Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

bacio. ¶ Poi mi condusse ad una scranna, mi fece

mai tra que’ due, ad essa pur così fortemente

aveva mai osato avvicinarmi ad esso e scoprirne audacemente

madre, pareva in preda ad un grande dolore; ella

sue rare trasparenze azzurrine. ¶ Ad un certo momento Delfina

pel supplizio, si mise ad ascoltarmi tranquillamente – almeno all

professore andava ancora innanzi ad ogni altra cosa, in

della piccola città, accennò ad una viuzza a destra

si mostra in mezzo ad un vaso di erba

dormiva. ¶ Furon così davanti ad una porta. Il visitatore

Max, e tu rimani ad attendermi qua – disse egli

breve preghiera, e andò ad aprire le imposte che

Rico rideva e badava ad incitare il cavallo, facendo

vuol vedere sior Tonino ad ogni costo. Al castello

costringevano inesorabilmente i suoi ad abbassarsi quando glieli spalancava

cacciatori eleganti si affannavano ad aumentare il disordine ed

que’ beati paesi, poi ad un tratto, come preso

mente senza pensieri, incosciente.... ¶ Ad un tratto una manina

il buon maestro, quando ad operazione finita mi mostrava

di rimedio da applicare ad un cespo stantìo o

un cespo stantìo o ad una piantolina anemica o

a foglie di lauro ad oro: un ricordo di

carabattole un bel ritratto ad olio di Rossini – del

giù la cara casetta ad un piano, avevano mandato

Non osai dirgli altro. ¶ Ad una finestra della palazzina

era già sposa promessa ad un nobile cavaliere spagnuolo

senz’altro di venire ad un passo estremo. ¶ Stabilì

rapitori in quella stanza. Ad un tratto udì cigolare

la quale si dispose ad attendere senz’altro – visto

che l’avrebbe quando ad ella fosse piaciuto, ricevuta

in solitudinem et loquæ ad cor Eius. Le ha

bacio della luna. ¶ Ma ad un tratto dal folto