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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

concordanze di «al»

nautoretestoannoconcordanza
1
1620
A dio. ¶ Il Poeta al suo bel Sole ¶ Idillio
2
1620
adorare il sole, et al sole, come al più
3
1620
et al sole, come al più bell'oggetto degli
4
1620
voi, non men ch'al sole, divini onori, et
5
1620
un nuovo sole, et al par del sole, di
6
1620
recherebbe a gloria comparire al mondo come vostra aurora
7
1620
apria l'uscio fiorito al novo maggio, ¶ e viè
8
1620
parea di sasso; ¶ poscia al monte vicin gli occhi
9
1620
vento di sospiri? ¶ s'al verno de' tuoi sdegni
10
1620
purpureo manto; ¶ aprano lieti al sol, sciolgano al'ora
11
1620
lieti al sol, sciolgano al'ora ¶ i fiori il
12
1620
volo ¶ da l'orno al mirto e poi dal
13
1620
e poi dal mirto al faggio; ¶ odi come, dolente
14
1620
e trema in mezo al foco. ¶ XIV ¶ Da che
15
1620
atro, ¶ finché 'l bifolco al mansueto bue ¶ ripone il
16
1620
la greggia, ¶ e sola al chiuso suo ritorna spesso
17
1620
cor m'occupi, ¶ latrano al bosco con pietose voci
18
1620
gli olmi, ¶ fin dentro al letto mio venne la
19
1620
nodi; ¶ ch'armonia dolce al par dele mie strida
20
1620
che lava i piedi al suo fedele, ¶ in su
21
1620
o pania o rete al semplice usignuolo, ¶ ti venni
22
1620
additando la feconda vite ¶ al suo caro appoggiata olmo
23
1620
XXXI ¶ Fresca rosa odorata al novo aprile ¶ anco ti
24
1620
in sul mattin, langue al'occaso.» ¶ XXXII ¶ E certo
25
1620
Silenzio alberga, ¶ e ch'al Sonno sia sacro io
26
1620
degli umidi confini, ¶ cinger al vecchio padre han per
27
1620
Citerea, ¶ e 'n braccio al vago suo la casta
28
1620
XLII ¶ Vedrai del monte, al tuo celeste sguardo, ¶ farsi
29
1620
limpidi e fugaci ¶ concordi al suon risponderanno i baci
30
1620
i cupi fondi algenti, ¶ al suon dele mie note
31
1620
entro l'orecchio: ¶ «Quanto al'alto cipresso il giunco
32
1620
l'emulo tuo cede al tuo stile.» ¶ LI ¶ Felicissimo
33
1620
bello, ¶ che può far al celeste invidia e scorno
34
1620
e scorta, ¶ argentina squilletta al collo porta. ¶ LV ¶ Scherza
35
1620
valle. ¶ Su le ginocchia al suo gittar si vede
36
1620
andrai di questo armata al varco, ¶ ne fia d
37
1620
incarco, ¶ ch'amorose saette al'alme scocca. ¶ Di corno
38
1620
Bologna, ¶ Guido, che porge al nulla essere e vita
39
1620
pennel divino ¶ Venere espresse al vivo i suoi colori
40
1620
di quanto un giorno al'aia ¶ ti disse già
41
1620
sinistra cornice in cima al'elce ¶ udì squittire e
42
1620
e la vite aviticchiarsi al sorbo; ¶ e, battute insul
43
1620
Qui tacque, e mentr'al Ciel la mesta fronte
44
1620
speco. ¶ Appendice ¶ Abbozzo ¶ I ¶ Al Serenissimo Signor Prencipe Tomaso
45
1620
sotto la lima infino al nono e al decimo
46
1620
infino al nono e al decimo anno. Rassomiglio me
47
1620
Parigi [gennaio 1620] ¶ Abbozzo ¶ II ¶ Al signor Claudio Achillini ¶ Per
48
1620
gennaio 1620] ¶ Redazione inedita ¶ III ¶ Al Cavalier Marini ¶ Doppo tant
49
1620
Amor, ch'è malvivo, ¶ al mondo, che la perde
50
1620
che pendea ¶ dal cinto al manco lato, ¶ trasse fuor
51
1620
piangea. ¶ Pose la punta al suolo, ¶ sollevò gli occhi
52
1620
suolo, ¶ sollevò gli occhi al cielo, ¶ e disse in
53
1620
de' miei desiri ¶ volata al ciel d'amore, ¶ prendi
54
1620
ch'avea dal fianco al tergo ¶ la spada attraversata
55
1620
dire, ¶ la Parca, ch'al donzello ¶ tenea lo sguardo
56
1620
Piramo mio, dar loco ¶ al ghiaccio dela morte? ¶ Ben
57
1620
incorrotta, ¶ che si deve al consorte. ¶ Vienne, vienne, e
58
1620
spada, ch'era ¶ soverchiata al suo vago, ¶ per la
59
1620
mescolato e confuso, ¶ giunto al moro vicino, ¶ i suoi
60
1620
scolpita ¶ fin dal principio al fine ¶ del'infortunio orrendo
61
1620
affetto, ¶ che si deve al mio ben, s'usurpi
62
1620
preda, ¶ mal poteste celarla; al furto istesso ¶ fu tosto
63
1620
alba e move invidia al giorno. ¶ Quel vostro smalto
64
1620
Quel vostro smalto oscuro ¶ al zaffiro fa scorno, ingiuria
65
1620
Perdona, o Lilla cara, ¶ al'ingordo desio. Forza è
66
1620
per questa volta sola ¶ al'ebeno il rubin, l
67
1620
gl'intendo) e favellando al core ¶ gridano: – Baci baci
68
1620
partiste ¶ dala doppia pupilla al cor, ch'è solo
69
1620
che porse in dono ¶ al suo canoro figlio, ¶ ond
70
1620
stessi, che son sordi al canto, ¶ umiliar mi vanto
71
1620
che, per troppo mostrarsi al suo fedele ¶ fuggitiva e
72
1620
di qual acqua ¶ cerchi al'avide voglie ¶ alimento e
73
1620
e di dolore ¶ nubi al'alma, acque agli occhi
74
1620
acque agli occhi, incendi al core. ¶ Fileno ¶ Non già
75
1620
ancorche chiare e piane) ¶ al'intelletto tuo rendersi oscure
76
1620
in su l'erbetta ¶ al suo torel che l
77
1620
scalda, ¶ come ondeggiando mostra ¶ al'aspe innamorato ¶ ricca di
78
1620
ond'Amor vibra ¶ dolcezza al'un de' duo spesso
79
1620
mortale. ¶ Ecco la vite al'olmo, ¶ ecco l'edera
80
1620
olmo, ¶ ecco l'edera al'orno abbarbicata. ¶ E tu
81
1620
omai di questo ¶ meglio al'orecchie mie si sodisfaccia
82
1620
di porpore vestita, ¶ ridendo al'aura, l'odorato cespo
83
1620
stella mendica; ¶ né piacque al Ciel ch'io fossi
84
1620
Selvaggia ¶ Faceto garruletto, ¶ sempre al'arguzie torni. ¶ Ma, dimmi
85
1620
ballo, ¶ ala piva et al crotalo vincesti, ¶ uscì dale
86
1620
incende, e more. ¶ Stende al ferro la man, terso
87
1620
ferito. ¶ Crede se stesso al mar tranquillo e piano
88
1620
senti eguale ¶ il piacere al'affanno, ¶ dunque il premio
89
1620
io ti miri? ¶ S'al viver mio procaccio esca
90
1620
giudice ingiusta, et io ¶ al tribunal d'Amor me
91
1620
dolente. ¶ Non è dunque al fallire ¶ gran castigo il
92
1620
non son pene bastanti al mio delitto? ¶ Qual vendetta
93
1620
vendetta maggior cercando vai ¶ al troppo audace eccesso ¶ del
94
1620
come son l'altre) al vento foglia? ¶ Laurino ¶ Giuro
95
1620
più bella? ¶ Vite ch'al suol distesa, ¶ senza sostegno
96
1620
Tu conserva te stesso al ben ch'aspetti, ¶ e
97
1620
dar pur di piglio al'oro crespo e lucido
98
1620
favor la diva Ortigia, ¶ al ciel le luci rugiadose
99
1620
anzi di doglia attonito ¶ al repentino caso, alo spettacolo
100
1620
duolo in lui cede al'industria ¶ e del germe
101
1620
accompagnando canzonette e frottole ¶ al dolce suon dela canora
102
1620
memoria ¶ del caso tragico ¶ al nostro piangere ¶ con rauco
103
1620
ch'oggi celebro ¶ non al tumulo ¶ del suo cenere
104
1620
e fatto d'ognintorno al cantor ottimo ¶ per ascoltarlo
105
1620
dipinger vuoi ¶ quanto conviensi, al vivo ¶ questa istoria pietosa
106
1620
cui duri tormenti ¶ furo al mondo i maggiori, ¶ eccetto
107
1620
e garzonetto; ¶ e nacque al nascer loro ¶ Amor con
108
1620
sempre viva ¶ dala cuna al sepolcro. ¶ Pose tanto in
109
1620
bellezze amate ¶ portaro impressa al core. ¶ Quasi in un
110
1620
fede. ¶ Ei la mirava al sole, ¶ ma temea di
111
1620
aprova ¶ l'ore chiedeano al Cielo ¶ tanto lunghe ala
112
1620
comparire; ¶ e quale anco al'incontro ¶ Piramo rimanea, ¶ se
113
1620
toglie intanto o scema ¶ al'empia Gelosia ¶ già l
114
1620
esserne indegno, ¶ né degno al mondo stima ¶ occhio uman
115
1620
non pensando ¶ l'aperse al danno estremo. ¶ Entra il
116
1620
rabbia del'ardore. ¶ Ella al'amor paterno ¶ quantunque per
117
1620
se stesso, ¶ quanto dentro al suo duolo, ¶ – Lasso, lasso
118
1620
ritrova! ¶ Perché chi fece al mondo ¶ giamai maggior acquisto
119
1620
lagrime angosciose, ¶ ch'addusse al suo sereno, ¶ repentina procella
120
1620
cerca modo ¶ da parlar al garzone, ¶ ecco alfin lo
121
1620
mentre ¶ Amor tanta ventura ¶ al tuo fedel concede, ¶ ceda
122
1620
men fedele amante, ¶ solo al'altrui bellezza ¶ tutta recai
123
1620
che dal'indugio stanchi ¶ al ritornar pensando ¶ discorron tra
124
1620
gustato, e non goduto, ¶ al desiderio fora ¶ il secolo
125
1620
secolo un minuto? – ¶ Quindi al'usato foro ¶ pur si
126
1620
giri ¶ volgendosi egualmente ¶ danno al moto commune ¶ regolata misura
127
1620
e maligno, ¶ ch'era al libero corso ¶ de' lor
128
1620
talora) ¶ perché perché contendi ¶ al'edra innamorata, ¶ che non
129
1620
quel ch'Apollo diede ¶ al suo fugace alloro, ¶ verso
130
1620
le gioie ¶ era lieve al fuggire, ¶ ma per recarle
131
1620
recarle altrui ¶ era zoppo al venire. ¶ Né sapeano i
132
1620
ala morte. ¶ Passa tentone al buio ¶ fuor de' paterni
133
1620
non poco ambiziosa, ¶ ch'al destinato loco ¶ egli l
134
1620
l'occhio, ch'adula al core, ¶ al credulo pensiero
135
1620
ch'adula al core, ¶ al credulo pensiero ¶ il falso
136
1620
tra sestessa dice: ¶ – Grazie al cielo, è pur giunto
137
1620
solo ¶ la sua salute al piede, ¶ tosto a fuggir
138
1620
che lasciò 'l manto al suolo, ¶ il manto, che
139
1620
suo mal cagione. ¶ Giunta al manto la fera, ¶ sfogò
140
1620
s'è novamente aggiunto ¶ al'orror dela notte ¶ il
141
1620
ma con un tarlo al fianco ¶ che ben pare
142
1620
che 'l trafisse ¶ chiuse al parlar la porta, ¶ e
143
1620
voce, ¶ manca la voce al pianto, ¶ e manca il
144
1620
è degno, ¶ cheggiono umore al core. ¶ Ma bench'egli
145
1620
crin d'elmo pesante, ¶ al cui terso diamante ¶ serto
146
1620
in cui Medusa effigiata al vivo ¶ con chiome d
147
1620
e men feroce sembra. ¶ Al'etate, ale membra, ¶ al
148
1620
Al'etate, ale membra, ¶ al'aria, ale fattezze ¶ in
149
1620
con cintola d'oro al sen si lega, ¶ scorciata
150
1620
smeraldo la sospende, ¶ infino al petto la succinge, e
151
1620
schiera ¶ nel loco destinato ¶ al gran furto amoroso, e
152
1620
ciascuna rivolta ¶ col tergo al fonte e con la
153
1620
vie, che quasi linee al centro, ¶ vanno il fonte
154
1620
la fosca viola ¶ innanellando al candidetto giglio. ¶ Altra lega
155
1620
e 'l biondo croco ¶ al narciso vermiglio. ¶ Quella di
156
1620
marzial placar alquanto, ¶ et al'aspra celata ¶ lasciar l
157
1620
amorosi concetti ¶ non presentano al'occhio altro ch'amori
158
1620
con le man coverchio al viso. ¶ Sen'accorge, e
159
1620
sola, ¶ in cui mista al timor serpe la gioia
160
1620
et ermi. ¶ Tosto ch'al'aria apparve ¶ l'instigator
161
1620
Inorridiro et adombraro usciti ¶ al bel lume superno ¶ i
162
1620
e stupidi e smarriti ¶ al novello splendore ¶ d'altro
163
1620
cornuto nervo, ¶ fassi incontro al Rettor di Flegetonte ¶ con
164
1620
pudicizia offesa ¶ l'irrita al'armi e le commove
165
1620
armi e le commove al'ira, ¶ et ambedue del
166
1620
rio, ¶ d'aver riguardo al zio. ¶ – O de l
167
1620
ben avrebbe a forza ¶ al'atto ingiurioso ¶ dal tartareo
168
1620
fortuna empia e proterva ¶ al'amate sorelle, oimè, t
169
1620
lunge dal tuo impero ¶ al'Orco nero discacciarmi in
170
1620
il petto ¶ paterno affetto al mio sì giusto pianto
171
1620
preda ¶ or si conceda al'infernal Tiranno ¶ con tanto
172
1620
ch'arman le sponde al'isola del foco. ¶ Securo
173
1620
e porta alti splendori al regno cieco. ¶ Vienne, vientene
174
1620
impossibil mi fora. ¶ Quindi al pensier pietoso ¶ quanto si
175
1620
Peneo leggiadra figlia, ¶ ch'al'amorose già fiamme matura
176
1620
a scherno, ¶ qual elce al'Euro, anzi qual alpe
177
1620
Euro, anzi qual alpe al'aura ¶ stassi fredda ai
178
1620
dele Parche, ¶ ch'innasparo al mio fil linea infinita
179
1620
ditele quante volte ¶ intenerite al suon dele mie voci
180
1620
e dò la vita al giorno; ¶ quel Dio grande
181
1620
ardori il fonte vivo, ¶ al'ardor di quel foco
182
1620
Ogni creata cosa ¶ gioisce al mio apparire, ¶ languisce al
183
1620
al mio apparire, ¶ languisce al dipartire. ¶ Me lodano operando
184
1620
te mi giro, ¶ ond'al sol d'un bel
185
1620
dal monte, ¶ che giunta al loco, ov'ei sedea
186
1620
in un fascio abbandonata al tergo ¶ per la fiorita
187
1620
sereno ¶ del bel ciglio al mio tormento. ¶ Non fuggir
188
1620
avrò sempre in mezo al petto, ¶ et ognor co
189
1620
del crespo crin moversi al'aura, ¶ e sentì nel
190
1620
mesto ¶ sospeso il peso al'omero chiomato ¶ e col
191
1620
voci per via gittava al'aria: ¶ – Deh dove ti
192
1620
e mobile ¶ voli innanzi al mio correre? –. ¶ Così le
193
1620
erbette e fiori. ¶ Quando al fresco discesa ¶ del bel
194
1620
morte. ¶ Il pieghevole acanto ¶ al'edra et ala vite
195
1620
di dolcezza in braccio al'erba. ¶ Clizia d'Apollo
196
1620
lei girarsi, e ribellarsi al Sole. ¶ L'innamorato giglio
197
1620
terra, ¶ umidetto di brine, ¶ al lampo de' begli occhi
198
1620
un sorriso, ¶ – Io cedo al tuo bel viso –. ¶ Il
199
1620
e tosto a Giove, ¶ al gran Giove additolla. Apena
200
1620
sua l'inganno celi. ¶ Al'astuto Cillenio impon che
201
1620
che cacci ¶ dala montagna al lido ¶ gli armenti circostanti
202
1620
in mandra nato, ¶ nato al'aratro o al carro
203
1620
nato al'aratro o al carro, ¶ ma di fattezze
204
1620
picciol arco ¶ onorato diadema al nobil capo. ¶ Dal mento
205
1620
tien le corna. ¶ Viensene al pasco a passo tardo
206
1620
e 'l dorso, ¶ soave al maneggiar, tocca scherzando, ¶ gli
207
1620
odori. ¶ Ond'ella intenta al fanciullesco gioco ¶ parla al
208
1620
al fanciullesco gioco ¶ parla al'amiche ninfe: – O voi
209
1620
lo Dio sagace et al'amata soma ¶ oh come
210
1620
pentita ¶ d'aver sestessa al mentitor creduta, ¶ di quel
211
1620
Con la sinistra mano al corno attiensi, ¶ l'altra
212
1620
ristretta accoglie; ¶ quindi rivolta al'arenosa sponda ¶ chiama la
213
1620
il sole. ¶ Scherzavano dintorno ¶ al'imagine bella, ¶ cui facea
214
1620
i gelidi pesci; ¶ et al chiaro balen, che feria
215
1620
istesso ¶ spianando il varco al predator felice, ¶ sorse da
216
1620
molle seno, ¶ ond'arrestato al picciol legno il volo
217
1620
cornuta fronte) ¶ furtivamente adduce ¶ al'algosa magion sì dolce
218
1620
argivo. ¶ Ma tutto intanto al caro furto inteso, ¶ lieto
219
1620
et agli atti et al'opre ¶ non rassembri terreno
220
1620
più s'apprezza. ¶ Dunque, al'unica erede ¶ di Fenicia
221
1620
ché non porgi soccorso ¶ al mio grave periglio? ¶ Questi
222
1620
addolorata; et era ¶ presente al tutto Amor, che i
223
1620
orrido albergo accoglie ¶ incontr'al Ciel le temerarie squadre
224
1620
belle, ¶ ad Imeneo devuta, ¶ al giogo marital già s
225
1620
agguagli. ¶ Manca sol questa al'altre spoglie illustri ¶ del
226
1620
trofeo ¶ del'altre palme al cumulo s'aggiunga, ¶ di
227
1620
s'aggiunga, ¶ di rendere al suo scettro ¶ tributario Acheronte
228
1620
dov'Etna ¶ tra scogli al ciel precipitosi e rotti
229
1620
capo. ¶ Etna perpetuo incarco ¶ al corpo smisurato, ¶ al busto
230
1620
incarco ¶ al corpo smisurato, ¶ al busto fulminato ¶ del'orgoglioso
231
1620
roco ¶ mormora, e porge al foco ¶ alimento immortal, che
232
1620
volse a questa volta ¶ al'amorosa dea punto celarsi
233
1620
per dar commodo tempo ¶ al'essecuzion del gran disegno
234
1620
abitatrici ¶ del'inospita spiaggia al gran prodigio ¶ del trasformato
235
1620
la deserta incultura, ¶ videro al'improviso ¶ pullular meraviglie, e
236
1620
viriltà congiunta. ¶ Quindi rivolta al'adunanza bella ¶ in tal
237
1620
Oceano. ¶ Et ecco, emula al ciel, di novo manto
238
1620
suda ai novi albori, ¶ al sol, che già si
239
1620
cinto e in mezo al sen l'affibbia, ¶ fatta
240
1620
intorno, e le svolazza al tergo. ¶ Cotta di lucid
241
1620
a me concessa ¶ proibivano al sol, che pur volea
242
1620
Tacea la selva intenta ¶ al celeste miracolo amoroso. ¶ Su
243
1620
una Naiade in questo al'arrogante ¶ troppo cupido amante
244
1620
custodi, ¶ un traslucido velo al seno ignudo; ¶ qual dela
245
1620
cinto virginal s'annoda al seno; ¶ e parte ricoverta
246
1620
ncresca. ¶ Ma non mancaro al suo divino ingegno ¶ armi
247
1620
et ella arciera, ¶ ch'al mio viso aventolla, ¶ dicendo
248
1620
tronco in giù precipitoso al piano. ¶ E quivi alfin
249
1620
ossa, indi repente ¶ arboreggiando al ciel selva di corna
250
1620
de' cani, ¶ che riposano al rezo, io son sentito
251
1620
del mezogiorno ¶ solo rimaso al'ombra era a posarsi
252
1620
ombra era a posarsi, ¶ al rimbombo de' corni, ¶ de
253
1620
gli ritien, scotendo, chiede ¶ al suo rettor la libertà
254
1620
senza saver, che dove ¶ al'alta mia tempesta ¶ ritrovar
255
1620
di dirgli: "Deh porgi ¶ al tuo Signor soccorso". ¶ Ma
256
1620
ma vedutomi fermo, ¶ scioglie al'avido can ratto il
257
1620
rubini e perle. ¶ Innanzi al fresco e libero seguace
258
1620
io ceda, ¶ e caggio al suol su le ginocchia
259
1620
il bosco, ¶ "Atteone, Atteone". ¶ Al mio nome io sollevo
260
1620
e tu pur contumace ¶ al mio morir congiuri? ¶ Ahi
261
1620
o colli ¶ dolci, mentr'al Ciel piacque, ¶ ecco io
262
1620
mente, ¶ non lasciar insepolto al vento, al gelo ¶ il
263
1620
lasciar insepolto al vento, al gelo ¶ il tuo diletto
264
1620
faretra e le saette al suolo ¶ l'autor d
265
1620
il bianco lino ¶ fin'al bellico era scorciato e
266
1620
leggiadri ¶ fanno dolce ombra al'infocato volto. ¶ Sfavillan gli
267
1620
prenda ¶ più dolce oblio ¶ al mormorio ¶ de' pianti miei
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d'aprir gli occhi al giorno, ¶ per aspettar di
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mamme. ¶ Dela ricca faldiglia al suol le cade ¶ negletto
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ala marina ¶ scende anelando, al padiglion ritorna, ¶ e del
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inutilmente e perde, ¶ parlando al sordo mar, questi lamenti
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un'altra volta ¶ risospingere al lido. ¶ Se Zefiro spietato
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da me lontano, ¶ abbia al suo corso iniquo ¶ l
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abbandoni. ¶ Io ti sottrassi al rischio ¶ del gran mostro
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vostra leggerezza ¶ si rassomiglia al core ¶ volubile incostante, ¶ del
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Oimè come non temi ¶ al tuo grave peccato ¶ dal
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giamai venuto; ¶ oh fusse al Ciel piaciuto, ¶ ch'ucciso
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Drizzerò forse i passi ¶ al patrio monte Ideo, ¶ da
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piante, ¶ facendo pur ritorno ¶ al mio tradito padre, ¶ dal
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sì crudo ¶ che s'al mio Teseo in seno
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mille saette ¶ in mezo al cor ferita, ¶ né pur
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pompa. ¶ – Evoè, ¶ facciam brinzi al nostro Re. ¶ Beviam tutti
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e quattro, e sei. ¶ Al ristoro dela vita ¶ questo
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Questo è quel ch'al cor mi va, ¶ dallo
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si versa e cade al petto, ¶ rido, e piango
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e tre. ¶ Evoè –. ¶ Volgesi al tempestar di quelle tresche
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poi pian pian ragionando al'infelice ¶ benignamente la conforta
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d'Andromeda il lume al tuo fia eguale. ¶ Di
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disciolta, ¶ un'altra volta al suo fatal soggiorno ¶ farà
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gentil petto, ¶ sarai costretto al mio prego amoroso ¶ esser
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Vecchio afflisse. ¶ Anzi mentr'al bel canto ¶ stavano intente
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tanto che non giunga al'aria viva, ¶ mai non
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Allor colei, ¶ che 'nfino al'uscio del'orribil'antro
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poi qual fumo ¶ ch'al vento si dilegua, ¶ sparve
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bel canto e sparse al'aura ¶ le durate fatiche
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ebbi ¶ le roze genti al civil culto instrutte, ¶ le
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quando meco vicina eri al'uscire, ¶ che 'n te
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pur da me divisa ¶ al sempiterno carcere. ¶ Tornasti a
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ala pena infernale et al dolore; ¶ et io senza
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alpini, o sassi, ¶ ch'al mio cantar correste, or
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o belve, ¶ che stupite al tenor dele mie voci
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e posto il freno ¶ al solito furor, taciti e
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il rigid'Ossa ¶ disciolte al pian l'indiamantite nevi
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l frassino alpestro, utile al'armi, ¶ nato a fornir
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la sete sua vicino al'acque, ¶ né tu di
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insieme ¶ fecero d'ognintorno ¶ al musico gentil verde teatro
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favoreggiar di privilegio eterno. ¶ Al suon di quelle note
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corse veloce, ¶ et incurvando al'onorata fronte ¶ le sacre
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fronde ¶ folta ombrella tessendo al nobil capo, ¶ gli fe
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belle ¶ raddoppiò l'esca al'ingegnoso verme. ¶ L'incorrottibil
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far cerchio ¶ (umil quantunque) al glorioso crine. ¶ Il pesco
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mano, ¶ perch'egli stando al'ombra ¶ meglio seguir la
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lor nidi insieme ¶ portati al loco, ove s'udiva
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ala voce, ¶ cangiò senso al diletto, ¶ e variando oggetto
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guisa di corona, ¶ intenta al suon dele celesti rime
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le sete arricciate ¶ stupido al bel cantar dava l
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e cento e mille, ¶ al tenor lusinghiero ¶ del'arguto
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elefante il drago; ¶ presso al lupo s'assise ¶ senza
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il molosso; ¶ serbò fede al colombo ¶ l'insidiosa volpe
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genitali, ¶ non facil preda al cacciator di Ponto. ¶ Il
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Trovasti assai men molle ¶ al suon dela tua cetra
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le cui braccia ramose al'empie mani ¶ somministraro le
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mercè, che voi rendeste ¶ al buon Cantor, da' cui
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lungo corno e ritorto, al collo appeso; ¶ e lo
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barbarica gli pende ¶ distinto al'arabesca ¶ d'argento fin
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del bosco, ¶ tornò stanca al'albergo, ¶ dove sollecitata ¶ dale
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del'alba ¶ le palpebre al riposo, e furo i
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figura. ¶ Felice me, s'al'infelice caccia ¶ involato mi
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sassi, ai tronchi, ¶ chiedilo al'aure, al'onde. ¶ Tel
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tronchi, ¶ chiedilo al'aure, al'onde. ¶ Tel diran (se
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rei. Né meraviglia ¶ s'al lor re sconosciuto ¶ si
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1620
Paradiso, s'io miro ¶ al ben, che vi trovai
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s'io mi giro ¶ al mal, che ne portai
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1620
là dove tutto intento ¶ al'oggetto amoroso, non sapea
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1620
non pensai, né volli ¶ al'altrui castitate ¶ far con
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1620
lo sguardo ingiurioso offesa. ¶ Al'alte meraviglie ¶ dela nova
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Lettera 1 ¶ Al serenissimo signor prencipe Tomaso
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sotto la lima infino al nono et al decimo
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infino al nono et al decimo anno, sì come
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qual non per altro, al mio parere, fu dagli
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1620
credenza, fanno chiara fede al mondo quanto a Vostra
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1620
da una parte attende al corso delle sue solite
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qualche poco l'orecchie al rustico suono della musica
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quasi sempre mutola infino al tempo del buon Sincero
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1620
la congiunse; io, consacrandola al nome d'un personaggio
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gennaio 1620. ¶ Lettera 2 ¶ Claudio Achillini al cavalier Marino. ¶ Dopo tanti
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amor mio. ¶ Io sono al solito parzialissimo delle vostre
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1620
Bologna. ¶ Lettera 3 ¶ Girolamo Preti al cavalier Marino. ¶ Io vorrei
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promesse che ha fatte al mondo, di dover publicare
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1620
che Vostra Signoria meriti. ¶ Al rimanente, egli pare che
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temerità il por mano al mestier del poetare, il
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ch'io mi abbia al mondo; et care anche
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1620
è ragionevole, là dove al contrario i lodatori indegni
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è lasciar quelli bravare al vento finché si stanchino
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fare un saltetto dietro al Tasso, discoprendo il tondo
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data assai piacevol materia al riso popolare. ¶ Hanno procurato
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altra s'appartiene più al lirico; quella ha più
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da Teseo? Angelica esposta al mostro marino, da Andromeda
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narrativi non sono esposti al giudicio suo. ¶ Per quel
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esseguita, me ne riporto al parere di chi più
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ho scritto. ¶ Ora discendo al terzo et ultimo capo
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leggere col rampino, tirando al mio proposito ciò ch
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1620
Non deve chi camina al monte della gloria per
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aride et secche: altri al contrario giudicavano il suo
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nel primo de' Sermoni, al decimo [verso]: ¶ Age, quaeso
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Quintiliano nel decimo libro, al capitolo De imitatione? ¶ In
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istesso, nel medesimo libro, al capitolo primo: ¶ Neque id
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per aver fatto oltracciò al lauro, ch'è pianta
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se ci fosse bisogno al passar de' fossati armar
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1620
Lettera 5 ¶ Il cavalier Marino al Ciotti stampatore. ¶ Io avea
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in un momento, ¶ lasciando al suol de' catenati fiori
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il bel crin disciolto al'aura ¶ e la gonna
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1620
passa ¶ per le viscere al cor, che dal'occulta
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onde in cavo rame al foco, ¶ né così curva
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vita serena ¶ irreparabilmente ¶ scende al'ombre di Stige, ombra
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tronco alberga; ¶ tal egli al'ombra, al sole ¶ di
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tal egli al'ombra, al sole ¶ di lamentose voci
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istoria miserabile e pietosa ¶ al'anime spietate; ¶ né gli
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fibbia mordace. ¶ Dal tergo al piè gli scende in
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s'abbassa e pende al chino, ¶ stende per lungo
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arco a risvegliarle alquanto; ¶ al fin poiché taciuto ha
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poi quando è giunta al colmo, ¶ qual face, che
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intervallo ¶ di breve pausa al'improviso affrena. ¶ Sembra un
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distinte ¶ che l'aria al'arte sua ragion non
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vi porto. Io sono al solito parzialissimo delle vostre
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Già sè com'elce al vento, à la tempesta
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sì begli occhi, e al mio morir consento; ¶ poiche
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gl'Aspi, ¶ ancor dovresti al mio mortal cordoglio ¶ temprar
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di raggio in raggio al sommo Sole ¶ ch'è
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frena; ¶ egli è ministro al nascer nostro, e duce
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sol per farsi cara al caro Amante ¶ di fior
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d'amor muta risponde ¶ al serpe lusinghier l'aspra
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morte. ¶ 38 ¶ À l'ombra, al Sol, quando d'amor
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la Leonza invitta ¶ vinte al suo giogo Amor possente
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in caccia: ¶ và dietro al Pardo suo la Tigre
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veste, e 'n contr'al Sol si liscia. ¶ Corregli
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né pur le Fere al suo cantar trahea ¶ co
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l nodo, ¶ Febo spesso al suo dir fermo si
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che non si dolga al mio dolor mortale. ¶ Sol
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sciolsi, ¶ di man fuggimi al valicar d'un rio
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sen riede ¶ la sera al chiuso albergo, ove s
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simile è 'l simulacro al vero, ¶ che l'esser
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il frutto spinse, leggiermente, al lido. ¶ 94 ¶ Vedesi per lo
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par gonfiarsi, et incresparsi al vento ¶ del mar à
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scorge ¶ in bianche membra, al fin la bianca spuma
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consuma. ¶ Così Venere bella al mondo nasce, ¶ un bel
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lieta de la vittoria al terzo giro; ¶ e via
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braccio placida, e cortese ¶ al Vago suo l'innamorata
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tra' poggi di Latmo al suo Pastore ¶ chiudendo gli
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e l'altra orecchia ¶ al ciel leva le luci
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sua luce sovrana ¶ deposta al fin la lusingata Diva