Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

città. Per dieci mesi all’anno mi sentivo costretto

e quei ruderi abbandonati; all’orizzonte le montagne che

di trovare la neve all’inizio di luglio, così

d’anni, due mesi all’anno, dal 1979 in poi

queste mie parole”. ¶ Ripensai all’estate della valanga osservando

ad addormentarmi. Non abituato all’altitudine, il cuore batteva

affondai nella neve fino all’anca, così mi tirai

carboni di un fuoco all’aperto, i solchi lasciati

e azzurra in mezzo all’erba, e nel suo

dall’alto quella girata all’incontrario, quella con la

numero due, quella girata all’incontrario il tre, quella

lungo gelo aveva ceduto all’ultima nevicata di maggio

caduto dal nido insieme all’albero morente. Quando lo

mattina dopo pensavo ancora all’uccellino, bevendo il caffè

restava che qualche chiazza all’ombra. Accatastammo i grossi

di muffa e tornai all’aria aperta con sollievo

notte con i sensi all’erta, gli occhi ciechi

Poi da un momento all’altro, forse per una

solo una massa scura all’ombra della casa, e

al giorno, e offriamo all’altro un nuovo assaggio

Tutti osservavano le montagne all’orizzonte come se avessero

proprietari: da quella parte all’inizio di giugno regnava

Era uno spettacolo vederli all’opera. ¶ Dalle grida del

fischio: Billy partì subito all’inseguimento, Lampo lo vide

osservare dal mio balcone, all’erta ma defilato, come

schiena, brontolando si rassegnò all’idea che adesso toccava

di sentiero, e grazie all’impresa di quel giorno

neve per sei mesi all’anno. D’inverno abitava

come legnaia. La stanza all’interno era stipata di

posto suo. Sua madre all’inizio mi mostrò dove

dopo l’aveva educato all’arte di tirare su

qualche ora. Quel mondo all’ombra aveva l’aspetto

vagabondavano da un pascolo all’altro e si fermavano

soglia riuscivo a stare all’asciutto e avere un

erano rassegnati a passarla all’aperto, stretti uno all

all’aperto, stretti uno all’altro, battendo i denti

venisse sostituita ogni anno all’inizio di giugno, un

fino a sera. Soltanto all’alba capitava di vedere

solo e mi abbandonai all’istinto di gridare. La

scorcio di sole comparì all’improvviso alle mie spalle

altri, una certa tendenza all’idealismo e una pelle

tra due valli, dava all’incontro l’aria di

poco dopo. Una fitta all’altezza dell’anca e

correvano da una valle all’altra senza sforzo. Mi

e stambecchi spolpati fino all’osso: i loro scheletri

rame su un fuoco all’aperto, un uomo che

mancato, pensai, e molto all’orticello: infestato dalle erbacce

i rami, e ripensare all’Arboreto salvatico di Rigoni

di questa valle risalgono all’inizio del ’700. Io osservandole

o sui torrenti, vicino all’acqua in movimento; Remigio

la pietraia scendeva fino all’acqua diventando scogliera. Sull

la vita si nasconde all’uomo ed è come

rimbombare nelle ore intorno all’alba. Allora Lucky si

cosa fare con lui: all’inizio era timido, usciva

cui accendevo il fuoco all’aperto, e ammucchiai la

prima macchina che passa. ¶ All’ora di pranzo venne

saltando da un masso all’altro tra i rododendri