Angelo Galli, Canzoniere, 1459

alcun vi tene Amore». ¶ Ad una bella giovene Andrea

Facto fora di Firenze ad un luogo chiamato el

gli acolti che sì ad hora ad hora ¶ me

che sì ad hora ad hora ¶ me demostrava tua

de petra. ¶ Ma novamente ad altra tua faretra ¶ posto

troppo gagliardo. ¶ Io pur ad omne insulto saldo et

bagna ¶ per nol fare ad altrui troppo palese, ¶ el

de sì alto core ¶ ad homo che mai fosse

non so, però ch'ad hora ad hora ¶ me

però ch'ad hora ad hora ¶ me par pur

l'andar de Aleandro ad Abido. ¶ Amor, Natura et

ma pur almen ligati ad una corda ¶ et strecti

vol ch'io mora ad un puncto et renasca

la desdecta; ¶ ch'ellera ad albor non sta cusì

Quel ch'una volta ad Amor so che piacque

pretioso dono ¶ (celeste velo, ad amirarti io sono ¶ un

ella mire fiso ¶ troppo ad altrui, et per dolor

non già invano ¶ usciano ad asto fuor del dolce

fosse in villa o ad un castello. Per l

primo verso. Fu facto ad Asise intendendo che la

le qual legasse noi ad un capestro ¶ et lì

quale el recevé poi ad uno orto. Per lo

a la sua amorosa ad una messa et poi

et poi lo ricevé ad uno orto sul vespero

pur che non sii ad altra rete presa. ¶ Racende

non quel che fo ad Ulixe poco amico; ¶ non

bella parme ¶ fren puse ad essa voglia sì bramosa

stracca et io acorto ¶ ad starmi in luoco salvo

l mio cor consumi ¶ ad sì gran torto, tanta

aproda el sol quanto ad un ceco ¶ facesse de

regna. ¶ O intellecto alzato ad l'alte cose, ¶ se

de speme et torna ad la sua fiamma viva

ch'io fo dire ad altrui: «Questi se more

così, si me sdegna, ad terra ruo. ¶ Prostrato poi

el sol tolto prima ad ogne serra ¶ che si

prima esca et fucile ¶ ad accendermi el foco ove

rapire el cor basta ad altrui, ¶ et s'io

parlar de paradiso ¶ et ad omne altro adviso, ¶ non

ria fortuna, ¶ nemica mia, ad ella prender fece ¶ el

furasse cum suoi occhi ad altri el core, ¶ et

lei tucti gli abacte ad una occhiata: ¶ qual ne

son giunto, ¶ sì che ad un sol momento, ad

ad un sol momento, ad un sol punto ¶ fia

tale usanza francesca, ¶ ch'ad ogni passo io gli

et ciò che aspecta ad altissimo core ¶ ci porge

non fo invitata costei ad una certa festa. ¶ 207 ¶ Se

fermo el morso ¶ ch'ad un senghiale, ad un

ch'ad un senghiale, ad un combatuto orso ¶ facesse

lunga guerra, ¶ te renderia ad Amor bella et illesa

Facease fonte chi stava ad udire: ¶ pensa que fo

torno sfogando i miei ad ogni passo, ¶ et fanse

mortale ¶ l'invidia mia ad amirarti fiso ¶ che ti

modesta ¶ da far fugir ad altri i pensier rei

che fosse scì possente ad abagliarlo ¶ che quel de

paradiso? ¶ Aiuta l'honestade ad esser bella, ¶ né bella

se quel bel viso ad ira ve comove, ¶ ché

mo ve invito: ¶ venite ad honorar la festa mia

sepolcro sancto; ¶ prima ch'ad altri ne l'orto

la spietata tanto prona ¶ ad ogne crudeltà, o forse

retornasser nella vita humana ¶ ad ogne mio piacere et

star ch'io fosse ad amar tardo, ¶ ma non

costumi ¶ che ne straccava ad amirar la vista? ¶ Vestase

el più tranquillo stato. ¶ Ad un bel tempo, ad

Ad un bel tempo, ad un fiorito stato ¶ colei

vanitade. ¶ Contra amore. Contra ad amore, 1425. ¶ 239 ¶ Per la gran

e 'l cor tucto ad un segno, ¶ deh, mentre

rinfranca. ¶ Contra amore. Contra ad amore. 1445. ¶ 254 ¶ Tolto ho fortivo

Contra de amore. Contra ad amore. ¶ 256 ¶ «Matre superna, summa

le più terribil pene ad una ad una. ¶ S

terribil pene ad una ad una. ¶ S'alor pietate

et quanto se rechede ¶ ad un putrido et vil

tua hai consumato ¶ dietro ad Amore per ogni paese

che sia più activo ¶ ad far che la ragion

la vita ¶ s'endugia ad por la sua ragion

molti l'evangelica doctrina ¶ ad far ch'el sia

tucta la scriptura pina ¶ ad tua baldanza te ne

over figliolo, ¶ sì che ad far questo convien che

casti. ¶ Se tu fusti ad amar constante et forte

del corpo egli ebbe ad scoppiare. ¶ In dispregio del

lieto et poscia corse ¶ ad quella vita che giamai

altero, un dolce sdegno ¶ ad accenderme fora esca e

cagione, ¶ te volse fare ad sua similitudine ¶ et darte

tucto 'l mondo invita ¶ ad infiammar de Christo benedecto

l'amato più corre ad amore». ¶ Come l'avaro

che debbon spingere me ad amar Dio ¶ ultra el

nuda, ¶ ch'io credo, ad ascoltar la lunga pena

Messia. ¶ Hor incomincia su ad contemplare ¶ el pianto de

tu spande ¶ lacrime fuor ad farli compagnia, ¶ ma molto

a voi quel ch'ad altri nascondo, ¶ ch'ora

esser cortese, ¶ et cusì ad inseme giusto et pio

la mia Calisto, né ad Argo data ¶ in guardia

nel rembombo transformata, ¶ né ad Heuropa haria piaciuto el

forte el male ¶ gridando ad alta voce: «O sommo

scapegliate ¶ bactendose le palme ad hora ad hora. ¶ Da

le palme ad hora ad hora. ¶ Da tucte l

noi svelse?». ¶ Queste faceano ad asto el gran lamento

ebbi tanta ¶ quanta fora ad homo inconvenevole, ¶ ché chiunqua

el vile asello». ¶ Sorpresi ad ascoltar le vene e

la memoria. ¶ Et lì ad asto ognuna la careza

paradiso ¶ per aiuto salì ad informarte ¶ et poi per

data per condegna sposa ¶ ad un tanto signor de

unde Francesco è stato ¶ ad aspectar, per salire al

favella, ¶ sì dolce ch'ad udir trarian li monte

Galli. Dal Signor Gismondo ad Agnolo Galli domanda que

Messivo del sopradicto Signore ad meser Angelo. Messivo del

Amor cum tanta fede ¶ ad hom mortal non fo

fugge et vola. ¶ Mandato ad uno frate Bartolomeo da

mandar lui et me ad venire. ¶ Receve dunque me

Credo te manca solo, ad esser lei, ¶ ch'ella

mirabilmente in rima. Resposta ad una Baldaserra da Cantiano

de la muglie persuadendolo ad amar ley. Al dicto

messer Benedecto di Barzi ad lo magnifico Signor Octaviano

porto, ¶ te anche induca ad amarme de core! ¶ Del

mi scacce, miser taupinello. ¶ Ad alcun piace pur la

Phylistei ¶ contra l'amante ad inganno commossa, ¶ quanto la

Dicolo a te, ché ad altri nol direi, ¶ che

altri sospecto non hai. ¶ Ad amarve l'un l

un l'altro fate ad asto, ¶ ma sai tu

ch'asonna: ¶ presumer tanto ad hom vil se desdice

cerchi d'esser preso ad ogne budo ¶ né de

ma retornate a me ad hora ad hora ¶ a

a me ad hora ad hora ¶ a dir chi

dov'io remiri, ¶ et ad mirare altrove han veder

le tue giuste querele ad una ad una. ¶ Duolte

giuste querele ad una ad una. ¶ Duolte de la

stratie. ¶ Ma fa' ch'ad ogne passo lui regratie

che la Francesca bella. Ad un Lorenzo da Peroscia