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invenzioni verbali


Bernardino Martirano, Aretusa, 1618

concordanze di «al»

nautoretestoannoconcordanza
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d'Amor, a canto al bel fonte diventi? ¶ Ma
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dar le leggi Roma ¶ al mondo tutto trionfando torna
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per fiaccar le corna ¶ al fier Babel: e far
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a la ruina e al danno. ¶ 6 ¶ Da la nobil
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e com'edera suole al tronco intorno ¶ così cinto
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novello desio li nasce al core. ¶ E già comincia
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salamandra son io dentro al tuo foco, ¶ né gioir
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e si ben Morte al cor le tien la
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tanto l'infelice, ¶ ch'al bel suo amante così
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che le crude vele al vento spieghi ¶ a cercar
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finocchi: ¶ e correndo poi al mar con quel gran
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mosse a Giove et al ciel tant'aspra guerra
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Stassi di questo freto al lato destro ¶ questa peste
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naso, la bocca, insino al petto; ¶ di lupo il
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ver Lilibeo, per gire al lito Moro: ¶ non comportar
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e sarai a pena al padiglion tornato, ¶ quando a
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io faccia col ferro al petto oltraggio: ¶ priegoti adunque
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scapigliata ¶ (come menade corre al suon del corno) ¶ corre
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suon del corno) ¶ corre al porto e vede indi
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più. ¶ Tanto in preda al furor e al duol
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preda al furor e al duol si dà, ¶ ch
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corse, ¶ tanto che giunse al bel loco pregiato, ¶ ove
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stanca, sul terren duro al ciel aperto ¶ si gettò
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pianto si disfà, com'al sol neve: ¶ sbandito ha
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pietà le mie querele ¶ al mancator di fede, empio
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tratti così, che più al nemico fai? ¶ Se chi
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Se chi te solo al mondo segue e chiede
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canto, ¶ come la madre al furioso Orreste, ¶ con faci
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parla. ¶ 68 ¶ E tanto crebbe al fin l'acerba doglia
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come in vita tanto al mondo piacque ¶ la sua
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Amore e le Cariti al fisco ¶ de l'aure
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segue, chi si dona ¶ al pastoral exercizio e l
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cose inferïori; ¶ l'altra al vento contrasta e a
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a' lachi bigi. ¶ Et al fin poi si vede
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a la finestra. ¶ 76 ¶ Ivi, al medesmo luoco ove esce
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mille ferute per costei, ¶ al primo sguardo ogni uom
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che i sassi, ¶ piacque al gran padre trasformarla in
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faretra: ¶ un bianco scoglio al mar vicino stassi, ¶ ch
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quïeta. ¶ Ma a pena al piè fu giunto de
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torna, ¶ che a canto al lito tra l'onde
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virtù raggio, ¶ che illustre al mondo tanto fa Pescara
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come a la Bicocca ¶ al suo valor lo svizzar
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molta gente stese; ¶ quando al buon Golisan chiuse la
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un strale (ahi lasso! al Golisan cortese). ¶ Poscia vedeasi
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cortese). ¶ Poscia vedeasi appresso al gran romano ¶ trionfando ir
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e le svizzare schiere al fiume Sesi. ¶ 101 ¶ Poi si
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Sesi. ¶ 101 ¶ Poi si vede al caval volger la briglia
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di virtude ogni raggio al mondo spento. ¶ 107 ¶ De la
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De la miracolosa porta al labro ¶ intorno intorno avea
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canto ¶ li fa, mentre al suo Sol consacra il
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ch'è senza pari al mondo e del suo
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del gran Delo, ¶ grida al gioven: - Che fai, ché
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fai, ché non domande -? ¶ Al bel Narciso per le
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allor che stando intento al gran spettacolo, ¶ vede la
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sorella io lito: ¶ insino al cielo i sacri fochi
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veggio sospeso tremar Orïente ¶ al nome solo de' suoi
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gesti sui ¶ chiunque beve al fonte del cavallo, ¶ né
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rosso il prato, ¶ egli al fin cade con su
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con consigli. ¶ E così al mondo a riverirlo insegna
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que' cani ¶ e, mentre al suo signor combatte a
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Pausilipo, entrò la sera al Molo. ¶ 145 ¶ E d'Aretusa
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tanto cercò, che venne al loco, ¶ ove in acqua
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foco. ¶ 148 ¶ E vedendo scolpito al marmo bianco ¶ con mortifere
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faccendo oltraggio et onte ¶ al niveo petto e del
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e del bel viso al sole ¶ disse con gran
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rio? ¶ Rispondi, bella Ninfa, al tuo Narciso, ¶ mostrami gli
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costumi ¶ e di salir al ciel scorger le vie
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fido. ¶ Quel che più al mondo amasti or più
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rare, ¶ meco piangendo, insin al ciel risuoni: ¶ e mentre
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le fiamme vive: ¶ ma al fin tanta è la
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l'aspro pianto, ¶ com'al sol neve si dilegua
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de' suoi capegli nacque al cardo, ¶ che com'òr