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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «all»

nautoretestoannoconcordanza
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passati i suoi andando all’estremo riposo. Tre ombre
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hai fatto quella accanto all’ultima! — Ognuno prendeva il
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croce, leccò il pavimento. ¶ All’ultimo figlio, Filiberto, gli
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si tirava ginocchioni davanti all’effige di Cristo. ¶ — Tu
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con cui andò sposa all’altare. ¶ Tutti i pomeriggi
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una pertica, era avvoltolato all’asta e buttato di
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che era di corredo all’attacco pareva una comparsa
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La bandiera nera rattenuta all’asta gonfiava le ritorte
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sotto l’arcata ammainata all’asta come un velaccio
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quale fanno i topi all’apparire del gatto. Ma
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piena per davvero starei all’aspetto su per i
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potrebbe far guercire voi all’istante, — e diedi atto
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a tappa buchi e all’istante? Ora vengo a
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falso l’ho rimesso all’onor del mondo e
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sangue. Quello che capitava all’ora in cui si
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sui nasi gobbi, rigonfi, all’insù, rincagnati, bernocculuti, e
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il padre porgendo qualcosa all’infermo. ¶ — Non temere o
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si va a gambe all’aria. ¶ E con una
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che predicava il prete all’altare: gli scongiuri, le
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ardente trascinava le folle all’idea. La sua figura
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testa, io vi guiderò all’azione. ¶ Il rivolgimento delle
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erano i carabinieri intabarrati. All’apparire della cassa si
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intera famiglia fradicia fino all’ossa, coi panni impegolati
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mare; quando erano deportati all’isola, aveva rombato nel
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assiti sconnessi, nelle mangiatoie, all’alito delle manze, i
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sollevazioni di bolle corrispondevano all’ultimo anelito. I suoi
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busti di marmo esposti all’intemperie, patinati di belletta
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numero 13. ¶ Il Tarmito sussurrò all’orecchio di un altro
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in un posto deserto, all’ombra delle grandi vele
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Il nepote si rovesciò all’indietro sopra una sedia
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ventola con una mano all’orecchio, messe di terza
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chiamavano i fattisti. ¶ Inchinarsi all’autorità del calzolaio, quando
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chi predicava il ritorno all’uomo natura e chi
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vilucchi e sui rami. All’orizzonte le pinete s
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braccia di terra addosso! ¶ All’arco del Magra, apparvero
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si stringevano l’uno all’altro, a tutti pareva
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mercanzie da un barco all’altro, i trasti stesi
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stesi da una murata all’altra erano pieni di
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peso della cera, aderiva all’osso, gli occhi sigillati
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barca ormeggiata nel porto all’ancoraggio sicuro. ¶ Si narrava
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abisso. Da un momento all’altro si aspettava di
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tempesta. Da un momento all’altro si va a
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di Moscovia alle Indie, all’Arabia, ai Cafri, al
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Tarmito riandò col pensiero all’isola verde che aveva
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una rupe, diede fondo all’ancora che, tonfando, ruppe
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baciava e le fidanzava all’istante con un invitato
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altro, uguale nel colore all’oliva verde impallidita sott
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e i segni cari all’anima dei vecchi marinai
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tutti ebbri di “pinga”, all’apparire dell’ospite si
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alzò e tenne dietro all’uomo che spalancò il
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cristallo e si tritolasse all’amplesso vigoroso del mare
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esposta per del tempo all’acqua e al sole
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ma qui si pesca all’isole Malvine. ¶ Quando l
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ogni paese, tutti assuefatti all’acrimonia mordente del Profeta
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pneumatica: Aldilik! Aldilik! Aldilik! All’ingresso del negro successe
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La disgraziata, così avvezza all’ingiustizia, senza parlare, abbassando
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soli il Tarmito chiese all’ometto perplesso: — Ma fu
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Tarmito rimase atterrito. Fuori all’uscio, seduto sopra uno
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i contadini per salire all’altana, una lucernetta con
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che arricciassero il pelo all’incontrario. Gli uomini che
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desideri apre l’animo all’anelito della povertà, della
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della fame, al pericolo, all’angustia, alla persecuzione, all
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all’angustia, alla persecuzione, all’annichilimento, all’abbiezione. Poi
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alla persecuzione, all’annichilimento, all’abbiezione. Poi, il destino
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attediava in un parco, all’ora in cui gli
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cuore svolazzando si rinfrescava all’alito notturno. A momenti
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colui che sa — partite all’istante se non volete
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canestrone di giunco, e all’occhiello della giubba un
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formavano un cerchio intorno all’astro d’argento, che
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il mio corpo inanimato all’ugna della belva”. Forse
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sangue gagliardo fu pari all’impetuoso Giovaoux assassinato dai
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celesti, le mani use all’uncino ed alla scimitarra
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allamparono da una parte all’altra dell’orizzonte desolato
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odorosa che sorbendola liberava all’istante dalla sete, quelle
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tribù acquattate nella foresta. All’epoca della creazione universale
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testa da un orecchio all’altro sotto il naso
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dopo averla fatta seccare all’aria la tenevano come
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da costoro. ¶ L’indomani all’alba le vedette messe
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foriera dell’uragano che all’orizzonte faceva già guasto
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l’indiano si coricarono all’aperto. La notte li
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erriamo da un luogo all’altro. ¶ Le canne diaccie
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ucciso uno e cotto all’“asado”: infilzato con un
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rilevare gli uomini rimasti all’accampamento. Quando gli assetati
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Quando gli assetati giunsero all’acqua, per quanti sforzi
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incatramata congegnata in cima all’asta passava per un
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I carovanieri si coricarono all’addiaccio, soltanto Il Tarmito
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e girare ebbre intorno all’astro d’argento. Una
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dovevano aver fatto ritorno all’Estancia. ¶ Se nell’aria
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aspettava il Tarmito, stava all’aspetto dei gauchi che
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di luna crescente apparve all’orizzonte la carovana: ¶ — Loro
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a coricarsi sull’aia all’addiaccio. ¶ Isaia e il
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occhi. Le membra assuefatte all’asprezza dell’addiaccio, non
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panchina con la prua all’Oceano. Il vapore pitturato
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biondicci e arsicci e all’insù. Il signore camminava
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ridusse come un mendico all’Estancia: le parole sono
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Isaia come il coro all’attore. ¶ — Chi rompe guerra
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ferrato si addormentarono pacatamente. ¶ All’idea fatta balenare da
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Tutti i passeggeri erano all’erta. Il Tarmito affidò
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dormiva col capo scardinato all’indietro, la noce del
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del carbone dove stanno, all’andana, una a murata
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dei tre avrà resistito all’urto del tempo. Ne
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le orine sbollentate commiste all’afato respiro del porto
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tomaia. ¶ I civili stavano all’addiaccio in un andito
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verbo; allora s’aggrappò all’inferriata da cui si
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che dà l’orientamento all’avvoltoio accecato, soffiava nel
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Nere: qui ci dicono all’indie nere: il ritrovo
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stesi da un’arcata all’altra. ¶ La tradotta si
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sul tetto del treno. All’alba la tradotta martellava
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di pioppi, colava lento all’ansia del mare. Branchi
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andavano da un paese all’altro traendo seco gli
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alte, i palei commisti all’erba santa, alle cedrine
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è stato trasportato moribondo all’ospedale di Ronchi. Come
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il fanciullo che officia all’altare. ¶ Una granata schiantò
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piano si sono acconciati all’idea di passare l
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nei tumuli di zolle all’ombra dei cipressi pensierosi
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lame diacce avevano aggrovigliati all’otre muscelli neri. I
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sudore se li agghiacciavano all’ombra sui sassi freddi
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anche noi. ¶ — Allora arrivederci all’inferno — rispose il soldato
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può andare avanti. Anche all’inferno, dove sicuramente ci
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per tutta l’annata. ¶ — All’avvicinarsi della pioggia le
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con gli orecchioni ribaditi all’affusto che spalancavano la
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abbagliante. Sul viso ridotto all’ovale metafisico, la barba
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subito dopo il mezzodì, all’ombra dei pioppi che
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larghe, scosciate, mostravano fino all’arcata. Il capo era
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alla ceppa delle corna, all’odor del sangue fermentato
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rimette su. ¶ In fondo all’aia, dei soldati che
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Come quelli che vanno all’elemosina. Ma tu non
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prostitute ¶ che muoion tisiche ¶ all’ospedal. ¶ Il conducente gli
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O quanti vivono ¶ soli all’affanno ¶ che più non
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se da un attimo all’altro dovessero suonare le