Lorenzo Venier, La puttana errante, 1531

Ma perché vede dietro al sporco e incesto ¶ Puttanil

e divino, ¶ Che tienti al nome torce eterne accese

bene merto fu padre al suo padre. ¶ IX ¶ Costui

XIII ¶ Nel cazzo entrò al vigliacon, che padre ¶ Tiensi

l'Orco è nata al mondo, ¶ E non di

e reccotta. ¶ Costei sola al cul va i panni

e ingordi cazzi ¶ Corrono al cul, qual amante a

ferrarese potte ¶ In campo al suon de la taratantara

baiarda bandiera. ¶ XXI ¶ Comparse al parangone una ribalda, ¶ Che

a l'orina, ¶ Com'al tambur, che dà danari

vide mai correr briachi al vino ¶ Quando d'averlo

potta e nel culo ¶ Al popolo mostrava tutt'i

Perderebbe con lei fin al capuccio. ¶ XXXVIII ¶ Fatto ciò

Piantolle 'l cazzo dentro al pettiglione. ¶ Or pensa tu

e la fiamma, e al ciel le strida, ¶ Et

staffette. ¶ Io dico pan al pane e cazzo al

al pane e cazzo al cazzo ¶ Per dir il

porca bascia Amore. ¶ XI ¶ Al fin de le parole

le parole la lebbrosa ¶ Al cazzo si lanciò, ché

L'anima in cima al duro cazzo corse, ¶ L

ella vede inchiava. ¶ Dicea al boia il bargel: «Squarta

Dea, qual non adulo, ¶ Al fin gli 'ncatenò dentro

sì soave la monica al prete, ¶ Né piace a

monete, ¶ Né 'l fango al beverone e lordo ciacco

vassi cibando. ¶ La petegola al fin, de i cazzi

Margutte o Morgante, ¶ S'al primo incontro non caccio

vien come 'l nibbio al polmone; ¶ Poi la sua

quadra ¶ Incontra e sprona al paladin poltrone, ¶ E adosso

arme in asta». ¶ XXXIII ¶ Al fin de le parole

del culo ismerdolate, ¶ Ch'al cuoco in terra fe

sanguaccio, ¶ Non sté miga al rumor del padre sorda

profonda potta ingorda ¶ Voltossi al reverendo gaglioffaccio, ¶ Che senza

Eretici, che vanno scalci al letto ¶ Con mille Paternostri

l mondo a noia, ¶ Al forno, al fiume, al

a noia, ¶ Al forno, al fiume, al mercato, a

Al forno, al fiume, al mercato, a la fiera

grossi i villani, ¶ E al fin di riguardare i

stracca ¶ Per sua gratia al più grand'ella s

de la Diva, ¶ Visibile al bisogno apparse in fretta

apparse in fretta, ¶ Et al tor fe' sonar prima

E dièlle il cane al fin mille scazzate. ¶ XVI

XVI ¶ Correvano le bestie al suo odore, ¶ Com'i

commandano a' sbirri et al bargello, ¶ Ch'i' non

le fiere, in campo, al soldo, ¶ Sfoiand'ogni uom

fue. ¶ Di gratia abbiate al fotter avertenza, ¶ Perch'io

Perché preciede messer uom al cazzo ¶ E non sempr

a la potta et al cul comparire, ¶ Come ch

che fa 'l fuoco al genaro. ¶ XLIII ¶ Et un

perfetto, ¶ Un buon capon al gusto molto piace, ¶ Che

vecchia, che conclusione ¶ Porse al suo dir, ch'a

a la spada et al brochieri ¶ Un buon maestro

suona, ¶ Ogni uom misericordia al ciel chiedea, ¶ Chi fugge

conoscer amico o nemico, ¶ Al suon di musichevoli archibusi

ciascun, ciascun chiedeva aita ¶ Al fier tirar di questo

puttana ardita, ¶ Eterna infamia al suo sesso poltrone; ¶ Sol

Ella satiò dal ponente al levante. ¶ Move 'l trionfo

stillati ¶ D'erbe colte al splendor di certe stelle

pennello: ¶ Ella stassi colcata al naturale, ¶ E fasse 'l

le stelle, ¶ S'odono al ciel le scelerate strida

et uniche sorelle, ¶ Copia al bordello onorevol e fida

tutta quanta sua geneologia, ¶ Al carro trionfal fan compagnia

sua vita porta, ¶ Et al carro famoso fan la

cagnolino, ¶ Che caruoli bestiali al collo tegna ¶ Guadagnati nel