Umberto Fracchia, Il perduto amore, 1921

e faticosa, mi parvero, al primo incontro, attraenti; pieni

rattenuto ardore. ¶ Seduto dinnanzi al tavolo, fra mio padre

padre dominava dalla cantina al granaio con la sua

apparve lontana, in fondo al golfo. I giardini, gli

padre aveva già provveduto al mio alloggio. Discesi dunque

mi assegnò una camera al secondo piano. Le suppellettili

che cosa pensare dell'al di là, e cerca

stretto alla cintura e al collo con ambo le

con piccoli singhiozzi simili al tubare delle colombe, ora

di voci umane mescolate al rullar persistente di un

un lungo silenzio appoggiandosi al mio braccio, — senza volere

conta. ¶ Eravamo giunti dinnanzi al cancello della sua casa

avvolto; e poi appoggiarsi al tavolo, senza forze, e

braccialetto d'oro smaltato al polso, e un altro

e la carrozza parte al galoppo. Io la rincorro

La vecchia si affaccia al mezzanino e dice: — Non

baciarmi. ¶ — Che hai? — mormorò al mio orecchio. — Non parli

di barche e distese al sole lunghissime reti. Il

veranda, mentre io bussavo al cancello. Discese ad aprirmi

considerarmi come un moribondo al quale ogni cosa può

la sua corda, vicino al nodo. Ma con quella

e quel nome risuonò al mio orecchio come un

o vergogna, o castigo, al pensiero di dovermi trovare

riuscirebbe meglio di me. ¶ — Al contrario! — esclamò Clauss alzandosi

arlecchino. Poi mi avvicinai al pianoforte, sfogliai il quaderno

e rimisi ogni cosa al suo posto. Poi, ancora

prodezze, ritornai in mezzo al salotto ed attesi. Finalmente

un bacio le palpebre al sonno, che ci veglia

blu. E di sotto al fiocco usciva un uccellino

tovaglia. Ella avrebbe avuto al collo qualche gioiello maraviglioso

stavano in un vaso, al centro, tre grandi e

po' di noia intorno al collo e cercavo di

Perchè? — domandò Daria. ¶ Accostandosi al suo orecchio, Clauss mormorò

vicino a me, quasi al mio orecchio. E poi

tamburi e di piatti, al cui ritmo cercavo di

fino a stordirmi, fino al — punto di non comprenderla

piaga dolorante e spasimante al posto del cuore, un

colpiva, senza tregua, sempre al cuore. In tanta angoscia

e una sciarpa intorno al collo. ¶ — Queste disperazioni io

tutto il corpo aderì al mio corpo, tanto che

Clauss, e, arrivata dinnanzi al cancello, vedo Sterpoli che

ubbidisci, umilmente ti sottometti al tuo destino di schiavo

ero come un prigioniero al quale si dice: — Sta

già pazzo di gioia al pensiero che sarei stato

apparve e si mise al mio fianco, e mi

la sua ghirlanduccia intorno al cranio vuoto, intorno al

al cranio vuoto, intorno al cranio nudo e risonante

striscia gialla e lunga al mio fianco. Quella lingua

erano gli abiti appesi al muro, quelle gambe e

si voleva aprire; intorno al quale i miei pensieri

e le loro tube al guardarobiere, e se ne

un rosso paragonabile soltanto al fuoco e ai tramonti

quell'ora, e cioè al mercato dei pesci, sulla

testa alta, i capelli al vento, le mani in

voltarsi, come se parlasse al vento, che tutti dicono

ai giardini pubblici, giocando al giuoco della campana con

corte con quello splendore al collo, e come si

pezzo cessato di battere al semplice richiamo delle illusioni

riscosse, come se improvvisamente al vecchio orologio chiuso nel

vero smeraldo, tanto che al confronto l'acqua verde

E, dato di piglio al sacco, sputò e fece

un sasso, splendeva ferma al sole; e avrebbe pagato

collana di Daria, sembrò al vecchio che quelle nere

magari piangere di contentezza al pensiero che quello smeraldo

un nume, avrebbe comandato al sole di anticipare il

il moccolo, e stringendosi al cuore quella collana tanto

quei sogni non conservò, al ridestarsi, alcun preciso ricordo

passo la soglia dell'al di là. Ma sempre

non potevo arrischiarmi nè al vento, nè alla pioggia

io mi rifugiavo accanto al fuoco, e l'immagine

visitavano, e si sedevano al mio fianco, rimanendo là

Daria che era apparsa al fianco di mio padre

li riaprii, Silvina aveva al collo quella collana, e

diventate nere; e somigliano al velluto. Attraverso questo negrore

da quel medesimo punto al quale ero appena arrivato

beata cecità che conduce al precipizi. Ella era armata

desolate, prima di arrivare al paese. Anch'io forse

dietro quella poi scompariva. Al ritorno, verso sera, si

di camminare. Eravamo allora al principio dell'estate. Le

la mano e strappava al nostro glicine, che già

corre dalla nostra casa al paese, si riempie di

verdi, che poi ingialliscono al sole, si aprono spacci

di seta sgargianti intorno al collo e grandi ciuffi

interminabili e sudate danze al suono di un violino

e la vedemmo affacciata al davanzale, pallida, che guardava

da altri uomini, apparve al di qua della siepe

me. Giunto in fondo al sentiero, là dove esso

macchiata di sangue rivolta al cielo che tutta l

annodò la benda intorno al suo capo, gli aggiustò

il ferito riposava, vidi al lume giallo di una

Se mi fossi abbandonato al mio cuore avrei pianto

occhi, non ancora abituati al buio, scoprissero contro quella

la tua? Non pensi al babbo, non pensi alla

poi levò gli occhi al cielo, e, giungendo le

grandi occhi ipocriti levati al cielo. Sembra che non

belle ali che scoloriranno al sole come petali caduti

condusse Silvina ad abitare al settimo piano di una

suo primo pensiero, quando al mattino apriva gli occhi

egli si decideva finalmente al gran passo, sceglieva sei

che diffidi di te. Al contrario tutti sono pronti

riattaccava i suoi occhi al soffitto. ¶ Allora Silvio si

sè e si metteva al collo la collana con

casa nostra, anche lassù al settimo piano di quella

vita miserabile, di abitare al settimo piano d'una

cose ghiotte, di addormentarsi al lume di una candela

scritto una lunga lettera al suo signor padre, nella

viola e uno smeraldo al collo? ¶ — Sì, sì, confessò

mani inguantate, lo smeraldo al collo, parata e immobile

rimboccava calde calde intorno al collo le morbide coltri

sonni tranquilli. Ma quando al di là dell'abbaino

Madama Humbert abitava appunto al terzo piano di quella

rispondere con un inchino al suo saluto. Non s

sempre di nero. Intorno al suo collo portava sempre

tre divani intorno intorno al salotto. Ai colpi che

smeraldo che ella porta al collo m'ha messo

sulle sedie, in fondo al letto, appesi ai muri

voltarsi con il viso al lume, incominciò a dipingerla

per ammirare quanto giovasse al suo profilo la bocca

era così strettamente allacciato al suo, non era il

d'un piacere ignorato, al pensiero che il suo

feltro, le attorcigliò intorno al collo una volpe azzurra

fuggirsene via, e sottrarsi al pensiero che quelle labbra

sole di maggio. Stringendosi al seno quelle rose, tutta

finito, d'un burattino al quale, passata sul viso

senza per questo abbandonarmi al vizio. Del resto ognuno

stanza perchè l'accompagnassi al piano, non ebbi la

trattenuta pochi minuti accanto al suo letto e poi

la vide in fondo al largo d'una strada

ammalato di nome Silvio, al quale corrispondeva il tale

stanza con lei, appoggiato al suo braccio, dopo aver

bene le coperte intorno al corpo, perchè lo riprendeva

che ella portava sempre al collo. Un'idea strana

Sentì poi Silvina coricarsi al suo fianco, all'altra

gli abiti, si avvicinò al cassettone, e contemplò la

pastrano e gliele gettò al collo, giuliva. ¶ — Come poco

felici! esclamò tenendosi appesa al suo collo e accarezzandolo

di legno, pensò che al loro posto si potevamo

rise, e vedendo che al suo collo mancava la

stanza, e corse nuovamente al cassettone, e ricominciò a

ogni movimento, in base al principio che quattro occhi

lunghe ore. Silvina, seduta al mio fianco, tenendo gli

preparandosi con accorata malinconia al giorno che doveva cominciare

che tutti fossimo intorno al suo letto, e quando

trovai mio padre seduto, al buio, nell'anticamera, che

e attaccava i tiranti al bilancino e le ficcava

ora mi sembrava lunga al ritorno. Allora Casacca zoppicando

con la buona volontà al difetto d'una gamba

come me, pallida, rincantucciata al mio fianco, gli occhi

casa si passa dinnanzi al cimitero, che è sopra

recinto del frutteto, addossata al muro, c'era allora

di nuovo raccolti intorno al suo letto, come sempre

attorcigliandosi la treccia intorno al capo e arricciandosi i

il suo posto accanto al letto, dove Marta aveva

sua pietà anzichè obbedire al suo cuore, si lasciò

maestra, l'udii passare al trotto e allontanarsi... ¶ XIV

che ho attraversato fino al momento in cui scrivo

cose narrate fin qui. Al contrario penso che la

dire che appartenga ormai al passato. ¶ Raccontano che vi

le sporte vuote appese al braccio, svolazzavano pei marciapiedi

Imperatrice della Cina o al Sultano dei Turchi, e

collana d'oro semplice al cui centro splendeva un

il principe gliela allacciasse al collo. Così Silvina rinnegò

a colonne che tumultuavano al buio, credettero d'essere

continuò a combattere furiosamente al buio. Ciascuno credeva di

dai quartieri più eccentrici al primo odore di tempesta

grotta scavata nella scogliera, al di là del faro

Perdifiato, seduto in faccia al mare, aspettava pazientemente che

da quella grotta maledetta al centro della città, e

di ragazzo, diceva: ¶ — Sbattilo al muro e io lo

con l'altra aggrappandosi al muro, si alzò in

trovò una pietruzza che al tasto e al colore

che al tasto e al colore, alla rotondità, riconobbe

non Accolito che, coricato al suo fianco, ronfava con

dopo quella lustrata brillarono al sole più nere che

rimase tutto raggomitolato intorno al capo, che sembrava appunto

vestita bene, si accostò al letto dove Perdifiato non

teneva le braccia intorno al capo. La coperta era

tutta ammonticchiata in fondo al letto. Prisca si curvò

domeniche, toccava di trascinarsi al fianco di Perdifiato, che

coccio che aveva accanto al letto. Ma quell'acqua

uscivano fossero lunghe fino al soffitto. Tutto per quella

di gemme, e intorno al collo dieci file di

Silvina. Essa ora appartiene al cielo: è di Dio

è di Dio. Sospesa al collo della Vergine, sembra

la sedia è accanto al letto) capisco che si

mi fece salire fino al sesto piano di questa

fondo di un corridoio, al quale la sua finestra

Io sorrido se penso al senso di repulsione e

e buono! Eppure quella, al confronto di questa, poteva

parve di udire proprio al mio fianco, dietro il

per dare un'occhiata al giornale o per scrivere

d'ogni mese, grazie al quale nessuno di noi

dicembre per dire addio al mondo, per rompere ogni

fare altro che sederti al mio posto. Addio, addio

dimenticato. ¶ III. ¶ Mi sedetti al tavolo di Esposito. C

appuntate con uno spillo al bordo d'ogni pagina

tutte le altre, dovuta al caso. Ma a me

sua confusione di parole, al momento di lasciarmi, Esposito

per strapparmi per sempre al mio amore. Esposito, Esposito

di non aver pensato al fiume, forse perchè quei

scale che dovevano condurmi al mio sgabuzzino. Ma mentre

raddrizzò, alzò gli occhi al cielo, si torse le

m'aveva stupidamente strappato al mio dolce nulla verso

le ossa indolenzite, pensare al sonno che verrà, al

al sonno che verrà, al tepore che a poco

Così mi stringevo intorno al corpo infreddolito le coperte

solo, senza una necessità al mondo di vivere altrimenti

così, coricato, immobile, abbandonato al mio peso... E a

che dolcemente si cullava al soffio di un vento

che qualcuno fosse coricato al mio fianco, con il

il capo appoggiato accanto al mio sul guanciale, e

un amico nel mondo, al quale chiedere aiuto e

con le braccia levate al cielo. Poichè sei venuto

verginità, dopo averla sottratta al commercio che voleva farne

di pensare con ironia al caso che dopo avermi

di sposo, e lasciarla al suo sonno innocente e

mia vece, e coricarti al suo fianco? Far contento

chiedergli di essere riammesso al mio impiego. Oltre tutto

sopra una sedia accanto al tavolo e guardavo sua

il suo cappellino spennacchiato, al collo una sciarpetta di

lana due volte intorno al collo e si incamminò

che cosa sono io, al suo confronto? Non sarò

posò poi in mezzo al tavolo, e mi guardò

viso della madre somigliava al viso della figlia come

città sarebbe ora rimasta al buio per intere settimane

elettriche, che erano adiacenti al gazometro, dovevano aver subito

lavoravo fosse proprio subito al di là del ponte

qualcuno mi si mise al fianco e mi salutò

costargli molta fatica, camminava al mio fianco in silenzio

fra noi due, accanto al lume. ¶ Io lo trattavo

mi avvicinavo lento lento al letto. Incominciavo in silenzio

giacca e l'appendevo al piolo. Allora Isacco diceva

solito... ¶ Rimetteva la sedia al suo posto e Luisa

detto ieri, passando dinnanzi al fioraio? mi domandò. ¶ — Che

più all'oggi e al domani, alla nostra povera

poco, l'uomo discende al bruto. Si riduce, Isacco

tipografia, mi si presentava al ricordo meno penosa e

a nascere in me, al pensiero di Isacco e

ogni momento ero pronto al suo richiamo, pronto a

tormento, improvvisamente svanivano, e al loro posto subentrava una

voluto far alzare qui, al posto di questa parete

sentii Luisa muoversi leggermente al mio fianco. Credevo che

corridoio lo percepii appena. Al rumore che fece la

il viso vicino vicino al suo. Aveva strofinato uno

candela s'era accesa. Al lume di quella candela

Luisa si trascinò accanto al letto e per spogliarsi

e angoscioso, come se al solo parlarne la rivivessi

luce. M'ero presentato al mattino nella tipografia con

Mi ritrovai inginocchiato accanto al letto dove Luisa giaceva

e il giorno, fino al momento in cui ero