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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «ai»

nautoretestoannoconcordanza
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Lui, guarda quella signora ai suoi piedi. ¶ – La Madonna
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straniero di Camus. Pizza ai quattro formaggi, i film
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raggiunsi papà che trafficava ai fornelli. Gli andai vicino
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uscire e diceva J’ai une famille de fous
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stesse diavolerie che vendeva ai depressi: Willow, Elm, Crab
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e finsi di dedicarmi ai miei puzzle. Rifiutai la
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L’Équipe” che associava ai suoi momenti sentimentali. Una
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La vittoria del Canada ai Mondiali di hockey era
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era arrivato dritto dritto ai cuori. Bevvi un sorso
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del canile, al mendicante ai semafori. Rimase sovrappensiero, – La
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una mano che scendeva ai miei pantaloni: cercava la
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testa, poi disse Andiamo ai Deux Magots. ¶ Riuscii a
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mai dimenticato, le ali ai piedi di mio padre
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mio padre, le ali ai piedi di questo fiume
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con chi trovammo davanti ai Deux Magots, i soliti
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Fu papà a dire ai due fratelli di avvicinarsi
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mentre Monsieur Marsell raccontava ai miei amici la storia
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il futuro? ¶ Ci incontravamo ai Deux Magots. Io, Antoine
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il territorio dell’amicizia. Ai Deux Magots mi ritrovai
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lessi stavo per andare ai Deux Magots, mi bloccai
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Lorenzo, e le accennai ai miei istinti. Perché l
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moderna e un televisore ai cui piedi aveva appoggiato
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la migliore letteratura apparteneva ai circoncisi: Singer, Primo Levi
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che attraversavano l’Europa. Ai Deux Magots eravamo sempre
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di sfuggita rientrando sotto ai ferri, nero e gonfio
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libriccino di Gianni Rodari ai suoi piedi. Io, mamma
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fumava meno, stava attento ai grassi saturi e faceva
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delle mie intenzioni parlò ai proprietari dei Deux Magots
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parte mancante avrei attinto ai miei risparmi. Era l
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di Sartre che sedevano ai tavolini dei Deux Magots
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lo sguardo mentre servivo ai tavoli. Chiedeva al fratello
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cinéma avec Lunette. Finivo ai Deux Magots e ci
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non fece mai riferimento ai cinema con sua sorella
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non erano direttamente proporzionali ai risultati. Marie Lafontaine ne
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giorni ruppi altrettante tazzine ai Deux Magots. Lunette rideva
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già espiato abbastanza. ¶ Arrivai ai Deux Magots e prima
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a “Libé” e uno ai Deux Magots. Mi fece
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paura? – chiese. ¶ – Oui, j’ai peur. ¶ Entrammo e ricordo
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fece scivolare la presa ai testicoli, li sfiorava con
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si accalcavano per assistere ai suoi interventi di contenuti
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alle parole per darle ai sensi, le bastava guardarmi
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i gruppi di ragazze ai tavoli, e qualche donna
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la tenevo stretta pensando ai soprusi patiti da Celie
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io la prendevo aggrappandomi ai fianchi, dal niente le
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e dare una mano ai suoi. ¶ Questa volta avevo
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una metà esatta. ¶ Partimmo ai primi di settembre, Lunette
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farfalla nera danzava come ai bei tempi, inarcava la
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E me ne tornai ai margini, i due ragazzi
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persi del tutto davanti ai Picasso. Ci ritrovammo in
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suolo francese andai direttamente ai Deux Magots per il
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Quando arrivai mi aspettava ai piedi della scalinata, le
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di posto si aggrappava ai braccioli della poltrona accennando
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di scrivere mi sottoporrò ai tuoi esercizi. C’è
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persa, del mio lavoro ai Deux Magots. E di
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comandamenti e l’ubbidienza ai suoi consigli: per Faulkner
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il mio approdo karmico ai piedi. Mi misi in
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che legava Porta Romana ai canali dei Navigli. Un
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Mario e a Lorenzo: ai miei avanzi di radici
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mi aveva insegnato Philippe ai Deux Magots per le
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fui costretto a parlarne ai ragazzi. Mario si offrì
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raccontavo della mia esperienza ai Deux Magots disse che
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i tempi, io servivo ai tavoli. E come disse
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a prendere i panini ai miei colleghi al bar
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bene. Poi mi affidai ai ragazzi. Mario passava in
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Accettarono che mi sedessi ai margini della strada, mi
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la sua passione assieme ai bastoncini di Capitan Findus
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a odorare una cagnetta ai giardini di Palestro, la
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Nel frattempo aveva regalato ai suoi genitori la lode
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cominciavo a sentirla. Brindammo ai saliscendi con Sangiovese e
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con i mosaici intorno ai balconi, c’è un
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Ti immagino in mezzo ai tuoi libri, salutameli e
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al tepore del corpo, ai capelli, al collo, e
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per la vita. Raccontai ai ragazzi del mio risveglio
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d’un fiato fino ai Navigli, filava come il
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notti dell’osteria, servivo ai tavoli con scioltezza e
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Se facessi una riunione ai Deux Magots lascerei il
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e barba bianca fino ai miei dodici anni, aveva
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visto, forse era dovuto ai racconti di Mario. Bazzicavo
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cinema, adorava Dario Argento, ai viaggi, Lisbona città del
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stritolava disse di trovarci ai Deux Magots quella sera
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sérieux, stava già correndo ai ripari con una dieta
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mi sarei concesso intorno ai cinquanta qualche seratina al
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dopo, stavo abbracciando Philippe ai Deux Magots. C’erano
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si arricciavano dietro e ai lati. ¶ Gli chiesi di
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garage della fattoria. Assieme ai quattro fratelli e al
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e propose un brindisi ai tavoli del locale. Ricevetti
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Ci prendemmo un caffè ai distributori automatici, le rivelai
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lei si dava meno ai romanzi, più ai saggi
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meno ai romanzi, più ai saggi, e ovviamente agli
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osteria. Sangiovese e aperitivo ai tre colori, un hip
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spettacolo, e una pizza ai quattro formaggi da dividerci
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aveva fatto una capatina ai Deux Magots perché gli
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un abbozzo di bambino ai suoi piedi. Poi, in
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Rodari. Ad Affe e ai bambini raccontai di questo
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e la camicia arrotolata ai gomiti. Abbracciò Giorgio e
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spugne grandi, dalla fronte ai piedi, solleviamo le braccia
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e chiese un brindisi: Ai lieti fini. ¶ – Emmanuel! – Mamma
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per stare più vicina ai genitori, di come andarsene
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Guinness che piaceva tanto ai turisti. Aveva rinnovato il
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Lumière. Lo avrebbe portato ai giardini del Trocadéro e
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riempito con la dedizione ai figli, “sacrificio” con la
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messa in frigorifero accanto ai formaggi, mentre per il