Vittorio Alfieri, Antigone, 1783

[Dedica] ¶ AL SIGNOR FRANCESCO GORI GANDELLINI

niega ¶ aver la tomba al fratel crudo appresso, ¶ nell

conoscerla, e abbracciarla, ¶ dolcezza al cor me ne verrà

mio. ¶ De' satelliti regi al vigil guardo ¶ sottrammi; io

che il mio potessi, al tuo ¶ io porgerei di

di lagrime conforto: ¶ grato al mio cor fora la

solo sostegno, ¶ sorella amata, al fin ti abbraccio. — Appena

il suono ¶ pareami udire: al mio core tremante ¶ porse

Felice me!... ti trovo... Al rattenuto ¶ pianto, deh! lascia

amplessi, ¶ libero sfogo entro al tuo sen conceda. ¶ Antigone

copra, oggi si vieta ¶ al tuo marito, al mio

vieta ¶ al tuo marito, al mio fratello, in Tebe

campo ei giace... ¶ Argia ¶ Al campo ¶ io corro. ¶ Antigone

colmerà di orrende ¶ imprecazioni. — Al vacillante antico ¶ suo fianco

ho che il padre al mondo, ei mi vien

n'hai tempo. ¶ Contro al divieto io sola basto

ei gli fia padre. Al pianto ¶ il crescerei; mentre

la notte: i Numi al certo ¶ l'attenebrar per

afflitto stai? Di Tebe al fin sul trono ¶ vedi

così lieto augurio, onde al dolore ¶ chiuda ogni via

Dea, non ella ¶ forza al mio cor farà. Del

non lascia oltre Acheronte, al cielo ¶ grida vendetta. Oh

fratel suo amato. ¶ Creonte ¶ Al par degli empi suoi

costei di Edippo? ¶ Emone ¶ Al par di loro, ¶ dritto

dritto ha di Tebe al trono. Esangue corpo ¶ ben

godrai. Vuoi forse ¶ farti al tuo padre, innanzi tempo

stessa ¶ tel dico: inceso al mio fratello ho il

non io così, che al tuo cospetto innanti ¶ sperai

dirti, ¶ che d'essa al par, più ch'ella

degli odi, aggiunger fuoco ¶ al fuoco ardivi; adulator dell

così tu ti sgombrasti al soglio, ¶ ed alla infamia

intorbidata notte ¶ alquanto ancora. Al suo morir già il

leggi, ¶ tutti il debbono al par, quai che sien

prima, ¶ sola, Antigone fosse; al fin l'ottenni, ¶ rea

che non vuoi. — Se al padre ¶ qual figlio il

il dee non parli, al re tu parli. ¶ Emone

obbedir, mi si debba? Al poter mio, ¶ altro confin

andranno a morte, ¶ perché al fratello, ed al marito

perché al fratello, ed al marito, hann'arso ¶ dovuto

hai fitto. ¶ Fatale amore! al mio riposo, al tuo

amore! al mio riposo, al tuo, ¶ e alla gloria

alla gloria d'entrambi! Al mondo cosa ¶ non ho

padre, ¶ sì, ne saresti al par di me; tu

afflitta madre, ¶ altro conforto al suo dolore immenso? ¶ qual

deh, lo fosse ella al mio! Del mondo il

odia, è quanto ¶ basta al mio cor; di più

non spero: è troppo, ¶ al cor di lei, che

forse, e avverso meno ¶ al mio amor; tu il

potrai poscia... ¶ Creonte ¶ Che al tempo, ¶ ed a' suoi

voglia? invan lo speri. — ¶ Al mio cospetto, olà, traggasi

presta? ¶ Creonte ¶ A dargli, al mio cospetto, ¶ in meritato

restava a dar tomba al fratello. ¶ Or che compiuta

entrambi ¶ io v'amo al par; me solo abborro

ch'ella, ¶ col darla al figliuol tuo, da te

la morte, o Emone, al cader suo, scerrai. ¶ SCENA

Finger tu dei, che al mio pregar ti arrendi

ove si accordi ¶ frattanto al lungo tuo giusto dolore

non l'abbiano ucciso, al cor paterno ¶ coltel saria

non m'odi, accetta: al fianco tuo ¶ starommi, e

Oimè! che trami? ¶ ribelle al padre tuo?... Sì orribil

i pianti; che morirti al fianco ¶ dovrà pur essa

ANTIGONE, CREONTE, guardie ¶ Emone ¶ Al palco? Arresta... ¶ Antigone ¶ Oh

chieggio ¶ che t'arrendi al timor; bensì ti stringa

guerra. — Or, lascia, ¶ che al suo destin vada costei

notte appena scenderà, che al campo, ¶ là dove giaccion

crolla il trono sotto al rio tuo piede. ¶ Tebe

ciò sol mancava, ed al mio nascer reo, ¶ che

fossi ¶ del figlio contro al padre!... ¶ Emone ¶ Or me

né di volgo lamenti: al duro tuo ¶ core discenda

Creonte ¶ Non è voce al mondo, ¶ che basti a

legge a Creonte. ¶ Emone ¶ Al mondo ¶ brando v'ha

Delitti, il primo costa; al primo, mille ¶ ne tengon

Tesèo placar, silenzio imporre al volgo, ¶ riguadagnarmi il figlio

io voglio ¶ in Argo al padre: inaspettato il dono

notte l'ombre ¶ scorta al venir ti furo; al

al venir ti furo; al sol cadente, ¶ ti rimenino

sol cadente, ¶ ti rimenino al padre in Argo l

mite? oh quanta ¶ gioia al tuo popol, quanta al

al tuo popol, quanta al figliuol tuo ¶ di ciò

in noi ¶ tu cessi al fine di appellar delitto

oltre ¶ cercar? ti appresta al partir tuo. ¶ Argia ¶ Ch

voglio; ¶ non altri; e al voler mio cede ciascuno

assolvo: ¶ funereo rogo incendere al marito ¶ volevi; e il

Emolòida porta ¶ scenda, e al confin d'Argo si

si strascini. — ¶ Torni intanto al suo carcere. ¶ Argia ¶ Mi

Creonte ¶ Trovar degg'io ¶ al mio comando, o sia

A forza in Argo, al padre. ¶ Antigone ¶ Respiro. ¶ Argia

pietà, concessi ¶ brevi momenti al favellar ne sieno. — ¶ Vieni

sieno. — ¶ Vieni, sorella, abbracciami; al mio petto ¶ che non

tolto... Ah! vieni, e al tuo petto me stringi

che veggo? qual pegno al sen con tanta ¶ gelosa

torna ¶ in Argo ratta; al desolato padre ¶ reca quest

quest'urna... Ah! vivi; al figlio vivi, ¶ e a

indugia? ancor di morte al campo ¶ costei non giunse

c'incontrammo: io corro al campo, a morte; ¶ non

Si tragga ¶ Argìa primiera al suo destino... ¶ Argia ¶ Ahi

per quest'altra parte, al campo scenda ¶ costei... Ma

mi sta. ¶ Creonte ¶ Contro al tuo padre,... ¶ contra il

grado tuo, pur caro al padre! — ¶ Ma di': che

in don la mando al padre: ¶ e a ciò

corpo... esangue,... di Antigone... al fianco ¶ traggasi;... là, voglio

di sangue,... ¶ pur giungi, al fine... Io ti ravviso