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invenzioni verbali


Benvenuto Cellini, Vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze, 1562

concordanze di «al»

nautoretestoannoconcordanza
1
1562
Gaddi cherico di Camera, al quale io avevo lasciato
2
1562
avevo lasciato in guardia al mio partir di Roma
3
1562
mille cose con loro -. Al quale io dissi: - Di
4
1562
e messomi le mane al polso, con quelle sua
5
1562
cosa io mi ritornai al Papa e dissi a
6
1562
lo risegnò: fecesi registrare al Campidoglio; di poi, quel
7
1562
arei aùto un male al mondo; ora bisognava medicarmi
8
1562
e' potevano e sapevano al mondo; e io ogni
9
1562
maggiore aiuto che mai al mondo potessi dare uno
10
1562
e non dare noia al nostro Benvenuto -. Vedutomi schernire
11
1562
il quale si metterà al suo luogo. Passò più
12
1562
che io fussi morto. Al quale, maestro Francesco, che
13
1562
più di venti mignatte al culo, forato, legato e
14
1562
Filice mi si gittò al collo, dicendo che non
15
1562
noi ¶ così per tempo al Ciel salita sia ¶ quella
16
1562
scompiglio dette da credere al medico che vi fussi
17
1562
arei potuto ber più; al quale io dissi che
18
1562
Allora lui si volse al ditto maestro Bernardino e
19
1562
neri e rossi: serbossi al medico; il quale disse
20
1562
Felice: - Abbi or cura al tuo Benvenuto, che è
21
1562
che io avessi mai al mondo; l'altro giorno
22
1562
gli aveva sentito dire al Duca: - Benvenuto faceva molto
23
1562
tu hai fatto contro al Duca? che gli ho
24
1562
aveva scorticato una gamba al detto Manno con certe
25
1562
che lui aveva detto al duca Lessandro ch'io
26
1562
non ebbi una paura al mondo: e il valente
27
1562
da qualche scellerato ribaldo al mio signor Duca, che
28
1562
e passò 'l Duca; al quali io subito mi
29
1562
Roma, sanza far motto al Duca o altro. ¶ LXXXVIII
30
1562
ferri di quella medaglia. Al quale io dissi che
31
1562
io non ponessi speranza al suo rovescio, e che
32
1562
avessi, liberamente lo portassi al Duca, ché buon per
33
1562
mi feci un male al mondo. Cavato fuora e
34
1562
piacevolmente, l'altro giorno al tardi venne la nuova
35
1562
per donare allo Imperatore. Al quale io dissi, che
36
1562
oro con un Cristo, al quale io avevo quasi
37
1562
detta croce; e portatolo al Papa con il Cristo
38
1562
bellissimi ornamenti, sadisfece grandemente al Papa; e innanzi che
39
1562
la mattina seguente. Parve al detto messer Latino, che
40
1562
volere dar nuova invenzione al Papa, la qual venissi
41
1562
e ch'era costo al cardinal de' Medici a
42
1562
un mese e mezzo. Al ditto libro voleva fare
43
1562
giunta subito egli donò al Papa un diamante, il
44
1562
portassi prima el libro al termine che gli era
45
1562
io ebbi el libro al Papa, grandemente gli sodisfece
46
1562
parole io le dissi al Papa, domandandolo se gli
47
1562
perché era stato detto al Papa, che quel diamante
48
1562
gioielliere che fussi mai al mondo, e questo si
49
1562
Piero, baciai li piedi al morto Papa non sanza
50
1562
vi avevano una colpa al mondo; però giudicai che
51
1562
sì che ognun badassi al fatto suo. Isdegnati quelli
52
1562
avessi animo di fare. Al quale io dissi: - Albertaccio
53
1562
a me, e badate al fatto vostro, e levatevi
54
1562
li messi le mane al petto con tanta prestezza
55
1562
possettono. Tiratogli per dare al viso, lo spavento che
56
1562
dua colpi soli, che al sicondo mi cadde morto
57
1562
tutti quei bravi corsono al morto corpo, e contro
58
1562
fatto, veggiamo di salvarti -. Al quale io dissi: - Andiamo
59
1562
cameriere del Papa, mandò al cardinal de' Medici un
60
1562
milanese, il qual dicessi al Cardinale il gran male
61
1562
presenza del ditto gentiluomo, al vescovo di Frullì suo
62
1562
orsacchino, molto adirato rispose al vescovo, dicendogli che lui
63
1562
era milanese, e disse al Papa: - In e' primi
64
1562
grazie di questa sorte -. Al quale il Papa voltosigli
65
1562
Latino Iuvinale m'introduceva al Papa, perché il Papa
66
1562
star sicuro per insino al ditto tempo. Veduto questi
67
1562
e appresentatomi più volte al ditto Signore, il quale
68
1562
strada Iulia per voltare al palazzo del Farnese, essendo
69
1562
da sedere e arrivare al mezzo della strada: di
70
1562
passo alquanto, mi accostai al muro per dare larga
71
1562
per dare larga istrada al ditto corsetto. Anche lui
72
1562
corsetto. Anche lui accostatosi al muro, e di già
73
1562
Altra volta ci rivedremo -. Al quale io dissi: - Io
74
1562
il quale lo diremo al suo luogo. ¶ LXXVI. ¶ Io
75
1562
Firenze, e feci motto al duca Lessandro, il quale
76
1562
andar seco a spasso; al quale io promessi: però
77
1562
io promessi: però risposi al duca Lessandro che volevo
78
1562
prese per noi, dicendo al Benintendi che gli aveva
79
1562
dispiacerebbono; sì che attendessi al fatto suo, e lasciassici
80
1562
i cavagli per andare al porto, quale è non
81
1562
giunto che noi fummo al porto, vi trovammo il
82
1562
io me ne contentavo. Al quale io dissi: - La
83
1562
e m'incresce insino al cuore di non poter
84
1562
quando a noi furno al dirimpetto, quello isciocco di
85
1562
ridere, e piacevolmente dissi al Sansovino: - Gli è troppo
86
1562
A questo, non guardando al desinare abundante che mi
87
1562
trovandomi per Venezia presso al Rialto, mi scontrai in
88
1562
e che noi andassimo al bordello. Quivi era un
89
1562
saccoccia, con fretta dissi al guidatore dell'alzana che
90
1562
budella 'n un catino -. Al quale io dissi: - Compar
91
1562
che aveva dato commessione al maestro della zecca, il
92
1562
con gli occhi, commise al suo guardaroba, che era
93
1562
ci piace di fare -. Al quale io risposi, che
94
1562
E se così piacessi al Duca? - Io gli risposi
95
1562
tuo meglio a restare -. Al quale io dissi che
96
1562
nel suo cassettino, dissi al Duca: - Signore, state di
97
1562
mi fanno una paura al mondo; perché io sono
98
1562
io l'ho apportare al Papa, il quale promette
99
1562
di poi si volse al Governatore e gli disse
100
1562
aveva commesso il Papa. Al quale io risposi subito
101
1562
che io potessi desiderare al mondo, si era l
102
1562
vostra; ché badate bene al fatto vostro. Io non
103
1562
che voi avete questo al Papa di me, in
104
1562
uomo riferì ogni cosa al Papa in molto più
105
1562
dovessi fare quel reliquiere. Al quale io dicevo, che
106
1562
lui alla negromanzia. Andaticene al Culiseo, quivi paratosi il
107
1562
che immaginar si possa al mondo; e ci aveva
108
1562
ordine, fece la porta al circulo; e presoci per
109
1562
uno ci messe drento al circulo; di poi conpartì
110
1562
Di nuovo io dissi al fanciullo: - Queste creature son
111
1562
e missosi le mane al viso, di nuovo disse
112
1562
più che mezzo morto, al quale io dissi: - Agnolo
113
1562
che io dovessi attenermi al suo consiglio. Con questi
114
1562
aveva consacrato quivi vicino al luogo detto alla Badia
115
1562
che s'appressava molto al tempo, mi pareva molta
116
1562
che non desideravo altro al mondo che di fare
117
1562
questo valentomo, e uscire al mondo adosso con una
118
1562
di già eramo vicini al fine del mese; al
119
1562
al fine del mese; al quale, per essere invaghito
120
1562
forse per far dispiacere al detto Felice. Avvenne, che
121
1562
che non sapevo nulla, al mio solito modo piacevolissimamente
122
1562
prestamente giunto che fu al Papa, gli disse: - Beatissimo
123
1562
il Papa infuriato comesse al Governatore, che era quivi
124
1562
gli aveva inteso dire al Papa, e che non
125
1562
non sapeva nulla, referito al Papa, il ditto si
126
1562
Di poi si volse al cardinal de' Medici, e
127
1562
per esser noi Fiorentini. Al qual oste noi più
128
1562
e dato il piè al cavallo, fece segno di
129
1562
che inmaginar si possa al mondo. Così mi stetti
130
1562
menò a fare reverenzia al Vicerè di Napoli, il
131
1562
cambiassi lui, di grazia. Al quale io, ripreso il
132
1562
diamante e io eramo al servizio di quella. Allora
133
1562
a una sola parola, al quale io dissi che
134
1562
nettolo alquanto lo porsi al Vicerè; il quale satisfatto
135
1562
l'aveva domandato. Tornatomene al mio alloggiamento, trovai lettere
136
1562
messo il mio cavallo al suo luogo, salito in
137
1562
mio bel cavalletto, accennato al mio servitore che stessi
138
1562
ne andai a scavalcare al palazzo del cardinale de
139
1562
per sua parte dicessi al bargello che non ardissi
140
1562
fuggivo di andare intorno al cardinale de' Medici, avvenga
141
1562
che io lo servissi. Al quale io dissi che
142
1562
in tanto furore, commettendo al Governatore che subito preso
143
1562
a Dio e quanto al mondo, da poi Vostra
144
1562
rovescio afatto: portatolo su al Papa, lo trovai nel
145
1562
ma non istava già al servizio del Duca. Era
146
1562
capitano volentieri a mettere al punto, non si curando
147
1562
loro che si accostassino al capitan Cisti, e che
148
1562
Questo si domandava Giovanni, al quale io dissi: - Di
149
1562
tal cosa non dicessi al ditto Cecchino, disse a
150
1562
tempo si portava, giunto al ponte Sant'Agnolo viddi
151
1562
fratello in sé), disse al duca Lessandro: - Signor mio
152
1562
in tutta notte insino al giorno. Come il sole
153
1562
lo avevo inteso, e al suo luogo si dirà
154
1562
archibusieri, che aveva dato al mio fratello. Questo tale
155
1562
io fui, feci parlare al Duca, il quale mi
156
1562
e stessi cheto. Giunto al Papa, guardatomi così coll
157
1562
subito bellissima in Banchi, al dirimpetto a quel Raffaello
158
1562
mai altro uomo avessi al mondo, in queste tali
159
1562
traditori a noia, tirando al detto cane sassi e
160
1562
non mi lasciorno andare al mio cassone a vedere
161
1562
Subito ritornatomi le virtù al suo luogo, ringraziato Idio
162
1562
e subito messo sospetto al Papa. Il Papa più
163
1562
il Papa si volse al governatore di Roma, e
164
1562
se io non rimediavo al mio cane, me lo
165
1562
di modo che, portandola al Papa, egli non si
166
1562
imperatore ricco, io donerei al mio Benvenuto tanto terreno
167
1562
che io ebbi finire al Papa quella sua smania
168
1562
già gli avevano domandato al Papa, qual era di
169
1562
sera io gnene chiesi. Al buon Papa non sovvenendo
170
1562
messer Bartolomeo dovette ridire al Papa le mie ardite
171
1562
non volsi mai andare al palazzo per nulla. Il
172
1562
ha'la tu finita? - Al quale io risposi: - O
173
1562
la metà; e venuto al primo a mezza spada
174
1562
Mentre che io andavo al Papa, pensavo il modo
175
1562
cose che tu di' -. Al quale io dissi, sentendogli
176
1562
essi. Io non dissi al Cardinale che mettessi tanta
177
1562
domandò del mio nome. Al quale io dissi: - Benvenuto
178
1562
a l'acqua e al vento, e star pe
179
1562
giudicato alla forca e al fuoco, ne fu parlato
180
1562
fuoco, ne fu parlato al ditto Legato, messogli innanzi
181
1562
condennato alle forche e al fuoco, per essere lui
182
1562
di noi il portò al Papa. Era il disegno
183
1562
molto volentieri s'appiccò al consiglio di quei milanesi
184
1562
che non desideravo altro al mondo che finire quella
185
1562
Oimè, non chiedere oro al Papa, che tu lo
186
1562
guai, guai a te -. Al quale io dissi: - O
187
1562
io avevo ditto riferirebbe al Papa; e così fece
188
1562
dua d'accordo dissono al Papa: - Se Vostra Santità
189
1562
contenti che io vadia al carcere, con tutto il
190
1562
camerieri ridendo pure dissono al Governatore: - Noi vi consegnamo
191
1562
siamo -. Subito partitisi giunsono al Papa; e dettogli precisamente
192
1562
cinquecento scudi. Così direte al Papa. Le vostre minaccie
193
1562
innanzi che egli giugnessi al mio diritto: così col
194
1562
punto: quel resto dettono al muletto, il quale cadde
195
1562
occorre dirle: solo attenderò al fatto mio. ¶ XXXIX. ¶ Fonduto
196
1562
oro, io lo portai al Papa, il quale molto
197
1562
fatto avevo, e commesse al Cavalierino che mi donasse
198
1562
bene a cavallo. Giunto al mio vecchio, fu tanto
199
1562
di essi ne lasciai al mio buon padre, prommettendogli
200
1562
parole parlò di me al Duca; il quale mi
201
1562
di poi si volse al ditto misser Iulio, dicendogli
202
1562
questo modello, piacque tanto al Duca, che li favori
203
1562
intendere, che mi terrebbe al suo servizio con tal
204
1562
avendo io fatto reverenzia al Cardinale suo fratello, il
205
1562
Queste parole furono ridette al Duca da quel suo
206
1562
parecchi altre operette fatte al Duca sotto nome del
207
1562
che il marito così al primo non pensava che
208
1562
disegno. Il quale disse al ditto Federigo: - Andate a
209
1562
medesimo tempo io mostrai al ditto Giuliano il mio
210
1562
che io dovessi tornare al servizio di Clemente, e
211
1562
la nascosi: dipoi iscrissi al ditto maestro Iacopo pregandolo
212
1562
essere tanto travagliato. Dissi al mio amico che, quel
213
1562
gioie e l'oro al terzo e al quarto
214
1562
oro al terzo e al quarto, che lui in
215
1562
Vostra Santità dette commessione al Cavalierino che donasse un
216
1562
e questo non arrivò al valore di cento quaranta
217
1562
fa di questo fede al confessoro, se altro non
218
1562
che si possa dire al mondo; e disse che
219
1562
rilievo, e in mezzo al detto voglio accomodare questa
220
1562
Piacendo oltramodo questa medaglia al Re, il virtuosissimo misser
221
1562
Sua Santità si fanno -. Al quale io dissi che
222
1562
cosa, dettono il carico al detto Michele tutti; il
223
1562
e Pompeo, a dire al Papa che avevano visto
224
1562
dava la benedizione. Sotto al detto diamante avevo accomodato
225
1562
lor fare e' disegni -. Al quale io subito mi
226
1562
la moneta e' ferri al Papa, quando la vidde
227
1562
più satisfazione e maraviglia al Papa, avevo meco portato
228
1562
se ne dava tre al ducato. Preso il Papa
229
1562
lo dette in mano al datario, dicendogli che subito
230
1562
non lo dimostravo niente al mondo; anzi istavo tanto
231
1562
e l'altro accanto al mignolo. E perché la
232
1562
gli darebbe una noia al mondo. E messo mano
233
1562
alla ditta figliuola, dissi al maestro che si fermassi
234
1562
torto; e radeva. Giunto al maestro, cominciò con tanta
235
1562
di Raffaello orefice disse al ditto misser Giovanni: - Misser
236
1562
che sanza un proposito al mondo gli disse: - Non
237
1562
d'oro, mostrandola spesso al Papa, la qual cosa
238
1562
mio fratello in Roma al servizio del duca Lessandro
239
1562
servizio del duca Lessandro, al quale in questo tempo
240
1562
ducato di Penna; stava al servizio di questo Duca
241
1562
Idio mi avessi tolto al mondo, gli mandassi a
242
1562
gli mandassi a donare al mio povero padre, scrivendogli
243
1562
sul mio cavalletto, resolutomi al periglioso passo quivi d
244
1562
ringraziai Idio. Lo dissi al conte: lui dette a
245
1562
che mai si cognoscessi al mondo. Di questa detta
246
1562
parola io la concessi al Bachiacca, parve a questa
247
1562
qual cosa dirò poi al suo luogo. Avvenga che
248
1562
presto accresce' gran bellezze al suo bello viso: messigli
249
1562
da poi li messi al collo collane d'oro
250
1562
panno di state, giunti al luogo, di già era
251
1562
rizzatosi Michelagnolo, disse che al Papa si baciava i
252
1562
Pomona, mettendogli le mane al corpo, trovorno che l
253
1562
notabile, aspetterò di porle al suo luogo; che presto
254
1562
di uno de' Pulci al quale fu mozzato il
255
1562
di tal benifizio fattoli. Al quale io dissi, che
256
1562
dunque per uno insensato? - Al quale io dissi: - Non
257
1562
non ho un pensiero al mondo, ma di voi
258
1562
velluto e di seta al ditto giovane, e si
259
1562
sun un cavalletto bianco, al quale lui dette di
260
1562
sul fiume del Tevero. Al dirimpetto a questa casa
261
1562
non ha una colpa al mondo -. A il quale
262
1562
Luigi aveva il braccio al collo alla ditta Pantassilea
263
1562
bacerò pure un tratto, al dispregio di quel traditore
264
1562
in su la spalla al detto Luigi: e perché
265
1562
da quel misser Benvegnato, al cui era uscito il
266
1562
mi menò in casa al ditto misser Benvegnato, dove
267
1562
Clemente mandato a chiedere al signor Giovanni de' Medici
268
1562
non è un rimedio al mondo; voi vedete, quelli
269
1562
di Santo Agnolo, arrivammo al portone di Castello con
270
1562
combattere alle mura. Giunti al detto portone, di già
271
1562
feci. Così salitomi su al mastio, innel medesimo tempo
272
1562
Questo Giuliano affacciatosi lì al merlo del castello, vedeva
273
1562
se ne veniva diritta al Castello; ed era possibile
274
1562
a certe case vicino al Castello, dove si erano
275
1562
inclinato alla medicina che al piffero, e subito piangendo
276
1562
mandato a chiedere soccorso al duca di Urbino, il
277
1562
detto signor Orazio, che al dirimpetto drento di quel
278
1562
uomini di molta importanza -. Al qual signor io dissi
279
1562
là, detti in mezzo al sole, come io avevo
280
1562
e andate a dire al cardinale, che io ho
281
1562
ditto signor Orazio Baglioni, al quale io dissi che
282
1562
io son tuo amico -. Al quale io dissi: - Signore
283
1562
nulla, perché si sentirà al suo luogo quanto gli
284
1562
questo era stato già al suo servizio; e in
285
1562
che io avevo usato al modo del tirare; ma
286
1562
sola un'altra che al suo luogo io la
287
1562
in certe farse adosso al Papa e al detto
288
1562
adosso al Papa e al detto Cavalierino. Dipoi mi
289
1562
questa donna era gentile al possibile e oltramodo bella
290
1562
Benvenuto -. Soprastetti alquanto intorno al mio disegno che facevo
291
1562
come io avevo cominciato. Al quale io dissi, che
292
1562
de il tuo gioiello -. Al cui io risposi, che
293
1562
quanto inmaginar si possa; al quale io dissi, quello
294
1562
il suo vaso, portatolo al papa, restò satisfatto benissimo
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tuo gioiello a canto al premio del mio vaso
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premio del mio vaso -. Al quale io dissi che
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in quel modo insino al seguente giorno; perché io
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accostare il suo cartoccio al mio, subito giunto in
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bassi, senza un romore al mondo, con tutt'a
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1562
ne dette da fare al detto Lucagnolo, e uno
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1562
hanno ragione, come intervenne al mio figliuolo; ma veggasi
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in buona parte, quanto al sonare, sì come Idio
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il quale è oggi al servizio del nostro Duca
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per sattisfare in parte al mio vecchio padre, fui
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e otto giorni innanzi al Ferragosto, ogni dì dua
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disse che mi voleva al suo servizio in fra
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1562
che lui non farebbe al sonare -. A questo il
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numero delli nostri compagni -. Al quale io dissi: - Lasciate
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di poi lo scrissi al mio vecchio padre, il
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1562
termine di poterla mostrare al ditto vescovo, lo feci
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O bello zittiello, di' al tuo padrone, che egli
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Portossi il ditto vaso al Salamanca, il quali volse
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villana forza, in mano al ditto si roppe; e
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che presto lo portasse al maestro che lo aveva
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bocca d'esso istioppo al loro maestro di casa
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1562
lo andrei a dire al Papa subito. Intanto, a
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mia dinari. Crebbe còllora al vescovo; e le bravate
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le dispute furno grande. Al fine prima ebbi li
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fare molte grande opere; al quale io dissi che
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1562
presenza il cardinale Cibo, al quali il Papa contò
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1562
istessa m'ero mostro al mondo uomo da qualcosa
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di quella era unico al mondo. Avenga che a
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1562
esercizio molto difficilissimo rispetto al fuoco, che nelle finite
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professione equalmente operare; e al suo luogo mostrerrò tal
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uno scoppietto in ispalla al mio Pagolino, e soli
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villani lombardi, che venivano al suo tempo a Roma
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che mai fusse veduto al mondo: in questo l
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questo uomo li mostrò al Papa; e l'altro
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1562
volse che lui restassi al suo servizio; e questo
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che non voleva stare al servizio di persona del
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1562
certi ritratti di terra; al quali io mi risi
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1562
disse il detto fattore al padre: - Venite, mio padre
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1562
non arebbe. Subito vòlto al figliuolo, gli disse: - O
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io più andare innanzi al cardinale? - A cui il
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1562
il coito, se' mortale -. Al quali io dissi: - Hollo
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una cassetta quivi vicina al mio letto, e quelli
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1562
più opera. Così lasciai al ditto tal carica, quale
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dato cognizione di loro al mondo, quella sola doverria
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Fiorenze, per esser vicini al fiume d'Arno per
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1562
fare un tal favore al suo valoroso capitano, e
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1562
perché Roma è fluente al Tevero, Ferrara è fluente
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Tevero, Ferrara è fluente al Po, Lione è fluente
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1562
materia da gran cose al suo luogo io le
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1562
di Sant'Orsola, e al ponte a Rifredi li
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1562
gran festa io corsi al mio avo, dicendo: - Vedi
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1562
lui si dava tutto al piffero e lasciava in
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desiderio che lui aveva al mondo, circa i casi
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1562
che io potessi avere al mondo, si era quando
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Soderini, essendo mio padre al suo ufizio del sonare
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1562
quanto immaginar si possi al mondo; e in questo
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1562
alla Signoria, e sonavo al libro, e un tavolaccino
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1562
altre tue bellissime arte - al cui mio padre rispondeva
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Quella arme, che era al palazzo de' Medici, mentre
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hai piacere di sonare? - Al quale io dicevo che
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de' quindici anni, contro al volere di mio padre
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suo unico figliuolo naturale, al quali lui molte volte
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1562
alcune volte di compiacere al mio buon padre, or
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dieci miglia. Io dissi al mio fratello: - Vienne meco
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da propia cattività, disse al ditto cardinale che mi
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aiuto che io davo al mio padre e alle
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1562
giovane sanza isperienza, risposi al povero afflitto padre; e
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in circa, fermatomi presso al ponte di mezzo, dove
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proffessione era la mia: al quale io dissi che
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sonare, tenendomi le dita al polso, perché aveva qualche
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che io fui, ritornai al mio Marcone, uomo da
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fare una grande opera al mio Re, voglio, per
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con mio padre, dissi al Tasso: - Tu sei persona
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San Piero Gattolini disavedutamente. Al quale io dissi: - Tasso
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prestassi danari per tornarsene: al quale io dissi: - A
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e bravo, si volse al detto Giannotto e li
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la mia protezione, disse al Firenzuola che mi pagassi
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mandando la maggior parte al mio buon padre. In
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1562
e parte mi bravava: al cui io risposi, che
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Quando detta soma fu al rincontro mio, questo Gherardo
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dovessimo donare per elemosina al monasterio delle Murate. Subito
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gagliarda grida ci mandorno al cancelliere: io che borbottando
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còllora che, tirato tutto al male e anche per
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si gettò a dosso: al cui io menai una
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io menai una pugnalata al petto, che il saio
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o fattogli un male al mondo. Parendo a me
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ci facemmo un male al mondo. Solo vi restò
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alcune ingiuriose parole disse al povero padre mio: - Lièvati
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e non più là -. Al cui quel medesimo rispose
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figliuolo, e non voi? - Al cui rispose: - Di' che
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favori che si potessi al mondo immaginare. ¶ LVI. ¶ Avevo
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arebbe avvisato. Fu riferito al Re come io m
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così un pezzo, diceva al Duca che io andavo
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causa di far credere al Duca quello che gli
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acconciar meco per servidore: al primo noi fummo d
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cosa, cominciai a mostrare al Duca che 'l Bandinello
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non avevo aùto nulla al mondo; solo me ne
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altro non mi curo al mondo, se non di
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la mandassi, la portai al mio Duca, il quale
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mandai in Francia, diritta al cardinal di Ferrara. ¶ LX
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interessato per farlo comperare al Duca. Questo diamante era
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inganno che voleva fare al Duca di Firenze, mai
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lo vedete inclinato bene al volerlo, e' si farà
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l'aveva compera, o al porgli pregio perché quello
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che Bernardone avessi fatto al Duca una così vituperosa
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puttanesca arte, mi volsi al figliuolo in sua presenza
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scotendo il capo, disse al figliuolo: - Ahi ribaldello, forse
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aveva dato le commessione al bargello e che io
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di schermigliar con essa al mio solito. E in
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1562
che si possa veder al mondo, perché ci eramo
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1562
io facevo le monete al duca Lessandro, e di
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1562
Parigi, quando io ero al servizio del Re. Egli
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1562
perché io avevo scritto al mio gran Duca tutta
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1562
dove io ero stato. Al quale io risposi che
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mia, dandomi grandissimo animo al ben fare. Ma possette
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1562
nuovo cominciai a riparlare al Duca e gli dissi
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1562
alla sua città e al suo glorioso Principe, gli
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1562
alquanto più tardi che al mio solito, il Duca
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1562
avevo mai fatto fare al mondo. Subito mi si
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1562
giorni che io dissi al suo Giorgio da Cortona
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1562
altro che sia nato al mondo, e sia chi
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1562
e io mi avviarò al bargello -. A queste parole
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che io gnene appiccassi al petto di mia mano
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io dissi più volte al Duca: - Signor mio, se
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monete che io feci al duca Alessandro, le quale
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1562
che immaginar si possa al mondo e mi pagò
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1562
pregandola che la dicessi al Duca, che io avevo
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Eccellenzia illustrissima doverrebbe dire al Duca, che ei non
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quale e' m'impediva al finire il mio Perseo
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di rado mi appresentavo al Palazzo, e con gran
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disperato mi ritornai accasa al mio mal fortunato Perseo
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mi disposi di gittarmi al disperato: e una volta
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1562
mio lavorante. E giunto al mio figliolino lo trovai
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1562
e non senza lacrime al mio solito ringraziai il
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1562
aveva quasi smarrito, pure, al mio solito, fatto della
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1562
lo mandò a donare al re Filippo, e dappoi
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1562
è -. Subito apertola, dissi al Duca: - Signor mio, questa
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1562
mi chiama asservirlo -. Piacque al Duca assai che la
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1562
le quali molto dilettorno al Re; e in questi
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1562
parlava benissimo italiano, venne al mio castello, e entrò
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1562
mi vadia a dolere al Re, io mi difenderò
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1562
portato. Di poi ricorsi al Re, e li dissi
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1562
versi sanza una fatica al mondo, mandava innanzi e
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1562
sapere niente. Faccendo intendere al Re dove voleva che
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1562
Madama di Tampes, disse al Re che non v
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1562
Idio mi aiuti -. Messolo al suo luogo e, quanto
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1562
che era in mano al Giove; e per essere
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1562
il bel Giove incontro al Re: e perché ancora
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1562
l'opere sue restino al paragone dell'antiche, ancora
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con bella grazia addosso al ditto Giove, perché gli
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1562
subitamente facessi; e comandò al suo Amiraglio che comandassi
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1562
questo, perché non fa al mio proposito. Mi missi
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1562
un conto di me al mondo, come se cognosciuto
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1562
a casa mia. Andato al suo solito per licenzia
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1562
non avere una paura al mondo. ¶ XLV. ¶ E subito
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1562
ho fatto tutto, insino al termine che gli è
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1562
che io sono stato al suo servizio. ¶ XLVI. ¶ Mi
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1562
si usa. ¶ XLVII. ¶ Ritornato al suo palazzo, venne a
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1562
di San Polo, dicendo al Re che mi dessi
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1562
onorevole, non volendo dire al Re il modo che
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1562
di molte giornate. Giunsi al ditto luogo e trovai
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1562
aveva compiaciuto tal cosa al suo Bologna pittore, però
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1562
partì. Io mi accostai al Cardinal di Ferrara, che
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1562
il Re. Io dissi al ditto Cardinale, sì come
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1562
il qual signore stava al soldo del Re e
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1562
passato mezzo giorno, venne al mio castello certi di
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1562
a messer Guido e al Vescovo di Pavia che
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1562
non desidera altra cosa al mondo, se non che
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1562
chiamare da Ascanio; e al primo mi sollevai dal
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1562
avendogli io in mano al Cardinale, io non gli
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1562
dette in sul capo al mio cavallo, qual fe
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1562
innanzi. Avevo uno istruggimento al cuore, ora di arrivare
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1562
che io aveva fatte al Re Cristianissimo; e dicendogliele
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1562
audienza che sia possibile al mondo. Di poi mi
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1562
m'hanno assassinato, dove al suo luogo io lo
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1562
ciò che gli aveva al mondo, lasciandosi mangiare dagli
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1562
d'agosto nel 1545, essendo al Poggio a Caiano, luogo
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1562
come io dico, andai al detto Poggio solo per
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1562
che io avevo fatte al Re; alla qual cosa
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1562
iscuola non istimava, risposi al mio Duca che volentieri
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1562
dà un grand'animo al mio modello, perché a
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1562
che si possa immaginare al mondo. ¶ LIV. ¶ Avendo io
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1562
alberi e vite: pure, al mio solito, arditamente, con
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sommissione che io fo al Duca; ma faccendo altrimenti
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1562
Duca non saper così al primo questa diavoleria occorsa
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1562
professione. Disse il maiordomo: - Al Bandinello si dà dugento
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bicchier di buon vino - al quale io dissi, non
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1562
nissuno. Andollo a riferire al Cardinale; il quale, dettogli
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mia, qual si dirà al suo luogo. ¶ XXIV. ¶ Se
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1562
che mai io conoscessi al mondo: questo si fu
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1562
a cognoscere, lo menai al mio castello, e quivi
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1562
il fatto, questo arrivò; al quale io dissi: - Io
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1562
d'assai, lo dipinse al Re; il quale due
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1562
tanto, che la disse al Re: - Io credo che
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1562
volte mi volsi mettere al disperato per andarmi con
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1562
per volta; e proponevano al ditto giudice una causa
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1562
Ascanio e il Chioccia al ditto giardino andammo a
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1562
dua mia servitori tornai al mio castello; dove io
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1562
arei prima voluto dare al mastio, non lo potendo
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1562
lo potendo così giugnere al primo, quando da poi
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1562
io avessi usato seco al modo italiano; qual modo
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io avevo usato seco al modo della Italia. Il
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1562
io avessi usato seco al modo italiano, l'arei
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1562
a l'agente e al paziente; però costei confessa
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1562
per la madre: dicendo al giudice, che se non
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1562
mia, che io correrei al Re, e direi la