Ada Negri, Di giorno in giorno, 1932

ampio e diritto, fino all'obelisco delle Cinque Giornate

un fiore di seta all'occhiello del soprabito e

tornò infatti ad abbagliarmi, all'angolo d'un crocicchio

quotidiana. Mirabile cosa, appartenere all'universo quale elemento senza

e rabeschi di ghiaccio all'altezza delle grondaie. Nel

accompagnano col gorgheggio. Davanti all'altare di Maria Vergine

sulle prode del laghetto, all'ombra dei pini e

e nessuna è uguale all'altra: quale piú oscura

ritrovo, non appena levata all'aurora, spalancando la finestra

succhi: riesco a carpire all'humus la sua migliore

giustizia e proclamavano leggi all'ombra d'alberi secolari

pronto ed attento, fino all'attimo incantato della prima

la parola per confidare all'aria immobile qualcosa che

ad aprirsi. Aprono, infatti, all'improvviso, le ali incorporee

velo gettato dall'una all'altra sponda aerea: ai

ferro. Da un istante all'altro, dunque, il mio

della bambina, allora, fece all'improvviso una donna; e

mi richiamava in patria: all'infuori d'un desiderio

felicità aerea che vanno all'estremo limite del pathos

Io mi trovo piú all'ombra: i miei fiori

Gli uccelli: – Ditelo piuttosto all'acqua del lago, che

della balaustra, i gerani all'acqua del lago, l

al calore del giugno, all'ombra azzurra, all'abbagliante

giugno, all'ombra azzurra, all'abbagliante riverbero solare. Ma

io ricamavo, o lavoravo all'uncinetto, o non facevo

dimessamente, il tondo viso all'ombra d'un cappellino

camminiamo verso la Stàffora, all'ombra dei quercioli: ¶ — Non

guisa di paniers, strisciando all'indietro con lievità sorridente

cuore non s'arriva all'arte. È scomparso, nelle

stanza dove ora sono, all'ultimo piano d'una

vogliano dire un segreto all'orecchio? ¶ Questa è Perugia

fanno angolo. M'affaccio all'una, e vedo a

di tronchi contorti fino all'uliveto della penitenza di

immobili, l'uno accanto all'altro. Palpitano i piccoli

fu sacrificio d'obbedienza all'asperrima Regola di Francesco

cenere, in preghiera sino all'alba: Dio l'ascolta

figlie da un capo all'altro della terra, nei

capo, scivolando un poco all'indietro, scopre il sommo

Qualche colombo si disseta all'orlo della vasca. Non

passare da una catena all'altra. Cosí noi. Ma

non in ginocchio davanti all'altare, tutta sola e

della salita che conduce all'Eremo delle Carceri si

Malinconia, diffidenza, sgomento succedono all'allegrezza degli arbusti di

cerca della propria perfezione. ¶ All'altezza dell'Eremo, dove

senso di capogiro – fino all'estremità della foresta sottostante

una dell'altra sino all'ora segnata dal tempo

ell'era ormai ridotta all'immobilità. La sua firma

muraglie cieche: la porticina all'altezza di due scalini

morte: sull'uscio, inchiodati all'interno, cartelli con iscrizioni

e lavorare, a spegnersi all'ombra della Basilica. Il

con qualche ultimo esame all'Università. Cantano, a intervalli

con la sua curva all'angolo d'un vicolo

ed ecco, si ritorna all'anno mille. ¶ Ieri, all

all'anno mille. ¶ Ieri, all'imbocco di San Pantaleone

l'offerta del pesce all'altare del Santo. Anche

e anche nei rifacimenti, all'infuori dei corsi centrali

riposti, ignorati aspetti; e, all'angolo d'una certa

sghimbescio sulle spalle. ¶ Intorno all'epoca del dopoguerra, Paride

noi si campa. Donne all'antica ci vogliono. E

Michele, nell'ombra fino all'altezza delle bifore, nel

vespro. ¶ L'asinello attaccato all'organetto, fermo sull'angolo

squadre di monelli davanti all'androne; poi, dentro, a

arnese non portano altro all'infuori della maglietta ragnata

discorrere, litigare, far pace all'oscuro; e anche scioperati

Cian. Scriveva il Foscolo all'amico Brunetti, il tre

Giovio: ¶ «Mi sento intorno all'orecchio le campane dell

sostanza cerebrale dalla prima all'ultima riga dà la

oculista Scarpa, allora docente all'Università. Nomina, è vero

pilastro. Alti gradini conducono all'arca. La vegliano, lateralmente

l'arca venne sovrapposta all'altare vàri secoli dopo

vicissitudini, da una chiesa all'altra della città: fin

su fuochi improvvisati, bollono all'aperto le caldaie del

visetto lentigginoso, il naso all'insú, con narici larghe

dell'età. Il naso all'aria mi ricordava il

appunto per dar sfogo all'indomabile vivacità della bambina

e perché non andava all'asilo infantile. Mi squadrò

un sapore amaro, unito all'immagine d'una ragazzetta

ponte del Laghetto, dinanzi all'ospedale; ma lí l

cognome indirizzo, era morta all'improvviso, di veleno. M

soliti enormi smeraldi legati all'antica, ai quali attribuiva

stritolano l'esistenza fino all'osso, quell'uomo che

non mi sarei arresa all'evidenza, e avrei cercato

maggiore attaccamento dell'uno all'altro: che t'ho

fuori dei limiti posti all'azione e chiari alla

per incanto, in barba all'indio e al sublimato

tempo. Prezzi da ridere, all'antica come i mobili

di noi, dalla direttrice all'ultima arrivata, poteva pensare

in piedi, ai fornelli, all'acquaio e in cento

guadagnarsi la vita fino all'ultimo, da quel letto

con lo sguardo fino all'uscio, con silenziosa tenerezza

due lo voleva cedere all'altro. Ma la donna

bocca, di venir mandato all'estero a finire gli

elemento, sconosciuto, che assomigliava all'aria, rivide il suo

tanto l'uno scompariva all'altro, per poi ricomparire

femmina la manteneva avvinta all'immagine di ciò che

buio, tese la mano all'interruttore. Lo scatto della