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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Catena Fiorello, Picciridda, 2006

concordanze di «alla»

nautoretestoannoconcordanza
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Picciridda mància ’a pasta.» ¶ Alla fine, ci avevo fatto
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umilianti tentativi, facevo ritorno alla base. E sotto ai
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comportandomi come un soldatino alla guerra. ¶ Questo è il
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dalle tonalità pastello fino alla tinta nero pece. Il
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pericoloso. ¶ Superstiti ¶ In seguito alla partenza dei miei, sarei
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spazio. E dopo toccò alla mia famiglia. Chissà cosa
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era prevedibile. ¶ La partenza ¶ Alla stazione c’eravamo io
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si ferma nemmeno davanti alla negazione di una presenza
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l’Eldorado dei poveri. ¶ Alla gente del nostro ceto
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non smetteva di raccomandarmi alla nonna. «Mi raccumannu, ma
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col sale ¶ Eravamo ancora alla stazione. La nonna mi
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accorgi, loro saranno tornati!» ¶ Alla mia età, vedere partire
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nello stesso posto, vicino alla sua poltrona. ¶ Allora capivo
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dal dispiacere dei saluti alla stazione, sia io che
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fiducia di pensarci lui alla vendetta più giusta, e
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superare alcuni limiti dovuti alla sua proverbiale diffidenza, in
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scoloriti e sottili, simili alla capigliatura posticcia degli spaventapasseri
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per fare il verso alla nuora, con la cadenza
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altro, e una garanzia. Alla nonna però piaceva specificare
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riservava al suo corpo, alla pettinatura e agli abiti
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interpretati con il vocabolario alla mano, o la sfera
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Dopo la curva dietro alla quale scompariva la nostra
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col fiatone si arrivava alla stalla di Donna Peppina
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la mia mano intrecciata alla sua, ne comprendo il
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subito di prestare attenzione alla sua voce. Avevo altro
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abbastanza, di soldi, perciò alla fine mi ero convinta
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vendevano solo i barbieri alla moda. Si trattava della
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buono anche in mezzo alla tempesta. ¶ Ma l’impresa
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principio romantico, aveva chiesto alla mamma di smettere di
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Diceva che doveva badare alla casa e ai figli
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genio che una volta alla settimana lei si spingesse
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e non si arrivava alla fine del mese. A
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lingua sembrava indemoniata, e alla solita arroganza si era
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a mettere le catene alla regina. ¶ Gli ultimi giorni
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sentii l’angoscia risalire alla gola. ¶ Tremavo al solo
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sorriso di circostanza adatto alla sua misura. ¶ Per fortuna
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aveva costruita uno zio alla lontana della nonna, e
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l’uso che voleva. ¶ Alla fine, stringi stringi, uniche
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del quartiere, passando davanti alla nostra porta, trovassero piacevole
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cercando di capire se alla nonna potesse servire il
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sole, oppure pesce azzurro alla griglia. ¶ Vista dagli altri
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consumata, quella che appartiene alla nostra natura di esseri
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seguito avevo partecipato anche alla processione di San Giuseppe
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mano e portato fino alla piazza. Lui mi seguiva
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quasi ammazzato mia madre, alla fine si erano decisi
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mamme con dei ferri alla buona e forse per
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faceva chiamare mammana. Davanti alla sgomento di una madre
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di una madre e alla sua paura, le aveva
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turiste a indossare abiti alla moda. Queste spiccavano tra
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di rimandare. ¶ In seguito alla partenza dei miei genitori
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cura, scappavo in fondo alla strada per comprare il
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delle feste comandate e alla fine del mese, quando
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molti di più che alla scuola elementare. ¶ «Calma, c
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per il mio ingresso alla scuola media. Avrei frequentato
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Il bidello, lasciandomi davanti alla porta, mi aveva detto
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aveva tempo per spiegare alla Di Mauro la mia
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via, fino ad arrivare alla musica. Era tutto ingigantito
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Rosa fu semplice appassionarsi alla musica. Pur nella maniera
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per leggere il pentagramma (alla buona, s’intende), a
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però, e non certo alla diretta interessata. ¶ D’altronde
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York. ¶ Noi volevamo credere alla prima ipotesi sul suo
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mattina presto passavo davanti alla loro casa, la luce
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misfatto. ¶ E mentre pensavo alla Maria Maddalena nostrana, la
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per ore, per poi alla lavagna fare una brutta
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facevo esprimere ad altri. Alla fine parlavo sempre di
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minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia, e
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terza media. Quel giorno alla fermata del pullman, ebbi
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Chiudo pacchi dalla mattina alla sera, ma se va
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poco avevo scoperto Rita. ¶ Alla fine, Tino passava più
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dono della zia Franca alla mamma per il lieto
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quello che pensavo, e alla fine l’avevo detto
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Vorrà fare una sorpresa alla mamma” mi ero detta
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picciridda giudiziosa, farai compagnia alla nonna». ¶ Nei giorni seguenti
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mal di pancia, dissi alla nonna che sarei uscita
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e lui si alzò alla meglio i pantaloni, cercando
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gli sconosciuti in mezzo alla campagna. Già, proprio all
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Era strano che rinunciasse alla nostra compagnia per qualche
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dell’11 novembre, qualcuno bussò alla porta di casa. ¶ Io
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era una signora che alla nonna non era affatto
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un foulard scuro intorno alla testa. Come diventano buffi
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capitava di trovare davanti alla porta di casa nostra
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pancia. Tra pidocchi, placche alla gola e tutto il
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rimproverata dalla nonna. ¶ Lettera alla mamma ¶ Cara mamma, caro
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estate. Se lo chiedo alla nonna, lei mi rimprovera
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bene. Tua madre era alla ditta di spedizioni e
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anzi mutante, in base alla quale non dovevo pretendere
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a portarmi a bussare alla porta della zia Pina
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avvicinò a noi, consigliando alla zia di lasciarmi entrare
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di accendere la conca. Alla nonna avrebbe fatto piacere
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lucida. ¶ Continuava a tornarmi alla mente la frase sinistra
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e mi trascinò fino alla camera da letto. Premeva
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gatti, riuscendo a sfuggire alla tempesta solo perché ci
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ossa e arrivando fino alla radice del male, i
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D’istinto mi rivolsi alla nonna con un sorriso
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all’improvviso mi chiamò alla lavagna. ¶ «Vieni, Di Florio
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ragione Rita), e così alla fine restò a bocca
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quella sulla mia famiglia, alla quale ribattei con un
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ad appendere il diploma alla parete del suo salone
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romanzo datato, si adattava alla perfezione allo stato d
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negatività solite, se paragonate alla sua malattia, si ridimensionavano
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dispiaceva. Un pomeriggio bussai alla sua porta. Era uscita
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un attimo e avvicinatasi alla finestra, aggiunse: «Scusa se
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penso tutti i giorni alla morte mi sembra un
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che ti ho vista? Alla tua età si cresce
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non possiamo stare insieme alla luce del sole perché
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la nonna seduta vicino alla conca. Aveva sulle gambe
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una certa assiduità, davanti alla pletora di acculturati fasulli
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e posso giurarlo fino alla morte». ¶ A cosa o
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da moine e sorrisetti, alla maniera della professoressa Aida
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quant’altro potesse servire alla coppia. Niente infatti era
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Mentre eravamo fermi davanti alla solita postazione nell’attesa
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Franca cominciò a raccontare alla nonna gli ultimi cuttigghi
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E passai la cornetta alla nonna. ¶ Fu così che
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che Teresa aveva alluso alla sua presunta cattiveria. Ma
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una scusa da offrire alla nonna. ¶ «Stavo cercando delle
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Passava una contadina davanti alla finestra, e lei le
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solo perché sapevo che alla fine, se mi fossi
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sdraiato per terra vicino alla conca. E anche l
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ero andata a suonare alla loro porta, lo avevo
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per accompagnare la nonna alla Mutua. Lei era rimasta
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intanto buttavo un occhio alla porta, come mi aveva
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Mutua, non avevo raccontato alla nonna del mio infelice
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che faceva le iniezioni alla nonna – che l’intervento
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zia Pina era riuscito alla perfezione. Adesso lei era
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dal dottore, o fila alla Posta. ¶ Dello stesso parere
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permetteva mai nessun cenno alla zia Pina. Infatti, nell
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sospirava, e poi diceva alla nonna: «Un giorno tornerà
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suon di improperi, ma alla fine l’avevo spuntata
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mi fece arrivare fino alla fine del discorso, e
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nei guai la zia. ¶ Alla nonna invidiavo quella sua
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se chiedi un prestito alla zia Franca lei ti
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di stare con Pietro alla vigilia. Invece non sarà
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mettiamo nel vostro libretto alla posta, e un po
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cuoca di alto livello. Alla nonna non chiederei di
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due o tre panettoni alla pasticceria Lo Turco di
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Io lavoro dalla mattina alla sera, e ogni tanto
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frittura di pesce, baccalà alla ghiotta e tonno con
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che dovevo fare coraggio alla mamma, perché lei in
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la luna. Però non alla maniera della nonna e
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Riteneva che potesse nuocere alla tua salute (ma quale
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ad aspettarla seduta accanto alla finestra, con una dose
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disgrazie non dovevano accadere alla brava gente. E invece
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di simile, e arrivai alla conclusione che, se era
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fare a piedi fino alla fermata del pullman era
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gli avevo affibbiato, aderiva alla perfezione al suo modo
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incrociava per strada insieme alla nonna, fingeva di non
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diverso, invece, era toccato alla nostra amica Emilia, che
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pazzi!». ¶ Non mancava molto alla fatidica data del suo
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le donne si appoggiavano alla ferla non appena i
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consumata. Avrei chiesto aiuto alla zia Franca, e poi
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aveva approntato una festicciola alla buona, e si susseguivano
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dovere, e lo porsi alla festeggiata. ¶ Dentro c’era
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costretta ad allontanarsi, avvicinandosi alla porta. ¶ Arrivate alla conclusione
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avvicinandosi alla porta. ¶ Arrivate alla conclusione, due invitate manifestarono
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mi lisciò il pelo alla sua maniera. ¶ Rimasi a
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era venuta in Germania alla spasmodica ricerca di soldi
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mentre eravamo sedute accanto alla conca, la nonna trovò
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mia, u sacciu. Nemmeno alla sottoscritta. È un fallimento
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cose diverse. E io, alla vita, gli schiaffi li
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la zia Franca. ¶ Dietro alla folla, mentre il mormorio
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strinsi la mia mano alla sua. E poi le
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e ancora e ancora. Alla fine, con tutti quei
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Ci vediamo presto…». ¶ Davanti alla porta, arrivate ai saluti
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sposo, non mi sposo. ¶ Alla luce del sole, notai
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problema da nascondere. ¶ Ripensai alla mancata grazia di un
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mamma, e si fonde alla mia anima ancora adesso
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non era giusto abituarsi alla lontananza. ¶ Avevo sempre paura
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parlare, abituata com’era alla solitudine. ¶ Ma delle mie
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Ormai mi ero abituata alla fatica di svegliarmi alle
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cose con calma, e alla costante paura di arrivare
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di arrivare in ritardo alla fermata del pullman per
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cosa di quella routine alla quale non potevo abituarmi
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sola nel banco attiguo alla finestra, ma per entrambe
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inutile accanirsi, perché verrebbero alla luce solo spine. ¶ Con
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quella sedia vuota accanto alla mia, sarà stata la
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cose avrei voluto urlare alla mia insegnante comprensiva. Do
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il treno quel giorno alla stazione. Re, Do, Sol
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quando facevo una sciocchezza, alla fine mi perdonava sempre
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e bisognava dare peso alla sua importanza. ¶ L’amico
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potei accompagnare la nonna alla Posta. ¶ «Ah, Donna Maria
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danni di una persona alla quale volevo bene, mi
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una casa editrice, o alla redazione di un giornale
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soprattutto a Milano. E alla fine era riuscito a
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chi dei due andava alla Posta, e con quale
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nostro sostentamento. ¶ E mentre alla televisione e sui giornali
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era il bar vicino alla Posta. ¶ Lì, seduto con
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lavorare, portare i soldi alla moglie, essere severi con
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nonna mi aveva spiegato alla meglio tempo prima, ed
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dei manichini. ¶ Ci chiamarono alla rinfusa, perché per una
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stavano sempre insieme e alla fine erano rimaste sole
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desiderosa di far vedere alla nonna il bel risultato
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ero ripromessa di telefonare alla mamma, anche se lei
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che non potevo chiedere alla zia Franca di chiamare
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che se avessi telefonato alla mamma al lavoro, magari
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mentre la moglie lavorava alla Opel. Lei e la
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la malasorte, dando sfogo alla voglia di divertirsi. ¶ I
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di una vita insieme. ¶ Alla domanda sul perché il
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del suo opposto dava alla testa, facendomi sentire libera
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Pina. ¶ Mancava una settimana alla mia partenza, e volevo
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per sbrigare alcune incombenze alla Mutua, e poi avrei
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mille volte. ¶ E conoscevo alla perfezione l’odio antico
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Una, due, tre volte: alla quarta si affacciò proprio
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E d’impeto, saltando alla conclusione che fosse meglio
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a porta?» ¶ Di fronte alla sua insistenza, tentennai Non
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fosse, lui mi accompagnò alla porta. ¶ Prima di spingermi
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mostrarmi come si fa», alla fine era riuscita a
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non avevo dato retta alla nonna? ¶ Perché? ¶ Mi sentivo
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pronto. La valigia accanto alla porta, e noi due
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lavoro, si era presentato alla porta dei committenti subito
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ne sarei partita, lasciando alla sua spietata furia il
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a nessuno, o almeno alla gente che non si
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occhi. Un uomo impedì alla propria moglie di prendere
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per dare una scossa alla monotonia. Come da noi
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e lingue diverse, ma alla base c’era un
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la nonna avesse pianto alla stazione, e se la
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Felici. Ancora volevo credere alla felicità – come a Leto
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la Germania in confronto alla Sicilia. ¶ Ogni tanto, ogni
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e così preferivo tenermi alla larga da loro. ¶ Un
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trovavano incustodito in classe. Alla fine lui era riuscito
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quegli stupidi gli giravano alla larga. ¶ Tornando con il
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In quei frangenti pensavo alla mia disgrazia. Se solo
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da Lassù. ¶ In risposta alla frustrante necessità di ritornare
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nel mondo» aveva detto alla mamma, ringraziandola per l
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mi mandavano i saluti. Alla ditta di spedizioni sapevano
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qui faceva l’occhiolino alla mamma per prenderla in
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alle sue abitudini – e alla Sicilia era meglio non
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si sogna di metterlo alla prova. Per cosa, poi
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nostro arrivo, sentii dire alla zia Franca che Pina
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erano partiti all’improvviso alla volta di Roma. Strana
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innocuo indizio per risalire alla fonte. ¶ E a questa
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lunghi pomeriggi di gelato alla nocciola, di bicicletta, di
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di queste uscite servì alla mamma e al papà
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portare il loro cordoglio alla madre di Rita, e
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le braccia aperte. E alla fine riuscì a fare
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decisi di fare compagnia alla nonna e andai con
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il segno, ma quando alla fine disse che la
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zia Franca comparve davanti alla porta di casa, madida
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zia nel dare dignità alla mia pretesa, e con
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due colpi di coltello alla schiena. Via da questo
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perfetti. Mi incantavo davanti alla magia dei colori che
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lucine dei paesi vicini alla Calabria. Un quadro ogni
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interesse anche il futuro. ¶ Alla fine, senza avere una
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lo stesso, e sempre alla stessa ora. ¶ Via dalla
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le tante preoccupazioni dovute alla caduta di Pietro dalla
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veniva a sussurrarmi. Dentro alla mia anima, tante forze
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la mia amica Emilia alla donna d’esperienza, e
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tessere del mosaico ¶ Fino alla mia maggiore età, la
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ancora – un altro insulto alla sua dignità, e alla
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alla sua dignità, e alla mia. Violando una vita
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Entrambe incapaci di sottostare alla schiavitù di un sistema
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d’inverno era ricomparso alla chetichella anche lo zio
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intanto questi erano partiti alla volta di un nuovo
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per anni e anni, alla fine risultò essere un
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tutti gli operai partiti alla volta del niente è
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a Leto, consigliando anche alla mamma e al papà
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andava a lavorare, perché alla ditta si fidavano di
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quei bambini che giocano alla maestra e all’alunno
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bene e nel male; alla mia casa editrice, supporto
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parole che scrivo; e alla mia famiglia, ricordando in
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nonna, Catena D’Amore, alla quale mi sono ispirata