Alberto Savinio, Tutta la vita, 1945

all’uomo e pace al suo animo. ¶ Anche il

morto laggiù in riva al grande fiume. Lodovico guardò

Questi era fermo davanti al treno ma non lo

d’ombra che giaceva al fianco del convoglio, e

morto laggiù in riva al grande fiume. Ma Lodovico

rimasto laggiù in riva al grande fiume. Allora Lodovico

Allora Lodovico si rivolse al prete, suo unico compagno

usciva così a malincuore al passaggio dei treni ed

ideale. Anche l’addetto al ritiro dei biglietti se

da anni riposa morta al piano di sopra, e

finestra, e d’accanto al vaso di gerani guarda

di nulla gli salirà al cuore, gli roderà il

di coccio da tiro al bersaglio. Lodovico si fermò

le si era appiccicata al sedere. ¶ Lodovico si rimise

dall’avambraccio della strada al braccio, si sentì le

si sentì le spalle al sicuro. Trasse allora di

di un amore antemorto al suo nascere, sepolta in

sì una condizione favorevole al suo progetto. Si riprometteva

signorina... egli desiderava «passarlo» al suo amico Lodovico, «solo

e quando arrivò davanti al portone e prese in

prontezza con la quale al primo colpo del batacchio

morto laggiù in riva al grande fiume ma di

che passa a pensare al mare di là dalla

ingombro di navi attraccate al molo, sudicio di detriti

chi accetterebbe di cantare al mio fianco l’altra

spoglia mortale per salire al cielo». ¶ Al silenzio che

per salire al cielo». ¶ Al silenzio che seguì Lodovico

atto di fraterna partecipazione al comune dolore il suo

poltrona e invitò Lodovico al «sopraluogo». Gli ultimi singhiozzi

le morivano in fondo al naso, come minuscoli tuoni

salotto. ¶ Ora Lodovico arriva al punto «cruciale»: quel punto

sé. Come? Stava vicino al morente, gli udì pronunciare

che essa non reggeva al miracolo, ma ritornava alla

Colui laggiù in riva al grande fiume che muore

Bussano alla porta. Dietro al ragazzo dell’albergo, in

avvolta a spirale intorno al corpo, si titillava l

come due finte uova al burro posate a imitazione

come il rubino che al bere si rivelava sodo

rivelava sodo e attaccato al fondo del bicchiere; e

tutto simile alla scimmia, al cane, alla gallina. «Agitati

volta, togliendo il respiro al corpo degli uomini e

ha sessant’anni, mentre al tempo dei Capricci di

signor Codro per comperare al suo bambino un finto

sulla via Tolomeo mostrava al passante la sua forma

per dare la felicità al suo bambino. In questa

cupola, e in mezzo al cielo un dio padrone

è buttato in mezzo al mare e non sa

calmato il terrore, piacque al piccolo Didaco la forma

che quell’alberetto fece al piccolo Didaco fu una

immutabile e fisso. Vide al formarsi dell’autunno che

foglie e quelle rimaste al ramo perdevano il verde

la sua fiducia andarono al mondo di cui faceva

parte il suo alberetto, al mondo immutabile e fisso

mondo immutabile e fisso, al mondo di Tolomeo; e

o, come si dice, al proprio avvenire, l’idea

vita che si sottrae al destino della vita, e

cioè a dire arrivino al termine del loro proprio

spasmodicamente se lo strinse al petto, con la sinistra

sonò il campanello e al servo che apparve sulla

dell’invito rivolto nel 1937 al signor Didaco dal governo

pomi fatali, e intorno al quale si avvolgeva il

uomini e cose. Stava al disopra delle vicende umane

anche l’amore avvia al rinnovarsi della vita, ed

e chiamato Gerolamo Saltincasa, al quale il signor Didaco

Adamo. ¶ Un giorno arrivò al signor Didaco una lettera

una tavola in mezzo al salotto di casa dell

qualunque altra spiegazione. Quanto al signor Didaco, fautore indiretto

stellone e scese novamente al pianterreno per i soliti

animali erano immobili ciascuno al proprio posto sui prati

dal sonno dell’amore al sonno della morte. ¶ «Scelsi

signor Didaco si attaccò al telefono, lanciò inviti agli

non sono aggettivi comuni al treno, ma creati or

all’aggettivo «acefalo» riferito al convoglio ferroviario, la cosa

corridoio e si affacciò al finestrino in cerca di

un fiume che scintillava al sole, e la signorina

Fufù si accorse che al suo treno mancava la

mozzicone di tubo, irto al sommo di un petto

è il «fufù»? ¶ Ora al posto del «fufù» c

Johanna, avviata alle Cascine al fianco della sua governante

lungarno Amerigo Vespucci scintillante al sole per una recente

non lo ha pensato al finestrino, ma nell’interno

nell’interno della vettura. Al finestrino la signorina Fufù

Fufù, che si stringeva al petto la sua magra

una madre si stringe al seno la carne della

fanno in treno o al gabinetto; lesse tutto, e

legalmente le furono imposti al fonte battesimale, e che

trent’anni prima, arrivata al convincimento della definitiva irrimutabilità

campi d’asfodelo; arrivò al Teatro della Pergola, fu

di vernice che intorno al Natale le piccole narici

Elvira, sentì l’amore al modo di biondo e

dunque qualcosa di superiore al padre: alla memoria del

Carlo Quinto, la mosca al mento, le piume al

al mento, le piume al cappello, la spada al

al cappello, la spada al fianco. ¶ L’indomani, di

e le corde nude, al quale l’accordatore riaccordava

giovinetto, come avrebbe confessato al confessore un suo peccato

nero posato in mezzo al salotto, che trasforma la

uno di costoro somigliava al gigantesco viaggiatore che tra

essa pensò di mettersi al sicuro dalle oscure minacce

piano, tremando, si avvicinò al pianoforte come a una

voce, sola in mezzo al salotto, davanti al misterioso

mezzo al salotto, davanti al misterioso strumento febbricitante. E

di un campanello, e al giovanissimo addetto che per

si fermavano in mezzo al salotto, puntavano la zampetta

tre litri di latte al giorno. La modesta rendita

a ieri era sola al mondo, ora si vede

signorina Fufù è sola al mondo. E poiché ella

solide sbarre. ¶ In mezzo al salotto della signorina Fufù

si destano all’alba al suono della diana, vanno

appena i movimenti indispensabili al coricarsi la sera, al

al coricarsi la sera, al levarsi dal letto la

dal letto la mattina, al nutrirsi quel tanto che

Non appare in mezzo al suo viso sporgenza di

trovava a camminare, posata al margine della via come

mostra anomalie. In capo al ventiquattresimo mese di vita

dolore di aver messo al mondo un bambino con

morto prima di venire al mondo. Nel giorno stesso

a riguardo della venuta al mondo di Nìvulo non

sentirsi chiamare «mamma», né al commendatore Sapo quella di

pensò a Dio. Pensò al luogotenente di Dio, ineffabilmente

angeli custodi. ¶ Pensò che al suo piccolo Nìvulo fosse

che il solo dio al quale egli credeva era

rimane qual è e al fratello più piccolo impone

mentre stavo per venire al mondo il mio corpo

in procinto di venire al mondo, senza por tempo

indicibile tristezza. In capo al settimo giorno Nìvulo lanciò

sono. I bambini vengono al mondo imbronciatissimi, la loro

ribellione, ma si presentò al mondo col sorriso sulle

meraviglia si formò intorno al felice bambino e andava

la gioia è contagiosa al pari del dolore ed

vivere, così gagliardamente aggregato al corso felice della vita

il senso «pratico», impose al suo figliolo questo nome

gagliardo da potersene servire al bisogno contro i prepotenti

nuovi. Eònio nonché partecipare al frèmito universale, sembrava che

vent’anni Eònio arrivò al massimo dello splendore. Gli

per vent’anni, dal 1880 al 1900, lo portò in giro

solo sul marciapiede davanti al portone che mi ero

specie di stato ipnotico al quale talvolta costringe l

che la mia presenza al fianco di questo portone

tratto di venir meno al tuo dovere e troncare

nei ripostigli, dalla cantina al solaio. E ti par

facciata e la metterai al rischio di crollare e

starsene più tranquilli, ciascuno al proprio posto e a

mezzo alla confusione e al frastuono, uomini e donne

formaggi fortemente odoranti che al pari del sale ammoniaco

stesso frastuono del convoglio; al quale proposito bisogna dire

è lottare: nessuno resiste al loro fascino». Gli uomini

mandavano alla terra e al cielo inutili addii, giacché

di vita e abbandonato al movimento della ferrea crosta

dell’osteria Della Giarrettiera, al suono del minuetto più

luce del sole: condannato al mio guscio di ferro

un gorgo in fondo al quale è la soluzione

se la ravvolge intorno al corpo, siccome al tempo

intorno al corpo, siccome al tempo della mia infanzia

signore si avvolgevano intorno al corpo il boa, e

infine sparisce, io affacciato al finestrino sotto la luna

che passi e pieghi al tuo passare ¶ la pietra

un vasto tremolare, ¶ e al marmo un’anima di

abiti, torno a sedere al mio posto. Ma mentre

mio progetto, mi precipito al finestrino, mi sporgo fuori

il corpo, mi abbandono al vento della corsa, e

detto «buongiorno» e «buonanotte» al babbo e alla mamma

donna. Sta seduta accanto al battente socchiuso, come per

miei amici». In fondo al biglietto c’era un

Luigino tornò a casa al cannone di mezzogiorno. Era

suo triciclo: «Bada che al sedere stai sbandierando». Luigino

aveva portato la mano al fondo dei calzoni, aveva

terza si erano condotti al Prato dell’Abate Morto

e prima di venire al corpo a corpo Luigino

striscio da un sasso al sommo della fronte, che

a passi da ladro al primo piano, s’infila

Tocca con l’indice al polso del ragazzo il

nel punto in cui al margine di una lunga

alla cieca l’afferrò al polso con la sinistra

lo frastorna. Luigino pensa al suo presente, pensa al

al suo presente, pensa al suo avvenire. ¶ Così non

Ganaressa, Toss..... ¶ Si sente al piano di sotto il

pensare alla sua vita, al suo avvenire. Scappare! Abbandonare

la campagna libera, fino al piede del monte. Camminerà

di Fonte. Mentre lottavano al Prato dell’Abate Morto

in piedi. Si affaccia al terrazzino. È in forse

tubo della gronda aggrappandosi al tronco del glìcine, oppure

madre, come a mezzogiorno, al piede della scala, quando

sta ritto in mezzo al bianco dei lenzuoli, come

colpire... ¶ Brilla in mezzo al cielo di smeraldo la

un matricida che andava al supplizio la testa coperta

Luigino mette l’occhio al buco della serratura. Il

lavorare ed è portato al macello. Furono conservati alcuni

biondo di pelo, rispondente al nome di Atma che

casa e andò difilato al miglior canile di Francoforte

nelle scuole elementari, poi al ginnasio, poi al liceo

poi al ginnasio, poi al liceo e infine all

suoi ascendenti pure fino al più lontano antenato; e

a una offesa recata al nome di Dazio Bottoni

messo nome Dazio perché al tempo della sua nascita

suoi genitori abitavano vicino al dazio. Poi, terminati gli

e il rispetto intorno al suo nome. ¶ L’offesa

lingua e diceva pane al pane e vino al

al pane e vino al vino, dichiarò che quanto

messo nome Dazio perché al tempo della sua nascita

i suoi genitori abitavano al dazio; e questa spiegazione

dondolo collocata in mezzo al salotto e adorna come

uniforme tinta bianca e al posto dei vecchi mobili

corridoio, Dazio vide davanti al 29 un paio di scarpette

avevano detto, nel metterlo al mondo); ricordò la sua

la melodia si appoggia al basso; poi la sua

morte del padre, ancorata al ricordo di lui come

come alla sola amicizia, al solo affetto, al solo

amicizia, al solo affetto, al solo amore della sua

cornice nera, passa dietro al drappeggio di velluto crèmisi

posteriore della prefettizia, ricompare al fianco della cornice e

è ritto in mezzo al salotto. Lo stupore lo

padre? ¶ Ritto in mezzo al salotto, Dazio grida: «Che

Teresa, ma non trovando al suo solito posto il

orribile vuoto in fondo al quale egli sbatte d

seppellita il giorno avanti. Al ritorno dal camposanto, Candido

la paglietta, circondata intorno al cocuzzolo di un largo

che si dondolava ancora al cavicchio dell’attaccapanni; e

freddura: mise il p al posto del c e

degli amici. Candido cercò al tasto il divano e

divano e vi sedé al buio. Stagnava nell’aria

gelosamente abbracciati che serbavano al salotto la penombra di

a movimenti proprii e al suo proprio stato di

tutta pepe ha messo al nostro buon commendatore Candido

rotta io la debba al ballo che Rosci e

sua faccia da poppante? Al momento dello spasimo piaceva

momento dello spasimo piaceva al tenore Franz farsi buttare

bollente sul sedere, e al momento bono la signora

nonnina, non riveleresti mai al commendatore Candido che sua

amorosi, ma per nulla al mondo ella si sarebbe

la udii che diceva al signor Arturo socio del

martedì, per nessuna ragione al mondo si sarebbe determinato

come essa stessa diceva al commendatore, credeva che io

metallico e lungo: «Dan...». ¶ Al patetico lamento emesso dalle

terrore. ¶ E in mezzo al fruscio terrorico dei mobili

era steso in mezzo al salotto. La pelle delle

una dentiera. Di fronte al cadavere del commendatore già

mobili. La Rosa disse al portiere non appena questi

salotto, poi lo ripeté al metropolitano, poi lo ripeté

metropolitano, poi lo ripeté al commissario di pubblica sicurezza

sicurezza, poi lo ripeté al giudice istruttore, poi al

al giudice istruttore, poi al medico legale, poi al

al medico legale, poi al cronista del «Messaggero», poi

cronista del «Messaggero», poi al fotografo del «Piccolo»; e

legale spiegò da tecnico al giudice istruttore, come lo

stessi, sempre per mettervi al riparo, per questa barriera

era andata a telefonare al dottore, e a sorvegliarmi

credete voi, ma tutto al contrario... Ma non lo