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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «al»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
gatto, annodò un tovagliolo al collo anche a loro
2
1956
leccava le zampine vicino al fuoco. Il giovane andò
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1956
Il giovane si svegliò al mattino, non trovò la
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1956
non trovò la sposa al suo fianco, andò ad
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1956
dall’altra parte. Arrivarono al palazzo della sposa traditrice
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1956
e il gatto disse al cane: – Ora tu resta
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1956
l’anello che porta al dito. ¶ Il topolino corse
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1956
mortificato. – Non ha anelli al dito, – disse. ¶ Il gatto
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1956
riprendere l’anello. ¶ Arrivarono al fiume. Il cane disse
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1956
notti vicino alla tomba al cimitero, e quando moriva
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1956
paura di nulla, andò al cimitero a vegliarla. ¶ Quando
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1956
si fece subito presentare al Re. – Maestà, voglio andare
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1956
andare io da solo al castello –. Il Re lo
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1956
a passare tre notti al castello e l’incantesimo
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1956
sera, il giovanotto andò al castello nero col braccio
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1956
e si sedette vicino al focolare, tenendo il braccio
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1956
sulla testa: e niente. Al terzo lo toccò sul
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1956
si mise a mirare al naso. Il braccio di
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1956
e andò a dormire. ¶ Al mattino salì sui merli
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1956
Bum! Bum!», e giù al paese vide agitarsi tanti
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1956
E lui si sedette al solito posto in cucina
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1956
Principessa. Giunta di fronte al giovane, gli gettò le
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1956
gli gettò le braccia al collo, e disse: – Voglio
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1956
colorati che s’agitavano al vento. C’era il
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1956
che Dio abbia messo al mondo è il lavoro
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1956
quel che vedi fare al professore di dolce-far
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1956
un cataletto in riva al mare, e tutti quelli
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1956
e ripartì. ¶ In mezzo al mare, vide un bastimento
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1956
e li portarono davanti al Sultano. Il Sultano li
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1956
cantare così bene, pensava al suo sposo lontano. – Solo
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1956
salpò. ¶ Mentre erano già al largo, Bella Fronte si
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1956
sparì. ¶ Il bastimento arrivò al paese con gran colpi
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1956
delle Fate. ¶ Di mostrarsi al popolo senza la corona
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1956
ammazzerò, – e si puntò al petto una pistola. ¶ – Fermati
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1956
che era in cima al baldacchino, lo scialle di
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1956
nel pozzo. ¶ In fondo al pozzo c’erano le
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1956
boschi e montagne, fino al punto dov’era legato
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1956
è perso in fondo al mare. ¶ Il più piccino
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1956
le lepri in mezzo al bosco per tre giorni
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1956
a morire, li chiamò al suo capezzale e disse
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1956
dove andare. In fondo al bosco, vide un bel
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1956
cani. La ragazza chiese al Drago che le dicesse
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1956
con catene di ferro, al di là del cancello
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1956
che era in fondo al giardino, e il ragazzo
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1956
a zampate; arrivarono addosso al Drago e lo sbranarono
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1956
tre cani fedeli dietro al feretro: poi chiusero la
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1956
abdicò e lui salì al trono. Ma aveva un
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1956
erano tre bastimenti ancorati al largo che portavano tre
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1956
oro, che voleva mettersi al momento d’uscire, e
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1956
a due: allora andò al camino e disse: – Nonno
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1956
giù. La ragazza andò al camino e disse: – Nonno
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1956
in carrozza e andarono al palazzo. ¶ Lei andò sotto
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1956
disse il nonno: – Mettitela al collo, che bella eri
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1956
La ragazza si mise al collo la collana d
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1956
della Corona! ¶ Infatti, arrivati al palazzo reale, s’affacciò
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1956
riunì tanto popolo, e al vedere la bella giovane
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1956
telescopio d’oro, e al dodicesimo, che era il
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1956
la figlia una volta al mese e la vedeva
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1956
trovarla suo padre come al solito, e lei scoppiò
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1956
di nuovo gli ambasciatori al Re di Danimarca. ¶ Anche
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1956
una Regina. Le damigelle al mattino apersero i balconi
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1956
di mettere il cane al suo posto nel sacco
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1956
parrucca rossa e tornò al pero; e tanto disse
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1956
andasse della mia vita. ¶ Al Re allora venne quest
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1956
vista l’oca, dissero al padre: – Ti prego, non
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1956
quella mattina era come al solito sul poggiolo, quando
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1956
pentole e tegami attaccato al prete. A quella vista
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1956
scale e si presentò al Re. Il Re gli
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1956
alla Reggia, lo presentò al Re suo suocero e
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1956
Passava giornate intere affacciato al balcone, a guardare lontano
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1956
si trovasse in capo al mondo. ¶ Dopo un po
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1956
fare, e chiese consiglio al confessore. ¶ – Brutto affare, – disse
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1956
ronzargli in testa. Arrivato al campo, vide un’ombra
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1956
sacco di napoleoni. Vai al palazzo e di’ che
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1956
ora tirala fuori, riattaccala al busto e la figlia
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1956
vero. E arrivati davanti al palazzo reale, vedono la
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1956
sulla schiena e va al crocicchio dove l’aspetta
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1956
che li dividiamo come al solito. ¶ Pietro posa il
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1956
che t’ho preso al laccio. Hai fatto male
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1956
faccia. ¶ Pietro, permaloso come al solito, lanciò un’occhiata
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1956
solito, lanciò un’occhiata al Signore come a dirgli
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1956
donnetta stava filando accanto al fuoco. ¶ – Padrona, ci fate
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1956
intanto venite qua, sedetevi al fuoco. Scommetto che avrete
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1956
cuore. Si vogliono scaldare al fuoco? Adesso preparo cena
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1956
di Comare Giacoma, e al mattino, si disposero per
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1956
Ma prima di mettersi al telaio, per non dover
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1956
m’avrà fatto male? Al diavolo! Ma qui… ma
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1956
di lì e rimettersi al telaio. Ma sì! Dovette
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1956
IV. Il grano saraceno ¶ Al calar del sole, tre
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1956
starvene a poltrire fino al giorno del giudizio, voialtri
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1956
qua, e lascia che al tuo posto vada Giovanni
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1956
trebbia e a mettersi al lavoro più lontano che
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1956
per il mondo; qui al paese tutti mi considerano
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1956
quattro soldi; glielo infilò al dito e gli disse
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1956
dell’anello che aveva al dito. «A provare non
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1956
s’annodò un tovagliolo al collo; sulle altre sedie
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1956
casa, la Principessa disse al Re che s’era
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1956
udienza. ¶ Il Principe fece al Re regolare domanda della
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1956
che combinare le nozze al più presto. ¶ (Venezia) ¶ 31 ¶ Muta
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1956
madre: – Noi andiamo incontro al papà –. Disse la mamma
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1956
Sì, sì, andate. ¶ Arrivati al bosco, i bambini si
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1956
La suocera fece arrivare al figlio una lettera fasulla
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1956
Subito la suocera scrisse al figlio una lettera che
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1956
le lagrime agli occhi. Al servitore venne compassione. Non
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1956
gli assassini si trovarono al portone del palazzo ed
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1956
due guerrieri. Si presentano al Re e gli chiedono
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1956
nostra sorella! – e raccontano al Re come essa è
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1956
giorno questa figlia era al balcone con le sue
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1956
a far la veglia al morto, quando un giorno
110
1956
più tirare avanti.» ¶ Andò al balcone, chiamò quello delle
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1956
tre giorni e basta; al quarto giorno chiamami. Mi
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1956
sua a dormire, come al solito. ¶ E il Re
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1956
inginocchiò in camicia davanti al coltello e disse: – Ti
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1956
Il Re, da sotto al letto, appena sentì il
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1956
tavola, tutta lagrimosa come al solito. ¶ Finito il pranzo
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1956
e così andarono sotto al palazzo del Mago e
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1956
figlia, la cerca, domanda al guardaportone: niente. Allora comprese
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1956
s’invelenì, s’affacciò al balcone e lanciò contro
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1956
da saltare in groppa al bianco, che sarà quello
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1956
taglierebbe subito la testa al cavallo, e non succederebbe
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1956
taglierebbe subito la testa al cagnolino, e non succederebbe
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1956
saltò subito in sella al bianco, ma Scorzo sguainò
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1956
e tagliò la testa al cavallo. ¶ – Che fai? Sei
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1956
aver tagliato la testa al cavallo in un momento
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1956
e fecero tante feste al figlio e alla sposa
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1956
sveglia, vede Scorzo davanti al letto con la spada
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1956
a tagliare la testa al cavallo, non sarebbe successo
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1956
diventerà. ¶ Dicendo queste parole, al povero Scorzo erano venuti
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1956
diventò di pietra fino al collo. ¶ – Ho capito! Povero
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1956
figlia, arriva coi cavalli al galoppo. – Papà mio, – gli
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1956
così che è matta. ¶ Al bambino mancavano tre mesi
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1956
Un giorno, andando come al solito a pescare, passò
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1956
a pescare, passò davanti al palazzo del Re. C
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1956
la figlia del Re al balcone con le damigelle
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1956
alla sala, ritorna davanti al Re e il bambino
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1956
diceva la balia, – dàlla al tuo papà, – e girava
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1956
gli buttò le braccia al collo, e disse: – Papà
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1956
addosso. Alla fine toccò al suocero, e gli trovò
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1956
condusse tutti con sé al suo palazzo e là
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1956
dormì tutta la notte. ¶ Al mattino, appena sveglia, le
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1956
rientra in casa, va al camino, e si mette
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1956
Il giorno dopo, va al balcone e in quel
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1956
la ragazza va sotto al camino e dice: – Nonno
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1956
più bella diventava. ¶ Va al balcone e appena vede
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1956
I ravanelli un soldo al mazzo, e la cicoria
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1956
Eravamo proprio vicini, – dissero al Re, – quando ci siamo
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1956
spieghi… – cominciò Bobo. ¶ – Va’ al diavolo tu e chi
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1956
i cavalli e partirono al galoppo. Bobo non sapeva
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1956
dissero i servitori. – Pensiamo al modo di salvarvi. ¶ In
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1956
portiamo il suo cuore al padrone. Voi, padroncino, fuggite
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1956
tempo a chiedere perdono al figlio, per spirare poi
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1956
e voi rimarrete sole al mondo. Quando non ci
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1956
ne fece un boccone. ¶ Al mattino la Marietta va
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1956
che facesse giorno, andò al campo dei ceci e
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1956
alzò per tempo, andò al campo di lupini, ne
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1956
verrò, – disse la Marietta. Al mattino, corse al campo
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1956
Marietta. Al mattino, corse al campo delle zucche prima
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1956
e corse anche lui al campo delle zucche per
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1956
portato. ¶ La Mariettina, ormai al sicuro in casa sua
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1956
vetri fece le corna al lupo. – Grazie, amico lupo
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1956
La Marietta si scaldava al focolare, quando sentì un
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1956
calamaio. Gàmbara si sedette al tavolo e cominciò a
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1956
che entravano due volte al giorno a portargli da
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1956
l’astrologo ci accusa al Re, siamo spacciati. ¶ Così
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1956
fecero, – e se dite al Re quel che avete
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1956
dopo Gàmbara si presentò al Re e gli disse
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1956
astrologo, – disse il Re al contadino, – dovresti sapermi dire
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1956
La ragazza diede tutto al lupo, e tornò dalle
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1956
torta e la buttò al lupo che stava a
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1956
Il lupo la prese al volo e la morse
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1956
si mise a letto al suo posto. ¶ Arrivò la
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1956
una barba bianca fino al petto, che spingeva una
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1956
mese, arrivò in riva al mare. C’era un
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1956
giorno il giovane disse al vecchio: – Perbacco, qua con
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1956
e va e arriva al suo paese, ma era
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1956
c’è scampo! ¶ E al povero giovane toccò di
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1956
che io voglio sposare al più presto, non posso
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1956
e vide nel letto, al posto della sorella di
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1956
di mettere la pentola al fuoco che sarebbe tornato
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1956
a portare il granchio al palazzo del Re. ¶ – Sacra
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1956
Re. ¶ – Sacra Maestà, – disse al Re, – sono venuto a
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1956
ha messo la pentola al fuoco ma non ho
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1956
la campanella. S’affacciò al balcone e c’era
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1956
fu lesto a prenderla al volo e gli cadde
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1956
la Fata in groppa al granchio. La Fata batte
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1956
zampe del granchio come al solito, la trasportava per
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1956
uno scoglio in riva al mare e metterti a
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1956
imparato, la figlia disse al Re: – Papà, ho voglia
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1956
uno scoglio in riva al mare. ¶ – Su uno scoglio
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1956
uno scoglio in riva al mare? Sei matta? – ma
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1956
Sei matta? – ma come al solito la accontentò, e
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1956
scogli coi veli bianchi al vento. Ma la Principessa
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1956
Ma la pietra era al di là del ruscello
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1956
e lei li prese al volo. ¶ L’indomani, tornato
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1956
casa di una tessitrice. Al più piccino la pietra
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1956
il più piccino? Andò al fosso: ¶ – Rana, rana! ¶ – Chi
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1956
Il più piccino andò al fosso, e la rana
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1956
guarirlo: da mezzanotte fino al mattino, stralunava e straparlava
199
1956
caldaia, lo fece mangiare al figlio del Re e
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1956
metà del mio stato al medico che avrebbe guarito
201
1956
del mercante, tutta intenta al racconto, non sentì nemmeno
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1956
Avanti!» ma prima chiese al pappagallo: – Continua ancora la
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1956
vedere il pappagallo ma al suo posto trovarono un
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1956
intrattenerla onestamente e impedire al mio rivale di tessere
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1956
lasciarli. Il Principe portò al palazzo lei con tutti
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1956
Cric all’osteria mangiava al tavolo d’uno sconosciuto
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1956
trova senza borsa, dice al compagno: – Allora tu sei
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1956
più niente. ¶ Portacalcina disse al Re: – Non gliel’ho
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1956
Per primo andava Croc, al buio, e cascò nella
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1956
decreto, che lui perdonava al ladro che aveva rubato
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1956
sempre male di lei al Re. La ragazza, a
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1956
un castello in mezzo al bosco. Prese una squadra
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1956
andò a farle visita. Al castello, appena scese di
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1956
e se ne andò. Al Re disse che non
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1956
affacciata coi gomiti puntati al davanzale e le sarebbe
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1956
in piedi in mezzo al sentiero, ed ecco che
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1956
gronda, poi s’affidò al vento e volò giù
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1956
assicurava che tutto fosse al suo posto: aperse la
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1956
imparerà a starsene affacciata al davanzale!» La ragazza tornò
220
1956
d’ali, si affidò al vento, calò giù a
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1956
e andò a bussare al palazzo reale. I domestici
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1956
Re disse: – Tanto, male al mio povero figliolo non
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1956
fu concesso. ¶ Quando fu al capezzale dell’innamorato che
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1956
il castello in mezzo al bosco ma non levò
225
1956
sera delle nozze, come al solito, Re Crin andò
226
1956
mangiare e lo calmò. Al mattino la madre del
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1956
la madre del Fulmine al mattino, – e tieni questa
228
1956
non la trovò, e al mattino la giovane partì
229
1956
E così durò fino al mattino. Al mattino, disperata
230
1956
durò fino al mattino. Al mattino, disperata, ruppe la
231
1956
lei scese e domandò al pescivendolo quanto costava. Lui
232
1956
la cena della maestra. ¶ Al pomeriggio quando Stella Diana
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1956
gli darò la cintura –. Al signore quella cintura piaceva
234
1956
vesta! ¶ E dalla terrazza al balcone, quel pomeriggio si
235
1956
io!» Con una mancia al servitore riuscì a entrare
236
1956
e per tutto, e al posto del cuore le
237
1956
caffè, e sfidava tutti al biliardo. Un giorno, in
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1956
forestiero: ¶ – Facciamo una partita al biliardo? – gli disse il
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1956
quello che ho vinto al biliardo e devo sposare
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1956
figlia, – disse il giovane al Re del Sole. ¶ – Bene
241
1956
zampe e le diede al cane: – Qui tu hai
242
1956
il resto lo diede al leone che era il
243
1956
feroce che ci sia al mondo –. E il cane
244
1956
aquila e volò fino al davanzale d’una finestra
245
1956
letto.) Aperta la pancia al cane, ne volò via
246
1956
l’uovo nero. Andò al castello e lo diede
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1956
che è una meraviglia. Al confronto, casa mia pare
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1956
solo, notte e giorno, al modo di portar salva
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1956
meraviglia. ¶ La vecchia disse al Principe: – Prendi il tuo
250
1956
Corse la voce fino al castello in cui era
251
1956
la mise in testa al Principe: – Vuol dire che
252
1956
avrebbe portato la focaccia. ¶ Al pozzo veniva a prender
253
1956
che aveva lasciato sporchi al mattino, tutti puliti; e
254
1956
sei trovato in tasca al posto della mezza mela
255
1956
entrò furtivamente, s’avvicinò al suo letto e le
256
1956
fumo: e in mezzo al fuoco e al fumo
257
1956
mezzo al fuoco e al fumo c’era pieno
258
1956
d’Argento s’avvicinò al suo letto piano piano
259
1956
dannati, e in mezzo al fuoco riconobbe sua sorella
260
1956
L’indomani, vestito come al solito da gran signore
261
1956
era sola in mano al Diavolo. ¶ Cosa fece Lucia
262
1956
aveva fatto più ritorno al paese e adesso pareva
263
1956
avvicinava senza farsi sentire al contadino che stava da
264
1956
guardia alle bestie vicino al falò, lo tramortiva con
265
1956
gli uomini restavano intorno al grande fuoco a grattarsi
266
1956
Conte abitava in cima al paese, in una grande
267
1956
e finestre sprangate. Intorno al cortile c’erano seduti
268
1956
contadini. E in fondo al cortile, su una sedia
269
1956
quello che aveva parlato al Conte, disse: – Qui bisogna
270
1956
mentre erano raccolti come al solito attorno al falò
271
1956
come al solito attorno al falò della piazza, Masino
272
1956
La prima domanda è al barbiere. Quanti sono venuti
273
1956
e si coricò accanto al fuoco. – Adesso dormo due
274
1956
corbe e mezzo, e al Re bisognava portarne quattro
275
1956
rami e s’addormentò. ¶ Al mattino al piede dell
276
1956
s’addormentò. ¶ Al mattino al piede dell’albero c
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1956
e la lasciò passare. ¶ Al di là di quel
278
1956
e grandi che fossero al mondo. Ma la porta
279
1956
ha unta. ¶ Perina arrivò al fiume e la cassetta
280
1956
Corte, e Perina diede al Re la gallina coi
281
1956
Portò l’altro paniere al padre nel prato, poi
282
1956
ragazze da marito venissero al giardino, pena la testa
283
1956
e così si presentò al figlio del Re. Il
284
1956
fichi. ¶ La ragazza disse al cavallante: – Caricatevi una soma
285
1956
che se li rimise al loro posto, e tornò
286
1956
neanche per far piacere al Re. Allora le sorelle
287
1956
quel prato, ma non al di là di quel
288
1956
pastore prese la focaccia al volo e se la
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1956
bibliografiche riportate in fondo al volume e nelle note
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anch’esse in fondo al volume. ¶ 13. Toscana e Sicilia
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di PIER PAOLO PASOLINI al suo Canzoniere italiano, antologia
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IMBRIANI (1840-86), dà versioni fedeli al parlato e spesso belle
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poco attendibile per fedeltà al dettato popolare. Anche PITRÈ
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Nelle note in fondo al volume il lettore vedrà
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inedita, nelle carte Comparetti al Museo d’Arti e
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mia bibliografia in fondo al volume.) Già prima del
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Ferraro (1846-1907) aveva raccolto nel 1869 al suo paese natale, a
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come stesura) è reperibile al Museo d’Arti e
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i manoscritti di Comparetti al Museo di Roma ho
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manoscritti si possono ritrovare al Museo di Roma. Altre
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sarebbe, coi manoscritti ora al Museo di Roma, da
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vol. I, Dalle origini al Bandello, Milano 1924) nella «Storia
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Laterza, Bari 1914. ¶ 49. Cfr. nota al n. 158. ¶ 50. Parlo delle fiabe
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e saltò in cima al busto. Era un omone
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scoglio isolato in mezzo al mare. – Scendi nella scialuppa
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lasciò solo in mezzo al mare. Baciccin s’avvicinò
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polpo per tre ore al giorno si trasforma in
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ed erano in mezzo al mare. Remarono, remarono, e
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diamante dell’anello scintillò al sole. ¶ – L’anello di
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devo fare il regalo al mio figlioccio. Ecco questa
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cominciò a zoppicare appoggiandosi al bastone. «Questo è lo
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lettera per il Re al locandiere perché gliela custodisse
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lettera e il cavallo. Al mattino, il giovane si
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testa. ¶ Il giovane andò al molo, e guardava le
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in cambio dissero che al richiamo: «Avvoltoi, begli avvoltoi
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sua camera. – Bravo, – disse al giovane, – ma non basta
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del palazzo. In mezzo al sotterraneo, in una sala
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giovane rimase di fronte al gran mucchio, col lucignolo
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che si disposero attorno al mucchio e, con ordine
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giri. Il giovane attaccò al collo di ciascuno un
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la bandiera inglese, corse al porto tutto contento. Il
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e lo scannarono. ¶ Intanto, al pranzo, la figlia del
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gli gettò le braccia al collo. ¶ Il Tignoso era
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Lo sposo le infilò al dito un anello con
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che tu m’inviti al pranzo di nozze quando
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che d’essere invitata al banchetto di nozze. – Basta
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nozze. ¶ Stavolta, quando, come al solito, la ragazza s
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le crescevano. ¶ – Per invitarmi al tuo banchetto di nozze
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pensato alle tre vecchie. Al mattino delle nozze, si
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un temporale in mezzo al bosco e si rifugiò
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non ci invita più al suo banchetto! ¶ Il capitano
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lascia che le inviti al pranzo. ¶ Così fu fatto
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la briglia e partì al galoppo. Dopo un quarto
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servitori andarono a dire al Re che Giuanin s
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Ma il Re che al solo pensiero che si
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arrugginita che tenevano appesa al muro, sellò Rondello e
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a circolare in mezzo al pubblico. Un «Grimm italiano
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la teorizzazione faccia velo al godimento estetico che si
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memoria abbracciando la madre, al posto di quello della
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mostruosa acutezza, per distinguere al primo sguardo nel più
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visioni insospettate che apparivano al mio sguardo. ¶ Ora, il
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si corica ogni notte al fianco del cavaliere, o
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le vite individuali, sottratte al solito discreto chiaroscuro degli
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mia che mi spingeva al viaggio tra le fiabe
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auspicio o una condanna, al distacco dalla casa, alle
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portano alla salvezza e al trionfo; la bellezza come
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di scrupolosa fedeltà stenografica al dettato dialettale del narratore
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le note in fondo al volume testimoniano, ho lavorato
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le note in fondo al volume che dànno ragione
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bruzzolo il pescatore rideccolo al lago». Certo, il lavoro
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molti testi, poi, dovevo (al contrario di quel che
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del proverbio toscano caro al Nerucci: «La novella nun
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ricreato ogni volta, cosicché al centro del costume di
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di coltroni d’inverno al Borgo (quartiere di Palermo
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giovata (cfr. dal n. 148 al 158). Ecco come il Pitrè
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educato alla casa e al Signore, come esse dicono
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nome. Ella ha ripetuto al giovane le storielle che
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storielle che avea raccontate al bambino di trenta anni
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natura, di oggetti, sollecita al meraviglioso ma facendolo spesso
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invenzione ma pur ancorata al buon senso dei modi
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ai secoli dal XIV al XVI), e quante delle
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di «discesa» dalla letteratura al folklore in epoca non
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loro a piè dentro al porto di Spagna, e
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trasficurirno da omo; poi al camberieri gli dissano se
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coco e il camberieri al nostro Governatore novo della
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far altro che rimandare al volume di Nerucci; nulla
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Zorzùt tendono a dare al dialetto un’intonazione evocativa
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presenza femminile, incline ora al sentimento ora al brio
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ora al sentimento ora al brio ardimentoso.27 ¶ La raccolta
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si radica alla campagna, al paese. Poco della Lombardia
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nella principessa da immolare al drago la vittima di
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orchi o streghe attingono al più antico fondo pagano
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dall’om salbadgh romagnolo al nanni-orcu pugliese, ma
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è senza rivali, e al suo «cunto» (l’ultimo
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delle pere in fondo al cui cesto è portata
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travestiti da animali, oppure al buio poiché essi non
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non scritta per cui al popolo è concesso solo
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sulla strada, ecc…); sta al narratore organizzarli, tenerli su
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borghesi paesani. ¶ Di contro al mondo dei re, quello
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italiano. Ho già accennato al motivo iniziale di numerose
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nei luoghi di mare – al posto del contadino senza
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più devoto: per primo al professor Giuseppe Cocchiara dell
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ricca biblioteca del Museo; al professor Paolo Toschi dell
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da lui diretto; infine al professor Giuseppe Vidossi di
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mise la treccia intorno al capo d’Isolina, fece
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le ancore e partì. ¶ Al porto di Parigi c
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dall’allegria, e disse al falso nipote: – Quel tuo
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come vuoi, però di’ al Re che al pranzo
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di’ al Re che al pranzo io ci vado
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per il sottile. Sicché al pranzo, tutti quei Re
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tu m’hai rimesso al mondo la figlia: è
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Parigi scrisse a Londra al fratello, che fu tutto
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partì e lasciò detto al nipote che stesse attento
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la casa svaligiata. Dice al nipote: – Hai fatto venire
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Lo zio aveva detto al sacrestano che mentre il
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lo zio prete comandò al sacrestano che si mettesse
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per poi far paura al nipote. – Questa sera vai
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vegliare un morto, – disse al ragazzo. ¶ – Che cos’è
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lumicino fioco fioco vicino al morto, e tutto il
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dopo la figliola venne al mondo. Il Re fece
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La ragazza fu condotta al Tribunale, e questo Tribunale
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l’andarono a riferire al Re. – Cacciate quell’uccello
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sotto nella stalla perché al mattino avrebbero presi i
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moglie: – Non lo dire al Priore che ho portato
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e le sue virtù al prete. ¶ – Geppone, – disse lui
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comincia a menare bastonate al povero Geppone, fino a
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provviste. ¶ Ma quelli più al corrente dicevano: – Vedrete, all
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preti erano lì intorno. Al Priore, sotto quella gragnuola
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figlioli. Si raccomandava sempre al cielo per averne uno
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volava, così poté sfuggirli. ¶ Al ritorno prese un’altra
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porto di mare. Vicino al mare c’era una
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a lutto che piangeva. Al vedere il giovane, la
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si lavava e pettinava al sole. Lui rimase a
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d’esser guardata, corse al vassoio, entrò nella mela
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ripensa, va a bussare al palazzo di fronte, e
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una parola, ma lui al servitore disse così.) – Sta
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la chiave in tasca al servitore addormentato. ¶ Quando il
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genitori non pensarono più al patto con le Fate
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si sentiva un groppo al cuore e non rispondeva
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alla porta, ai cani, al ciabattino, alla fornaia; e
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casa, le faremo mettere al fuoco una caldaia di
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che mettesse la caldaia al fuoco. Lei accese il
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diede un bacio. ¶ Andarono al palazzo della Fata Morgana
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li tennero con loro al palazzo e la porta
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via il bambino, e al suo posto misero una
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annegasse. La vecchia andò al fiume col bambino in
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in un canestro; arrivata al ponte, buttò giù canestro
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balia a sua moglie. ¶ Al Re, in guerra, le
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andata meglio. ¶ Per tornare al bambino, successe che un
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moglie tagliavano una ciocca al bambino e la vendevano
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tempo diventarono ricchi. ¶ Intanto, al Re il cugino impose
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prendono il bambino e al suo posto ci mettono
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scrissero subito la notizia al figlio. Ora accadde che
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lettera falsa in tasca al messaggero, che quando si
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e portò la lettera al Principe. ¶ Il Principe, quando
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che l’ammazzò schiacciato al suolo. La Principessa si
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strada insieme, finché arrivarono al palazzo d’un Gigante
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dissero: – Be’, a stare al servizio di un Gigante
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indomani il Gigante disse al curato: – Venga con me
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interessanti, mise l’occhio al buco della chiave e
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curato l’ho messo al suo posto, – disse il
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cose straordinarie poteva raccontare al suo ritorno, quando gli
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farà molto male, – disse al Gigante. – Lei è capace
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è capace a resistere al dolore senza muoversi? ¶ – Be
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se lo fu infilato al dito, ecco che il
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vecchio volle dar moglie al maggiore e lo sposò
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Facciamo così, diamo fuoco al palazzo: moriranno tutti gli
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damigella Lisabetta. In fondo al giardino c’era un
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sentiva male: in fondo al bosco trovò un albero
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uccise lì sul trono al mio fianco. Il paggio
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dalle guardie e portato al cospetto di mio padre
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donna: io m’accostai al paggio e allora riconobbi
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le diedero da dormire. Al mattino l’uomo peloso
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Regina. Appena la vide al chiaro, la Regina disse
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di dar la figlia al Principe di Portogallo, ma
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a Napoli. Mandò ambasciatori al padre del Principe perché
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Generali si radunarono attorno al trono a prestare giuramento
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a prestare giuramento. Accanto al Re erano i due
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a loro. Quando toccò al Generale del Portogallo, tutt
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messo sotto falso nome al servizio del Re di
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Allora la Regina disse al Principe: – Io non posso
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Il fornaio si rivolse al Segretario del Re e
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Segretario, perché ne parlasse al Re, finché il Segretario
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palazzo a mani vuote. Al Re non restò che
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e andarono a dormire. ¶ Al mattino accanto ai loro
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ho tagliato la testa al gobbino e l’ho
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calare fino in fondo al pozzo, prese il cadavere
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una nocciola. ¶ Adesso toccava al fornaio di farsi tirar
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tratto, precipitare in fondo al pozzo con la fune
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del Re e dire al Re che le avevano
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dal mondo di sotto al mondo di sopra, e
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tessitrice? Non ci badi al decoro? – E pensò di
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assassino. – Chi siete? – fece al giovane. E Fioravante: – Sono
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giorno l’assassino disse al Re: – Tutti i Re
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fida cavallina. In mezzo al mare, vide un pesce
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acciuffata riuscì a pigliarlo al volo. – Mettilo nella coppa
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disse la cavallina. ¶ Arrivarono al convento e Fioravante domandò
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bionda che aveva intorno al capo, e senza quella
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nel viaggio per portarla al convento a seppellire. ¶ Allora
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treccia era in fondo al mare e due delfini
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principesse, solo a volerne, al mondo non ne mancano
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la Regina vecchia scrisse al figlio che sua moglie
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senza mani, in mezzo al bosco, con quei due
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lasciamo lei e torniamo al Re che, finita la
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diceva il Re. – Tanto al mondo, senza l’Uliva
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l’invitò ad avvicinarsi al fuoco e a scaldarsi
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dite. ¶ Infatti, tornati vicino al camino cominciarono a dire
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Re! – dice. – Lo porto al Re e lui chissà
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che lo voleva regalare al Re. Dice la Caterina
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Ma se lo porterete al Re, troverà da ridire
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sottobraccio il contadino andò al palazzo del Re. Le
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che finalmente si decise. ¶ Al Re, sentendo quant’era
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in questa guisa arrivò al palazzo del Re che
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a casa, li troverai al loro posto per rimetterteli
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che non potevano albergare al coperto, dormivano per le
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legasse per la cavezza al carro d’un altro
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il padrone della vacca al mattino, tutto allegro, andò
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La vacca era legata al carro, il carro è
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giù botte da ciechi. Al rumore si radunò gente
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e li portarono difilato al tribunale del Re. ¶ Bisogna