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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli increati, 2015

concordanze di «alla»

nautoretestoannoconcordanza
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2015
a scintillare in fondo alla pianura. ¶ «Che luci saranno
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sempre di più anche alla città di Bindra. ¶ «Perché
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che palpita in fondo alla pianura come su un
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su un braciere. ¶ Arriviamo alla fine della ringhiera. Svoltiamo
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possono muovere le posate alla cieca nei piatti, e
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qua e là attorno alla stessa tavolata a U
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mani. Va a prendere alla giostra gli ultimi due
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Mi porto il cucchiaio alla bocca e continuo a
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poi direttamente dal piatto, alla fine, tenendolo sollevato con
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la città in fondo alla pianura e la sua
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di luci in fondo alla pianura. ¶ Faccio qualche passo
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piedi sulla ripida discesa, alla cieca, nel buio. ¶ “Sì
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che conduce ai dormitori, alla chiesa. ¶ “Chi starà battendo
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le mani di fronte alla vecchia costruzione ricoperta di
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rasoiata. ¶ Siamo arrivati davanti alla porta della chiesina. ¶ Entriamo
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fuori, siamo di fronte alla prima rampa delle scale
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cima. Passiamo di fronte alla porta aperta di uno
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abbassate e che danno alla camerata un aspetto di
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mano che ci avviciniamo alla porta della chiesina. ¶ “Eppure
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Gatto ad alta voce, alla fine. ¶ «Et clamor meus
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Christe.» ¶ “Ma siederà ancora alla destra del Padre?” mi
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cielo e a sedere alla destra di Dio Padre
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di fronte all’altare, alla conclusione del Credo. ¶ “Ma
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padre priore di fronte alla città che sfavillava sul
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è tracimato dalla morte alla vita che viene prima
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non mi sono arreso alla morte. Io non mi
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non mi sono arreso alla vita.» ¶ «Io adesso sono
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letto un’altra volta alla fine di una nuova
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primo volo orbitale intorno alla Terra. Guardavo la sua
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fuori, che sta bussando alla porta chiedendo con insistenza
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dei letti più vicini alla porta stanno già cominciando
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che gli arriva fino alla chierica e che gli
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le braccia. ¶ Io servirò alla sua destra, ci sta
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con la faccia buona alla sua sinistra, l’uomo
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piani di spazio andavano alla deriva, smottavano gli uni
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poi era successo qualcosa alla sua mente, succederà. Come
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appartenente al casato e alla famiglia di Davide, andò
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da Nazaret di Galilea alla città di Davide chiamata
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rossi di sangue, appiccicati alla piccola testa, dentro una
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larga e buona, inginocchiato alla sinistra del celebrante, con
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vista mentre orbitavo intorno alla Terra nella mia capsula
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il turibolo di fronte alla sua testa, che si
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Magi depongono di fronte alla mangiatoia i loro ricchi
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sono proprio di fronte alla porta socchiusa, si fermano
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risponde la donna vicino alla mangiatoia, girandosi verso di
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al Cielo, dove siede alla destra del Padre. E
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sai che ha resistito alla tua prima e ultima
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quanti di energia associati alla frequenza della radiazione luminosa
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sua piccola bocca vicino alla mia guancia e alla
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alla mia guancia e alla mia bocca e all
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segno rosso in mezzo alla fronte...” ¶ Il clangore si
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giù, posando i piedi alla cieca sui suoi gradini
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ancora un po’, fino alla porta dello stanzino nero
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ancora per un po’, alla cieca, attraverso la casa
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avvicinandomi sempre di più alla fonte di quel bagliore
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che c’erano attorno alla grande tavola al centro
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corsa, dovrai stare aggrappato alla sua schiena dalla spina
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stanzino nero, arrivo davanti alla sua porticina aperta, faccio
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onde elettromagnetiche che viaggiano alla velocità di 300.000 chilometri al
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da dama di compagnia alla vecchia marchesa sorda, e
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continuando a correre abbracciato alla schiena di mio padre
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tracimanti, sta venendo avanti alla testa delle plebi di
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militari... Lui mi porterà alla vittoria. Io volerò con
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Io volerò con lui alla vittoria!» ¶ Sento che anche
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si sta tenendo attaccata alla ringhierina del side-car
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conoscevo ancora la strada, alla fine di una ripida
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era quasi di fronte alla mia, per guardarmi senza
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in una casetta vicina alla mia, durante le vacanze
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c’era di fronte alla sua piccola casa, e
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chiesto, andando più vicino alla sua testa bianca che
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succedendo?» provo a domandare, alla cieca, con la schiena
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sua macchina di comando, alla testa delle altre macchine
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con il microfono vicino alla bocca che sogghigna in
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dire, senza far caso alla voce che continua a
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Me lo porto vicino alla bocca. ¶ C’è una
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microfono. ¶ Se lo incolla alla bocca. ¶ «Chi sei tu
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e fondato, mentre corro alla testa di questa pattuglia
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l’evidenziatore e sparando alla cieca, nel buio, li
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fissavano. “Okay!” ha detto alla fine uno di loro
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pugno!” Sono in cima alla scala, sono già al
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ha la faccia uguale alla mia, la voce uguale
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mia, la voce uguale alla mia. “Che cosa facciamo
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strada, perché so che alla fine ci sono quella
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le nostre spalle. ¶ Siamo alla fine dell’ultimo tratto
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in questo mondo sottoposto alla tracimazione universale di vita
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aveva detto che arrivavi alla fine di quella salita
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con una manovella, attorno alla quale si arrotola sempre
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non avrai voluto abiurare alla fede in quel tracimato
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salendo senza fiatare “e alla fine c’era quel
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una piccola aiuola davanti alla vecchia costruzione... ma adesso
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c’è nessuno davanti alla vecchia costruzione, non si
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facevamo allora, faremo, e alla fine restavamo sempre solo
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camminare così, incernierati, davanti alla vecchia costruzione coperta dalle
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città illuminata in fondo alla pianura, e si tormentava
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lui ritornava. E poi alla fine il Gatto gli
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avanti. ¶ Siamo ormai vicini alla porta a vetri della
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te e di portarmi alla vittoria in quest’ultima
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da pranzo. Mi affaccio alla porta che dà sull
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del mondo. ¶ Mi affaccio alla porta che dà sull
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e si dividono attorno alla circonferenza del pouf, le
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volte, dall’alto, e alla fine non si muoverà
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camera da pranzo, attorno alla tavola grande, tirare fuori
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scaletta che arrivava fino alla porta della cucina, senza
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la porta, mi affaccio alla scaletta. ¶ Sì, il rumore
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che mi ero votata alla verginità. Mi sono strappata
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anch’io in mezzo alla scaletta, con un piede
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la cucina, passo davanti alla porta aperta e fuori
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di sangue che esce alla fine dagli angoli delle
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grandi, ferme in mezzo alla stanza, immobili, luccicanti nella
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letto, mi pare, addossato alla parete, ricoperto da quel
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vicino, molto più vicino alla mia testa e al
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di legno che portano alla cucina. Gli altri passi
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ha insistito tanto che alla fine ho dovuto portare
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cesto delle lumache insieme alla Dirce, ce le ha
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farle spurgare!» sta dicendo alla Dirce. ¶ Poi non capisco
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di andare più vicino alla bambina e di dirle
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dalle biglie, e poi alla camera da letto dove
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buio che c’è alla fine o all’inizio
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girarle per guardarci, fino alla porta della camera blu
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da pranzo, ripassiamo vicino alla portella della giostra portavivande
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di nuovo in fondo alla casa la cucina è
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lo stemma! Tutti intorno alla tavola grande, anche se
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di portata in mezzo alla tavola, una grande zuppiera
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che sta girando attorno alla stanza, sollevando molto in
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sediamo anche noi attorno alla tavola, uno di fronte
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poi anche il dolce, alla fine, mi pare. Sento
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il budino in mezzo alla tavola, la colata di
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c’è in fondo alla camera da pranzo, direttamente
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mondo, muovendo le mani alla cieca, nel buio, anche
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nuvola dei capelli vicino alla mia, contro la mia
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suo piccolo corpo, vicino alla mia testa, alla mia
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vicino alla mia testa, alla mia bocca, ai miei
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nel sonno, tutt’intorno alla grande radio desintonizzata posta
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biglie. ¶ Arriviamo in fondo alla prima rampa, siamo contro
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marciapiede che passa davanti alla casa, dal lampione che
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le mutande, e che alla fine rimane nuda di
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poterla scaldare prima, e alla fine rimango anch’io
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dell’alba, in sella alla motocicletta del Nervo, e
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le bambine in fondo alla schiena, e intanto anche
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verso di noi. ¶ Svoltiamo alla fine della prima rampa
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anche se nessuno oltre alla Signorina mi ha sentito
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verso il corno appeso alla parete con il cordoncino
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anticamera, nell’angolino vicino alla porta del corridoio e
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per l’emozione.” ¶ Arrivo alla fine della mia stanza
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nella tracimazione dalla morte alla vita che viene dopo
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a noi stessi e alla nostra morte? Da che
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stanno tracimando dalla vita alla morte in questa universale
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giovane sposa morta incernierata alla mia, che muove le
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di sposa morta incernierata alla mia, con il cuore
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non si arriva mai alla sua cima? ¶ Si sente
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nel passaggio dalla morte alla vita. Forse dovremo cercarci
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vivi ¶ Come si presenta alla visione dislocata dei vivi
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un mondo in preda alla tracimazione universale di vita
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quello slargo di fronte alla montagna immobile e insanguinata
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e Giappone, attacco tedesco alla Norvegia e alla Danimarca
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tedesco alla Norvegia e alla Danimarca, guerra-lampo, Olanda
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tedesco all’Urss e alla Jugoslavia, occupazione dei Paesi
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vivi che si preparano alla tracimazione universale e alla
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alla tracimazione universale e alla loro ultima guerra è
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di antenne venute improvvisamente alla luce in quel sotterraneo
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in tracimazione dalla morte alla vita, oppure, prima ancora
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dopo ancora, dalla vita alla morte che viene prima
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da corpi in preda alla perdita di conoscenza del
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e anche il tracimatore alla testa del suo esercito
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in questa stessa piazza alla testa delle sue plebi
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che uscivano tutti insieme alla stessa ora e come
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o risorti dalla morte alla vita che viene dopo
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fondamenta di case sottoposte alla violenza del sisma di
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e le tempie, fino alla fronte. E intanto pensavo
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c’erano sempre davanti alla porta quei mucchi di
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di tracimati...” ¶ Mi avvicino alla porta, guardo dentro: è
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che la tengono ferma alla base di ogni gradino
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ossidate...” ¶ Sono in cima alla prima rampa. Vedo, di
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due o tre volte alla cieca, nel buio, sollevandomi
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andare là!». ¶ Sono arrivato alla porta, la oltrepasso. Attraverso
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mio piccolo peso. ¶ Arrivo alla porta. Sto per attraversarla
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trovarmi esattamente di fronte alla persona che sta salendo
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che si muovono attorno alla sua circonferenza affondata. ¶ Attraverso
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dalle unghie del gatto, alla radio spenta. ¶ Si sente
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verde, di stoffa, vicino alla pistola, alle scatole dei
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deve essere ormai arrivato alla fine della seconda rampa
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blu. ¶ «È arrivato...» dico alla Signorina, molto piano, in
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anticamera, e poi fino alla porta aperta e scentrata
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il mitra, appoggiandoselo bene alla spalla. ¶ Io corro via
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più in alto, fino alla linea d’orizzonte dei
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il soffitto. Quando arrivo alla fine, mi alzo dal
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la cucina, passo davanti alla porta del gabinetto aperta
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punto rosso in mezzo alla fronte, avvolta in un
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Riprende a girare attorno alla tavola, con le scarpe
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ricomincia a camminare attorno alla tavola e intanto a
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si guarda attorno, puntellandosi alla tavola con una mano
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che mi verrà incontro alla testa delle sue truppe
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è questo scoppio?» chiedo alla Musa, le grido, per
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di gameti morti, fino alla città seminale dei morti
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è quel bagliore?» domando alla Musa, girando la testa
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forte. ¶ «Dove siamo?» grido alla Musa. ¶ «Stiamo arrivando alla
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alla Musa. ¶ «Stiamo arrivando alla fine del cielo!» mi
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il cielo. ¶ «Devi arrivare alla fine del cielo e
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lei che sta correndo alla testa di questo fiume
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tua sposa che corre alla testa delle schiere sotterranee
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da sposa che corre alla testa di questo fiume
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pesi, e prima ancora, alla fine del neolitico e
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che si vedevano sventolare alla testa degli eserciti in
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morti che si prepara alla tracimazione e alla guerra
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prepara alla tracimazione e alla guerra è qualcosa che
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quando ci si prepara alla guerra? ¶ Spasmodica produzione di
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lavorano giorno e notte alla luce dei riflettori, blocchi
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che si sta preparando alla resurrezione, alla tracimazione e
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sta preparando alla resurrezione, alla tracimazione e alla guerra
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resurrezione, alla tracimazione e alla guerra. ¶ «Che cos’è
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morti che si prepara alla tracimazione e alla sua
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prepara alla tracimazione e alla sua ultima e prima
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tremano, senza vedere niente, alla cieca. ¶ «Fermati! Fermati!» mi
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morti? Io allora ero alla testa solo di piccole
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questo viaggio per arrivare alla cima di chissà dove
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morti che si preparano alla tracimazione e alla guerra
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preparano alla tracimazione e alla guerra.» ¶ Il montacarichi è
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per poi poterli manovrare alla luce! Ecco, adesso i
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impulsi morti. ¶ «E poi, alla fine» sta dicendo la
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e non arrivare mai alla fine, superare una rampa
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adesso?” ¶ Devo essere arrivato alla fine, a un certo
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morti e sarà precipitata alla fine anche la volta
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è una ragazza morta alla guida di una jeep
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lo imboccava, che porgeva alla sua bocca il cibo
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si trovi, in mezzo alla gente morta, nelle piccole
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vivi. Quando mi spostavo alla guida di quella macchinina
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sia andata a bussare alla porta di quella villa
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e che abbia accostato alla sua boccuccia sdentata il
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dietro i capelli incollati alla testa e su cui
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testa tutta bagnata vicino alla mia testolina bagnata. Guardami
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2015
che ti arrivavano fino alla vita. E anche il
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2015
che c’era vicino alla mia casa, alla nostra
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2015
vicino alla mia casa, alla nostra casa, e che
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2015
prima di potermi dare alla luce, se tu morirai
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2015
nel mondo dei vivi alla fine dei tempi, non
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morte. Io credevo che alla fine ci sarebbe stato
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strada che passava davanti alla villa, che passerà, ed
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altro corpo in preda alla giovinezza, la guancia contro
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a noi stessi e alla nostra vita? Da che
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non si vede incernierata alla mia, con tutte le
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e sognando: “Eppure io alla fine la raggiungerò e
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la nuova mano stretta alla mia: è di una
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correre senza neppure girarsi, alla testa delle schiere dei
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balzato già in mezzo alla strada, sta correndo tra
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quando preparava l’altare alla vigilia delle feste...” mi
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morti è là!» grido alla Suora Nera, indicando con
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Ma perché corriamo?» grido alla Suora Nera. «Perché continuiamo
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la morte. E poi alla fine, solo alla fine
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poi alla fine, solo alla fine, solo dopo che
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in silenzio di fronte alla porta dell’altra camerata
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la Suora Nera, vicinissimo alla mia testa «con le
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il vicario. Arrivava fino alla ringhiera di marmo, guardava
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2015
ed ero passata davanti alla porta chiusa del refettorio
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uno dopo l’altro, alla cieca, nel buio. Siamo
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tavolo degli attrezzi e alla centrifuga del miele, e
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mio corpo...» ¶ «E poi alla sua prima messa, mentre
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2015
con la testa vicino alla sua testa, coricati uno
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rumore di passi davanti alla mia cella, nel buio
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morti. Siamo arrivati fino alla vecchia costruzione. Lui ha
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2015
ti avevo già visto alla testa di quei guerrieri
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2015
si avvicinavano nel buio alla porta, muovendosi nel manto
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2015
pianeta che gira attorno alla sua piccola stella...” ha
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2015
continente dei morti...» bisbiglio alla Suora Nera, nel buio
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2015
legato con una cinghia alla Suora Nera, in uno
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2015
altri, con la bava alla bocca, gesticolando e gridando
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2015
Cosa sta succedendo?» domando alla Suora Nera. «Dove stiamo
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2015
ero assolutamente solo. Scendevo alla fermata di un treno
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2015
che si stanno preparando alla tracimazione.» ¶ Non capisco dove
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2015
piedi. Forse sono arrivato alla fine del bilanciere proprio
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2015
la voragine in fondo alla quale scorre. Mi arrivano
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2015
attorno alle mie gambe, alla mia schiena. ¶ «Tu non
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2015
che viene prima.» ¶ Scorgo, alla luce dei lampadari neri
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2015
passavi quando salivi fino alla mia casa ispirata, e
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2015
questo crollo arrivino fino alla superficie infinitamente lontana del
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2015
si avvicinano sempre più alla porta, dietro la quale
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2015
camminando abbracciato a lei, alla mia Musa, alla mia
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2015
lei, alla mia Musa, alla mia regina, nella nostra
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2015
niente. ¶ «Dove sei?» grido alla mia Musa. ¶ «Sono qui
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2015
è questo?» domando ancora alla Musa, con la testa
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è di sperma!» grido alla mia Musa, che sta
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2015
con la testa vicino alla mia testa trascinata dalla
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2015
loro fotoni che viaggiano alla velocità di 300.000 chilometri al
283
2015
perdita d’occhio davanti alla prua del veliero, nella
284
2015
e braccia, al buio, alla cieca, anche i piedi
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2015
con la testa vicino alla sua testa. ¶ «Dove sono
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2015
cascate!» provo a gridare alla Musa, riemergendo con lei
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2015
vita?» provo a domandare alla mia Musa, mentre siamo
288
2015
Resto immobile, di fronte alla visione arcuata che attraversa
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2015
alla loro vita e alla loro morte quanto sia
290
2015
Sono rimasto muto, vicino alla sua testa, nel sepolcro
291
2015
mi sono disperato vicino alla sua testa bendata, nel
292
2015
nel buio più profondo, alla cieca, allentando il primo
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2015
dove erano rimaste attaccate alla carne ferita per il
294
2015
dentro la roccia, accanto alla pietra da cui mi
295
2015
uomini che piangevano davanti alla mia tomba. ¶ Mi sono
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e donne fermi davanti alla tomba le mie sorelle
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Si portavano le mani alla testa, si percuotevano il
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Io devo fare argine alla morte con la mia
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non posso fare argine alla vita con la mia
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la sua mano intrecciata alla mia. «Gli ascensori dei
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smettere di correre, saldato alla mano del risorto che
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da un riflettore posto alla base, che si stagliava
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intanto vedo scorrere vicino alla mia testa in corsa
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prende l’altra mano, alla mia sinistra, con forza
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che sta correndo anche alla mia destra. ¶ «E tu
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resurrezione se voglio strapparli alla resurrezione. Io devo strappare
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a uno i morti alla resurrezione dentro la morte
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devo strappare anche te alla resurrezione dentro la morte
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a correre da solo alla testa dei risorti. ¶ «Ecco
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la sua mano incernierata alla mia. «Sta sollevando il
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le inciterà a conquistare alla resurrezione sempre nuove schiere
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neppure sentito. ¶ «E allora, alla fine, quando tutti i
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conosciuta prima dagli appartenenti alla nostra specie e che
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loro letti, si abbandonavano alla perdita di conoscenza del
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ed erano infinitamente vicini alla morte che viene prima
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e si sedeva attonito alla tavolata del refettorio. E
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in quella città rastrellata, alla testa di quel manipolo
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le confessioni, e poi, alla fine, la perfetta potenza
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oscurità più profonda, indistintamente, alla cieca, per annientare e
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morti, e mi inginocchiassi alla fine vicino a lui
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dire una certa cosa, alla fine del mio racconto
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è ancora niente rispetto alla piccola cosa che voglio
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voglio cercare di dire alla fine. Che cosa succedeva
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fino a quel punto alla morte la loro storia
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fuori i corpi morti, alla fine. “Dove sono?” mi
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piccola cosa, in confronto alla quale tutto quello che
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indietro. Mi sono affacciato alla stanza da cui avevo
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del bambino stava dicendo alla madre che lui voleva
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vivi sono più vicini alla morte che viene prima
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quella radiazione che viaggia alla velocità della luce? In
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tetti, dalle finestre, colpiti alla testa, strangolati, segregati, seviziati
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incendiaria che si attacca alla carne, che chiedono alle
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in questo continente sottoposto alla violenza del sisma dei
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mentre corriamo all’impazzata alla testa dei morti nel
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un po’ di più alla sposa dei morti, alla
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alla sposa dei morti, alla mia sposa, e intanto
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il passaggio dalla vita alla morte. Ma quale sarebbe
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piani più alti, vicino alla valigia già pronta, e
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cinema si stanno svuotando alla fine dell’ultimo spettacolo
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spazio vuoto, mentre davanti alla porta aspetta già il
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stadi illuminati dai riflettori alla fine delle partite notturne
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che occludono ogni varco alla luce, ed è notte
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avrebbe detto il demone alla mia anima per convincerla
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applauso, prima di avvicinarmi alla base del palco. ¶ «Ah
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regno nero, incantato, fino alla fine di questo regno
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un nastro bianco attorno alla fronte, una nuvola di
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e due le mani alla testa, così almeno vi
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di voci per rispondere alla vostra testa spenzolata nel
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spenzolata nel vuoto e alla vostra voce che grida
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me. ¶ Sono solo davanti alla soglia. ¶ Sono il primo
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in piedi in fondo alla stanza. È una donna
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mi avevi detto che alla fine ci saremmo incontrati
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sul viale che portava alla grotta, staccavo gli ultimi
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tramite il sangue secco alla carne del prepuzio reciso
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la Dirce erano andati alla piccola stazione che c
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portava al primo piano, alla camera di Lenìn e
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credevi di girare intorno alla massa in fiamme e
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con le mani fino alla cima della mia capigliatura
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senza fermarti, passavi vicino alla voliera, giravi ad angolo
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luce. Sono arrivata davanti alla porta, l’ho aperta
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sono fermata di fronte alla porta della tua stanza
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certe notti dormiva abbracciata alla sarta perché non la
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mi avevi vista affacciata alla finestra della camera dello
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uno contro l’altro alla fine del mondo e
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Sono arrivato fuori tempo alla cruna dell’increato. Ma
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dalla nascita dell’uomo alla sua morte e alla
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alla sua morte e alla morte del suo pianeta
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ci troviamo di fronte alla possibilità che il numero
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da sposa, di fronte alla porta dell’ascensore che
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spalla, come per sottrarmi alla ressa degli altri morti
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Si porta una mano alla testa. Chiude gli occhi
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d’occhio in fondo alla pianura, e si sentiva
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bussando in piena notte alla porta del mio castello
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tratto, da molto vicino alla mia testa bendata, perché
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e a respirare accanto alla mia testa morta, nel
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leggero respiro molto vicino alla mia testa morta. “Perché
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mani sul suo corpo, alla cieca, nel buio. Poi
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Sono passato di fronte alla mia casa. Non filtrava
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Ho accostato l’orecchio alla porta, e si sentivano
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la strada che portava alla più grande delle sue
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Ero sempre più vicino alla porta. L’ho attraversata
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e là in mezzo alla folla anche le facce
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al punto limite e alla cruna di vita e
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ai loro occhi e alla loro vita e alla
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pesante piviale, anche Jura, alla sua destra, mi pare
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finirà!» esclama il celebrante alla fine, girandosi all’improvviso
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chiedo, cominciando a correre alla cieca, non so verso
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avvicino sempre di più alla cima. ¶ Si cominciano già
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del mondo. ¶ Arrivo davanti alla piccola porta di servizio
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la fascia bianca attorno alla vita, i capelli ben
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si indovina nel buio alla luce di questi lumini
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piccolo inginocchiatoio, una seggiola, alla luce di un lumino
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mi ha assolto? Perché alla fine mi ha assolto
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lo spartito e sorride, alla luce di quel lumino
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che brilla un po’ alla luce di quel lumino
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di John Fitzgerald, candidato alla presidenza degli Stati Uniti
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tapparella, mi ero affacciato alla finestra. Tutta la via
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in una torre vicino alla mia. Nessun altro. Non
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poi si vede che alla fine li hanno trovati
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erano più, ho suonato alla loro porta ma hanno
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aspettarle per molto vicino alla fermata, nel vento delle
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un salto nel vuoto, alla cieca, sulla prima pagina
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Escambray, entrato all’Avana alla testa di una colonna
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poi si sono affacciati alla collina espugnata, mentre noi
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dell’angelo che correva alla nostra testa per indicarci
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di lato, mi affaccio alla balconata dell’organo. ¶ Sotto
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del viaggio o sono alla fine? Oppure non sono
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né all’inizio né alla fine? Ma, se non
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né all’inizio né alla fine, allora dove sono
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e che non è alla fine del mondo? Ma
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mi dice ancora, sorridendo alla sommità della sua veste
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inginocchiatoi, stanno accalcandosi attorno alla veste del padre celestino
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scaletta, muovendo i piedi alla cieca sugli stretti gradini
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un mantice, in fondo alla cripta, oppure con una
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qualche parte, in fondo alla cripta. ¶ Un secondo dopo
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un istante sullo stoppino alla forza del soffio, a
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vedevo scomparire in mezzo alla selva, diretto verso una
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in un anonimo condominio alla periferia di Praga e
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addio a Cuba e alla rivoluzione cubana, indirizzata a
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l’entrata all’Avana alla testa delle colonne dei
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guerriglia, perché sono riusciti alla fine a farmi andare
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venendo buio. Sono scesa alla fermata della corriera e
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qualche operaio che rientrava alla fine del turno con
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tracimavamo incontro. Sono arrivata alla fine tra le tue
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era stata appena incernierata alla tua. Sono passati altri
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al tuo volto e alla tua bocca tormentata dal
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di questo continente sottoposto alla tracimazione e alla guerra
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sottoposto alla tracimazione e alla guerra e rastrellate dai
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un calcio. ¶ Corro avanti alla cieca, dietro il mio
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più larga, girare intorno alla città di Bindra e
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nel buio. «Stanno sparando alla cieca. Non sanno neanche
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buia che gira intorno alla città di Bindra, da
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esultanza camminando in mezzo alla strada, mentre altri ci
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viene dopo. Portaci tu alla vittoria, adesso che siamo
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si allarga in fondo alla strada su cui stiamo
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governativi, l’armeria vicino alla stazione di Cian-Sciui
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equipaggio di tre cannoniere alla fonda, ammutinamento, le cannoniere
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Russia. Io in preda alla mia giovinezza, l’intera
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a Ducale, di fronte alla villa su cui balenavano
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città brillava in fondo alla pianura come su un
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Mi sposto in mezzo alla strada deserta, sento contro
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la stanza, arrivo fino alla finestra, mi arresto per
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case, senza neanche guardare, alla cieca, per esultanza. ¶ Mi
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buio. ¶ Allungo la mano alla cieca, tasto lo spazio
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Muovo ancora la mano alla cieca. ¶ Mi immobilizzo, perché
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a passare in fondo alla strada e fa tremare
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c’è in fondo alla stanza, verso tutti quei
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sembra, mentre dormo profondamente alla fine di questa interminabile
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vita che viene dopo alla morte che viene prima
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morte che viene dopo alla vita che viene prima
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quando scendevi dal baldacchino alla fine dei comizi e
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quella cattedrale di schiuma, alla fine, all’inizio, quando
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dei carri armati, avanzeranno alla spicciolata, mimetizzati, nel buio
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sfondato. Arriverà anche Benno, alla fine...» ¶ Di nuovo silenzio
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di cucina, di fronte alla vetrata in pezzi, mentre
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Mi siedo, di fronte alla vetrata buia, nel buio
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cabaret di plastica appoggiato alla parete verticale del frigorifero
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concentrato. ¶ «È cotta» dice alla fine. ¶ Spegne il fuoco
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va a portarlo insieme alla forchetta dentro il secchiaio
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seggiole spostate, che attorno alla tavola si stanno tutti
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del tabernacolo, ho assistito alla tracimazione musicale del mondo
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tua macchinina gialla come alla testa di un esercito
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la sua testa imbrillantinata alla mia. «Lui ride di
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diventata la vita e alla vitamorte si contrappone adesso
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inclinato. Perché se, oltre alla morte, è immortale anche
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se l’evoluzione sfocia alla fine nell’immortalità? Ma
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Ma se ci sfocia alla fine allora vuol dire
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con esultanza. ¶ Corro vicino alla sua testa, che mi
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con lo scooter, abbracciato alla sua valigia piena di
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ne stavi già uscendo alla guida del tuo furgone
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voce femminile nel buio alla fine di quella riunione
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attorno ai pozzi petroliferi, alla luce delle fiamme che
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nel sole, al Marocco, alla Mauritania, al Mali, al
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al Mali, al Senegal, alla Guinea, al Ghana, alla
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alla Guinea, al Ghana, alla Costa d’Avorio, alle
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coi treni...» ¶ «Siamo vicini alla linea del fronte!» mi
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stessi avvicinando sempre più alla loro origine. Si fracassavano
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mondo. Mi sono avvicinato alla casa del custode, risalendo
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della stazione, sta gridando alla massa dei tracimati in
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rossi sventolano forte attorno alla sua testa e al
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corpo femminile pulsare attorno alla radice del suo corpo
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successo?” gli ho domandato alla fine, mentre eravamo coricati
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con la testa vicino alla mia testa, inorridita e
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finestrini. ¶ Mi guardo attorno, alla base della massicciata dove
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con la schiena incollata alla pianta crivellata e piena
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volta, ferma di fronte alla legnaia dove c’era
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tastando con il piede alla cieca in cerca dell
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ricordo che per ritornare alla villa abbiamo invece ripercorso
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Adesso sono più vicino alla fine del ponte, mi
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Ziò aggrappato all’incontrario alla sua poltroncina di vimini
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è subito dopo, fino alla piccola stazione di Ducale
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Adesso sono di fronte alla stazione. ¶ La sto guardando
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da una parte porta alla strada più grande che
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vedere dalla villa. ¶ Arrivo alla strada più grande. L
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all’angolo. Mi affaccio alla piccola piazza. ¶ Non c
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si fermava in mezzo alla piazza, e tutte le
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di Ducale in preda alla giovinezza si stringevano attorno
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capelli appena cotonati vicino alla casetta dei fagiani, e
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e siamo arrivati fino alla spalletta del fiume, e
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la via che portava alla villa, per paura di