
74
1552
far villania et oltraggio a chi più di cuore
75
1552
ucciderlo. Il re, veggendosi a mal partito e conoscendo
76
1552
sue forze far resistenza a sì fiero impeto, doloroso
77
1552
sì fiero impeto, doloroso a morte incomminciò fra se
78
1552
incomminciò fra se stesso a detestare e maledire la
79
1552
regno suo, si diede a caminare con sollecito passo
80
1552
degli anni suoi capitò a Siena, infermo essendo, e
81
1552
vicino alla morte, chiamò a sé Vitrio, il maestro
82
1552
difetti, m’hanno condotto a morire sbandito nella miseria
83
1552
quali io ti dirò, a mente, né mai te
84
1552
appresso, non t’accostare a femmina che di matrimonio
85
1552
gran tenerezza le lagrime a chiunque era presente et
86
1552
suo regno fosse morto. A Vitrio poi diedero nobil
87
1552
finché egli giunse vicino a Cipri, dove, essendo alla
88
1552
e così si posero a camminare lungo il lito
89
1552
afflitto, si pose alquanto a dormire in su l
90
1552
de’ suoi cavalieri incominciarno a lamentarsi che, senza dir
91
1552
nulla, si fosse posto a dormire, spezialmente in paesi
92
1552
quel punto e, chiamati a sé Lambrone e Gelso
93
1552
camminare, ch’ei fu a mezzogiorno sopragiunto da que
94
1552
che questo videro, incominciarono a sgridare che a dietro
95
1552
incominciarono a sgridare che a dietro tornasse, se morire
96
1552
si ruppe, si diede a vendere alcune belle gioie
97
1552
querelò, dando la colpa a Vitrio, che n’era
98
1552
avocati et in donare a’ cortigiani per esserne favorito
99
1552
lo vide passare, mossa a pietà dell’afflitto garzone
100
1552
che essa era presta a pagare i due mila
101
1552
animo che gli persuadeva a rifiutare ogni matrimonio, ancora
102
1552
Iddio aiuterà me et a lei provederà di miglior
103
1552
il quale egli menava a guastare, re di Navarra
104
1552
più oltre, anzi mandò a significarlo alla corte, là
105
1552
Vitrio, alquanto rassicurato, incominciò a narrare di cui fosse
106
1552
per tanto e lei a perpetua prigione condannò. D
107
1552
prigione condannò. D’indi a pochi giorni diedegli una
108
1552
l’avea e posesi a camminare per lo regno
109
1552
esser Vitrio, et essortogli a non sbigotir punto. La
110
1552
regno dell’avolo, poi a quello del suocero e
111
1552
molte cose future annunciò a’ suoi cittadini: predisse la
112
1552
le cose che hanno a venire. ¶ Ora occorse che
113
1552
dolcissimo e comminciò attentamente a considerare in qual segno
114
1552
come predetto aveva et a messer Ugo ripeteva che
115
1552
buon maestro in astrologia. A cui il contadino rispose
116
1552
cavalcare, m’ha insegnato a conoscere le future tempeste
117
1552
gli altri, che presenti a ciò furono, publicarono il
118
1552
sfere et altri instrumenti a cotale arte appartenenti, né
119
1552
il cielo; oltra che a tanto odio si recò
120
1552
che elle dispiacciono infino a quelli che alle volte
121
1552
nuovo s’era posto a’ suoi servigi, maravigliatosi di
122
1552
egli è una maraviglia a vederli, né credo che
123
1552
all’arcivescovo, il quale, a messer Leandro rivolto, disse
124
1552
la scimia et incomminciò a scherzar con essa, e
125
1552
nella cucina et incomminciò a giucar con la scimia
126
1552
era la vendemia passata a Ferrara con un gentiluomo
127
1552
che io n’andassi a Ferrara e vi traessi
128
1552
le molte scosse comminciò a smaltire. Allora la scimia
129
1552
il naso. Io attesi a chiudere il barile e
130
1552
fior d’intelletto». ¶ Ritornato a casa il reverendo canonico
131
1552
sembianza di verità; et a questo si convenne il
132
1552
chiesa il padrone raccontava a’ canonici come nella isola
133
1552
paiono formiche, ma gagliardi a maraviglia. Il Fiorentino, ch
134
1552
gli astanti si misero a ridere e le brache
135
1552
farò io molto volentieri». A cui, con le braccia
136
1552
Fulvia sempre l’aiuta a fare il pane. Voglio
137
1552
di farina e venitene a torre il pane, che
138
1552
torre il pane, che a cotesto modo la potrete
139
1552
Giovanni Boccadoro, la persuase a fare quanto gli era
140
1552
volere essequire. Pomarina, tornatasi a casa, disse alla Fulvia
141
1552
ti facessi ambasciata et a te et a me
142
1552
et a te et a me poco convenevole? Priegoti
143
1552
acciò non s’avezzi a questi roffianesimi». La Fulvia
144
1552
ratto se n’andò a ritrovar la Fulvia e
145
1552
drappi in capo, gittollo a terra e, senza alcuna
146
1552
passata ella è stata a ragionamento più di due
147
1552
meritano!». «Lascia pur fare a me», rispose egli: «dammi
148
1552
per Dio!, che fu a tempo che ci venni
149
1552
Ben mi spirò Dio a venirci, altrimente credo che
150
1552
potesse rivedere. ¶ D’indi a molti giorni ritrovò la
151
1552
Dio e per santi a dirgli se via alcuna
152
1552
non può ir né a messa né a vespero
153
1552
né a messa né a vespero, ella ha gran
154
1552
stola e camice, vestito a prete, con il chierichetto
155
1552
suole quando si va a comunicar con gli infermi
156
1552
La vicinanza stava intenta a risguardare il tabernacolo e
157
1552
l’uno all’altro a dire: «Non vi accorgete
158
1552
la Fulvia e diedesi a fuggire. La Pomarina accennò
159
1552
la Trinità e, postosi a ragionar con esso lei
160
1552
gli orecchi il sire a cotai parole e pregolla
161
1552
il modo che avesse a tenere. Disse la Pomarina
162
1552
di cintolini. Fo voto a Dio che per mio
163
1552
avesse; e fattosi riportare a casa, mandò un messo
164
1552
che gli volesse venire a favellare fuori della contrada
165
1552
che io vi debba a tutte l’ore servire
166
1552
sire, disse un giorno a suo padrone: «Messere, io
167
1552
sia, io ne verrò a chiamarvi a Rialto e
168
1552
ne verrò a chiamarvi a Rialto e voi ne
169
1552
Liberato il sire et a casa ritornato, andava tuttavia
170
1552
cavalier Genovese per andare a santo Iacomo di Galizia
171
1552
alcun vostro fidato amico a notificarle il caso et
172
1552
si fa solenne festa a Murano, mandarono un discreto
173
1552
alberghi dove si avevano a ricevere i forestieri. Ritornò
174
1552
forestieri. Ritornò l’ambasciatore a Vinegia e raccontò al
175
1552
raccontò al sire et a’ compagni il modo che
176
1552
modo che s’aveva a tenere. Partironsi da Vinegia
177
1552
putisse e ne avessero a star lontani né accorgersi
178
1552
del cataletto; e dirimpetto a lei stava una giovane
179
1552
ch’egli soffia»; et a Fulvia rivolta, le disse
180
1552
non erano si diedero a fuggire, e così fuggì
181
1552
occhi miei! Deh volgiti a me, non fuggire il
182
1552
essi ebbero, si posero a danzare le monache con
183
1552
suo amante. Ritornati poi a Vinegia, per tutto si
184
1552
e, perché era cavaliere a spron d’oro, gli
185
1552
si sarebbe potuta indurre a far cosa che disdicevol
186
1552
commodamente dalle finestre vedere a tutte l’ore. Or
187
1552
fattegli da madonna Marzia, a lei ricorse, la quale
188
1552
dimandò della sua Lucina, a cui fu risposto che
189
1552
Corse allora nell’animo a Nicolò che morta del
190
1552
Lucina in collo et a casa portolla e, chiamata
191
1552
spazio di pochi giorni a perfetta sanità la ridusse
192
1552
domandò per singolar grazia a Nicolò che vestita alla
193
1552
amendue che venissero davanti a monsignore il legato. Dimandava
194
1552
pericolo rivocata da morte a vita, parevagli che ragionevolmente
195
1552
travagli finalmente si pervenga a grato riposo. ¶ Lippa de
196
1552
fatti sì vicini, che a tutte l’ore si
197
1552
infermò e fece voto a Dio che, se della
198
1552
tutto ’l giorno dimandava a Lippa se ella si
199
1552
per forza la volesse a ciò costringere, dil che
200
1552
egli ti sforzerà giamai a farti monaca, del certo
201
1552
Arno. Quivi si diede a pensare come se avesse
202
1552
come se avesse egli a reggere in tanto suo
203
1552
dell’arte marinaresca, andò a percuotere nei fondamenti del
204
1552
tutto molle dal capo a piedi, privo d’argomento
205
1552
più volte lo richiamò a sé, ma indarno ciò
206
1552
di disperazione, incomminciò amaramente a dolersi e dir con
207
1552
fanciullo nel grembiale et a casa nascostamente se lo
208
1552
lo risvegliò, pregandolo venisse a veder un vezzoso fanciullo
209
1552
perché monaca si rendesse, a cui Lippa un giorno
210
1552
mi potete astringere né a maritarmi né a farmi
211
1552
né a maritarmi né a farmi monaca, se io
212
1552
infra terra si pose a camminare, et avendo ad
213
1552
e molte busse diede a quel sazievole, che non
214
1552
lei medesima, gli mandò a offerire l’albergo. ¶ Lodovico
215
1552
l’avrebbe strettamente abbracciata. A Lodovico adunque rispose ella
216
1552
gioventù vada alla marina a trastullarsi, quando una galea
217
1552
animosamente tra’ corsali et a viva forza la tolse
218
1552
fanciullo da lei allevato, a cui aveva posto il
219
1552
Lodovico, il quale dimandò a’ suoi marinai in quai
220
1552
in su la galea, a cui il garzone arditamente
221
1552
madonna Lippa de’ Lanfranchi a cercar messer Lodovico Gambacurti
222
1552
il garzone con Lisbona a madonna Lippa, la quale
223
1552
in mare, parte diede a Lisbona, parte a’ marinai
224
1552
diede a Lisbona, parte a’ marinai; e donò la
225
1552
cresciuto avanti al senno. A costui pose la moglie
226
1552
alquanto più ardita, incomminciò a tentarlo et a stuccicarlo
227
1552
incomminciò a tentarlo et a stuccicarlo: cotai volte lo
228
1552
fortemente adirare. ¶ Stava costui a lavorare in una camera
229
1552
buona pezza ci aveva a ritornare, e ritruovò che
230
1552
e di già incominciava a farle le coscie. Prese
231
1552
di motteggiarlo et incomminciò a dirgli: «Vedi, vedi come
232
1552
il garzone non so a che modo più ardito
233
1552
garzone, incomminciò il fanciullo a gridare: «Non passar, babbo
234
1552
Che Giannotto non faccia a te come egli ha
235
1552
ingannatore spesse volte rimane a piè dell’ingannato. ¶ Nell
236
1552
si poteva maccinare, essortandola a starsi la notte con
237
1552
il dì seguente spedita a buon’otta. ¶ La fanciulla
238
1552
tardi parendole per tornarsene a casa, acconsentì alle lusinghe
239
1552
d’un’ora, venne a’ compagni giurando di non
240
1552
stratagemma alcuno errore; et a lei rivolto, pure alla
241
1552
il mugnaio d’andarsene a casa e, preso in
242
1552
in bando: et andonne a Rodi et ivi incomminciò
243
1552
incomminciò, per potersi sostentare, a prestare ad usura, sì
244
1552
pochi giorni prima andato a starsene in Rodi un
245
1552
costui usato di portare a vendere in sulla piazza
246
1552
essergli amico et invitollo a vedere il suo giardino
247
1552
toccando, incomminciò si dolcemente a cantare, che pareva fussero
248
1552
veduto Milione, lo chiamò a sé e gli disse
249
1552
vedere da vicino et a Milione impose, per quanto
250
1552
fosse, vorrei ne veniste a madama Gioliva, la quale
251
1552
fare per amor tuo. A lei me n’andrò
252
1552
alla donna si offerse. A cui ella rispose: «O
253
1552
ineguali sono. Piacesse pur a Dio che, sì come
254
1552
uomo più di me a voi piacesse». La donna
255
1552
Piero le scale, andossene a Milione, il quale favellava
256
1552
mi conoscessi mai. Pregoti a far di modo che
257
1552
gioie, perché le impegnasse a quel prestatore Fiorentino, avendo
258
1552
Vorrei per tanto che a lui n’andassi, pregandolo
259
1552
andassi, pregandolo che venga a me e, se per
260
1552
così, all’ora che a lui parve convenevole, tutto
261
1552
perdoni i tuoi peccati». A cui subitamente Milione, che
262
1552
timore il pelo, diedesi a fuggir verso la città
263
1552
la città. Milione comminciò a dimenarsi e tanto si
264
1552
ruppe e così dietro a Piero sempre ad alta
265
1552
O magno Iddio, perdona a Piero et a me
266
1552
perdona a Piero et a me». E subito morta
267
1552
piuttosto per vergogna, chiamò a sé un suo figliuoletto
268
1552
all’ospedale, e daralle a mio padre». Il fanciullo
269
1552
stato imposto. Ritornato poi a desinar, Vincenti richiamò il
270
1552
Vincenti richiamò il figliuolo a sé e gli dimandò
271
1552
ho serbato l’altra a voi, padre mio, acciò
272
1552
chiesto perdono al padre, a casa il fece riportare
273
1552
da lui instantissimamente pregata a volerlo nelle sue case
274
1552
amasse e di servire a tutte l’ore cercasse
275
1552
disse: «Dunque, bugiardo cavaliere, a questo modo m’hai
276
1552
schernita? Così si fa a chi cordialmente e con
277
1552
bugiardi, sarebbono essi pervenuti a tanto splendore, quanto pervenuti
278
1552
e di sdegno incomminciò a stridere e corsesi con
279
1552
perché volete voi astringermi a dare altrui l’onore
280
1552
pupilla degli occhi miei?». A tutte queste parole fu
281
1552
l’era amante, andossene a lui con i capelli
282
1552
madre mi fanno venire a voi. Ma io prego