Pietro Giannone, Vita scritta da lui medesimo, 1741

mentre io così parlava al “misser grande”, il fante

che il fante, comunicando al Pisani la mia sollecita

il forziere e dire al Pisani che io dovea

subito. Ma furono gettate al vento le mie parole

riportarseli seco e consignarli al Pisani, perché avrei io

i libri, e restituiti al Pisani; di che io

e tornarono in dietro al fante, che l'aspettava

poteva condurmi se non al Ponte di Lago oscuro

per Venezia, immantinente scrissi al Pisani ed al principe

scrissi al Pisani ed al principe Trivulzi, dandogli avviso

del re Carlo intorno al mio ritorno in Napoli

stessi han imposte? Quando al contrario non si tien

fu fatto; se bene, al confronto che si fece

per ciò a Venezia al Pisani ed al Trivulzi

Venezia al Pisani ed al Trivulzi, che volentieri mi

interessi. ¶ Scrissi per ciò al Pisani, che volendosene tornar

buona compagnia, per Modena. Al quale poteva consignare il

l'avesse, gli consignasse al principe Trivulzi, il quale

nell'osteria di Bigatti al vico de' Visconti, la

dal principe suo marito, al quale anche la mia

sospetta, scrivendomi che affrettassi al possibile di pormi presto

con sommo secreto comunicato al medesimo affinché, se mai

io mi fossi scoverto al gran cancelliere, ed ella

me le trovò prossime al palazzo de' Trivulzi, ove

che nemmeno era ignoto al marchese di Ormea, primo

Stato di Sua Maestà al quale avrei anche scritto

poteva io anche scriverne al marchese di Ormea e

ricevuti. Scrissi per ciò al marchese una molto umile

la maestà del re; al qual io, con tutto

incontro e questa novità al secretario Canarj, essendo la

soggiorno. Dissi per ciò al Canarj che già conosceva

perseguitarmi; che bisognava cedere al fato ed immantinente partire

ciò che si attiene al mio onorario, avuta tutta

mandò alcuni dubbi sorti al traduttore, perché io intanto

ricevei l'ordine, dissi al Canarj che bisognava trovar

per Ginevra. ¶ Raccomandai efficacemente al Canarj che, avendomi da

pezzi. Resi molte grazie al Cielo quando mi vidi

Cielo quando mi vidi al piano; e proseguendo poi

a basso rotolando sino al piano. ¶ Come si poté

attività ed affezione. ¶ Avvertii al Bousquet che palesasse a

dal residente di Francia, al quale avendo esposto i

io portato a Ginevra. ¶ Al Bousquet sommamente piaceva aver

intanto avvisai a Venezia, al Pisani ed al principe

Venezia, al Pisani ed al principe Trivulzi, il mio

venture. ¶ Scrissi a Milano al secretario Canarj, che avvisasse

perché fossi d'esempio al mondo che non vi

più serie e convenienti al loro stato, siccome di

Sax–Gottha, avea dato al principe di me bastante

alla corte, e scritto al primo ministro Patigno (di

dal senator Pisani fuori al lido, in una peota

fede”, e che, intorno al dominio del mar Adriatico

ciò che s'attiene al dominio del mar Adriatico

di più conviti fatti al vescovo, al podestà ed

conviti fatti al vescovo, al podestà ed altri gentiluomini

composte in villa, intorno al Dominio del mar Adriatico

e calunniosa, per riparar al meglio che si potea

Dissi per ciò ridendo al Pisani, che i gesuiti

Tanto più si accese al Pisani desiderio di legger

che si era data al Sanfelice; ed io, che

motto, fui costretto confidarla al Pisani, a cui professava

per loro re proprio, al quale dovessero ubbidire; sicome

e farsi questo torto al principe di Asturias? Sapersi

né alla città, né al nuovo re rifatto. Ma

stradò per Sicilia, scrivendo al conte essersi inviato a

Spagna un simil memoriale al re Filippo, con raccomandargli

che la risposta data al Sanfelice correva per le

acutezza di pensare superiore al suo sesso. Sovente per

il Berardi, che somministrava al Pitteri il denaro per

dare i miei manuscritti al rivisore, a chi sarebbe

e che, in quanto al secreto, a niuno dovea

di Germania; ed intorno al mio onorario, ch'essi

Infante, re di Napoli, al quale si era trasmesso

in casa del Pisani, al quale, ratificando le mie

per ciò in Napoli al mio amico Mela che

lo mandasse, con avvertire al giovane di non iscoprire

avendone donati due corpi al Pisani (e poi mi

re Carlo avea dato al mio memoriale, rimessogli di

poté contenersi di dirlo al vicario di Napoli perché

Napoli perché lo comunicasse al nuovo arcivescovo Spinelli, rifatto

in ciò ben servito al papa ed alla sua

come poteva il meglio al soggiorno di Venezia. Né

Né era da pensare al ritorno in Vienna, poiché

avean commessa la rivisione al padre teologo della Repubblica

frapporre minimo impedimento, incaricando al Pitteri, ora più che

Veneziani); e che dicesse al padre teologo che, dopo

ruinava, onde facendo sentire al Pisani che io non

data occasione, la risposta al Sanfelice, dove si manifestava

messa, e aveva adempito al precetto pasquale, e trovando

del Pisani, avea adempito al precetto pasquale il giovedì

messa ed aver adempito al precetto erano tutte mie

savio e discreto prelato, al qual niente piacevano le

de' religiosi e cittadini al numero di ottanta, li

gesuiti spesso mandavano esploratori al Pitteri ed a' miei

sua gondola fui condotto al solito spasseggio del Canal

vicolo stretto, che conduce al ponte avanti il monastero

il ponte e giunsi al campo di Sant'Angelo

il regno terreno precedesse al celeste, affinché dalle cose

Giovan Crisostomo rende grazie al Signore, il quale erasi

Agostino riflette, che piacque al sommo Iddio, in premio

quanto pareami bastante intorno al primo stato di natura

pochi ricorsi si aveano al Consiglio di Spagna di

elevazione di quel principe al trono di Polonia (se

alcuni reggimenti, per supplire al numero delle truppe destinate

Cristo risurse ed ascese al Padre, in corpo ed

ciascuno deve, dopo Dio, al suo prossimo. In Lui

non vuoi, e far al tuo prossimo quel che

indrizzando le nostre orazioni al Padre, dobbiamo pregarlo, perché

alle nuove dottrine ed al nuovo sistema, che si

pretore urbano, questi riferì al senato che doveano bruggiarsi

cerimonie, che sovente bisognò al senato metterci argine. E

credenza, come ne' costumi — al mio esser d'uomo

società civile, non dando al alcuno occasione di scandalo

da ciò fossesi scemato al loro imperio, che Iddio

suoi Stati, e sottopostolo al banno imperiale. ¶ Mentre la

volevano, ed era rimesso al loro arbitrio e discrezione

di Milano, e posto al castello stretto assedio, il

a man salva ritolto al possessore, passasse all'inimico

si sarebbe riacquistato, minacciavano al duca di Savoia d

suoi Stati, ed aggiungere al Milanese il Monferrato [e

la spedizione s'indrizzasse al regno di Napoli: ciò

imminente pericolo che soprastava al regno di Napoli, ebber

perché corrispondesse il fine al principio ed a' mezzi

a presentar le chiavi al principe don Carlos, che

codardo, che dovea opporsi al nemico a' confini ed

comando delle truppe alemanne al principe di Belmonte. ¶ Donde

la quale, per essersi al presidio unite le truppe

conveniva di fare intorno al regno di Napoli. E

istruzione che, se mai al suo arrivo trovasse quel

regno, non sia riuscito al principe molto difficile d

e volevano mostrarsi zelanti al suo servizio, lasciate le

feudi e beni, rimanendo al suo serviggio, né poteva

ch'egli dovea comandare al Reno, per fronteggiare a

speranza di trovarlo vivo al suo ritorno, a niun

di farlo vivere fino al suo ritorno, ed alquanti

doviziosa e ricca, che al vasto suo patrimonio aggiunta

ma che bisognava cedere al tempo; ch'egli avea

per ciò, fatto intendere al conte di Conversano, al

al conte di Conversano, al principe di Ottaiano ed

non dar di piglio al capitale de' mille fiorini

a poco avea accresciuta al valore di circa mille

mese di giugno, mandai al banco, per riscuoterne duecento

in chiesa ed intervenire al sacrificio della messa; indi

e che avrebbe imposto al secretario di spedirmelo; anzi

avrei mancato d'adempire al mio dovere e di

pregare dal cavalier Garelli; al quale rispose, che ne

per renderlo più prossimo al cardinalato; giacché erano riuscite

Camera, per meglio disporlo al cardinalato. Ma Roma, accorta

delle guaste parti concorreva al precipizio ed alla universal

aprile, diede lo spirito al suo Datore. ¶ I suoi

a San Salvatore ed al banco della città, nella

una vicina valle, che al ritorno mi copriva dal

Almarz, che soleva venire al vicino Prun, non avendo

solito la dimora, fino al mese di agosto; poiché

d'avvertire che, intorno al principio e durata dell

dieder altra origine, sicome al tempio e città di

fece papa Benedetto, conferendolo al cardinal Coscia, ch'era

Ebbene la Città ricorse al viceré e suo Collateral

sue ragioni, diede incombenza al suo agente, che mantiene

ricorso a Cesare ed al supremo Consiglio di Spagna

avrebbe anche data premura al reggente Esmandia, che faceva

Imperadore, ed esser sottoposto al regio exequatur, non meno

ogni altro, fu portata al marchese di Rialp, il

accordo del Consiglio, dirizzato al viceré conte d'Harrac

di concederlo e facendo al cardinal Sinfuego sentire che

fosse spedito ordine secreto al viceré, conte d'Harrac

di questo accordo, giunse al conte di Zinzendorf il

eliggibilità, spedito da Roma al cardinal suo figlio perché

in Roma il vescovado, al qual egli aspirava, che

di porre in fronte al libro un passo di

o prelato in Roma, al quale non si presentasse

forti cagioni mi mossero al contrario. Primieramente, la natura

me nota, piuttosto propensa al trasonico e millantatore, il

rame il mio ritratto al naturale, per metterlo nel

come nelle monete, dovesse al suo preporre il nome

si avvalesse; e scrissi al mercante, che gli pagasse

mercante, che gli pagasse al monastero, per alimento non

dalla sua adolescenza inclinato al male, troverà verissimo quell

me stesso, e provvedere al rimanente di mia vita

cose per l'uomo, al quale diede la dominazione

per antichità non cede al Pentateuco di Mosè, — nel

Oriente ed Occidente, come al Mezzogiorno e Settentrione. Questi

fantasie. Ed avesse piaciuto al Cielo, che nella Grecia

tutte l'altre, portata al maraviglioso e sorprendente — con

favole e sogni, spezialmente al poco numero degli antichi

alberi, le quali, scosse al fin d'autunno e

avrebbe somministrato gran lume al libro del Genesi di

fantasie de' poeti ed al volgo imperito ed alla

e dell'uomo, fino al secolo di Augusto, in

ed idolatrie. Egli propose al suo popolo un Dio

leggi che Mosè diede al suo popolo. ¶ Quindi nacque

questo popolo dovesse sorgere al mondo il suo liberatore

e cabalisti, si resero al mondo, per le tante

bolla di Urbano giovò al conte di Sicilia, per

bolla di Urbano, conceduta al solo conte di Sicilia

la vedessero, la presentai al principe Eugenio, dicendogli, che

volumi di scritture concernenti al medesimo, che non ci

Queste voci giovarono grandemente al Perelli ed agli altri

in Medeling fu assignato al presidente un capace quartiere

fiorini ottomila e pagati al marchese Stella, il quale

ne diede il possesso al presidente, in nome del

che il quartiere assignato al reggente Almarz era nel

Menckenii, padre e figlio, al quale mandai più riposte

partenza, sicché diede aggio al marchese d'Almenara, che

monaci che stavano attorno al papa, finalmente uscisse un

si voleva essere venuta al papa dirittamente ed immediatamente

di scrivere in Napoli al conte di Harrac, viceré

di Harrac, viceré, ed al suo secretario di Stato

si scrivesse un biglietto al delegato suddetto, mandandogli il

per man del boia, al cospetto del popolo, ma

scrivesse una forte lettera al cardinal Sinfuego, acchiudendogli il

e] che facesse sentire al padre Sanfelice, che dimorava

erasi in Roma scritto al cardinal Sinfuego. La cui

Napolitani; e di rendere al viceré molte grazie della

i quali, stando attorno al papa, qualificavano per idonei

pieghi in Vienna, drizzati al nunzio ed altre persone

in nome del pubblico al viceré, della proscrizione. Sicché

ricapito, con sopraccarta diretta al rettore de' gesuiti in

di libro lo presentai al cavalier Garelli, bibliotecario di

Napoli, mio amico, ed al quale professava molti obblighi

Passionei, che era succeduto al Grimaldi, e farne tanti

l'assunto di dar al mondo un nuovo Giornale

e principal cura, scrisse al cavalier Garelli, bibliotecario dell

allora Gerusalemme si apparteneva al soldano di Damasco, e

men all'Istoria, che al suo autore. ¶ In effetti

il marchese di Rialp, al quale diedi il memoriale

ne spedì dispaccio diretto al Consiglio. ¶ Replicarono al decreto

diretto al Consiglio. ¶ Replicarono al decreto que' signori che

erano stati prima incorporati al Consiglio, come sua dote

confondessero e s'incorporassero al Consiglio; onde non potessero

se ne spedissero ordini al pagatore Llamna. ¶ La mia

decreto, e furono spedite al ricevitor Llamna istruzioni conformi

arbitro e dispositore, lasciandosi al Consiglio le cose minute

ciascuno non attendeva che al proprio utile e d

l'Esmandia da fiscale al reggentato per Napoli, non

perché il soldo assignato al fiscale di novemila fiorini

l'anno s'incorporasse al Consiglio e [i consiglieri

esser questa: se concorrevano al posto Spagnoli e nazionali

più volte avessi ricordato al marchese di Rialp che

lo passaggio d'Esmandia al reggentato, si era palesato

Mi volsi con ciò al marchese, e fecilo anche

doveasi usar questo torto al lor santo, e posporlo

avverata la profezia intorno al preciso giorno, onde dovriamo

levatrice ed altre matrone al parto, gli Spagnoli, ch

far chiamare il Garelli, al quale consignò più immagini

l'uscita nel mondo al principe d'Asturia. Il

che non fossi impiegato al suo regal servizio, lo

cardinal Orsino, monaco domenicano, al quale più arcivescovadi, l

e semplici, si mandavano al secretario di Stato, di

sua chiesa. Ma assunto al trono papa Orsino, egli

tutto ciò lo dedicò al papa e, con licenza

per rendersi più grato al papa ed alla corte

ridurre quella smarrita pecorella al suo ovile. L'Apologia

la faccenda era tutto al rovescio, poiché in Roma

in Roma, e dedicato al papa!, — dicendogli che io

questi tempi, venne voglia al reggente fiscale Riccardi di

che, rimanendo la Spagna al re Filippo, fosse in

già reso spagnolo, succedendo al duca di Montelione, napolitano

di Sastago, pure spagnolo, al quale, se le moderne

che per compensare profusamente al principe Eugenio il soldo

diploma istesso fu costituito al principe, come vicario generale

conferisse in qualche cosa al pubblico bene, ma unicamente

ma unicamente si badava al maggior agio, comodità e

in ogni funzione precedere al fiscale. ¶ Ma gli Spagnoli

fiorini l'anno (poiché al Riccardi se gli pagavano

ne vennero più richieste al cavalier Garelli, il quale

nel qual erano chiusi, al cardinal Sinfuego ministro cesareo

reali preminenze, e spezialmente al tribunale della Monarchia di

Imperadore mostrasse d'uniformarsi al loro parere, nulladimanco il

Rialp scrivesse una lettera al viceré di Sicilia, colla

tanto maggiormente che, oltre al maggior aggio e cura

lo cardinalato già accordato al figlio; il secondo, per

che sperava doversi conferire al fratello, oltre alle alte

disegni. ¶ Datane adunque commissione al cardinal Sinfuego di trattarlo

far cosa grata più al papa, dal quale ne

che Sua Maestà comandasse al cardinal Sinfuego, il quale

sistema in Sicilia intorno al modo di trattar le

facoltà che si concedevano al giudice, le quali, se

la minuta, s'inferirebbero al tribunal della Monarchia; che

che mal potevano arrivare al lor intento, se in

ridusse a due soli, al conte ed al marchese

soli, al conte ed al marchese: ch'era quello

Eugenio, io l'avrei al medesimo presentata, per farne

in tutte le chiese al trono di Costantinopoli sottoposte

quel tempo tutte sottoposte al metropolitano di Siracusa, fassi

come sottoposte non già al trono romano, ma al

al trono romano, ma al costantinopolitano. Che nella Chiesa

chiese di Sicilia restituirle al trono romano; e che

II della legazione giovò al conte Roggiero di Sicilia

essemplari in mia casa, al numero di mille — che

con mia divota lettera al medesimo consecrata, — ne feci

ornato, e lo presentai al cardinal viceré; il quale

essemplari che doveano presentarsi al presidente, a' reggenti ed

stupore che, niente riguardando al lume col quale si

sicome sono più inclinati al male che al bene

inclinati al male che al bene, così si trovano

si trovano più disposti al biasimo che alla lode

Talché fu d'uopo al cardinal viceré, per evitare

della mia opera, ed al gesuita di partir da

altro di quello che al presente s'intende, e

comparire; onde tanto più, al mio arrivo in Vienna

anno 1723 veniva a cadere al primo dì del mese

don Tommaso Cessa, ed al console imperiale Fiore, per

si spedì colà corriere al vice-console imperiale, che

avviso. Il quale rispose al Fiore, che eravi un

che, nel dì stabilito al confronto, il sangue di

avea disposte milizie intorno al quartiere di Pontecorvo, ov

trovai undici anni dopo, al mio ritorno; ma faceva

d'un borgo prossimo al convento de' Minimi di

lettere, per dovermele consignare al mio arrivo, questa venne

caldamente raccomandato dal Cirillo al cavalier Pio–Niccolò Garelli

di leggerlo; poiché disse al Garelli che, sicom'era

si davano alle stampe. Al che risposi che certamente

fosse qui ben ricevuto. ¶ Al marchese di Rialp, secretario

vederlo, la sera precedente al giorno della partenza; poiché

Ed un mio amico, al quale era ignota la

ne fece anche avvertito. Al quale si rispose, che

né la scomunica riserbarsi al solo romano pontefice; ma

proibisce è molto acconcia al suo fine; poiché, se

Roma, venne ardente desìo al cardinal Althan, viceré, di

Roma. Ma io diceva al Riccardi, che n'era

della censura; ed appartenendo al Consiglio Collaterale di Napoli

non si fossero opposti al vicario; ed altri, dicendomi

està, e dimorarvi sino al tempo delle vendemmie, quali

animi e disporgli, affinché, al ritorno di Cesare, fosser

invogliò tanto, che scrisse al suo agente in Vienna

Sua Altezza che io al suo ritorno ne avea

speranze. ¶ Fui ad inchinarmi al principe Eugenio di Savoia

così facendo, avrei mancato al mio onore ed alla

avere ciascun fedele vassallo al proprio suo principe. Esser

a farne confronto, ed al paragone si sarebbe veduto

ricchissimo di Salerno, aspirava al cardinalato. Mandò poi in

portati alquanti, che bastavano al mio intento, me gli

di avvocato (poiché, impiegandomi al suo real servizio, ed

tralasciai di raccomandarmi anche al gran cancellier di corte

corte, conte di Zinzendorf, al quale mi condusse il

amante; sicome, poi, tutto al contrario sperimentai dal suo

loro adolescenza sono portati al male, e che il

il medico, poco riflettendo al mio gracile temperamento, mi

in breve tempo tornai al pristino stato di perfetta

studio della giurisprudenza romana; al quale avendo io esposte

delle Istituzioni di Giustiniano, al Perez, a Giulio Pacio

credendo che, dovendo restituirgli al padrone che me l

in Napoli chi aspira al dottorato deve insieme prendere

che delle persone ascritte al suo ministerio, — ne fosse

libro, dovea correre fino al convento di San Giovanni

di questa mia Vita. ¶ Al de Angelis io pur

ultimo punto di perfezione, al quale ci sarei arrivato

onde mi attenni più al primo che a quello

la mia guarigione. Raccontai al di Napoli di aver

il denaro per ascendere al grado di dottore, non

consumava il tempo, scovrii al carissimo Spinelli le mie

conducendomi seco, mi raccomandò al medesimo; e non bastandogli

o morti o passati al ministero, — nulladimanco non ne

scritti, in guisa che, al paragone degli altri composti

dotti e commendabili. ¶ Ed al mio intento, ed uso

mi riuscivano più acconce al mio fine. Nelle prime

la quale essendo piaciuta al cliente, volle che si

trattar di quelli appartenenti al capo, l'era convenuto

sentire. Sicome, sempre che al medesimo occorreva far qualche

a' Romani, e spezialmente al nostro regno di Napoli

veduto sorgere il Decreto, al Codice emulavan le Decretali

dovean soffrirsi per giungere al desiato porto. Non vi

fortune de' privati, ma al pubblico stato, sicome soglion

tribunali, fu d'uopo al conte Martiniz (ch'era

forze fossero state eguali al magnanimo suo cuore, grata

del passaggio dell'Argento al ministerio, per questa parte

cui fu data incombenza al consigliere Argento di scrivere

gloriosa fatica fu promosso al grado di reggente del

presi la difesa, pretendevano, al contrario, che al vescovo

pretendevano, al contrario, che al vescovo si appartenessero come

voleva ecclesiastiche e dovute al vescovo per diritto divino

dilazione, io l'impiegava al lavoro dell'Istoria civile

non all'Aulisio ed al Capasso e ad alcuni

mi fossi veduto vicino al porto. Né m'ingannai

non ben si conformava al mio stomaco che lo

sol bicchiere di vino al fine della tavola: qual

di mia vita fino al presente, che sono in

ottener le licenze rimase al Vitagliano. Fu facile persuadere

Vitagliano. Fu facile persuadere al medesimo che, contenendo la

focirc(ô)ro ed al travaglio di dar l

e diligenza. ¶ Avvicinandomi, dunque, al termine del quarto ed

dell'anno 1722 ebbi ricorso al viceré, allora cardinale Althan

per dover far relazione al viceré del contenuto dell

di fare una rappresentanza al viceré, colla quale rendeva

essendo soli, egli corse al pubblico magistrato a farne

fare. ¶ Fui dal Vernet, al quale avendo esposto il

mercante libraro, suo amico, al quale egli avrebbe anche

non poteva se non al suo ritorno darci principio

quinto tomo. Onde scrissi al secretario Canarj, che se

Scrissi parimente a Venezia al principe Trivulzi ed al

al principe Trivulzi ed al senator Pisani i miei

rimessa di denaro, fin al ritorno di Barrillot da

professore in Losanna, scrissi al medesimo che essendosi con

li mandasse, con restituirgli al padrone. Ed il medesimo

i conti con Bousquet, al Pellissari era rimaso tutto

per mezzo suo intendere al Pellissari ch'erano in

Ciò che potrà renderne al mondo chiara testimonianza quel

faceva raccolta, per darne al pubblico un giusto volume

un romano in Vienna al secondo custode della biblioteca

questi portò la lettera al cavalier Garelli, bibliotecario, il

bastante e chiaro saggio al mondo quanto fossi lontano

a Champéry, fu mandato al general conte Picon, governatore

doana che ivi era; al quale fu data dal

Chénevé, ne faceva rapporto al suo fratello a Champéry

lo mandò a Champéry al fratello, il quale glielo

s'incontrava di soddisfare al precetto pasquale nella piccola

posta, il dopo pranzo al tramontare del sole, per

Lemano agiatamente ci condussimo al lido. E smontati a

e confusi, si avvicinarono al letto, e postoci la

egli che dovea ubbidire al suo Re, che l

galesse, fu licenziato Chénevé, al quale raccomandai le mie

in mio nome rendesse al signor barone le debite

scrivere in una lettera al marchese di Ormea questi

lettera, aperta, si diede al Guastaldi, che da' riscontri

Picon, generale, dovea fare; al quale il Re scrisse

non disponesse altramente, ed al quale si eran dati

ordine d'un principe, al quale io non avea

che io più pensassi al ritorno di Ginevra; onde

mandasse pure a Champéry, al governadore; e che mi

sicome lo stesso dicesse al Pellissari, che intorno alla

nella risposta che feci al generale, rendendole molte grazie

lettera scritta per Milano al secretario Canarj, colla quale

avea mandato a Champéry, al governadore, il mio forziere

altra mia lettera scritta al governadore, il quale fecemi

poteva riceverlo se non al di lui ritorno. Aspettai

Fu mandato questo memoriale al governadore di Champéry, il

ch'erasi già trasmesso al Re nella corte di

inverno si avvicinava, mandai al governadore di Champéry altra

questa memoria, mandai pure al governadore la picciola nota

e questa solitudine, dar al mondo una verace e

essersi San Girolamo apposto al vero, quando scrisse che

i loro pietosi occhi al gran sasso sotto il

del Santo Ufficio commissione al padre maestro fra Giovanni

etc., e data licenza al detto padre Prever di

si mandarono dal Re al papa, il quale, per

marzo, e gli terminai al di 15 maggio. E furono

a Torino con lettera al signor marchese D'Ormea

Ormea, pregandolo di presentarli al Re, a cui erano