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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, Komokokis, 1902

concordanze di «acqua»

nautoretestoannoconcordanza
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alberi, i corsi d’acqua che scintillavano come cristalli
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doveva esser caduta dell’acqua piovana, filtrante dal soffitto
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di rammarico. ¶ Peccato! ¶ L’acqua filtrata attraverso la pergamena
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da permettere che l’acqua lo facesse marcire comodamente
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il fondo con dell’acqua potessimo sostenerci su di
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Galleggiamo? ¶ — Sì, è ben acqua questa su cui ci
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abbassare una mano. ¶ — È acqua, – mormorai. ¶ — Ma questa luce
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no, meglio, scivolati nell’acqua.... poichè questa è ben
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poichè questa è ben acqua. ¶ — Senza dubbio. ¶ — È forse
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cavo.... la caduta.... quest’acqua cheta.... ¶ — Sì, sì è
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pelo di questa pacifica acqua la quale ci sta
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che lasciò cadere nell’acqua. Dopo qualche istante la
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Sì, – ripetei io, – quest’acqua non è immobile.... e
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nostra zattera scintillava l’acqua limpida, irradiata dalla bianca
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occhi fissi sopra l’acqua. gridò: ¶ — Un pesce! ¶ — Dove
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ne circondava, come dall’acqua sotto di noi, dai
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strani, mai veduti. ¶ L’acqua stessa sotto di noi
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chiamarlo altrimenti – e l’acqua sotto di noi era
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Sì, affidandoci a quest’acqua così pura e tranquilla
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roccia piccoli getti d’acqua cristallina che saltellando, rompendosi
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un colossale getto d’acqua cristallizzato. Pareva che una
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una smisurata massa di acqua, sollevatasi da terra come
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un improvviso rovescio d’acqua, come se ne scaricavan
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noi un fragore di acqua corrente ci annunciò chiaramente
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lago. ¶ — Qui scorre dell’acqua, – esclamò Edoardo. ¶ — Come fare
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a farla calare in acqua. Io fui l’ultimo
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Proviamo a scandagliare l’acqua.... – mormorò Edoardo. ¶ — Ma come
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voleva dire tuffandosi nell’acqua e tenendosi sempre attaccato
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del nostro corso d’acqua, pel momento trasformato, a
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Edoardo si calò nell’acqua. ¶ Lo sentii affondare liberamente
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quasi alle spalle. ¶ — L’acqua non ha fondo, – mormorò
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al nostro risveglio l’acqua, e con essa la
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un orrendo fracasso di acqua che pareva cadere dall
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prodigio, la forza dell’acqua dopo averci sballottato come
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Edoardo a capofitto nell’acqua bruna su cui dolcemente
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con le mani, dell’acqua marina e la spruzzò