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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

concordanze di «all»

nautoretestoannoconcordanza
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i loro. Ma se all’ospedale dove andrò sentirò
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saltatelo mai, indirizzandovi direttamente all’ascaro. Questo provocherebbe il
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pietra che puoi ridurre all’espressione che ti pare
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subiscono i trentotto gradi all’ombra di Roma, Firenze
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andato nel suo tukul all’estremo lembo del villaggio
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era occupato e distratto all’istruzione: sapeva che gli
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che pretendono di comandare all’acqua e al sole
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Forte Toselli ¶ Villeggiatura. Ripenso all’Appennino e alle Alpi
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Lavorammo tutta la notte; all’alba partimmo. Non avevo
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pensare al futuro mescolandolo all’idea di Dio che
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ascari fan coro ripetendo all’infinito il ritornello di
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Goitana, rinvolto nella futa, all’addiaccio, e ci passa
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intorno al fuoco, favoleggiando all’infinito, in un atteggiamento
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danno a Dio come all’ufficiale italiano: pienamente, senza
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se stessa e insensibile all’elogio. Non si aderge
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abbigliano con cangevole fantasia all’alba e al tramonto
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scenario di pietra, refrattario all’orpello e immemore dell
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di mano, si sottraggono all’ipnosi di questo Marte
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un’abdicazione troppo grave. All’ascaro che marcia piace
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Il caratteristico ordine militare. ¶ All’alzarsi del sipario stanno
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l’ordine di attaccare all’alba. Cioè: non attaccare
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alla città. Io vado all’ufficio la mattina e
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verso l’una. ¶ GHIZZONI: All’ultimo tuffo. Ancora pochi
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nemico al falco e all’avvoltoio). ¶ Il sole sorse
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con che impegno lavora all’istruzione, con che ansia
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al bianco, vuol bene all’ufficiale. Anzi, no: vuol
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Cantano dal primo passo all’ultimo e questo canto
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conversazioni da un capo all’altro della colonna, promesse
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avevan ritrascinato laggiù vicino all’amba dal triste nome
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smisurate da un momento all’altro e spiccare il
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iene e s’avvicinavano all’odor del sangue. Ma
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scorta col suo buluk all’abbeverata dei muli. Lui
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si soffiò il naso all’abissina, sputò e si
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cose è condannato irremissibilmente all’inferno cronico – che la
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evapora nella notte; e all’alba ti senti quasi
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Sciumbasci che ti mormora all’orecchio: «Quello, non buono
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son buoni i ceci, all’alba, ancor freschi di
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tukul a razziare e, all’occorrenza, fornire i sacramenti
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azzurri; ha detto «grazie» all’ascaro del presidio che
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la raccontava egli stesso all’ascaro stupito e in
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che da un momento all’altro si dovesse staccar
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cielo e sorride: sorride all’ultima immagine trascorsa sul
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al lavoratore, al pioniere, all’avventuriero. ¶ Banco di prova