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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Sgorlon, La conchiglia di Anataj, 1983

concordanze di «all»

nautoretestoannoconcordanza
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Asia e arrivare fino all’oceano. ¶ La città non
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ruzzolare da un luogo all’altro, fino a Ekaterinburg
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fino al Bajkal o all’Amur. Avanzavamo con passo
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nevicate, quando era libero all’aperto ci stava più
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che stavano in cima all’impresa venivano continuamente a
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e i bisnonni, magari all’epoca dell’invasione della
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spostavo da un luogo all’altro. Più che da
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veramente in più, rispetto all’epoca dell’ospedale, era
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m’avevano fatto compagnia all’uscita dall’ospedale, ma
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Varvara, o quando stavo all’ospedale. I miei compagni
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simulare di non essere all’estero. ¶ Ma la sua
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me, che usciva finalmente all’aperto? Chissà. Mi piaceva
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i ragazzi, che dormivano all’aperto, sui pagliericci, a
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non s’erano fermati all’alt. Forse erano briganti
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operai, e sparivano presto all’orizzonte, sulla pista di
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tutti gelati, e anche all’interno si sentivano le
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pareva, creava un ordine all’interno della confusione del
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se ne andò quasi all’improvviso, mentre stava ancora
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no, no, no» sussurrava all’infinito. Scoppiava di salute
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no, no, no» fino all’ossessione, illudendosi che suo
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allegri e senza pensieri, all’idea che quando moriva
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se da un momento all’altro Anataj potesse arrivare
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lamentarsi e a guaire all’improvviso come una povera
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per la testa, dietro all’occhio, sulla faccia, e
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cuore e di membra all’idea di trovare dei
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non sapevamo niente. Era all’estero da più di
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dopo l’altro, perché all’aria consumata si aggiungeva
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che dopo morti andremo all’inferno. Ma io all
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all’inferno. Ma io all’inferno ci sono già
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che rovesciasse la testa all’indietro, che mostrasse la
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quasi da un momento all’altro, in seguito a
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passare da una casa all’altra, da una persona
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altra, da una persona all’altra, come un oggetto
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se la sua partecipazione all’impresa fosse più intensa
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sua madre era morta all’ospedale di Ulan Ude
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Appena arrivati ci presentammo all’impresario, un italiano che
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fretta inesplicabile di andare all’estero anche lui. Era
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se i giovani, arrivati all’età matura, dovessero dimostrare
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e senza riposo. ¶ Sentì all’improvviso la malinconia di
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tutti gli inverni, e all’estero ci andava soltanto
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ghiaccio per tanti mesi all’anno, persa ai confini
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era primavera Gurka lavorava all’aperto, a un banco
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E piantava in faccia all’ascoltatore i suoi occhi
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di vanga, in confronto all’intera flotta di barconi
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si adattavano l’uno all’altro come un coltello
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ai primi giorni o all’epoca del viaggio. ¶ Ma
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di aver consumato fino all’ultima stilla la capacità
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due avesse dato origine all’altra. Ma era certo
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conchiglia, che si mostrava all’ospite sopra l’ultimo
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perché ce l’accostassimo all’orecchio e sentissimo il
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Balaam, e avessi sentito all’improvviso la mia mula
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modo legati anche loro all’altro capo di una
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che portava i cavalli all’abbeverata, al fiume che
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valenki e facendoli correre all’impazzata, in un carosello
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gliele avesse narrate, accostando all’orecchio la grande conchiglia
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sguardo, se l’avvicinavano all’orecchio e stavano incantati
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aveva sentito lei stessa, all’epoca in cui Anataj
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cedere da un momento all’altro, per ragioni subdole
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trascorso, consumato e dissipato all’estero, lontano da tutte
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lui spariva diventavo vulnerabile all’impressione che gli operai
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come quella che era all’origine della fondazione di
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vivere più che poteva all’interno di se stesso
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ingegneri, fossero costantemente rivolti all’impresa nazionale. Ero convinto
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del terreno disboscato e all’inizio degli sbancamenti per
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l’acqua dai pozzi. All’acqua ci pensava Marco
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perché anche loro obbedivano all’istinto che li portava
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che io ero vivo all’interno di esso. Le
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essere vivo e sano all’interno del tempo, e
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il mio tempo fluiva all’interno di essa. Tutti
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taiga avrei dovuto credere all’efficacia dello sguardo e
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abbandonava a se stesso all’aperto anche per un
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nido dentro di me all’epoca dell’ospedale. Per
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che qui il terreno, all’epoca del disgelo, faceva
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In piedi subito, come all’epoca in cui Bastiano
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legava veramente al paese, all’ambiente, e generava le
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lo minacciavano che andrebbe all’inferno perché era un
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rientrò la mattina dopo, all’alba, silenziosamente, e ognuno
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Sapete quello che accadde all’asino che non voleva
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chi si sentiva adatta all’abbondanza. ¶ Anataj non interferiva
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con lui, per vedere all’opera il suo fucile
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il cavallo di Anataj all’abbeverata, fino al fiume
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come un’edera attorno all’infanzia. Comunque fosse, lei
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particolare. Le ripuliva fino all’ultima briciola di grasso
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giorni si somigliavano uno all’altro come le volpi
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dedicavamo la nostra opera all’impresa si velava di
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del disegno. Potevano sbucare all’improvviso, strisciare fuori dalle
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stavano dedicando la vita all’impresa da lui voluta
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una sensazione strana lavorare all’interno dei cassoni, sentendo
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che subito ci disponevano all’obbedienza, e la nostra
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quale si poteva attingere all’infinito. I giorni passavano
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cavallo si era imbizzarrito all’improvviso, per aver sentito
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il progetto di lavorare all’impresa si fosse rassodato
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la nostra estrema insignificanza all’interno di essa. ¶ Ogni
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conseguenza di essere stati all’estero troppo a lungo
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spento che si svegli all’improvviso. Anche il fiume
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che poteva tornar fuori all’improvviso… ¶ La costruzione del
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che irrompeva e buttava all’aria tutte le mie
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quando l’inverno tornò all’improvviso, e i lavori
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un vento gelato che, all’improvviso, con una folata
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il principale nemico. Provai all’improvviso una sorta di
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farlo. Dovevo tentare fino all’ultimo di arrivare alle
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In Marco la disponibilità all’avventura pareva essersi mutata
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vi dico. Vi portiamo all’ospedale di Ulan Ude
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messe a scintillare quasi all’improvviso perché il sole
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e se l’accostava all’orecchio. Che cosa recuperava
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cortili. Ma parlava anche all’erba, o al sole
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città s’era ingrandita, all’epoca della febbre dell
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da solo, in mezzo all’isba.» ¶ «Ma cosa dici
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a pensare con intensità all’erba che faceva sognare
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sempre, senza doversi esporre all’eterna umiliazione di mendicare
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o delle volpi. Pensa all’ululato dei lupi, di
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che ne fosse distolto all’ultimo momento. ¶ Stavo col
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che le avesse cambiate all’ultimo istante, sulla punta
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che da un momento all’altro potesse rimanere sospeso
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ghiacciato per molti mesi all’anno, dove d’inverno
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correva da un capo all’altro della Russia sterminata
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chi ha capito finalmente, all’ultimo momento, che tutti
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che si andava incontro all’inverno? Diede il suo
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Una notte si svegliò all’improvviso. Non aveva più
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subito da un’isba all’altra. L’indomani gli
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se stesso ciò che all’inizio della ricerca già
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fatto con Anataj, fino all’ultimo, e che perciò
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girava per la steppa all’epoca della grande siccità
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li esprimevano, che cedevano all’immaginazione, pian piano, le
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duro, ed eravamo arrivati all’ultima stazione… ¶ Marco aveva
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continuamente da una cosa all’altra, come un bambino
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cose, negli spazi vuoti all’interno di esse, pareva
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dentro di sé. Ripensava all’epoca dell’abbattimento degli
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dell’abbattimento degli alberi, all’epoca del terrapieno, a
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memoria. Katja poteva abbandonare all’improvviso le cose e
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disposizione alla fiducia e all’accettazione, quanto per soffrire
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cesta di vimini bianchi. ¶ All’esterno della stazione v
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e di stracci. ¶ Come all’interno di un pianto
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giorno dopo lo accompagnai all’ospedale di Ulan Ude
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di ignoto, e tornava all’assalto, subdolo e insensato
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ai funzionari, ai burocrati, all’esercito, all’Imperatore, e
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ai burocrati, all’esercito, all’Imperatore, e noi eravamo
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miei sogni, e gettava all’aria e scombinava tutti
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aveva rimandato ogni spiegazione all’infinito, perché da emigranti
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fondo alla sua attesa, all’avvenire gravido di cose
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nemmeno per visitare Marco all’ospedale. L’acqua azzurrissima